DeletedUser14976
Guest
Addì 10/10/2018
Caro diario eccomi nuovamente a scriverti dei miei timori.
Gli europei (da quando hanno vinto la guerra contro l'Inghilterra vogliono essere chiamati americani.) si stanno nuovamente spostando, migrazioni di migliaia di loro che si spostano , da quando sono giunte voci che sulla lontana costa occidentale ,chiamata Californiana c'è oro in quantità mai viste prima, per loro è un minerale molto prezioso, e molti migrano affrontando un lungo e pericoloso viaggio verso l'interno di questo inesplorato continente, quella zona da loro chiamata frontiera che deve essere ancora esplorata e ridotta a proprietà privata. Tanti sono i coloni che puntano a trovare li dimora, e tentare la sorte di far fortuna e sperare in una nuova migliore vita.
Caro diario tu sai che noi abbiamo sempre creduto che il mondo fosse piatto, un disco piatto con al centro quel nord lontano, costituito da quell'inaccessibile deserto ghiacciato dal quale in spropositata altezza si stagliava l'immenso albero della vita, le sue radici credevamo il pilastro della terra e dalla sua chioma che s'alzava al celo pensavamo avessero dimora gli spiriti da Manitù benedetti e vivessero con la con la nella più piacevole armonia.
Ti lascio immaginare il mio incredibile stupore, sgomento, sconforto, quando nel mio ultimo viaggio in una taverna di quella Nuova York parlando ore ed ore con un vecchio marinaio portoghese (il portogallo è uno dei tanti regni in cui è divisa la terra degli stranieri) noi non viviamo su un disco piano, ,bensì su una sfera (lo chiamano globo, che dividono al centro da una linea immaginaria a formare 2 semisfere poste una sopra l'altra). Lascio parlare caro diario la voce che a me stette ore a raccontare, di quel vecchio lupo di mare (è il nome con cui chiamano i vecchi marinai reduci da lunghi e pericolosi viaggi).
Partimmo con l'intento di circumnavigare questo nuovo mondo chiamato americano, e commerciare con popolazioni a cui molti non erano arrivati, puntammo la nave verso il caldo mare dell' equatore, superato il quale iniziammo a intravedere coste sulle quali si erigevano inpenetrabili inesplorate foreste che verso l'interno a perdita d'occhio s'estendevano. Continuammo verso sud con la prua rivolta verso la brillante costellazione della croce australe, fino a raggiungere gelide tempestose acque, quelle spaventose tempeste, quelle spaventose scariche dei lampi ci lasciarono temere nella punizione d'un Dio troppo ostile che volesse a terra non farci più metter piede.
Superato in gran tempesta Capo Horn (il punto più meridionale del continente) tra ghiacci (chiamano iceberg i ghiacci che galleggiano nei mari più freddi) che potevano la nostra nave come un giocattolo in qualunque momento affondare, ci ridette speranza e calore il sole nell'avvicinarci nuovamente alle calde acque dell' equatore. Sulla costa meridionale occidentale scorgemmo e ci meravigliammo dii civiltà estremamente avanzate nell'arte della costruzione. Arrivammo finalmente in California dove tra i pochi che s'erano spinti fino la attraversando alla ventura il continente pericoloso e inesplorato era scoppiata la maia della caccia all'oro.
Caro diario come vedi tutto sta cambiando, antiche e scontate abitudini e credenze, anche religiose, ho dovuto d'un tratto abbandonare, e puoi capire quanto questo può destabilizzare. La mia gente che non riesce ad adattarsi a questi muovi arrivati sta scomparendo, confinata in aree sempre più ristrette, devastata da nuove malattie a cui non sono immuni, e dei nostri credi, che ormai dubito siano fondati resteranno presto solo ricordi vani.
Tornerò ad aggiornarti, caro diario di tutto ciò che questi nuovi uomini mi vanno, mano, mano insegnando.
Caro diario eccomi nuovamente a scriverti dei miei timori.
Gli europei (da quando hanno vinto la guerra contro l'Inghilterra vogliono essere chiamati americani.) si stanno nuovamente spostando, migrazioni di migliaia di loro che si spostano , da quando sono giunte voci che sulla lontana costa occidentale ,chiamata Californiana c'è oro in quantità mai viste prima, per loro è un minerale molto prezioso, e molti migrano affrontando un lungo e pericoloso viaggio verso l'interno di questo inesplorato continente, quella zona da loro chiamata frontiera che deve essere ancora esplorata e ridotta a proprietà privata. Tanti sono i coloni che puntano a trovare li dimora, e tentare la sorte di far fortuna e sperare in una nuova migliore vita.
Caro diario tu sai che noi abbiamo sempre creduto che il mondo fosse piatto, un disco piatto con al centro quel nord lontano, costituito da quell'inaccessibile deserto ghiacciato dal quale in spropositata altezza si stagliava l'immenso albero della vita, le sue radici credevamo il pilastro della terra e dalla sua chioma che s'alzava al celo pensavamo avessero dimora gli spiriti da Manitù benedetti e vivessero con la con la nella più piacevole armonia.
Ti lascio immaginare il mio incredibile stupore, sgomento, sconforto, quando nel mio ultimo viaggio in una taverna di quella Nuova York parlando ore ed ore con un vecchio marinaio portoghese (il portogallo è uno dei tanti regni in cui è divisa la terra degli stranieri) noi non viviamo su un disco piano, ,bensì su una sfera (lo chiamano globo, che dividono al centro da una linea immaginaria a formare 2 semisfere poste una sopra l'altra). Lascio parlare caro diario la voce che a me stette ore a raccontare, di quel vecchio lupo di mare (è il nome con cui chiamano i vecchi marinai reduci da lunghi e pericolosi viaggi).
Partimmo con l'intento di circumnavigare questo nuovo mondo chiamato americano, e commerciare con popolazioni a cui molti non erano arrivati, puntammo la nave verso il caldo mare dell' equatore, superato il quale iniziammo a intravedere coste sulle quali si erigevano inpenetrabili inesplorate foreste che verso l'interno a perdita d'occhio s'estendevano. Continuammo verso sud con la prua rivolta verso la brillante costellazione della croce australe, fino a raggiungere gelide tempestose acque, quelle spaventose tempeste, quelle spaventose scariche dei lampi ci lasciarono temere nella punizione d'un Dio troppo ostile che volesse a terra non farci più metter piede.
Superato in gran tempesta Capo Horn (il punto più meridionale del continente) tra ghiacci (chiamano iceberg i ghiacci che galleggiano nei mari più freddi) che potevano la nostra nave come un giocattolo in qualunque momento affondare, ci ridette speranza e calore il sole nell'avvicinarci nuovamente alle calde acque dell' equatore. Sulla costa meridionale occidentale scorgemmo e ci meravigliammo dii civiltà estremamente avanzate nell'arte della costruzione. Arrivammo finalmente in California dove tra i pochi che s'erano spinti fino la attraversando alla ventura il continente pericoloso e inesplorato era scoppiata la maia della caccia all'oro.
Caro diario come vedi tutto sta cambiando, antiche e scontate abitudini e credenze, anche religiose, ho dovuto d'un tratto abbandonare, e puoi capire quanto questo può destabilizzare. La mia gente che non riesce ad adattarsi a questi muovi arrivati sta scomparendo, confinata in aree sempre più ristrette, devastata da nuove malattie a cui non sono immuni, e dei nostri credi, che ormai dubito siano fondati resteranno presto solo ricordi vani.
Tornerò ad aggiornarti, caro diario di tutto ciò che questi nuovi uomini mi vanno, mano, mano insegnando.