DeletedUser1546
Guest
mi annoio, quindi scrivo.
scusate gli errori di battitura dovuti alla fretta.
Capitolo 1°
Gli inizi (il delitto)
Mio nonno me lo ripeteva sempre: "Un poiettile Thomas, un proiettile".
io non capivo cosa volesse intendere con quella frase, ma ero al corrente che a poco tempo mio nonno ci avrebbe lasciato.
Soffirva di un attacco di cuore tutte le volte che sentiva una porta sbattere.
Partecipò al posto mio quando allora avevo 12 anni alla guerra di seccessione e aveva 66 anni allora.
credevo lo avesse fatto perchè voleva essere glorificato, prendere una medaglia e venderla.
ma rimase senza un braccio, come tutt'ora è.
così, gli anni passarono, esattamente nel 1846, al compimiento dei miei 20 anni andammo da lui io e billy, mio cugino 23 enne.
quando aprimmo la porta di casa per salutarlo, vedemmo che ci corse incontro malgrado fosse mutilato tentò comunque di abbracciarci.
decidemmo di andare su in mansarda a festeggiare assieme alla nonna che stava dormendo in quel momento.
appena varcata la soglia della porta, ci ritrovammo davanti ad uno scenario raccapricciante.
la nonna jane perterra in una pozza di sangue e sul muro trovammo scritto "addio da barnsby".
mio nonno si mise a piangere.
billy e io estrammo le colt e ci incanalammo per la botola di fuga che mio nonno costruì.
a metà strada vedemmo un uomo che correva via, indossava una divisa militare bucata e sgualcita, un paio di stivali messi male ma nonostante tutto, possedeva una luccicante spada da cavalleria e una medaglia brillante che si notava anche solo al calore delle lampade ad olio nel tunnel.
mio cugino urlò:"chi sei, cosa stai facendo?".
quello scappò via per le vie sotterranee intricate e rocciose.
mio nonno corse dallo sheriffo Dave che inizò ad investigare, il pover uomo, non disse nulla riguardante la botola.
nel frattempo, io e billy davamo la caccia a quel bastar*o.
quando la via si divideva in due ramificazioni, io proseguii a destra, billy a sinistra.
La strada si divideva in altre due ramificazioni per me.
una a destra e una dritta.
da quella di destra si accedeva ad una zona dove si tornava su per andare al balcone, quella dritta probabilmente alla fuga istantanea che avrebbe riportato chiunque avesse farcato quella soglia alla casa del becchino roy.
così, decisi di andare a destra, come mi girai però, vidi davanti a me l'uomo in uniforme.
mi punto la sciabola al collo e mi disse: "o ora o mai più".
mi passarono per la testa alcune immagini della mia vita passata persino quelle di quando ero giovanizzimo che neppure volendo, la mia testa riusciva a raggiungere.
sentii un brivido per la schiena, se urlavo mi uccideva, se scappavo sfoderava la pistola ed ero finito, potevo fare solo una cosa.
tra i flash ci fu anche quello di quano ero giovanissimo: "Un poiettile Thomas, un proiettile", lo diceva sempre mio nonno e quello era il momento di agire, chiusi gli occhi e feci un respiro profondo.
nel frattempo barnsby mi puntava la sciabola sempre più vicina, finò e che non mi provò un leggero punzecchio nel collo.
in meno di un secondo estrassi la colt e con mossa eroia gli sparai nella spalla sinistra.
volevo colpirgli il cuore, però la forza di mirare bene in quegli attimi di terrore dove, o morivo io o moriva lui, furono intensi e difficile da tenere bassa la tensione.
quell'uomo cadette a terra e lasciò cadere la sciabola.
scappò fuori verso la porta dritta.
billy setì gli spari e tornò indietro dove mi vide ancora atterra e con la colt fumante.
vide che sui miei vestiti c'era del sangue e una sciabola di cui non conosceva la proprietà.
"ma che ca*zo ti gira per la testa a spararti dasolo, sei impazzito? dove hai trovato quella spada?"
mi stoppai un attimo.
smisi di respirare per una decina di secondi e poi ripresi:"Barnsby, gli ho sparato mentre voleva uccidermi ed è scappato, è bastato un proiettile a farlo andare via"
mio nonno aveva oramai spifferato tutto allo sheriffo che stava vendendo assieme a lui nel tunnel per errore proseguendo per la strada dove eravamo noi.
come sentì la frase:"è bastato un proiettile a farlo andare via", mi consegnò un pacchetto dove c'era scritto di arpirlo solo dopo la sua morte.
Capitolo 2°
raid al treno
poche settimane dopo ci trovavammo nel saloon cittadino.
"un altro whiskey barman!" ordinò mio cugino nonostante fosse sbronzo.
"billy, fermati, se ci beccano per qualche cosa non saprai difenderti" ribattei io.
"avanti, thomas che ci può succedere di tanto brutto?"
d'un tratto, le finestre del saloon si oscurarono di uomini armati e in divisa.
da dietro quell'immensità di uomini coraggiosi e imponenti, sudisti dalla loro bandiera che si intravedeva in lontananza, uscì un uomo fasciato ad una spalla, la sinistra.
"porco d*o!" esclamai.
ero grondante di sudore e sapevo che mi avrebbero ucciso in pochi attimi se non in quell'istante preciso.
quell'uomo, esattamente uguale a barnsby era con il fodero della spada ma senza la sciabola.
io indossavo la sciabola e mi riconobbe subito.
pensai fossi morto.
la lasciai cadere e scappai al piano superiore del saloon.
le direttive erano: aggirare il saloon e 10 uomini fidati di barnsby sarebbero andati su a cercarmi e a depredarmi.
io correvo su per quelle infinite scale, fino a che non vedetti una cosa sotto alla finestra: un cavallo.
"maledetto me quando ho lasciato cadere quella ca*zo di sciabola" bisbigliai.
provai l'impresa; rotta la finestra, mi gettai sul dorso dell'animale che si impennò e parti.
la fune che teneva il cavallo si spezzò e riuscii comunque a scappare in tempo.
non avevo pensato ai soldati e, cosa più importante, a billy.
mentre scappavo dalla cavalleria che mi inseguiva e mi addentravo sempre più nei deserti aridi del sud.
circa 2 giorni dopo, un corriere a cavallo mi si avvicinò al galoppo e mi consegnò una lettera con la quale mi spiegò, prima di consegnarmela in mano mia, che mio cugino di suo pugno aveva scritto tale argomento.
era in prigione a san lorenzo e a breve sarebbe stato trasportato a yuma per maggiore sicurezza, tragitto nel quale sarebbe stato trasportato in un treno di massima sicurezza.
ovviamente intuii che se quel treno fosse arrivato a yuma, neppure dio avrebbe salvato billy.
così, mi preparai, e caricate le ranger, carabina e rifornito di dinamite, partii.
il treno sarebbe partito esattamente due giorni dopo.a quando il corriere sarebbe arrivato.
minacciai il corriere di morte se non fosse arrivato assieme a me e mi avrebbe nascosto.
mio cugino venne caricato sul treno con una doppietta puntata alla testa e ammanettato.
il treno inizò il viaggio e io seguii tutto a cavallo dall'ultima carrozza attaccata al resto appena pochi minuti prima che partisse dove c'era il mio cavallo di fiducia, mary.
camminavo impaziente sul tettuccio del treno l'ora prestabilita assieme a roy, lo sheriffo amico di mio nonno che, tolta la stella, avrebbe intrattenuto i soldati con uno scherzo al quanto di cattivo gusto, il circo.
doveva dire ai soldati di seguirlo per farli vedere acrobazie che gli animali che aveva solo potevano fare.
tutti i soldati lo seguirono senza mai reinfoderare nessuna arma.
agii io e appena dentro alla carroza di billy bisbigliai all'uomo rimasto vicino alla cella:"hey, hai da bere amicoo?".
come si girò, si ritrovò pieno di coltellate nello stomaco e alla schiena.
gli presi le chiavi e liberai billy.
corsi sull'ultima carrozza, liberai il cavallo che feci srponare per rimanere dietro al treno.
roy ci notò e ruppe prontamente un vetro del finestrino del treno scappando fuori sul mio cavallo.
il cavallo cedette dopo poche miglia.
3 persone non riusciva a tenerle.
purtroppo avevamo varcato le 20 miglia di cavalcata e eravamo soli nel deserto, senza cibo e senza acqua.
scusate gli errori di battitura dovuti alla fretta.
Capitolo 1°
Gli inizi (il delitto)
Mio nonno me lo ripeteva sempre: "Un poiettile Thomas, un proiettile".
io non capivo cosa volesse intendere con quella frase, ma ero al corrente che a poco tempo mio nonno ci avrebbe lasciato.
Soffirva di un attacco di cuore tutte le volte che sentiva una porta sbattere.
Partecipò al posto mio quando allora avevo 12 anni alla guerra di seccessione e aveva 66 anni allora.
credevo lo avesse fatto perchè voleva essere glorificato, prendere una medaglia e venderla.
ma rimase senza un braccio, come tutt'ora è.
così, gli anni passarono, esattamente nel 1846, al compimiento dei miei 20 anni andammo da lui io e billy, mio cugino 23 enne.
quando aprimmo la porta di casa per salutarlo, vedemmo che ci corse incontro malgrado fosse mutilato tentò comunque di abbracciarci.
decidemmo di andare su in mansarda a festeggiare assieme alla nonna che stava dormendo in quel momento.
appena varcata la soglia della porta, ci ritrovammo davanti ad uno scenario raccapricciante.
la nonna jane perterra in una pozza di sangue e sul muro trovammo scritto "addio da barnsby".
mio nonno si mise a piangere.
billy e io estrammo le colt e ci incanalammo per la botola di fuga che mio nonno costruì.
a metà strada vedemmo un uomo che correva via, indossava una divisa militare bucata e sgualcita, un paio di stivali messi male ma nonostante tutto, possedeva una luccicante spada da cavalleria e una medaglia brillante che si notava anche solo al calore delle lampade ad olio nel tunnel.
mio cugino urlò:"chi sei, cosa stai facendo?".
quello scappò via per le vie sotterranee intricate e rocciose.
mio nonno corse dallo sheriffo Dave che inizò ad investigare, il pover uomo, non disse nulla riguardante la botola.
nel frattempo, io e billy davamo la caccia a quel bastar*o.
quando la via si divideva in due ramificazioni, io proseguii a destra, billy a sinistra.
La strada si divideva in altre due ramificazioni per me.
una a destra e una dritta.
da quella di destra si accedeva ad una zona dove si tornava su per andare al balcone, quella dritta probabilmente alla fuga istantanea che avrebbe riportato chiunque avesse farcato quella soglia alla casa del becchino roy.
così, decisi di andare a destra, come mi girai però, vidi davanti a me l'uomo in uniforme.
mi punto la sciabola al collo e mi disse: "o ora o mai più".
mi passarono per la testa alcune immagini della mia vita passata persino quelle di quando ero giovanizzimo che neppure volendo, la mia testa riusciva a raggiungere.
sentii un brivido per la schiena, se urlavo mi uccideva, se scappavo sfoderava la pistola ed ero finito, potevo fare solo una cosa.
tra i flash ci fu anche quello di quano ero giovanissimo: "Un poiettile Thomas, un proiettile", lo diceva sempre mio nonno e quello era il momento di agire, chiusi gli occhi e feci un respiro profondo.
nel frattempo barnsby mi puntava la sciabola sempre più vicina, finò e che non mi provò un leggero punzecchio nel collo.
in meno di un secondo estrassi la colt e con mossa eroia gli sparai nella spalla sinistra.
volevo colpirgli il cuore, però la forza di mirare bene in quegli attimi di terrore dove, o morivo io o moriva lui, furono intensi e difficile da tenere bassa la tensione.
quell'uomo cadette a terra e lasciò cadere la sciabola.
scappò fuori verso la porta dritta.
billy setì gli spari e tornò indietro dove mi vide ancora atterra e con la colt fumante.
vide che sui miei vestiti c'era del sangue e una sciabola di cui non conosceva la proprietà.
"ma che ca*zo ti gira per la testa a spararti dasolo, sei impazzito? dove hai trovato quella spada?"
mi stoppai un attimo.
smisi di respirare per una decina di secondi e poi ripresi:"Barnsby, gli ho sparato mentre voleva uccidermi ed è scappato, è bastato un proiettile a farlo andare via"
mio nonno aveva oramai spifferato tutto allo sheriffo che stava vendendo assieme a lui nel tunnel per errore proseguendo per la strada dove eravamo noi.
come sentì la frase:"è bastato un proiettile a farlo andare via", mi consegnò un pacchetto dove c'era scritto di arpirlo solo dopo la sua morte.
Capitolo 2°
raid al treno
poche settimane dopo ci trovavammo nel saloon cittadino.
"un altro whiskey barman!" ordinò mio cugino nonostante fosse sbronzo.
"billy, fermati, se ci beccano per qualche cosa non saprai difenderti" ribattei io.
"avanti, thomas che ci può succedere di tanto brutto?"
d'un tratto, le finestre del saloon si oscurarono di uomini armati e in divisa.
da dietro quell'immensità di uomini coraggiosi e imponenti, sudisti dalla loro bandiera che si intravedeva in lontananza, uscì un uomo fasciato ad una spalla, la sinistra.
"porco d*o!" esclamai.
ero grondante di sudore e sapevo che mi avrebbero ucciso in pochi attimi se non in quell'istante preciso.
quell'uomo, esattamente uguale a barnsby era con il fodero della spada ma senza la sciabola.
io indossavo la sciabola e mi riconobbe subito.
pensai fossi morto.
la lasciai cadere e scappai al piano superiore del saloon.
le direttive erano: aggirare il saloon e 10 uomini fidati di barnsby sarebbero andati su a cercarmi e a depredarmi.
io correvo su per quelle infinite scale, fino a che non vedetti una cosa sotto alla finestra: un cavallo.
"maledetto me quando ho lasciato cadere quella ca*zo di sciabola" bisbigliai.
provai l'impresa; rotta la finestra, mi gettai sul dorso dell'animale che si impennò e parti.
la fune che teneva il cavallo si spezzò e riuscii comunque a scappare in tempo.
non avevo pensato ai soldati e, cosa più importante, a billy.
mentre scappavo dalla cavalleria che mi inseguiva e mi addentravo sempre più nei deserti aridi del sud.
circa 2 giorni dopo, un corriere a cavallo mi si avvicinò al galoppo e mi consegnò una lettera con la quale mi spiegò, prima di consegnarmela in mano mia, che mio cugino di suo pugno aveva scritto tale argomento.
era in prigione a san lorenzo e a breve sarebbe stato trasportato a yuma per maggiore sicurezza, tragitto nel quale sarebbe stato trasportato in un treno di massima sicurezza.
ovviamente intuii che se quel treno fosse arrivato a yuma, neppure dio avrebbe salvato billy.
così, mi preparai, e caricate le ranger, carabina e rifornito di dinamite, partii.
il treno sarebbe partito esattamente due giorni dopo.a quando il corriere sarebbe arrivato.
minacciai il corriere di morte se non fosse arrivato assieme a me e mi avrebbe nascosto.
mio cugino venne caricato sul treno con una doppietta puntata alla testa e ammanettato.
il treno inizò il viaggio e io seguii tutto a cavallo dall'ultima carrozza attaccata al resto appena pochi minuti prima che partisse dove c'era il mio cavallo di fiducia, mary.
camminavo impaziente sul tettuccio del treno l'ora prestabilita assieme a roy, lo sheriffo amico di mio nonno che, tolta la stella, avrebbe intrattenuto i soldati con uno scherzo al quanto di cattivo gusto, il circo.
doveva dire ai soldati di seguirlo per farli vedere acrobazie che gli animali che aveva solo potevano fare.
tutti i soldati lo seguirono senza mai reinfoderare nessuna arma.
agii io e appena dentro alla carroza di billy bisbigliai all'uomo rimasto vicino alla cella:"hey, hai da bere amicoo?".
come si girò, si ritrovò pieno di coltellate nello stomaco e alla schiena.
gli presi le chiavi e liberai billy.
corsi sull'ultima carrozza, liberai il cavallo che feci srponare per rimanere dietro al treno.
roy ci notò e ruppe prontamente un vetro del finestrino del treno scappando fuori sul mio cavallo.
il cavallo cedette dopo poche miglia.
3 persone non riusciva a tenerle.
purtroppo avevamo varcato le 20 miglia di cavalcata e eravamo soli nel deserto, senza cibo e senza acqua.