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DeletedUser1546

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mi annoio, quindi scrivo.
scusate gli errori di battitura dovuti alla fretta.

:D




Capitolo 1°

Gli inizi (il delitto)

Mio nonno me lo ripeteva sempre: "Un poiettile Thomas, un proiettile".
io non capivo cosa volesse intendere con quella frase, ma ero al corrente che a poco tempo mio nonno ci avrebbe lasciato.
Soffirva di un attacco di cuore tutte le volte che sentiva una porta sbattere.
Partecipò al posto mio quando allora avevo 12 anni alla guerra di seccessione e aveva 66 anni allora.
credevo lo avesse fatto perchè voleva essere glorificato, prendere una medaglia e venderla.
ma rimase senza un braccio, come tutt'ora è.
così, gli anni passarono, esattamente nel 1846, al compimiento dei miei 20 anni andammo da lui io e billy, mio cugino 23 enne.
quando aprimmo la porta di casa per salutarlo, vedemmo che ci corse incontro malgrado fosse mutilato tentò comunque di abbracciarci.
decidemmo di andare su in mansarda a festeggiare assieme alla nonna che stava dormendo in quel momento.
appena varcata la soglia della porta, ci ritrovammo davanti ad uno scenario raccapricciante.
la nonna jane perterra in una pozza di sangue e sul muro trovammo scritto "addio da barnsby".
mio nonno si mise a piangere.
billy e io estrammo le colt e ci incanalammo per la botola di fuga che mio nonno costruì.
a metà strada vedemmo un uomo che correva via, indossava una divisa militare bucata e sgualcita, un paio di stivali messi male ma nonostante tutto, possedeva una luccicante spada da cavalleria e una medaglia brillante che si notava anche solo al calore delle lampade ad olio nel tunnel.
mio cugino urlò:"chi sei, cosa stai facendo?".
quello scappò via per le vie sotterranee intricate e rocciose.
mio nonno corse dallo sheriffo Dave che inizò ad investigare, il pover uomo, non disse nulla riguardante la botola.
nel frattempo, io e billy davamo la caccia a quel bastar*o.
quando la via si divideva in due ramificazioni, io proseguii a destra, billy a sinistra.
La strada si divideva in altre due ramificazioni per me.
una a destra e una dritta.
da quella di destra si accedeva ad una zona dove si tornava su per andare al balcone, quella dritta probabilmente alla fuga istantanea che avrebbe riportato chiunque avesse farcato quella soglia alla casa del becchino roy.
così, decisi di andare a destra, come mi girai però, vidi davanti a me l'uomo in uniforme.
mi punto la sciabola al collo e mi disse: "o ora o mai più".
mi passarono per la testa alcune immagini della mia vita passata persino quelle di quando ero giovanizzimo che neppure volendo, la mia testa riusciva a raggiungere.
sentii un brivido per la schiena, se urlavo mi uccideva, se scappavo sfoderava la pistola ed ero finito, potevo fare solo una cosa.
tra i flash ci fu anche quello di quano ero giovanissimo: "Un poiettile Thomas, un proiettile", lo diceva sempre mio nonno e quello era il momento di agire, chiusi gli occhi e feci un respiro profondo.
nel frattempo barnsby mi puntava la sciabola sempre più vicina, finò e che non mi provò un leggero punzecchio nel collo.
in meno di un secondo estrassi la colt e con mossa eroia gli sparai nella spalla sinistra.
volevo colpirgli il cuore, però la forza di mirare bene in quegli attimi di terrore dove, o morivo io o moriva lui, furono intensi e difficile da tenere bassa la tensione.
quell'uomo cadette a terra e lasciò cadere la sciabola.
scappò fuori verso la porta dritta.
billy setì gli spari e tornò indietro dove mi vide ancora atterra e con la colt fumante.
vide che sui miei vestiti c'era del sangue e una sciabola di cui non conosceva la proprietà.
"ma che ca*zo ti gira per la testa a spararti dasolo, sei impazzito? dove hai trovato quella spada?"
mi stoppai un attimo.
smisi di respirare per una decina di secondi e poi ripresi:"Barnsby, gli ho sparato mentre voleva uccidermi ed è scappato, è bastato un proiettile a farlo andare via"
mio nonno aveva oramai spifferato tutto allo sheriffo che stava vendendo assieme a lui nel tunnel per errore proseguendo per la strada dove eravamo noi.
come sentì la frase:"è bastato un proiettile a farlo andare via", mi consegnò un pacchetto dove c'era scritto di arpirlo solo dopo la sua morte.


Capitolo 2°

raid al treno


poche settimane dopo ci trovavammo nel saloon cittadino.
"un altro whiskey barman!" ordinò mio cugino nonostante fosse sbronzo.
"billy, fermati, se ci beccano per qualche cosa non saprai difenderti" ribattei io.
"avanti, thomas che ci può succedere di tanto brutto?"
d'un tratto, le finestre del saloon si oscurarono di uomini armati e in divisa.
da dietro quell'immensità di uomini coraggiosi e imponenti, sudisti dalla loro bandiera che si intravedeva in lontananza, uscì un uomo fasciato ad una spalla, la sinistra.
"porco d*o!" esclamai.
ero grondante di sudore e sapevo che mi avrebbero ucciso in pochi attimi se non in quell'istante preciso.
quell'uomo, esattamente uguale a barnsby era con il fodero della spada ma senza la sciabola.
io indossavo la sciabola e mi riconobbe subito.
pensai fossi morto.
la lasciai cadere e scappai al piano superiore del saloon.
le direttive erano: aggirare il saloon e 10 uomini fidati di barnsby sarebbero andati su a cercarmi e a depredarmi.
io correvo su per quelle infinite scale, fino a che non vedetti una cosa sotto alla finestra: un cavallo.
"maledetto me quando ho lasciato cadere quella ca*zo di sciabola" bisbigliai.
provai l'impresa; rotta la finestra, mi gettai sul dorso dell'animale che si impennò e parti.
la fune che teneva il cavallo si spezzò e riuscii comunque a scappare in tempo.
non avevo pensato ai soldati e, cosa più importante, a billy.
mentre scappavo dalla cavalleria che mi inseguiva e mi addentravo sempre più nei deserti aridi del sud.
circa 2 giorni dopo, un corriere a cavallo mi si avvicinò al galoppo e mi consegnò una lettera con la quale mi spiegò, prima di consegnarmela in mano mia, che mio cugino di suo pugno aveva scritto tale argomento.
era in prigione a san lorenzo e a breve sarebbe stato trasportato a yuma per maggiore sicurezza, tragitto nel quale sarebbe stato trasportato in un treno di massima sicurezza.
ovviamente intuii che se quel treno fosse arrivato a yuma, neppure dio avrebbe salvato billy.
così, mi preparai, e caricate le ranger, carabina e rifornito di dinamite, partii.
il treno sarebbe partito esattamente due giorni dopo.a quando il corriere sarebbe arrivato.
minacciai il corriere di morte se non fosse arrivato assieme a me e mi avrebbe nascosto.
mio cugino venne caricato sul treno con una doppietta puntata alla testa e ammanettato.
il treno inizò il viaggio e io seguii tutto a cavallo dall'ultima carrozza attaccata al resto appena pochi minuti prima che partisse dove c'era il mio cavallo di fiducia, mary.
camminavo impaziente sul tettuccio del treno l'ora prestabilita assieme a roy, lo sheriffo amico di mio nonno che, tolta la stella, avrebbe intrattenuto i soldati con uno scherzo al quanto di cattivo gusto, il circo.
doveva dire ai soldati di seguirlo per farli vedere acrobazie che gli animali che aveva solo potevano fare.
tutti i soldati lo seguirono senza mai reinfoderare nessuna arma.
agii io e appena dentro alla carroza di billy bisbigliai all'uomo rimasto vicino alla cella:"hey, hai da bere amicoo?".
come si girò, si ritrovò pieno di coltellate nello stomaco e alla schiena.
gli presi le chiavi e liberai billy.
corsi sull'ultima carrozza, liberai il cavallo che feci srponare per rimanere dietro al treno.
roy ci notò e ruppe prontamente un vetro del finestrino del treno scappando fuori sul mio cavallo.
il cavallo cedette dopo poche miglia.
3 persone non riusciva a tenerle.
purtroppo avevamo varcato le 20 miglia di cavalcata e eravamo soli nel deserto, senza cibo e senza acqua.
 

DeletedUser1546

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commenti no eh? :( allora è vero che faccio schifo
 

DeletedUser1546

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capitolo 3°


incontri stupefacienti


mentre camminavamo disperatamente verso san lorenzo, vedemmo avvicinarsi a noi un uomo sul dorso del proprio ciuco armato fino ai denti e con pesanti sacche sotto il proprio fondoschiena che il mulo teneva su.
era un uomo di media statura, poco più di 25 anni e di grosso calibro da come potevamo notare.
tirò fuori dalle sacche che teneva sotto al sedere 3 borraccie d'acqua e un toccio di pane.
dopo avercelo lanciato ci disse sono una parola: "seguitemi".
non sapevamo chi era e temevamo fosse uno scagnozzo di barnsby, uno di quei dannati bastar*i che vedi dovunque ti sposti.
ci portò in una miniera d'oro e mi diede una pistola, una seicolpi precisamente.
"sai come si usa questo gioiellino?"
"oh, certamente" risposi
"bene, allora secca 4 di quei minatori laggiù e prendiamo i loro vestiti, ora vi spigo il piano: dopo esserci travestiti, entriamo in miniera, cerchiamo più oro possibile nelle cariole e ce lo intaschiamo, ce la diamo a gambe rubando quei cavalli e appena giunti giù a casa mia in paese rivendiamo l'oro ad un mio amico che ci da tanti bei fruscianti verdoni, intesi?"
non ci fidavamo di quell'uomo, ma io credevo avesse buone intenzioni.
così, puntai la pistola di nascosto ad uno di quelli, e premetti il grilletto, due, tre e infine il quarto.
vestiti in tutta fretta entrammo la dentro quel buco caldo e rubammo circa 20 chili d'oro.
"corri al cavallo e sprona, se ci beccano siamo morti!" urlò l'uomo.
dopo varie ore di fuga, arrivammo a casa del soldato che, non dicendoci chi era iniziò a raccontare la sua vita.
"sono scappato di casa a 14 anni, durante la guerra di seccessione, nel 1834 e ora sono un vagabondo ma abito qua."
io andai incontro a quell'uomo e gli tirai su la manica del braccio destro.
aveva una cicatrice, e subito riconobbi che era jack, mio fratello, anche billy lo riconobbe e dopo un lungo abbraccio, roy si alzò e dopo avere svuotato le tasche dell'oro se ne andò.
nostro fratello ci riportò a casa e vendemmo l'oro, guadagnammo ben 1250$ con i quali comprammo tutti armi nuove, ma con una sorpresa.
il negoziante, amico di mio nonno ci aiutò a costruire una carovana e ci regalò una gatling.
con quella, potevamo andare lontano.
passò circa un anno dal nostro incontro con jack e fino a quel momento roy non si era ancora fatto vedere.
a casa del nonno da quando sua moglie era stata uccisa, aveva fatto bloccare il tunnel, finestre e porte per accedere all mansarda.
così, andando a fargli visita, vedemmo l'ombra di un uomo e udimmo uno sparo.
"billy, controlla il lato nord della casa e vai sul tetto, da li vedrai tutto"
"bel gioco di parole, thomas. peccato che ora siamo... come dire... FOTTU*I!!!"
"jack, tu difendi il nonno, sta male quando sente anche solo una porta sbattere, fai in modo che nessuno entri in casa"
"e tu thomas, dove vai?"
"io fado a massacrare" pensai, ma non lo dissi.
sentii uno sparo e poi "AAAH" gridò billy.
"billy, tutto a posto?" gli chiesi.
"cazz* no, mi hanno sparato, sto male."
nel frattempo, il nonno piangeva dalla paura degli spari e temeva che suo nipote billy potesse morire.
andai dietro alla casa e vidi una scena terribile, inimmaginabile.
roy, l'ex sheriffo della città stava alla destra di barnsby, oramai guarito alla spalla sinistra.
guardai l'orologio e fui impressionato; mancavano 2 minuti alle 12 in punto e scattò il duello contro roy, scagnozzo di barnsby.
il sudore mi grondava dalla testa, il caldo e la tensione si sentivano.
avevo paura di, oltre al sudore, grondare di sangue; tutti erano al corrente che roy era un grandissimo duellante.
quando le lancette stavano per toccare le 12.00 avvicinai la mano e anche roy lo fece.
-BONG!-
una serie di spari con successivi urli di dolore da parte di roy, l'avevo ucciso e quando barnsby si avvicinò a me, non potei che reinfoderare la pistola e estrarre il pugnale.
barnsby con la sciabola e io con un pugnale.
in concomitanza al nostro scontro, jack stava tranquillizzando il nonno e aveva paura delle conseguenze.
le lame tintinnavano agli scontri di pugnale-sciabola, quando billy si rialzò e vide che roy era in piedi sanguinante con una colt puntata alla testa dietro di me.
allora billy carico un colpo nella doppietta e uccise definitivamente roy che non parlo neppure, non se ne era accorto di essere morto.
la cartuccia della doppietta emise ben 7 colpi 5 dei quali ucisero lo sheriffo roy e due ruppero la sciabola di barnsby precisamente.
il soldato scappò via e billy venne medicato.
in pochi mesi si rimise e il nonno stava bene; era felice che io abbia ucciso roy e fatto scappare barnsby.

scusate il fatto delle maiuscole e degli errori, uso il blocco note perchè sennò word mi da tutto errori gli * e poi perchè ho 1 carattere che scrive tutto maiuscolo di blocco note ^^ spero riusciate a leggerlo comunque
 

DeletedUser1546

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capitolo 4°

la rabbia di barnsby

mentre il nonno dormiva, io e mio fratello decidemmo di andare a controllare un paio di libri nella vecchia biblioteca che potessero riguardare barnsby o i suoi scagnozzi.
"ehi, senti qua jack, dicono che barnsby stia recultando dei buoni soldati per assaltare una vecchia piramide nei pressi di Tenochtitlan, l'antica capitale azteca secondo la quale si nasconde un tesoro".
"allora barnsby sa tutto!? fratello, non dobbiamo andare, è una trappola questa. ricordi quando avevi 9 anni? un esploratore dopo essere entrato, venne sommerso di sabbia e morì, vuole farci fare questa fine quel basta*do"
"a quanto pare la cosa si svolgerà esattamente...dopodomani"
gli zoccoli del cavallo sbattevano fortemente a terra mentre spronavamo per arrivare a Tenochtitlan.
più avanti notammo delle orme di cavalli; probabilmente più di 200; quelli erano i soldati di barnsby, stavano andando prima di noi.
quel giorno non c'era però billy, che era a casa del nonno aspettando che si svegliasse e proteggendolo per qualsiasi motivo.
una donna ferita vicino alla strada ci chiese aiuto, mio fratello non esitò a curarla, poteva darci delle informazioni; dunque jack tornò indietro, ero rimasto solo io.
quel giorno il sole splendeva, era una mattina d'estate e dopo circa 1 ora di cavalcata senza stop intravedevo in lontananza l'esercito di barnsby, non stava andando a cavallo, era accampato.
due uomini erano di guardia, molti altri invece, stavano minacciando alcuni poveri uomini a lavorare e a costruire un avamposto bunkerato prima della fine della giornata.
erano talmente tanti schiavi che si faceva fatica a contarli, se erano 300 erano pochi.
prima del tramonto il forte era costruito, 8 uomini stavano sulle torri, 4 a controllare e c'era una scorta di ogni uomo che si riposava.
dovevo agire, ma come? non mi rimaneva altro che provare a fare esplodere le lampade ad olio senza essere notato.
caricati i proiettili nella mia carabina, mi misi sotto ad una collina e tentai di mirare, ma oramai era notte e ogni 12 ore dei soldati a cavallo andavano i perlustrazione delle zone vicine per accertarsi che nessuno tentasse di attaccare o fosse malintenzionato in qualsiasi modo, avevano l'ordine di sparare a chiunque si fosse avvicinato troppo eccetto loro stessi
subito ebbi un'idea, ricordavo della carovana e della gatling, ma ero lontano.
una ferrovia era vicino a dove ero io.
appena passò il primo treno, legai col lazo il cavallo ad un soprtello ed agganciandomi avanzai fino alla cabina del controllore, dove, minacciato di morte fu costretto a correre a san lorenzo col treno.
in meno di tre quarti d'ora fummo là ed uscii di casa con la carovana. slegato il mio cavallo, lo attaccai ai ganci e partii.
il forte era sorvegliato dalle stessa guardie e mi piazai in posizione strategica per sparare con la mitraglia.
dopo avere sparato un colpo di pistola in aria per attirare l'attenzione, dalla carovana-blindata mi misi a sparare con la gatling e, dopo avere ucciso tutti e 8 gli uomini, ruppi le porte con 3 candelotti di dinamite, il mio cavallo entrò dentro e fu un massacro totale, un centinaio di morti.
barnsby però era scappato e dovevo inseguirlo, feci uscire il cavallo e vidi che quel bastar*o se la dava a cavallo e i pochi sopravissuti lo seguivano.
diedi fuoco al fortino e con la caovana tornai a san lorenzo.
mio fratello nel frattempo aveva curato la donna e aveva scoperto che si chiamava Molly, era la moglie di barnsby e che dopo essere stata ferita da un lupo della zona, temeva morisse e la aveva lasciata per la strada dove sarebbe tornata a casa.
barnsby, nel tornare non vide sua moglie e le conseguenze del giorno dopo furono devastanti.
il saloon cittadino era alle fiamme, la banca era stata rapinata e giurava che se non avesse trovato me, jack e billy vivi, avrebbe ucciso nostra madre e nostro padre.
nostante tutto, io e mio fratello, durante tutto quello che stava accadendo uscivvo con aria sicura e padroneggiante.
avevamo cariche le pistole e i fucili pronti a sparare.
barnsby ci aspettava sotto l'hotel per Molly.
portammo Molly, ma era incatenata e sono billy teneva le chiavi.
nel frattempo, billy avvisò mio padre e mia madre di scappare e a cavallo portò con se il nonno, anche se faticosamente perchè mutilato.
erano diretti al più nord possibile.
"devi sapere, caro barnsby, che, fin quando non ci dirai perchè hai ucciso nostra nonna, non liberiamo il tuo tanto amato amore che lasci per strada, vero?" disse Jack con aria da tuttofare.
"barnsby chiuse per un attimo gli occhi quando li riaprì, fece un fischio e uscirono banditi da tutte le finstre del paese; era una canaglia Barnsby.
a quella visione, strinsi forte la pistola che tenevo puntato alla testa di Molly e mi partì un colpo.
"sei impazzito Thomas? quelli sono troppi! se non ce ne andiamo saremo morti!"
e fu così che partì un inseguimento cavalli contro piedi, noi a pieni e gli scagnozzi di barsby a cavallo.
dopo mezzo miglio, vedemmo un burrone e nello stesso tempo avemmo la stessa idea.
sotto c'era un fiume e le armi non si sarebbero rotte se bagnate.
ci lanciammo nel fiume e parecchi uomini di barnsby non fecero in tempo a frenare il cavallo cadendo nell'acqua e affogando.
morirono circa 50 uomini così.
nuotare appesantiti dai proietti tenuti alle cinture era arduo, ma alla foce, ritornammo su e riuscimmo ad avere due cavalli per andare a nord, da billy e i nostri genitori.
quando incontrammo billy, ci diede la spiacevole notizia che durante uno scontro, barnsby aveva ucciso mio padre e mia madre, il nonno si era battuto con onore e aveva ucciso 4 uomini pur senza una mano.
tutti stavano bene, ovvio, tranne i miei.
trovammo riparo da un vecchio amico del nonno che aveva combattuto nella seccessione assieme a lui ed erano entrambi rimasti vivi per miracolo.
L'incubo forse era finito.
tutto doveva ancora iniziare però.
 

DeletedUser1546

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capitolo 5°

Un fiore maledetto


ero in camera con Jack e Billy a discutere di quanto fosse aguzzo barnsby e di come facesse a sapere dove eravamo in ogni momento.
"Thomas, ho visto uno strano segno sul braccio di Roy quando gli ho sparato. Simile ad un ... fiore?"
"l'ho visto anche io, billy" risposi
"l'hai già visto da altre parti quel simbolo fratello, pensaci bene." bisbigliò Jack, però io capii comunque.
"ricordo di averlo già visto, non so dove però" ribattei.
"senti fratello, io ero al saloon quando sei scappato. sono due anni che ti seguo, tutti i giorni. fino a quando non ti ho salvato. Quel simbolo lo abbiamo visto in mansarda, dove è morta la nonna. Pur essendo blindata la porta, dalla finestra sbarrata si fa fatica a vederlo, è un graffio fatto da una sciabola sul muro."
Un pò perplesso e forse stupito rimasi in silenzio per qualche secondo poi, senza neppure aprire bocca caricai le armi e, uscito di casa andai dal mio cavallo.
"che dici, lo seguiamo?"
"avanti, billy. Sai benissimo che si sta cacciando in guai ancora. tu rimani qua, sei abile e devi difendere il nonno e il suo amico, io vado." disse Jack.
a poche centinaia di metri dopo la casa dell'amico di nonno, Jack fece un fischio e con poche galoppate mi raggiunse a cavallo del suo destriero fidato, un ciuco.
senza aprire bocca, ci dirigemmo con perfetta intesa alla vecchia casa del nonno.
i giorni passavano; probabilmente ci eravamo persi.
Avevamo perso oramai il conto di quanti giorni eravamo sul cavallo, quando le forze cedettero, le mie mani non sentivano più gli oggetti, vidi tutto bianco, poi scuro e poi immagini simili a pallini che si muovevano nella mia mente come se fossi diventato per pochi secondi matto, poi cadetti da cavallo.
"fratello, che ti succede? stai bene?"
quando vide che non rispondevo, si preoccupò.
salì sul mio cavallo e legò il ciuco dietro. mi caricò in spalla e partimmo.
io ero svenuto, non sentivo nulla, neppure quando ad un fiume mi bagnò il volto con acqua fresca e dolce.
Riemptie le borraccie, ripartì, anche se ero svenuto.
Temeva fossi morto.
Passò per una foresta dopo avere consultato la sua cartina geografica che di abitudine teneva sotto alle suone delle scarpe, nascosta.
Attraversata la foresta saremmo arrivati a San Josè, prima tappa dove avrebbe cercato un dottore per accertarsi le mie condizioni.
Nel bel mezzo della boscaglia, una freccia cadette vicino a mio fratello.
Poi due, poi tre, quattro, cinque, 10, venti, 50, 100, sembrava non finire mai.
Una pioggia di freccie d'acciaio le quali uccisero il povero animale di mio fratello.
"Galoppa cazz*, GALOPPA!"
Io mi svegliai in quell'istante, come alzai la testa vidi che ero in un bosco e che avevamo solo un cavallo, non due cadetti dal cavallo e rotolai per pochi metri.
"che succede?" chiesi.
"taci e sali su, ci stanno per uccidere" rispose.
Mentre andavamo, mi raccontò tutto: avevamo seminato gli indiani.
Usciti dalla foresta, un freccia della migliore qualità, con la punta d'oro trafisse mio fratello.
Questa volta ero io a dovere salvare lui, lo ripresi sul cavallo e spronai.
La corazza che possedeva gli salvò la vita per poco.
Appena gli estrassi la freccia d'oro dalla corazza mi disse: "Ringrazia Dio che queste corazze funzionano".
Osservai con maggiore accuratezza la punta splendente di quell'oggetto che, se non avesse avuto l'armatura, avrebbe certamente ucciso Jack, e per magia vidi che proprio sul lato dove la punta era più piatta era collocato lo stesso simbolo con il Fiore che usava Barnsby.
Erano dei rinnegati Apache che erano stati arruolati dallo stesso barnsby, intento ad ucciderci.
tenetti la punta in oro e ripartimmo, io stavo bene, mio fratello anche.
A san Josè,prendemmo solo dell'acqua e consumammo un pasto per poi ripartire con due cavalli, uno rubato.
"Bene, siamo San Lorenzo, dove volevamo arrivare" Esclamò mio fratello.
quando andammo a vedere la casa del nonno, fummo sconvolti.
Era alle fiamme e gli uomini della cavalleria stavano scappando, quando, dopo averli visti gli rincorremmo.
Passarono vicino alla foresta dove aravamo andati noi, e gli Apache che ci avevano attaccati, a bordo di mustang ci davano la caccia.
"ora si che siamo davvero fottu*i, stanno andando dal nonno e i nostri cavalli sono stanchi, abbiamo cavalcato tanto. non resisteranno a lungo." dissi.
"non essere pessimista, osserva come si prendono i cavalli... I HA! YA HA!"
diede un potente calcio con lo sperone al cavallo e io lo seguivo sempre alla stessa velocità, quella che serviva per rimanere vivi!
Si avvicinò ad un uomo della cavalleria e saltò sul suo cavallo, estrasse il pugnale e gli provocò un squarcio profondo alla gola che lo fece cadere, morto sul taglio.
rallentò un po e rimase sul cavallo del soladato ucciso.
"Ora prova tu, Thomas, tieni questo."
Lanciò in aria una sacca rossa che per poco non rischiai di cadere da cavallo per prendere.
La aprii e c'era i pugnale.
Mi avvicinai con vari calci al cavallo nella pancia ad uno cavallerizzo.
saltai sul cavallo e...


commentate perfavore :)
 
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DeletedUser1546

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Capitolo 6°

L'Aiuto del nemico


..."Muori bastara*o!" gridai colpendolo pesantemente allo stomaco.
scaraventai il suo corpo a terra e proseguimmo l'inseguimento.
Nel frammentre, il capo indiano Aquila Nera aveva caricato il suo moscheto e si stava avvicinando a me a cavallo con aria di distruzione.
innescò la baionetta e a pochi metri da me sparò un colpo dritto sulla corazza che non si graffiò neppure al colpo della baionetta, bensì al proiettile, ma era normale oramai.
Mi girai e vidi che stava estraendo un Tomahawk e mi prese lo scatto di avanzare per cercare di rubare a qualche soladto in fuga una sciabola.
la vidi, la estratti, ma quello se ne accorse e allungò un braccio che pochi attimi dopo era stato calpestato dai cavalli in corsa furiosa. agitandosi, cadette e alcuni indiani andarono giù assieme a lui.
"Fiuu. ho la sciabola e ho ammazzato qualche indiano, doppio vantaggio" pensai.
mi girai faticosamente sul cavallo e diedi le spalle al muso dell'animale mentre Aquila Nera mi lanciò il tomahawk che prontamente ruppi al manico con una mossa agile e aguzza della mia sciabola.
Un po arrabbiato, Aquila Nera, mi rubò un pugnale che si trovava conficcato nella sella per paura di perderlo.
Lo scontro durò poco meno di un minuto, dopo 2 sciabolate al petto, Aquila Nera cadette vomitando sangue dalla bocca e pregando gli spiriti di salvarlo.
Gli Apache riconobbero che avevamo ucciso il loro amato capo e che, fino a quel moneti era riuscito ad uccidere un atel uomo e furono nostri "schiavi".
così, alzando la sciabola rossa e grondante di sangue, avanzai alla sinistra della cavalleria di Barnsby, mio fratello a destra, seguiti da metà delle truppe Apache ognuno.
"Caspita fratello. Te la cavi a comandare!" esclamò mio fratello.
"ora li schiacciamo al mio segnale" dissi rivolto a tutti.
Pochi secondi dopo urlai con tutta la voce che tenevo in me: "ORA!!"
Gli apache armati si spostarono sulla sinistra e sulla destra, facendo cadere la cavalleria di Barnsby.
durante l'impatto però, morirono molti apache, tantochè ne rimasero circa 25 da ogni parte.
"Barnsby sta andando con 2 uomini" mi fece notare Jack.
uno dei due, si aprì la mantella e fece vedere che era pieno di dinamite se gli sparavamo.
Prese un candelotto, dopo averlo acceso aspettò circa 5 secondi dei 10 poi lo lanciò in aria, come per buttarlo via.
Questo esplose a mezz'aria, uccidendo quasi tutti gli uomini.
Mio fratello aveva ancora 5 soldati a disposizione.
Quell'uomo estrasse un piccolo coltello e tagliò la miccia ad un blocco da 5 candelotti che accese e lascò per terra.
Una devastante esplosione fece parire in aria scheggie di dinamite, le quasi mi arrivarono dritte in faccia facendomi sanguinare tutto.
Quando ero a terra che soffrivo tra vita e morte, vidi un cavallo in lontananza spronare verso di me, quando arrivò, scese un uomo da quel cavallo.
Era Aquila Nera.
Aprì la sua giubba indiana e vidi che era ricoperto di squame di serpente, e che le sciabolate e il sangue erano finti; infatti teneva un borraccia da rovesciarsi se lo avessero "Colpito", quasta borraccia teneva sangue in modo che sembrasse fosse vero.
Io stavo soffredo molto e il sangue lo sentivo mischiato al sudore.
Aquila nera prese da una borsa che teneva a tracolla una erba che, dopo averla sfregata bene tra le mani, mi toccò le ferite ed estrasse le suame.
Mio fratello continuava a galoppare e Barnsby scappava, direzione: la morte del nonno e di Billy.
Dopo pochi minuti stavo già meglio e ringraziato il valoroso capo indiano, ripatii a cavallo e diventammo grandi amici.
mi seguiva e avanzavamo sempre guadagnando terreno, fino a che non raggiungemmo Jack e Barnsby.
ero a cavallo, quando estrassi la mia Carabina di fiducia, la più precisa e puntai col mirino dritto alla testa di Barnsby.
"Thomas, FERMO!! NON SPARARE!" mi disse Jack
"lo voglio ammazzare quel dannato figlio di pu**ana" gli risposi
"Se lo fai, non sapremo perchè ha ucciso la nonna".
Rimasi con il fucile puntato e dalla voglia di sparare, scricai un proiettile sull'uomo a sinistra di Barnsy, il quale morì sul colpo.
Ora Barnsby era solo con quell'uomo carico di dinamite che di colpo si girò e mi Cercò di sparare un colpo al cuore, e ci riuscì, ma la corazza ed un oggetto che non ricordavo di tenere mi salvarono la vita: la freccia d'oro.
La punta saltò in aria e Aquila Nera la vide.
mi passò la faretra senza parlare e poi, solo dopo avervi regalato l'arco mi disse: "colui che resiste alla freccia D'Oro è colui che è destinato a gloria e a Rispetto.
Non avevo mai sparato una freccia, e non lo feci.
L'uomo alla destra di Barnsby cadette mentre caricava una dinamite e l'esplosione di una provocò quella di tutte le altre e Bersby rimase solo.
Eravamo arrivati a casa del nonno e quando billy vide barnsby, caricò il revolver e si mise davanti alla traiettoria di Barnsby.
Stava per travolgerlo, quando billy fece un gesto eroico, non sparò a Barnsby, ma bensì al cavallo che, dopo morto cadette a terra quasi per morire.


Capitolo 7°


Gelosia amara come i proiettili
Troppe vite per una sciocchezza


Barsby,con le poche forze si rialzò e tremolante, prese la colt e sparò a Billy.
Per lui non c'era più nulla da fare; era quasi morto sul colpo, con onore.
Gli ultimi respiri erano affannosi e di desiderio di potere rivivere i suoi attimi uno a uno.
Barnsby, riprese a correre e arrivò fino in camera dell'amico del nonno, dove lo uccise e passò al secondo piano; il nonno.
"Presto Aquila Nera, cura Billy, io e Jack andiamo su" dissi.
Il nonno contro Barnsby, il nonno soffriva, il suo cuore stava per cedere dai proiettili.
decise di morire e caricata la sua vecchia pistola con un unico colpo, davanti a Barnsby, si sparò in bocca.
arrivammo in camera e vedemmo che il nonno era morto.
Trai fuori la pistola e, con rabbia gliela puntai alla testa dicendo: "Che ti ha fatto la nonna?"
quello rispose: "Era mia sorella maggiore. si è sposata con uno straccione, meritava la morte, e anche lo straccione...E PURE TU" detto questo, estrasse anche lui la pistola e ci ritrovammo faccia a faccia pronti a spararci da un momento all'altro.
Mio nonno me lo ripeteva sempre: "Un poiettile Thomas, un proiettile".
Quello era il momento giusto.
senza pensarci su due volte, uccisi Barnsby con un proiettile dritto in testa.
tornammo di giù e vedemmo che Aquila Nera piangeva, su Billy.
Era morto.
 

DeletedUser

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capitolo 5°

Un fiore maledetto


ero in camera con Jack e Billy a discutere di quanto fosse aguzzo barnsby e di come facesse a sapere dove eravamo in ogni momento.
"Thomas, ho visto uno strano segno sul braccio di Roy quando gli ho sparato. Simile ad un ... fiore?"
"l'ho visto anche io, billy" risposi
"l'hai già visto da altre parti quel simbolo fratello, pensaci bene." bisbigliò Jack, però io capii comunque.
"ricordo di averlo già visto, non so dove però" ribattei.
"senti fratello, io ero al saloon quando sei scappato. sono due anni che ti seguo, tutti i giorni. fino a quando non ti ho salvato. Quel simbolo lo abbiamo visto in mansarda, dove è morta la nonna. Pur essendo blindata la porta, dalla finestra sbarrata si fa fatica a vederlo, è un graffio fatto da una sciabola sul muro."
Un pò perplesso e forse stupito rimasi in silenzio per qualche secondo poi, senza neppure aprire bocca caricai le armi e, uscito di casa andai dal mio cavallo.
"che dici, lo seguiamo?"
"avanti, billy. Sai benissimo che si sta cacciando in guai ancora. tu rimani qua, sei abile e devi difendere il nonno e il suo amico, io vado." disse Jack.
a poche centinaia di metri dopo la casa dell'amico di nonno, Jack fece un fischio e con poche galoppate mi raggiunse a cavallo del suo destriero fidato, un ciuco.
senza aprire bocca, ci dirigemmo con perfetta intesa alla vecchia casa del nonno.
i giorni passavano; probabilmente ci eravamo persi.
Avevamo perso oramai il conto di quanti giorni eravamo sul cavallo, quando le forze cedettero, le mie mani non sentivano più gli oggetti, vidi tutto bianco, poi scuro e poi immagini simili a pallini che si muovevano nella mia mente come se fossi diventato per pochi secondi matto, poi cadetti da cavallo.
"fratello, che ti succede? stai bene?"
quando vide che non rispondevo, si preoccupò.
salì sul mio cavallo e legò il ciuco dietro. mi caricò in spalla e partimmo.
io ero svenuto, non sentivo nulla, neppure quando ad un fiume mi bagnò il volto con acqua fresca e dolce.
Riemptie le borraccie, ripartì, anche se ero svenuto.
Temeva fossi morto.
Passò per una foresta dopo avere consultato la sua cartina geografica che di abitudine teneva sotto alle suone delle scarpe, nascosta.
Attraversata la foresta saremmo arrivati a San Josè, prima tappa dove avrebbe cercato un dottore per accertarsi le mie condizioni.
Nel bel mezzo della boscaglia, una freccia cadette vicino a mio fratello.
Poi due, poi tre, quattro, cinque, 10, venti, 50, 100, sembrava non finire mai.
Una pioggia di freccie d'acciaio le quali uccisero il povero animale di mio fratello.
"Galoppa cazz*, GALOPPA!"
Io mi svegliai in quell'istante, come alzai la testa vidi che ero in un bosco e che avevamo solo un cavallo, non due cadetti dal cavallo e rotolai per pochi metri.
"che succede?" chiesi.
"taci e sali su, ci stanno per uccidere" rispose.
Mentre andavamo, mi raccontò tutto: avevamo seminato gli indiani.
Usciti dalla foresta, un freccia della migliore qualità, con la punta d'oro trafisse mio fratello.
Questa volta ero io a dovere salvare lui, lo ripresi sul cavallo e spronai.
La corazza che possedeva gli salvò la vita per poco.
Appena gli estrassi la freccia d'oro dalla corazza mi disse: "Ringrazia Dio che queste corazze funzionano".
Osservai con maggiore accuratezza la punta splendente di quell'oggetto che, se non avesse avuto l'armatura, avrebbe certamente ucciso Jack, e per magia vidi che proprio sul lato dove la punta era più piatta era collocato lo stesso simbolo con il Fiore che usava Barnsby.
Erano dei rinnegati Apache che erano stati arruolati dallo stesso barnsby, intento ad ucciderci.
tenetti la punta in oro e ripartimmo, io stavo bene, mio fratello anche.
A san Josè,prendemmo solo dell'acqua e consumammo un pasto per poi ripartire con due cavalli, uno rubato.
"Bene, siamo San Lorenzo, dove volevamo arrivare" Esclamò mio fratello.
quando andammo a vedere la casa del nonno, fummo sconvolti.
Era alle fiamme e gli uomini della cavalleria stavano scappando, quando, dopo averli visti gli rincorremmo.
Passarono vicino alla foresta dove aravamo andati noi, e gli Apache che ci avevano attaccati, a bordo di mustang ci davano la caccia.
"ora si che siamo davvero fottu*i, stanno andando dal nonno e i nostri cavalli sono stanchi, abbiamo cavalcato tanto. non resisteranno a lungo." dissi.
"non essere pessimista, osserva come si prendono i cavalli... I HA! YA HA!"
diede un potente calcio con lo sperone al cavallo e io lo seguivo sempre alla stessa velocità, quella che serviva per rimanere vivi!
Si avvicinò ad un uomo della cavalleria e saltò sul suo cavallo, estrasse il pugnale e gli provocò un squarcio profondo alla gola che lo fece cadere, morto sul taglio.
rallentò un po e rimase sul cavallo del soladato ucciso.
"Ora prova tu, Thomas, tieni questo."
Lanciò in aria una sacca rossa che per poco non rischiai di cadere da cavallo per prendere.
La aprii e c'era i pugnale.
Mi avvicinai con vari calci al cavallo nella pancia ad uno cavallerizzo.
saltai sul cavallo e...


commentate perfavore :)

bè, ti invidio:(:mad:
 

DeletedUser

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Uhm....una storia simile l'ho letta già su Internet in un'altro forum di spam...l'hai postata da qualche altra parte questa storia?
 

DeletedUser1546

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io??? impossibile, l'ho scritta di mio pugno capitolo x capitolo... se non credete chiedete un po a jackmetal e kain ^^
 
Stato
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