Cara Katrin...

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grazie ragazzi per l'interessamento... :D :D
scusate ma ieri non ho potuto continuare perchè non ne ho avuto il tempo...
ma adesso cerco di non deludervi... ;)
 

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katrin e il suo nuovo amico avevano preso ad incontrarsi quasi tutti i pomeriggi, perchè cavalino, tra una scusa e l'altra, chiacchierando con la ragazza e mostrandosi comprensivo, trovava sempre il modo di ricevere qualcosa in cambio. non che fosse un'amicizia interessata, la loro: il giovane spazzacamino era per katrin una sorta di fratello maggiore e, se ce ne fosse stato il bisogno, sarebbe senz'altro corso in suo aiuto.
intanto in città la condotta del cowboy andava sempre peggiorando: aveva cominciato a giocare a carte e a puntare forte, e siccome la fortuna è volubile, gli capitava di vincere un gruzzoletto, ma succedeva assai più volte di perdere molti soldi. katrin non si capacitava di ciò, ma cercò di farsene una ragione, anche se non riusciva a disinnamorarsene.
una sera, i genitori di lei e georgiana la invitarono a teatro, poichè davano in anteprima uno spettacolo, "patito feo". katrin non aveva mai nutrito una vera e propria passione per il teatro, ma accettò di buon grado, in quanto questa poteva essere un'occasione di svago e nuovi incontri per una ragazza con così ristrette conoscenze come lei.
durante lo spettacolo, a cui assistevano da dei posti in platea, rimase stupita nel constatare quanto una storiella senza particolare originalità potesse ammaliare il pubblico. al termine della rappresentazione, lei e i familiari si alzarono per raggiungere la carrozza, e ritornare a casa. purtroppo per loro, l'uscita del teatro era bloccata da due uomini che stavano avendo un violento alterco. uno di essi, evidentemente ubriaco, non era altri che il cowboy, l'altro, il quale dava l'impressione di essere perfettamente sobrio, non lo conosceva. alcuni uomini intervennero immediatamente per interrompere la disputa e bloccare il cowboy, che cercava di colpire l'avversario con una bottiglia rotta. quando riuscirono a separarli, l'uomo, ubriaco fradicio, venne condotto via, mentre l'altro, il quale aveva riportato solo alcuni leggeri graffi, fu fatto sedere su di una panchina poco lontano, e la folla che si era formata durante il litigio si disperse gradualmente.
katrin e i suoi si avvicinarono all'uomo, e il padre di lei si assicurò che stesse bene e si offrì di assisterlo. l'altro accettò di buon grado e, dietro continue domande da parte della curiosissima katrin, cominciò a raccontare:
"buonasera a tutti voi, il mio nome è CAP. non starò a dirvi a cosa corrispondano le iniziali, non gioverebbe in alcun modo a quanto sto per raccontarvi. dovete sapere che, tre anni or sono, io e quell'uomo, il cui nome è lohan hilton, eravamo cognati."
qui vi fu un'esclamazione di sorpresa generale, perciò la narrazione fu interrotta per alcuni minuti. quando gli spettatori si furono acquietati, il gentiluomo riprese: "lui e mia sorella gwen si sposarono. si conoscevano da due mesi appena, ma la felicità di lei abbattè qualsiasi nostra obiezione in proposito, e andarono a vivere in una casetta accogliente e dotata di tutto. non passò molto tempo che gwen mi informò di essere incinta. io, in qualità di suo fratello maggiore, ero il suo più grande confidente. lei, come potete ben immaginare, era al settimo cielo. però quel bambino non sarebbe mai nato. a due mesi dal parto, gwen fu trovata riversa in terra, ma non in casa sua, bensì in un quartiere malfamato di cui non faccio il nome. lohan, pazzo dal dolore, non volle intendere ragioni, e si rinchiuse in casa. anche noi, afflitti dalla disperazione, non sapevamo che dire, che fare. ma dopo un po' di tempo cominciò a circolare la voce che fosse stato proprio il marito della dolce gwen, ad ucciderla. infuriato dalla piega che le cose stavano prendendo, mi affrettai a informare lohan che gli sarei stato vicino, ma con mia somma sorpresa, quello mi rispose in malo modo e nei giorni successivi lasciò la sua dimora.
solo stasera l'ho ritrovato per caso, mentre ero qui per un viaggio d'affari, e vedendolo in quello stato, ho cercato di fargli capire quale cattivo andazzo stia prendendo, ma le conseguenze di questo mio atto, le conoscete tutti".
 
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va bene.

anche se finora non ho ricevuto commenti, sono felice che chi ha risposto abbia apprezzato la storia...
è divertente scrivere cose che avresti voluto accadessero a te, ma in un'epoca completamente diversa.

posso rivelarvi la mia fonte senza che vi scandalizziate o diciate che schifo?
ho deciso di scrivere la "mia" storia dopo essere rimasta completamente affascinata dalla austen. mi piace il suo stile ironico e, lo dico anche se so che dopo me ne pentirò, sotto sotto mi piace leggere romanzi rosa, anche se naturalmente non supereranno mai i gialli, no.
 
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mi ha fatto piacere essere un personaggio così rivelativo per la tua storia! spero di apparire ancora!:eek::D
 

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non ti preoccupare, ci sarai... :D :D
grazie per aver letto, john quando l'ha visto ha detto solo: "troppo lungo, non lo leggo." questo chiamasi sostegno fraterno... ;) :rolleyes:
 

DeletedUser1668

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non ti preoccupare, ci sarai... :D :D
grazie per aver letto, john quando l'ha visto ha detto solo: "troppo lungo, non lo leggo." questo chiamasi sostegno fraterno... ;) :rolleyes:

non le capisco le persone così! avresti dovuto offrirgli qualcosa per fargli leggere tutto!XD
 

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cavalino calciò via una foglia dalla strada. si stava recando al lavoro, e doveva essere puntuale: il suo capo, un omaccione burbero e quasi violento non voleva errori da lui.
arrivò alla casa indicatagli, bussò, e quando si aprì la porta si affacciò CAP. solo che lui non poteva conoscerlo, non avendolo mai visto prima, così si limitò a ripetere quello che soleva dire a tutti i clienti "salve, signore, sono l'addetto alla pulizia dei camini che lei ha mandato a chiamare. mi dica che cosa devo pulire, e io lo pulirò. perchè sono qui per pulire, sennò non mi chiamerei addetto alla pulizia. ma guardi che pulisco solo i camini. le ho già detto che pulisco camini?" al ragazzo piaceva recitare la parte dello stupido, perchè aveva imparato che se uno è creduto poco intelligente, può come dire capitargli di ascoltare, oppure può assistere a confidenze, che a una persona normale nessuno farebbe.
CAP lo fece entrare, non badando troppo a quello che il ragazzo diceva. sembrava indaffarato, e l'ultima cosa che avrebbe potuto fare in quel momento sarebbe stata ascoltare le chiacchiere di uno spazzacamini.
una volta dentro, cavalino si guardò intorno. era senza dubbio una casa dignitosa, anche se modesta. CAP si limitò a dirgli che l'aveva presa in affitto due settimane prima, poi gli indicò le scale che portavano al tetto, e se ne andò a sbrigare le sue faccende.
per quaranta minuti buoni cavalino adempì al suo dovere. poi, non avendo più nulla da fare pensò bene di farsi un giro in casa.
approfittando del fatto che CAP fosse nel suo studiolo, osservò e catalogò tutto quanto ci fosse a portata di mano. in futuro, la sua buona memoria gli sarebbe stata utile in più di un caso. guardò il mobilio, di squisita fattura (il suo datore di lavoro doveva essere ben ricco!), le poltrone, i quadri; in particolare si fermò a guardare il ritratto di una giovane donna. la pelle bianca come il latto e i riccioli color del miele le donavano un che di fatato, a completare il suo aspetto fiabesco e fragile c'era negli occhi un'espressione di velata malinconia, presente in ogni suo particolare, come la schiena, leggermente curva, e le mani, che teneva giunte in grembo.
"Quella è mia sorella Gwen", disse una voce alle sue spalle. cavalino sobbalzò. dietro di lui, CAP lo osservava con aria assorta. "morì in un modo molto tragico, fu travolta da un carro mentre era con me. non me lo perdonerò mai. una tale imprudenza! era incinta di tre mesi quando accadde. noi e il marito siamo stati inconsolabili per lungo tempo..."
"mente", pensò cavalino "se questa è la gwen di cui mi parlava katrin, di sicuro non è questo quello che lui ha raccontato di lei"
 
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DeletedUser5284

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cavalino calciò via una foglia dalla strada. si stava recando al lavoro, e doveva essere puntuale: il suo capo, un omaccione burbero e quasi violento non voleva errori da lui.
arrivò alla casa indicatagli, bussò, e quando si aprì la porta si affacciò CAP. solo che lui non poteva conoscerlo, non avendolo mai visto prima, così si limitò a ripetere quello che soleva dire a tutti i clienti "salve, signore, sono l'addetto alla pulizia dei camini che lei ha mandato a chiamare. mi dica che cosa devo pulire, e io lo pulirò. perchè sono qui per pulire, sennò non mi chiamerei addetto alla pulizia. ma guardi che pulisco solo i camini. le ho già detto che pulisco camini?" al ragazzo piaceva recitare la parte dello stupido, perchè aveva imparato che se uno è creduto poco intelligente, può come dire capitargli di ascoltare, oppure può assistere a confidenze, che a una persona normale nessuno farebbe.
CAP lo fece entrare, non badando troppo a quello che il ragazzo diceva. sembrava indaffarato, e l'ultima cosa che avrebbe potuto fare in quel momento sarebbe stata ascoltare le chiacchiere di uno spazzacamini.
una volta dentro, cavalino si guardò intorno. era senza dubbio una casa dignitosa, anche se modesta. CAP si limitò a dirgli che l'aveva presa in affitto due settimane prima, poi gli indicò le scale che portavano al tetto, e se ne andò a sbrigare le sue faccende.

ehi hihiihhi cavalino è il macho machoi man ke ti salva la vita su cambia la storia ihiihihiih
 
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