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Era la mattina di un lungo giorno d'estate alla città di Los Angeles, il becchino iniziava il suo lavoro scavando alcune fosse, vicino a lui vi era una carro con su cinque cadaveri; sul tetto del municipio, due avvoltoi appollaiati sulla grondaia li guardavano pregustando il pasto. Lo sceriffo sedeva su una vecchia sedia a dondolo con in mano il suo fucile, in bocca aveva una spiga di grano e il cappello così basso che gli copriva gli occhi. Gli artigiani lavoravano nelle loro botteghe e ogni tanto qualche pellegrino o cowboy si fermava per fare una sosta al salon. Un cercatore d'oro era alla banca per scambiare le pepite con lingotti. All'improvviso arrivò un tizio a cavallo, aveva la carnagione scura, i capelli neri, le labbra secche, vestiva con un poncho di Clint, dei pantaloni marroni delle scarpe di tela nere e un cappello grigio; nel suo fodero vi era un revolver dell' esercito preciso, sulla sua faccia vi era uno strano sorriso, poco evidente. Scese da cavallo ed entrò nel salon. Chiese all'oste del wishky, ne bevve due bicchieri. Uscito dal salon due uomini di statura alta lo seguirono, irritato egli si fermò e gli chiese: _Perché mi seguite?_ Questi risposero: _Tu sei quello che chiamano Black Jack! C'é una taglia sulla tua testa, e noi la riscuoteremo!_ Tutti e tre estrassero le pistole. Le campane suonarono il mezzogiorno, al dodicesimo rintocco le pistole spararono. Black jack ne uscì illeso mentre gli altri due caddero. Riprese il cavallo e se ne andò. Lo sceriffo lo riconobbe lo sparò col fucile ma ormai troppo lontano i colpi non lo sfiorarono nemmeno.
Continua...
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