Silver gun

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CAPITOLO 1
Gli indiani affermano che i sogni raccontano l’altra parte del nostro cammino che l’anima vorrebbe seguire, mentre il corpo non sa come fare, impedendo così di capire qual è il loro vero significato, solo chi, saprà riunire quelle due strade, renderà reale ogni desiderio affinché un giorno non ci sarà più alcun motivo di sognare, per quanto mi riguarda i sogni ti fanno solo ricordare ciò che tu in realtà hai deciso di cancellare portandoti a seguire una strada che non avresti mai voluto percorrere, solo, per il desiderio di modificare quello che è stato anche quando ormai non si può più fare niente. La notte, la parte della giornata che più odio, appena il sole cala dietro le montagne e tutto perde il proprio colore naturale, qualcosa dentro di me sembra muoversi, mi sento come paralizzato all’idea di dover chiudere gli occhi, all’idea di ritrovarmi di nuovo, di fronte a quell’ inferno che ha cambiato totalmente la mia vita e che ancora oggi, mi riempie la testa di domande, incertezze e dubbi a cui non so dare una risposta, l’obbiettivo che mi sono prefissato e che prima di lasciare definitivamente questa terra, devo sapere chi e perché ha distrutto la vita alla mia famiglia e alle persone che mi erano più care, ancora oggi, però, non sono ancora riuscito a trovare neanche un piccolo indizio che dia una risposta a tutte le mie domande. Mi chiamo Cody MacBride, ma tutti mi chiamano semplicemente Mac, ho compiuto 30 anni il mese scorso e da quando ho 10 anni che faccio il cacciatore , all’inizio era complicato perché , data la mia esile stazza, facevo difficoltà a maneggiare quei grossi fucili che si usano per cacciare i bisonti, la canna è lunga e pesante, ma nulla a confronto del poderoso rin**** che l’arma ti da non appena schiacci il grilletto però, col passare degli anni, la mia forza si è triplicata e la mira è quasi infallibile beh! Modestie a parte, vanto di essere uno dei cacciatori più bravi di tutto il Kansas. Bravo si! Ma mai come Bart, Bart è solo il soprannome, il suo vero nome è Bartolomeo Finnegan ha quasi 56 anni, ma ha una forza sovrumana, oltre che una destrezza e una mira fuori dal comune , vivo con lui dal giorno in cui mi ha trovato, il giorno in cui la mia famiglia venne trucidata, mi ha allevato come un figlio e mi ha insegnato a cacciare, ad estrarre le pelli senza rovinarle,a giocare a poker , a bere whisky e persino a come sedurre le donne, non quelle dei bordelli cittadini perché a loro piace solo il colore dei soldi, ma quelle fanciulle che non farebbero mai compagnia ad un cacciatore privo di profumo piacevole e di buone maniere, ma come si sa, per una donna si può anche cambiare no?. Bart è un uomo taciturno, di poche parole si, ma di grande effetto, è sospettoso di tutti quelli che incontra e non ama scherzare, come tutte le persone però basta saperlo prendere, io lo prendo in giro parecchio e spesso ci facciamo delle gran risate, tutto questo quando accanto a lui si trova una bella bottiglia di whisky, si perché oltre che al suo fucile, l’inseparabile Sharp 45, fucile apprezzato da tutti i cacciatori e i tiratori migliori che con il suo colpo singolo a retrocarica permette di raggiungere distanze anche fino a 1500 yard, Bart nutre un amore indissolubile per il whisky, ma non un whisky qualsiasi, il famigerato “Succo di Tarantola”, bevanda dal tasso alcolico incredibile il quale però sembra non dare alcun problema al vecchio Bart ovviamente fino allo svuotamento completo della bottiglia, dopo di che però esiste solo una cosa, dormire profondamente. Il vecchio Bart, come scherzosamente lo chiamo ormai da anni, nonostante il suo continuo bere riusciva a mantenere quella mira eccezionale che aveva da sempre, non per niente, è il campione indiscusso di Acqua di fuoco, il nome è stato scelto per il motivo in cui, quando i mercanti scambiavano il whisky con gli indiani, per far notare la purezza del prodotto, ne versavano un po’ sul falò creando una grossa fiammata e catturando l’attenzione di tutti convincendoli così ad acquistarlo, questo invece non è nient’altro che un gioco conosciuto da tutti i pistoleri, ranger e banditi che usualmente frequentano i saloon, le regole sono molto semplici: i due sfidanti si posizionano davanti ad un tavolo ed alla distanza di 30 piedi circa si posiziona una candela attorniata da delle bottiglie piene, dopodichè ad ogni bicchiere corrispondeva un colpo e si doveva spegnere la candela per poter proseguire , più si beveva più la vista si appannava, più la vista si appannava, più la mira diventava difficile ciò ne scaturiva che le bottiglie attorno alla candela si sarebbero rotte , non appena uno dei due rompeva una bottiglia finiva il gioco ed il perdente pagava tutti i bicchieri bevuti più, la o le, bottiglie che aveva maldestramente rotto, e il vincitore direte voi? beh! Il vincitore beveva gratis , che già è un bel vincere, in più le scommesse che gli spettatori facevano sui due contendenti, capite adesso come Bart poteva avere uno Sharp 45 con il misero guadagno da cacciatore ?Proprio così, essendo il campione indiscusso di “acqua di fuoco”.
Quel giorno ci stavamo dirigendo ad Abilene, una cittadina sulle pianure del Kansas , dovevamo incontrare Kent Harris che tutti chiamavano “la sanguisuga”, Kent era il classico mercante che aveva impostato il suo lavoro sull’imbroglio, era capace di venderti una pelle ormai vecchia e consumata facendola passare per una delle pelli più rare e più preziose da trovare raccontandoti che il giorno in cui riuscì a prenderla fu uno dei giorni più brutti della sua vita, che si trovava magari in mezzo alle montagne rocciose ,col fucile scarico e con solo il coltello in mano che un branco di leoni di montagna girovagava nelle sue vicinanze e che lui era nascosto nell’incavo di una roccia attento a non farsi vedere, quando ad un tratto , la sua incredibile vista notò il capo branco che si stava dirigendo verso di lui, “preoccupato” ma senza “perdere la calma” pensò in un frangente di secondo il modo per uccidere quel leone. Kent affermerebbe che non appena il leone si voltò per tornare dal branco con uno scatto fulmineo gli sarebbe saltato addosso e con due pugnalate precise alla base del collo e appena sotto la zampa , per giustificare gli strappi presenti sulla pelle, avrebbe ucciso la belva, sarebbe anche capace, per rendere la cosa ancor più entusiasmante ,di dire che non appena il branco vide ciò si disperse e lui sarebbe ritornato tranquillamente ad Abilene sano e salvo e con il prezioso bottino, nel sentire quelle parole un cacciatore inesperto si sarebbe sicuramente emozionato ed avrebbe pagato qualsiasi cifra per avere quella pelle, quando, se il cacciatore fosse stato al pari mio e di Bart, gli avrebbe sicuramente puntato la pistola sulla fronte dicendogli che se solo un’altra fesseria fosse uscita da quella fogna ,si sarebbe ritrovato un’elegante presa d’aria sulla fronte utile, per far uscire tutte le idiozie che quel cervello sfornava. Nulla della storia che avrebbe potuto raccontare, anche se proprio questa ci raccontò, avrebbe mai contenuto delle verità: per prima cosa, il capo branco dei pericolosi leoni di montagna sarebbe stato così ingenuo da non identificare una fonte di pericolo specialmente così vicina?Seconda cosa, se il capo branco viene attaccato, in una frazione di secondo tutto il resto del branco si scaglia sull’aggressore riducendolo in poltiglia, è vero che appena il capo branco viene ucciso il resto del gruppo si allontana ma, primo, nella gerarchia felina il nuovo capo viene eletto nell’arco di 20 forse 30 secondi al massimo e andrebbero subito di nuovo all’attacco, secondo, il capo branco può essere ucciso soltanto da un colpo preciso in mezzo alla fronte e da una distanza notevole in modo che il resto del branco non possa scoprire l’assassino, il colpo però deve essere unico, altrimenti il leone scappa e preciso perché se ferito il leone scappa, Kent a sparare non è per niente preciso e soprattutto, cosa da precisare, se la farebbe sotto anche soltanto se un ragazzino di 12 anni gli si presentasse davanti a muso duro, pensate che è riuscito a farsela nei calzoni quando credeva di essere aggredito da un tale che stava soltanto raccontando una sua vicenda giornaliera ad un amico, quindi, avrebbe mai potuto Kent uccidere il capo dei leoni di montagna ? La risposta è ASSOLUTAMENTE NO! Non appena varcata la soglia di Abilene il primo pensiero di Bart fu quello di andare al Bull’s Head, il più bel saloon della città, percorremmo la Texas Street giungendo d’innanzi al locale e dopo aver legato i cavalli davanti all’abbeveratoio entrammo.
 

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Carina come presentazione dei personaggi principali...;) dettagliata...bravo :D


Il primo a commentare...yeeeeeah XD
 

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2° parte

Appena messo piede all’interno, Bart cominciò a salutare a destra e a sinistra, conosceva quasi tutti ad Abilene mercanti, banditi e persino lo sceriffo era un suo grande amico, proseguì verso il bar e incrociò Luna, una delle signorine del saloon, la quale però non lo guardò nemmeno in faccia e si allontanò dopo aver preso dal tavolo il vassoio con i boccali vuoti ,alla vista di questo, Bart rimase un po’ turbato , tra di loro c’era un’intesa… molto, molto profonda e quel suo fare lo aveva incuriosito dato che non appena Luna lo vedeva di solito gli si catapultava addosso riempiendolo di baci ed ora invece non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo ,visto il momento un po’ particolare, come al solito feci una battuta delle mie e chiedendo cioè se per caso l’ultima volta il “fucile” del vecchio Bart avesse fatto cilecca, ma il risultato che ne uscì non fu come mi aspettavo Bart mi ghiacciò con lo sguardo e continuò ad avanzare, poi prese uno sgabello e si sedette al bancone, mi accomodai anch’io e ordinammo due whisky, il gestore con aria gioiosa rispose che avrebbe fatto in un attimo e così fu, posati i due bicchieri sul bancone domandò:
- Hey ragazzi, cosa ci fate in questa città dimenticata da dio?-Domandò Joy il gestore del saloon;
- Abbiamo della merce per Kent - Risposi dopo aver fatto un bel sorso;
- Il vecchio sanguisuga Kent?- Domandò sorpreso Joy, poi scosse un po’ la testa e sempre col sorriso sulle labbra continuò:
-Come fanno due cacciatori così famosi come voi due a fare degli affari con quel verme?- Sorseggiai nuovamente il drink e risposi:
-Sai, Kent per noi è uno sventurato come i suoi clienti, quando per le mani abbiamo delle frivolezze veniamo da lui e gliele vendiamo come meraviglie , mentre, se la merce è di ottima qualità, andiamo da Obed Shaks a Doge City ,lui si che è un mercante con le palle sa qual è la roba buona e sa valutartela per quello che realmente vale , Kent è un povero diavolo che a noi però fa comodo così,con l’occasione, veniamo dal Grande Joy a berci un bicchiere di questo ottimo whisky-
- Mac avessi tutti clienti come voi sarei l’uomo più felice di questo mondo perlomeno non avrei a che fare con elementi come quel Tunner O’Neil - disse Joy trasformando il suo tono di voce da allegro ad arrabbiato;
- Perché che cosa ti ha fatto ?- Prese la parola Bart con il suo classico tono sospettoso tenendo sempre lo sguardo verso il basso;
- La scorsa settimana- cominciò a raccontare Joy, - è venuto con quattro suoi amici, hanno ordinato tre birre ed un whisky e si sono seduti ad un tavolo cominciando a chiacchierare come fanno di solito, poi hanno ordinato di nuovo la stessa cosa ed andarono avanti così fino a consumare una decina di drink a testa, dentro di me, pensai che quella sarebbe stata la giornata più prolifica di tutto il mese ad un certo punto, Tunner si alzò e mi disse di preparare il tavolo per un’Acqua di fuoco, senza indugiare chiamai Luna, le diedi un vassoio con 15 bicchieri di whisky e li feci portare al loro tavolo mentre io cominciai a mettere a posto candela e bottiglie, tutto d’ un tratto però, sentii Luna alzare la voce dicendo:
- Ehi specie di bisonte sottosviluppato tieni le mani a posto-
Sentendo quello mi voltai di scatto per vedere che cosa diavolo stesse succedendo e vidi che mentre Luna stava posando il vassoio sul tavolo, Tunner le faceva delle avance un po’ troppo insistenti, a quel punto, decisamente urtato, gli dissi:
- Tunner smettila, non è ancora sera lei fa ancora la cameriera adesso -
Forse per il fatto che era già bello che ubriaco o forse perché aveva una voglia irrefrenabile, ma non sentì nemmeno una parola di quello che gli dissi detto infatti, continuò a molestarla mettendole addirittura una mano sotto la gonna, allora Luna prese il vassoio e lo colpì in pieno viso allontanandosi subito dopo, gli amici nonché l’intero saloon scoppiarono in una sonora risata, Tunner, sentendosi deriso, si alzò di scatto prese Luna per un braccio e con aria minacciosa gli disse:
-Lurida sgualdrina che non sei altra, sei solo una merce di scambio e non vali neanche una misera moneta - la “moneta” è una cosa comune, ma quella che si butta sopra il cadavere di colui che hai battuto in un duello all’ultimo sangue sta a significare che sei cibo per i vermi e Tunner, nella sua immensa educazione, si riveriva proprio a questo, la cosa non stupì nessuno perché il suo cervello non poteva contenere che un massimo di 5 o 6 nozioni dopo di che cominciava a fondere;
Vedendosi aggredire, Luna cercò di colpirlo nuovamente, ma Tunner fu più svelto e le sferrò un pugno così forte da farla volare sui tavoli, alla vista di ciò corsi subito a vedere come stava, ma lei mi rispose che era tutto a posto andando successivamente nel retro. Subito dopo guardai Tunner negli occhi e gli dissi che non gli avrei permesso di giocare, intimandogli di pagare e andarsene, lui guardò i suoi amici e poi esordì con un tono irriverente:
-Ragazzi, il vecchio Joy non ci vuole far giocare, lui vuole che paghiamo e andiamo però io ho voglia di giocare , voi no?-
Alla domanda i suoi scagnozzi risposero di si e in una frazione di secondo sfoderate le pistole, cominciarono a sparare contro le bottiglie dietro il bancone ,quando finirono, Tunner si avvicinò a me, mi prese dal collo e mi avvisò che sarebbe andato e venuto dal mio locale come e quando ne aveva voglia e che non mi sarei dovuto azzardare a dire nulla o mi avrebbe fatto fuori. Non appena quei maledetti se ne andarono, mi recai velocemente nel retro per accertarmi delle condizioni di Luna, ma appena arrivato davanti alla porta la sentii piangere e pregare Dio di farti tornare il più presto possibile- Non appena Joy finì di spiegare, Bart si alzò velocemente e con aria impetuosa salì le scale verso le stanze delle ragazze, attraversò la balconata e incontrò Christine alla quale chiese dove poteva trovare Luna,ella rispose che era nella stanza 14, Bart ringraziò e proseguì fino ad arrivare alla stanza bussò e dall’altra parte Luna disse:
-Per oggi non lavoro torna un'altra volta -
Sentendo questo Bart bussò nuovamente e s’identificò, ma Luna a questo punto non rispose, sempre più irritato ordinò alla ragazza di aprire immediatamente, ma l’unica risposta che ricevette fu:
–Vattene, non ho voglia di parlare-
L’umore di Bart aveva raggiunto livelli incandescenti tanto che con una poderosa spallata aprì la porta e vide Luna di spalle seduta sul letto ,lui le si avvicinò ma lei continuava ancora a non guardarlo in faccia allora Bart le sedette vicino e mettendole le mani intorno alla vita le diede un leggero bacio sul collo, ripresa la calma le disse che Joy gli aveva raccontato tutto e che voleva parlare con lei per tranquillizzarla e per farle capire che sarebbe stato più presente vicino a lei, sentendo queste parole Luna scoppiò nuovamente a piangere ma non azzardava a guardarlo in faccia, Bart allora la mise davanti ad una scelta o si girava subito o non avrebbe mai più rivisto la sua faccia, vedendo che la ragazza continuava a non voltarsi, si diresse verso l’uscita della stanza, solo in quel momento luna gli intimò di fermarsi e lentamente si voltò rivelando una grossa cicatrice che le partiva dall’arcata sopracciliare destra per terminare all’inizio dello zigomo, ovviamente ancora tumefatta. Gli occhi di Bart si sgranarono e si riempirono di rabbia, Luna gli corse incontro abbracciandolo e pregandolo di lasciar perdere perché conoscendo il suo carattere, non appena avesse visto Tunner gli avrebbe sicuramente fatto ripagare e con gli interessi ciò che gli aveva fatto . Bart rimase impietrito, la sua bocca sembrava cucita, abbassò solo la testa per guardare ancora Luna che sempre abbracciandolo gli disse:
-Amore mio , ti scongiuro, non fare pazzie, quelle sono persone pericolose non ci pensano un secondo a farti fuori-
Bart allora le prese il viso tra le mani, la guardò negli occhi e gli rispose:
-Nella mia vita ho avuto a che fare con bestie ben più pericolose di Tunner O’Neil e di quegli idioti che si porta dietro, lascerò perdere solo perché quando andrò via nuovamente per qualche giorno ho paura che possano rifarti del male, anzi mi è venuta un idea ,perché non prendi la tua roba e sali sulla diligenza di domani mattina per Miles City, su nel Montana, potrai magari lavorare solo come cameriera al First Chance Saloon, dicono che sia un bel posto ma soprattutto tranquillo, io potrei , finiti i miei prossimi impegni, raggiungerti li e magari prendere in gestione un ranch per lavorarci come allevatore così finalmente potremmo sposarci, che ne dici ?-
La proposta prese Luna alla sprovvista ma allo stesso tempo la rese entusiasta, quando però gli porse la domanda:
- Tu vivere di allevamento? Ma Bart ,la tua vita e sempre stata in viaggio tra montagne, boschi e praterie, tu adori cacciare e sei anche il migliore nel farlo e poi Mac, sei come un padre per lui non puoi lasciarlo di nuovo da solo –Bart attese un secondo poi rispose:
- Mac è bravo tanto quanto me, se non meglio, ha solo trent’anni e una vita ancora piena di avventure davanti a sé, se la caverà benissimo e poi lui ha un’ obbiettivo nella vita, vuole cercare gli assassini della sua famiglia ed io gli sarei solo di intralcio- Luna lo guardò negli occhi e poi dispiaciuta gli rispose:
- Erano anni che speravo tu mi facessi questa domanda ,ma di tempo ce ne ancora, aspettiamo che magari scopra qualcosa o che trovi una pista da seguire poi ci potremmo tranquillamente sposare, metti che abbia bisogno del tuo aiuto? Alla domanda Bart rispose :
 

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Complimenti....mi sono immerso nella lettura ad un tratto.......
 

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3 parte

- Voglio che tu la smetta di fare questo lavoro degradante, per troppo tempo ti ho condiviso con altri uomini e ora ne ho piene le scatole, ti voglio tutta per me, ed è una cosa che voglio che accada il più presto possibile, la prossima settimana parte un’altra diligenza per Miles e sarà quella che prenderemo anche noi , se quel giorno sarai ancora indecisa tra noi due finirà tutto , pensaci, hai una settimana di tempo – Detto questo le diede un bacio sulla fronte e lasciò la stanza senza darle modo di replicare. Bart scese nuovamente le scale avvicinandosi a me e gli chiesi:
- Come sta Luna?-
- Quel bastardo le ha fatto una cicatrice sopra l’occhio – Rispose lui con aria urtata;
- Che tipo, prendersela con una donna innocente, appena lo incontro gli do ……- Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che Bart mi interruppe dicendo:
- NO! Le ho promesso che non avrei cercato vendetta e non intendo infrangerla -
- Ma….-
- Basta palarne ora- Mi interruppe nuovamente ;
- Facciamoci un altro bicchiere e poi andiamo a trovare un ostello per passare la notte che domani mattina dobbiamo andare a trovare Kent -
- A dormire? Ma sono appena le nove, la serata non è ancora cominciata e sai cosa intendo no?!- Gli dissi con aria eccitata;
- Stanotte no, sono stanco e anche tu lo sei, dopo che passiamo da Kent andiamo nelle Pianure del Vento a caccia di bisonti e prima di sabato voglio essere a Doge City per prendere dei bei soldi da Obed - Rispose Bart con aria decisa;
- Ma mancano ancora quattro giorni, abbiamo tutto il tempo che vogliamo- Risposi scocciato;
- Più cacciamo e più soldi prendiamo, sai quanto paga Obed per una pelle di un Bufalo bianco? Ben 200$se in ottime condizioni con una mira come la tua ,quella capacità di essere così freddo nel momento del bisogno che solo tu hai, potremmo anche prenderne due e tirar su un bel gruzzoletto, si!e arrivati a Doge andiamo al Red Eye a farci una bella partita a poker, ok?- Mi disse mettendomi alle strette;
- Bart sei un gran bastardo,veramente un gran bastardo-
Capii quel sottile filo di ironia nelle sue parole, ma cosa ci potevo fare? . Salutammo Joy e uscimmo dal saloon, ma appena messo il piede fuori, una voce arrivò dall’ombra;
- Il vecchio Bartolomeo Finnegan, il più abile cacciatore di “topi” di tutto il Kansas ,insieme al suo fidanzato Mac che si preparano a passare una stupenda notte di fuoco-
Tra tutta la gente che avremmo potuto incontrare, Tunner era il meno gradito, si mise alla luce che proveniva dall’interno del saloon insieme a quei quattro farabutti dei suoi compari sghignazzando e sfottendo allegramente.
Notai la presa in giro e con un gesto di stizza cercai di colpirlo, ma Bart mi fermò con un braccio dicendo:
-Per uno come lui non vale neanche la pena sporcarsi le mani –
- Io non mi sporco le mai, gli infilo solo due proiettili in gola e ce ne andiamo – Gli dissi pieno di rabbia;
-No Mac ho promesso, andiamo ora - mi tranquillizzò Bart:
-OOOOOOH!!! Una promessa e fatta a chi, ah già! A quella…Luna, quella che prima si passa tutta la contea e poi per ultimo viene da te giusto?- Replicò Tunner sempre sorridendo;
Bart si fermò, lo guardò dritto negli occhi e con un ghigno beffardo disse:
- Si, Luna potrà anche essersi fatta tutta la contea, tutta la contea tranne te Tunner, con te neanche le sgualdrine vogliono venire, prova con le pecore, Luis Brown , l’allevatore che vive fuori Abilene , ne ha tantissime e sono sempre gravide, magari avrai fortuna, dico MAGARI-
Ci voltammo verso i cavalli quando Tunner lo prese e lo scaraventò contro la vetrata del saloon riducendola in mille pezzi, sarei corso in suo aiuto, ma prima che potessi muovermi i suoi uomini mi avevano immobilizzato, Tunner entrò e lo colpì ripetutamente sul viso sotto gli occhi di tutti. Bart si rialzò un po’ malconcio e guardando verso la balconata, vide Luna che, avendo assistito a tutto, sparì dietro la ringhiera con le lacrime agli occhi, Bart uscì zoppicante dal locale e Tunner ordinò ai suoi uomini di lasciarmi, mi apprestai a sorreggerlo, quando lui, col semplice gesto della mano, mi fece segno di non aiutarlo. Con non poche difficoltà Bart salì sul cavallo e al passo si allontanò, io lo seguii velocemente, mentre Tunner da lontano ci urlò:
- Quando ho bisogno di un po’ d’esercizio, posso contare su di te vero, Bart?- Sentendo questo non appena mi avvicinai a Bart gli dissi :
- Ma perché diavolo non l’hai steso, bastava un pugno, solo uno e avrebbe dormito per una settimana-
- Ricordati ragazzo, una promessa e sempre una promessa, a qualunque persona tu la faccia e in qualsiasi situazione tu possa trovarti, fai sempre in modo di mantenerla, capito ? Adesso andiamo, ho bisogno di riposare-
Come al solito le parole di Bart erano sempre poche, ma riusciva comunque ad insegnarmi qualcosa di utile, è come un padre per me, e io gli volevo bene come tale. Cavalcammo per un paio di chilometri prima di giungere alla cittadina di Newton,una piccolissima città con qualche casa ed un ostello, non c’era nemmeno un saloon perché, trovandosi molto vicina ad Abilene, tutti si spostavano là, il dolore di Bart sembrava aumentare ma finalmente entrammo in città, gli dissi di non preoccuparsi dei cavalli che li avrei legati io e di cominciare ad entrare tranquillamente a chiedere una stanza per la notte, mi diede retta ed entrò, finito di legarli entrai anch’io appostandomi al suo fianco davanti al bancone, lì, dove un corpulento donnone ci chiese di che cosa avessimo bisogno, Bart chiese una stanza e la signora voltandosi per controllare prese la n°22 dicendoci che era al secondo piano terza porta a destra, ringraziando, presi sottobraccio Bart e lo aiutai a salire fino alla stanza, infilai la chiave nella toppa ed entrammo . La camera non era certo delle migliori, l’odore di vecchio e di chiuso facevano un mix disgustoso ma i letti sembravano comodi e poi era sempre meglio che dormire per terra, mi tolsi il cappello, il cinturone con la pistola e posai tutto sul comodino, poi adagiai il fucile e mi tolsi i vestiti, chiesi a Bart cosa avessi potuto fare per lui, dato il suo stato, ma era già caduto nel mondo dei sogni con pistole e vestiti addosso , mi sdraiai anch’io e come al solito mi prese l’angoscia ,avevo paura di rivedere nuovamente gli incubi del passato ,ma la stanchezza di tutta la giornata non mi diede scampo e piombai in un sonno profondo. Non passò molto tempo che i flash della mia vita cominciarono a susseguirsi gli uni agli altri sempre più velocemente fino a fermarsi, mi vidi in tenera età, avrei potuto avere 4 anni eravamo all’ End River’ s Ranch ,perlomeno l’insegna diceva così, io, Joe e Carl, questo era il nome dei miei fratellini , stavamo insieme a mia madre e a mio padre, le immagini non erano molto chiare e tutte in bianco e nero ,io ero sulle spalle di papà mentre Joe e Carl ascoltavano la mamma raccontare una storia ,io ero il più grande dei tre, Joe aveva 2 anni e Carl appena 1 ,parlavo poco e male ma ogni volta che lo facevo i miei genitori ridevano sempre ,papà mi tirò giù e si chinò verso di me dicendo:
-Nella vita di una persona ci sarà sempre qualcuno da amare il punto é esserne degno –
Poi si alzò e andò verso mia madre. Tutto ad un tratto vidi nero poi di nuovo in bianco e nero, ma questa volta, ero da un'altra parte, non so di preciso dove, ma sembrava una camera da letto con dei giocattoli sul pavimento, più in la c’erano Luke ,Frank e Lisa i figli del collega di mio padre , mi stavano salutando quando Luke mi disse:
-Guardi mai le stelle ?Io sempre, sono un po’ dappertutto, ma le più luminose sono otto guarda anche tu, vedi ?Una è lì prima di quella a forma di valle,l’altra, subito li dove quella nuvola scura assomiglia al sole che spunta dall’orizzonte , ecco, ecco! La vedi quella dove c’è quell’omino?Ma!! Dove è finita quell’altra? Non importa sarà sempre lì, va bèh, UUUH!! Quelle non puoi non vederle , dove c’è quel cuoricino?Di fianco, e poi, e poi, e poi, l’altra ? Si! Subito sopra quel monte che sembra solo la testa di un toro, dai! Ma proprio non riesci a vederne neanche una? Lì ce né un’altra, vedi quelle due nuvole che rimangono uguali anche se si muovono al contrario, ecco proprio lì, Uffa Cody!!! Basta non ti dico più niente l’ultima trovatela da solo – A quel punto vidi nuovamente nero, un esplosione, sentii poi delle urla e di colpo mi svegliai tutto sudato
 

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4 parte

, mi guardai attorno e vidi Bart in piedi davanti alla finestra che lentamente si voltò verso di me dicendo:
-Avuto un altro incubo figliolo?-
-Già come ogni maledetta notte – Risposi passandomi le mani sul viso;
-Tu, ti senti meglio? - Gli chiesi preoccupato;
-Un po’ acciaccato ma va bene,dai mettiti giù che è ancora notte fonda ,domani ci aspetta un’altra dura giornata- Mi rispose tranquillamente;
-Allora buona notte Bart – Salutai riaddormentandomi
-Buona notte anche a te……. Ragazzo mio-
Il sole era già alto ed io mi svegliai per quei raggi che dalla finestra mi puntavano proprio negli occhi, mi stiracchiai come faccio usualmente appena mi sveglio quando sentii provenire dal bagno una cantilena, incuriosito mi avvicinai senza far rumore ed appoggiai l’orecchio alla porta;
-GUARDA LAGGIU’,C’E ’ UNA PREDA, ORA CHE E’ LA COSA FARO’? PRENDO LA MIRA E LA VENDERO’ CORRO ALLA TAVERNA A BERE A PIU ’ NON SO ’-
Per la carità! Con Bart che cantava, si preannunciava una giornata di quelle che ti saresti potuto aspettare che succeda di tutto, mi abbassai leggermente per spiare dal buco della serratura, lui era lì dentro la vasca che schiaffeggiava l’acqua a tempo: un colpo, un altro, due colpi veloci e così andava avanti da non so quanto tempo, mi rialzai e cominciai a rivestirmi ma in testa avevo ancora il dubbio di quel sogno strano, chissà cosa voleva dire? Appena finii di prepararmi, mi diressi verso la finestra guardando le persone che, davanti all’ostello svolgevano le loro quotidiane faccende, guardando un po’ più in là vidi che c’era un emporio e decisi di andare a vedere se aveva qualche cosa di interessante da poter comprare, presi il fucile e lo misi a tracolla diretto alla porta di uscita, Bart uscì dal bagno, mi guardò e mi diede il buongiorno, io contraccambiai il saluto, ma non riuscii a trattenere una fragorosa risata, stupito, Bart domandò che cosa mi facesse ridere così di gusto e fu li che gli dissi di averlo sentito cantare pensando che al posto del cacciatore avrebbe potuto fare il cantore, lentamente vidi che un leggero rossore d’ imbarazzo cominciò a colorargli il viso,con uno scatto mi afferrò il collo sotto il braccio e strofinando velocemente il pugno sulla mia testa cominciò a ridere anche lui, gli implorai scherzosamente di lasciarmi andare, ed allentando leggermente la presa, con una pacca sulla spalla, si allontanò da me andando a prepararsi. Continuai a camminare verso la porta, aprii e Bart mi chiese dove stessi andando, gli risposi che volevo dare un’occhiata all’emporio che c’era poco distante dall’ostello, mi disse di non fare tardi perchè saremmo dovuti andare da Kent il prima possibile , Bart continuò a cambiarsi mentre io uscii dalla stanza. Scesi velocemente le scale e passai davanti alla padrona dell’ostello che, continuando a scrivere, mi informò che c’erano da pagare 20$ a testa per il pernottamento, la guardai e dissi che non appena fosse sceso il mio compare avremmo saldato e saremmo andati via ,la signora annuì ed io uscii. Giunto in strada mi guardai attorno e camminai verso l’emporio, poco distante un ragazzino stava vendendo il giornale gridando a squarciagola alcuni degli articoli presenti, passai davanti a lui che domandò se per 2$ mi sarebbe interessato conoscere le ultime notizie, gli risposi che non avrei acquistato nulla, e salutandolo proseguii per la mia strada, giunto all’emporio entrai e cominciai a guardare se c’era qualcosa di mio gradimento, il gestore mi salutò dicendo che la merce era di ottima qualità e se mi fosse interessato qualcosa in particolare avrei dovuto solo dirlo, io risposi che avrei voluto dare solo un occhiata e sentito ciò, il gestore si chinò sotto il bancone tirando fuori in due volte molta roba, c’erano speroni , fondine per la pistola ,fazzoletti da mettere al collo , borracce per il whisky, nulla però era di mio gradimento quando l’occhio mi cadde su di un cinturone, era particolare perché al posto della fibbia aveva un grosso bufalo inciso su di una placca di metallo, chiesi all’ora al gestore quanto mi sarebbe costato e lui , pensandoci qualche secondo, esordì dicendo che per 12$ sarebbe stato mio, lo presi in mano, lo guardai attentamente da più vicino e accettai di pagare quella cifra, ma nel mentre cominciai a contargli la moneta davanti agli occhi, sentii le urla di una donna proprio fuori dal negozio, uscii velocemente e vidi un’ indiana che correva all’impazzata inseguita da due uomini a cavallo i quali, avvicinandosi a lei, la tirarono con un laccio facendola strisciare a terra per qualche metro dopodichè si fermarono, scesero da cavallo, tenendola sempre legata e cominciarono a picchiarla con calci e pugni, adirato per la vista di tale comportamento corsi verso di loro, estrassi la pistola e sparai un colpo che fece saltare il cappello ad uno dei due aggressori, i due si voltarono di scatto e a quel punto gli dissi :
-Lasciatela subito andare-
-Ma tu chi diavolo sei, come ti sei permesso di spararci addosso?- Disse uno dei due;
-Chi sono non ti interessa voi lasciate andare l’indiana e tutto finirà senza problemi-
-Io so chi sei – esordì l’altro uomo – sei Cody MacBride?
- Cody chi ?- disse il primo non conoscendomi;
-Si ! Cody MacBride, uno dei cacciatori migliori della zona, il figlio di Bart Finnegan- rispose nuovamente l’altro uomo:
- Visto che sapete chi sono ,adesso potete andarvene soddisfatti e lasciar libera la donna –
-Che tu sia Cody MacBride a noi non frega niente ,questa ladra ha scotennato quattro delle nostre capre e se le stava caricando sul carretto per portarle sicuramente al proprio accampamento e visto che non le ha nemmeno pagate ,in qualche modo dovrà risarcirci ,vero Bo?-
-Vero Duch!- Terminarono ridacchiando ;
Avevo capito che i due avrebbero sicuramente abusato di quella donna soprattutto perchè la storia di quelle capre era soltanto un pretesto, conoscevo quei due, ma soltanto di nome, erano i fratelli Bo e Duch Roscrow, avevamo una taglia sulla loro testa, misera, ma pur sempre una taglia, Bo aveva appiccato un incendio nel magazzino del falegname proprio qui a Newton, mentre Duch , con il diversivo del fratello, aveva rubato 200$ dalla cassa del negozio di armi, riuscendo così ad entrare di diritto nella lista nera dei ricercati. Duch era il classico cervello della banda, esile di corporatura, ma molto abile e veloce, utilizzava le pistole pur non essendo un esperto pistolero, portava sempre con se una serie di coltelli da lancio che tirava in maniera estremamente precisa, Bo , invece, era il classico energumeno tanto grosso quanto stupido, aveva una forza mostruosa, ma all’abilità e all’agilità beh!! Il fucile a canne mozze con pallettoni da 9mm era la sua arma preferita, la gittata era scarsa, non più di 5 metri , ma come potenza di fuoco era incredibile, da distanza ravvicinata avrebbe sicuramente trafitto due uomini contemporaneamente, da soli non erano molto pericolosi, ma se lasciati fare, insieme sarebbero stati letali per chiunque. Dopo averli fatti ridacchiare per qualche secondo gli dissi:
-Già avete una taglia per furto e incendio, accumularne un’altra per aggressione e rapimento non è dai fratelli Roscrow, soprattutto per due misere capre-
-Ehi ma lo sai che hai ragione ?- Disse Bo con tono dispiaciuto:
-Pezzo di energumeno senza cervello non lo vedi che è solo un trucco per farci lasciare andare questa donna e poi …- Finì la frase facendo un cenno con la testa verso destra:
-Ah!!! Adesso mi ricordo- Qualcosa non mi tornava, dovevo stare attento ,sicuramente c’era qualcun altro della banda ben nascosto da non farsi vedere, pensai un secondo a cosa potessi fare e poi mi venne l’idea, dovevo cercare di smascherare la vera motivazione dell’aggressione alla donna e sapevo perfettamente come fare :
-Ditemi una cosa, due uomini prima nell’ostello stavano parlando di qualcosa a proposito di un indiano che aveva sparato a due capre mentre pascolavano nei pressi di Dako Seven e che avrebbe cercato di portarle via per poi venderle al mercante del proprio villaggio, allora è proprio lui?-
Gli feci la domanda senza prendere fiato e molto velocemente, al che Bo mi rispose:
-Si ,si è proprio lui… eh… lei-
Ad un certo punto i due si guardarono e cominciarono a sparare nella mia direzione , con un balzo mi nascosi velocemente dietro un grosso carretto che era fermo a qualche metro da me ,i colpi si infrangevano contro il legno lasciandone saltare i pezzi un po’ dappertutto , arrivavano altri colpi, ma dall’alto, sicuramente c’era qualcuno appostato sul tetto che rendeva più difficile ogni mio movimento, la faccenda si faceva più critica di quanto avessi potuto immaginare. I fratelli Roscrow continuavano a sparare e tra un colpo e l’altro riuscivo a rispondere al fuoco ma senza molta precisione, la donna indiana si trovava al centro dello scontro con la faccia rivolta verso il basso e le mani sopra la nuca, diedi uno sguardo da uno dei fori che il fucile di Bo aveva fatto al carretto e vidi che sopra il barile dov’era nascosto Duch, c’era la tenda del negozio del barbiere ancora chiuso e lì mi venne un’idea: dovevo cercare di colpire le due assi che reggevano la tenda cercando di farla chiudere proprio addosso a lui, Bo era appostato in direzione del carretto dov’ero nascosto mentre la posizione precisa del terzo non l’avevo ancora identificata, ma avrei dovuto agire in fretta perché il carretto si stava riducendo ad un colabrodo.
 

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5 parte

Guardai nuovamente dal buco e vidi che Bo stava ricaricando, mi sdraiai sotto il carretto e con un tiro preciso lo colpii ad una gamba facendolo accasciare a terra, con un po’ di fortuna riuscì a ripararsi dietro un’abbeveratoio quando tutto d’un tratto, il proprietario dell’emporio uscì con un grosso winchester gridando :
-Ne ho piene le scatole di voi banditi da strapazzo –Sparando ripetutamente contro Duch;
Non so quanto fu prudente per il negoziante aver preso parte a questa sparatoria, so solo che riuscì per un attimo a distogliere l’attenzione da me, lentamente mi spostai sul fianco del carro e cercai di prendere la mira per colpire le due assi, il tiro era difficile, ma ci sarei dovuto riuscire a qualunque costo, in quanto, i colpi stavano per finirmi e non potevo certo permettermi di sbagliare, uscii allo scoperto qualche secondo, due colpi e giù la tenda, l’asse di legno che la sorreggeva colpì Duch bloccandolo contro il muro del negozio, ora ne rimanevano soltanto due. Il negoziante continuava a sparare purtroppo, fu ferito ad un braccio, rimase a terra dolorante e di conseguenza sarebbe diventato un bersaglio troppo facile, con un po’ di difficoltà, ma attento a non farmi colpire, riuscii a trascinarlo accanto a me e lo rassicurai che sarebbe finito tutto molto presto, il ciccione era sempre accovacciato dietro l’abbeveratoio, in qualche modo avrei dovuto stanarlo, ma per farlo avevo bisogno di una mano, mi voltai verso il negoziante chiedendogli se ce l’avrebbe fatta a sparare ancora un colpo, con una smorfia di dolore confermò e, a quel punto, gli mostrai il prossimo bersaglio, quella grossa finestra faceva proprio al caso mio e nell’istante in cui Bo si sporse per sparare, il negoziante colpì il bersaglio, Bo, investito da dalle schegge di vetro, uscì dal proprio riparo quel tanto che mi permise di colpirlo precisamente sulla spalla mettendolo definitivamente fuori gioco . Il peggio era passato, ma ne mancava ancora uno che non riuscivo a vedere, in lontananza sentii il rumore del sopraggiungere di un cavallo, era Bart che si stava avvicinando al luogo del conflitto di gran carriera, un istante dopo vidi che i colpi si dirigevano nella sua direzione allora corsi verso la donna, la presi sottobraccio e sparai alla cieca verso il tetto gli ultimi due colpi rimasti, tratta in salvo la donna guardai il Bart che dalla sella era già in puntamento, mi passò davanti velocemente e con un balzo scese dal cavallo ancora in corsa ,si inginocchiò e mentre due colpi crearono due sbuffi di polvere accanto a lui, tirò il grilletto del suo fucile lasciando esplodere un proiettile che si conficcò nella fronte dell’ uomo facendolo cadere violentemente sulla strada. Bart si voltò verso di me e dopo aver baciato la canna del suo fucile, si informò sulle mie condizioni, io risposi che era tutto ok, ma bisognava chiamare un dottore per il negoziante ferito e lo sceriffo per riscuotere la taglia sulla cattura dei fratelli Roscrow vivi, a quel punto Bart mi disse che avrebbe pensato lui ad andare ad Abilene a chiamarli e che ci saremmo poi ritrovati al saloon di Joy subito dopo il loro arrivo, feci un gesto di approvazione e non appena Bart si allontano a cavallo mi avvicinai al cadavere del terzo uomo per vedere chi era, lo girai a pancia in su ma il suo volto non mi era familiare, lo guardai attentamente ed una cosa mi colpì, dal taschino fuoriusciva una catenella dorata che con delicatezza tirai per scoprirne un orologio, sul quale c’era inciso 1840 S-G, per un attimo rimasi stupito, quale potrebbe essere il significato di quelle lettere? Probabilmente il nome del proprietario, ma era l’uomo che vedevo steso davanti a me, o forse l’orologio era stato rubato a qualcun altro?Fatto sta che l’oggetto probabilmente aveva un certo valore e siccome all’attuale proprietario non sarebbe più servito, decisi di tenerlo e infilatomelo nella tasca dei calzari andai ad assicurarmi sulle condizioni della donna. Tornando al luogo dove poco prima l’ avevo lasciata, mi accorsi che era sparita, mi guardai attentamente attorno, ma di lei nessuna traccia, mi voltai ed in lontananza, vidi sopraggiungere a gran velocità lo sceriffo accompagnato dal suo inseparabile vice e dal dottor Edwards, gli andai incontro e non appena si fermarono, lo sceriffo mi guardò e disse:
-Signor MacBride -
-Sceriffo Kensington - gli risposi;
-Il suo amico Finnegan mi ha raccontato del suo spiacevole incidente, ma vedo che se l’è cavata alla grande- esprimendo con un grosso sorriso la felicità per la cattura dei malviventi ;
-Posso dire che avrei fatto volentieri a meno di imbattermi in quei due, ma allo stesso tempo sono contento, perché mi facevano comodo dei soldi in più – gli risposi alludendo alla rispettiva taglia ;
-Certamente MacBride, si faccia trovare fra un paio d’ore nel mio ufficio e le darò la sua lauta ricompensa-
Andai verso il mio cavallo quando mi venne in mente ancora una paio di cose:
-Ah! Sceriffo, quasi dimenticavo, il proprietario dell’emporio, è rimasto ferito nello scontro a fuoco, gli ho bendato la ferita, ma avrebbe bisogno di cure mediche più appropriate e per quanto riguarda l’uomo laggiù, beh!Di cure mediche ormai non ne ha più bisogno, ci si vede più tardi allora- salutai riprendendo la mia strada;
-Ottimo lavoro MacBride,ottimo lavoro-
Montai a cavallo e diedi ancora uno sguardo indietro, vidi lo sceriffo che parlottava con il suo vice ed il dottore davanti al cadavere dell’uomo sconosciuto, chissà di che diavolo parleranno pensai, ma di certo non sarebbe stato nulla che mi avrebbe particolarmente interessato, spronai quindi il cavallo e a grande velocità mi diressi ad Abilene per incontrare Bart. Dopo circa mezzora, giunsi in città e vidi Bart che mi stava aspettando davanti al saloon di Joy, mi avvicinai e confermai l’arrivo dello sceriffo, che era tutto a posto e che la ricompensa della taglia su quei due l’avrebbe pagata non appena fosse ritornato, ascoltate le mie parole Bart montò in groppa al suo cavallo e mi disse che Kent ci stava aspettando nel suo magazzino incitò il cavallo e partì. Il magazzino di Kent era poco fuori Abilene, dieci minuti di strada ed ecco davanti a noi l’edificio, scesi da cavallo entrammo e subito Kent ci corse incontro sfregandosi le mani :
-Benvenuti alla Casa della pelle di Kent Harris il posto giusto per trovare la roba di tuo gusto- Il solito slogan di Kent, ogni volta che entra qualcuno tira fuori sta frase;
- Kent poche palle!- Affermò Bart un po’ seccato;
-Abbiamo un sacco di lavoro da fare e pochissimo tempo quindi, smettila di fare l’idiota e guarda questa roba- continuò posando tutte le pelli sul bancone;
Kent le guardò per qualche secondo, poi un po’ dubbioso esordì:
-Mmmmm….bah….ssssssssSi…. per questa roba non più di 30$- affermò convinto;
-30$?- domandai seccatissimo ;
-Sai quanto ci darebbe Obed Shaks per tutta questa roba?Almeno 70$-
Continuai;
-70$?Ma andiamo ragazzi, 70$ è veramente un furto, con questa pelle ci faccio appena un paio di stivali e poi calcolate lo scarto,il lavoro e tutto il resto, massimo che mi posso sbilanciare è 50$ non di più-
- Kent –gli disse Bart prendendolo dal colletto della giacca - Ora ascoltami ,te lo dico una volta per tutte , noi stiamo fuori per giorni e giorni ,affrontiamo ogni tipo di pericolo ,dormiamo a malapena quattro ore a notte e non abbiamo voglia di stare ad ascoltare le prediche che ogni volta ci fai quando ti portiamo la roba quindi, o ci dai quello che chiediamo o noi non facciamo più affari con te , scegli!!!-
-Ok,ok,ok,ok ,70$ vanno bene e poi potrei inventarmi qualche abbigliamento nuovo che magari la gente pagherà anche bene per averlo, giusto?- accettando spaventassimo la nostra offerta;
-Vedi perché ci piace fare affari con te Kent?Perchè sei uno di quelli che sanno valutare coscienziosamente un prodotto di qualità, quando ne vedono uno- gli dissi sarcasticamente;
-Certo,certo, tra uomini d’affari ci si intende al volo!!!- rispose asciugandosi il sudore dalla fronte con uno straccio bianco ;
-Beh!E’ giunto il momento di andare, alla prossima Kent - gli dicemmo dirigendoci verso l’uscita;
-pppp…perfetto! - borbottò Kent voltandosi indietro;
Uscimmo dal magazzino, montammo a cavallo e non appena ci guardammo in faccia scoppiammo in una fragorosa risata, anche questa volta eravamo riusciti a fregare il povero Kent, ci faceva quasi pena, ma come si dice, gli affari sono affari.
 

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6 parte

Guardai nuovamente dal buco e vidi che Bo stava ricaricando, mi sdraiai sotto il carretto e con un tiro preciso lo colpii ad una gamba facendolo accasciare a terra, con un po’ di fortuna riuscì a ripararsi dietro un’abbeveratoio quando tutto d’un tratto, il proprietario dell’emporio uscì con un grosso winchester gridando :
-Ne ho piene le scatole di voi banditi da strapazzo –Sparando ripetutamente contro Duch;
Non so quanto fu prudente per il negoziante aver preso parte a questa sparatoria, so solo che riuscì per un attimo a distogliere l’attenzione da me, lentamente mi spostai sul fianco del carro e cercai di prendere la mira per colpire le due assi, il tiro era difficile, ma ci sarei dovuto riuscire a qualunque costo, in quanto, i colpi stavano per finirmi e non potevo certo permettermi di sbagliare, uscii allo scoperto qualche secondo, due colpi e giù la tenda, l’asse di legno che la sorreggeva colpì Duch bloccandolo contro il muro del negozio, ora ne rimanevano soltanto due. Il negoziante continuava a sparare purtroppo, fu ferito ad un braccio, rimase a terra dolorante e di conseguenza sarebbe diventato un bersaglio troppo facile, con un po’ di difficoltà, ma attento a non farmi colpire, riuscii a trascinarlo accanto a me e lo rassicurai che sarebbe finito tutto molto presto, il ciccione era sempre accovacciato dietro l’abbeveratoio, in qualche modo avrei dovuto stanarlo, ma per farlo avevo bisogno di una mano, mi voltai verso il negoziante chiedendogli se ce l’avrebbe fatta a sparare ancora un colpo, con una smorfia di dolore confermò e, a quel punto, gli mostrai il prossimo bersaglio, quella grossa finestra faceva proprio al caso mio e nell’istante in cui Bo si sporse per sparare, il negoziante colpì il bersaglio, Bo, investito da dalle schegge di vetro, uscì dal proprio riparo quel tanto che mi permise di colpirlo precisamente sulla spalla mettendolo definitivamente fuori gioco . Il peggio era passato, ma ne mancava ancora uno che non riuscivo a vedere, in lontananza sentii il rumore del sopraggiungere di un cavallo, era Bart che si stava avvicinando al luogo del conflitto di gran carriera, un istante dopo vidi che i colpi si dirigevano nella sua direzione allora corsi verso la donna, la presi sottobraccio e sparai alla cieca verso il tetto gli ultimi due colpi rimasti, tratta in salvo la donna guardai il Bart che dalla sella era già in puntamento, mi passò davanti velocemente e con un balzo scese dal cavallo ancora in corsa ,si inginocchiò e mentre due colpi crearono due sbuffi di polvere accanto a lui, tirò il grilletto del suo fucile lasciando esplodere un proiettile che si conficcò nella fronte dell’ uomo facendolo cadere violentemente sulla strada. Bart si voltò verso di me e dopo aver baciato la canna del suo fucile, si informò sulle mie condizioni, io risposi che era tutto ok, ma bisognava chiamare un dottore per il negoziante ferito e lo sceriffo per riscuotere la taglia sulla cattura dei fratelli Roscrow vivi, a quel punto Bart mi disse che avrebbe pensato lui ad andare ad Abilene a chiamarli e che ci saremmo poi ritrovati al saloon di Joy subito dopo il loro arrivo, feci un gesto di approvazione e non appena Bart si allontano a cavallo mi avvicinai al cadavere del terzo uomo per vedere chi era, lo girai a pancia in su ma il suo volto non mi era familiare, lo guardai attentamente ed una cosa mi colpì, dal taschino fuoriusciva una catenella dorata che con delicatezza tirai per scoprirne un orologio, sul quale c’era inciso 1840 S-G, per un attimo rimasi stupito, quale potrebbe essere il significato di quelle lettere? Probabilmente il nome del proprietario, ma era l’uomo che vedevo steso davanti a me, o forse l’orologio era stato rubato a qualcun altro?Fatto sta che l’oggetto probabilmente aveva un certo valore e siccome all’attuale proprietario non sarebbe più servito, decisi di tenerlo e infilatomelo nella tasca dei calzari andai ad assicurarmi sulle condizioni della donna. Tornando al luogo dove poco prima l’ avevo lasciata, mi accorsi che era sparita, mi guardai attentamente attorno, ma di lei nessuna traccia, mi voltai ed in lontananza, vidi sopraggiungere a gran velocità lo sceriffo accompagnato dal suo inseparabile vice e dal dottor Edwards, gli andai incontro e non appena si fermarono, lo sceriffo mi guardò e disse:
-Signor MacBride -
-Sceriffo Kensington - gli risposi;
-Il suo amico Finnegan mi ha raccontato del suo spiacevole incidente, ma vedo che se l’è cavata alla grande- esprimendo con un grosso sorriso la felicità per la cattura dei malviventi ;
-Posso dire che avrei fatto volentieri a meno di imbattermi in quei due, ma allo stesso tempo sono contento, perché mi facevano comodo dei soldi in più – gli risposi alludendo alla rispettiva taglia ;
-Certamente MacBride, si faccia trovare fra un paio d’ore nel mio ufficio e le darò la sua lauta ricompensa-
Andai verso il mio cavallo quando mi venne in mente ancora una paio di cose:
-Ah! Sceriffo, quasi dimenticavo, il proprietario dell’emporio, è rimasto ferito nello scontro a fuoco, gli ho bendato la ferita, ma avrebbe bisogno di cure mediche più appropriate e per quanto riguarda l’uomo laggiù, beh!Di cure mediche ormai non ne ha più bisogno, ci si vede più tardi allora- salutai riprendendo la mia strada;
-Ottimo lavoro MacBride,ottimo lavoro-
Montai a cavallo e diedi ancora uno sguardo indietro, vidi lo sceriffo che parlottava con il suo vice ed il dottore davanti al cadavere dell’uomo sconosciuto, chissà di che diavolo parleranno pensai, ma di certo non sarebbe stato nulla che mi avrebbe particolarmente interessato, spronai quindi il cavallo e a grande velocità mi diressi ad Abilene per incontrare Bart. Dopo circa mezzora, giunsi in città e vidi Bart che mi stava aspettando davanti al saloon di Joy, mi avvicinai e confermai l’arrivo dello sceriffo, che era tutto a posto e che la ricompensa della taglia su quei due l’avrebbe pagata non appena fosse ritornato, ascoltate le mie parole Bart montò in groppa al suo cavallo e mi disse che Kent ci stava aspettando nel suo magazzino incitò il cavallo e partì. Il magazzino di Kent era poco fuori Abilene, dieci minuti di strada ed ecco davanti a noi l’edificio, scesi da cavallo entrammo e subito Kent ci corse incontro sfregandosi le mani :
-Benvenuti alla Casa della pelle di Kent Harris il posto giusto per trovare la roba di tuo gusto- Il solito slogan di Kent, ogni volta che entra qualcuno tira fuori sta frase;
- Kent poche palle!- Affermò Bart un po’ seccato;
-Abbiamo un sacco di lavoro da fare e pochissimo tempo quindi, smettila di fare l’idiota e guarda questa roba- continuò posando tutte le pelli sul bancone;
Kent le guardò per qualche secondo, poi un po’ dubbioso esordì:
-Mmmmm….bah….ssssssssSi…. per questa roba non più di 30$- affermò convinto;
-30$?- domandai seccatissimo ;
-Sai quanto ci darebbe Obed Shaks per tutta questa roba?Almeno 70$-
Continuai;
-70$?Ma andiamo ragazzi, 70$ è veramente un furto, con questa pelle ci faccio appena un paio di stivali e poi calcolate lo scarto,il lavoro e tutto il resto, massimo che mi posso sbilanciare è 50$ non di più-
- Kent –gli disse Bart prendendolo dal colletto della giacca - Ora ascoltami ,te lo dico una volta per tutte , noi stiamo fuori per giorni e giorni ,affrontiamo ogni tipo di pericolo ,dormiamo a malapena quattro ore a notte e non abbiamo voglia di stare ad ascoltare le prediche che ogni volta ci fai quando ti portiamo la roba quindi, o ci dai quello che chiediamo o noi non facciamo più affari con te , scegli!!!-
-Ok,ok,ok,ok ,70$ vanno bene e poi potrei inventarmi qualche abbigliamento nuovo che magari la gente pagherà anche bene per averlo, giusto?- accettando spaventassimo la nostra offerta;
-Vedi perché ci piace fare affari con te Kent?Perchè sei uno di quelli che sanno valutare coscienziosamente un prodotto di qualità, quando ne vedono uno- gli dissi sarcasticamente;
-Certo,certo, tra uomini d’affari ci si intende al volo!!!- rispose asciugandosi il sudore dalla fronte con uno straccio bianco ;
-Beh!E’ giunto il momento di andare, alla prossima Kent - gli dicemmo dirigendoci verso l’uscita;
-pppp…perfetto! - borbottò Kent voltandosi indietro;
Uscimmo dal magazzino, montammo a cavallo e non appena ci guardammo in faccia scoppiammo in una fragorosa risata, anche questa volta eravamo riusciti a fregare il povero Kent, ci faceva quasi pena, ma come si dice, gli affari sono affari.
 
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7 parte

Dopo l’ottima vendita, andammo all’ufficio dello sceriffo il quale doveva essere già tornato visto che il suo cavallo era legato proprio davanti alla porta, ci fermammo quindi in prossimità dell’ufficio e Bart mi disse che non aveva voglia di scendere da cavallo e che potevo entrare benissimo da solo a ritirare la grana, detto fatto, mi avvicinai all’uscio e non appena allungai la mano per aprire ,un uomo dal lungo cappotto nero mi urtò contro, arrabbiato gli chiesi che diavolo stesse facendo ma l’uomo non mi diede neppure retta e continuò a camminare , una cosa nel vestiario di quell’individuo mi balzò agli occhi , sulla schiena aveva una scritta che difficilmente si riusciva a leggere, “Long Horn”e subito sotto di essa una placca metallica , spaccata in due, che avrebbe dovuto raffigurare un bufalo stilizzato , restai con lo sguardo su quell’uomo per qualche secondo ancora, il suo abbigliamento era molto simile a quello dell’uomo che poco prima incontrammo a Newton, probabilmente sarà stato un fratello o un amico, ma il problema non mi scompose più di tanto di fatti, entrai richiudendomi la porta alle spalle.
-Sceriffo Kensington, sceriffo Kensington è qui?- domandai ad alta voce;
Ma non ricevetti alcuna risposta ,superai il banco e voltai l’angolo ,chiamai nuovamente lo sceriffo il quale mi rispose dopo aver chiuso a chiave le ante di un mobiletto:
-Ah MacBride è lei ! – mi disse sussultando;
-Ero assorto nei miei pensieri e non ti avevo sentito entrare,sei qui per la ricompensa vero? Appena torna Jeffry ti darò ciò che ti spetta, nel frattempo perché non vieni qua, ho da farti conoscere due amici.
Seguii lo sceriffo nella stanza delle celle e non appena entrammo egli esclamò:
-Ragazzi ci sono visite-
Si! Avete capito bene mi aveva fatto visitare nientemeno che i fratelli Roscrow che non appena mi videro scoppiarono di “gioia”;
-Pezzo di m….!!!Ehi Bo, c’è quel … quel… che diavolo vuoi? Sei venuto a godere nel vederci marcire dietro le sbarre?-domandò Duch scuotendo rabbiosamente la porta della cella;
-Non che non mi faccia piacere vedervi rinchiusi lì dentro, ma venirvi a trovare è l’ultimo dei miei pensieri- risposi sogghignando;
-Prega dio che non ci facciano uscire perché il giorno che lo faranno ti darò la caccia fin quando non sarò riuscito a spazzarti via da questo mondo - replicò Duch sempre più furibondo;
-Si anche a me a fatto piacere rivedervi- andandomene via.
Lo sceriffo mi accompagnò nuovamente nell’altra stanza, quando entrò Jeffry, che era il vice sceriffo, un uomo sulla quarantina dallo sguardo sempre imbronciato, faceva bene il suo lavoro, ma purtroppo non aveva ne libertà di pensiero ne tanto meno libertà di parola, era praticamente comandato a bacchetta da Kensington e di conseguenza non muoveva un passo senza aver ricevuto ordini ben precisi. Jeffry posò un sacchetto sul banco e senza nemmeno fiatare si mise alla sua scrivania continuando a svolgere il proprio lavoro , lo sceriffo prese in mano il sacchetto, lo aprì e ne tirò fuori una manciata di dollari dicendomi:
-Ecco ragazzo , 160 dollari belli sonanti, prendili e passati una bella serata a bere birra alla mia salute e mi raccomando sempre in compagnia di qualche bella signorina ,intesi?-
-Sceriffo, seguirò il suo consiglio alla lettera- mi strinse la mano ed uscii dal suo ufficio.
Bart era sempre lì fuori, mi avvicinai a lui porgendogli il sacchetto, ma lui lo rifiutò aggiungendo:
-No ragazzo! Tienili tutti tu, sono il mio regalo per il tuo compleanno, seppur in ritardo-.
-Io…. - domandai perplesso;
-Niente ma- rispose lui – Mi offrirai una bevuta non appena arriviamo a Doge City -
-Certo Bart e… grazie-
A quel punto dopo avermi fatto un sorriso, Bart si avviò verso l’uscita della città. Meta prevista: le Pianure del Vento.
FINE CAPITOLO 1

>Questo è un libro che ho scritto 2 anni fa<( ci sono 14 capitoli)
 
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