Sei Colpi

DeletedUser14392

Guest
Salve a tutti, sono Riccio junior, l'autore de "Il Generale D'Armata".
Non ricordo perché eliminai l'account per creare questo, ma sono passati tanti anni (quasi 4) da quando ho giocato e scritto l'ultimo episodio della mia storia. Il mio nickname è appunto John Mauser, il personaggio della precedente storia, e anche di questa, ma sono due persone differenti, tengo il nome perché mi piace :P.
Beh, che dire, spero vi piaccia!

Era tardi, si stava mettendo a piovere, mentre stavo tornando a casa di mio zio James per la cena. Odio quell' uomo. Da quando è morta mia zia non fa altro che trattarmi male e farmi sgobbare tutto il giorno. Oggi mi ha mandato in città perché "doveva dei favori ai suoi amici". E quindi mandiamo il nipote, come se non fosse già pieno di impegni.
Tornai alla fattoria, legai il mio cavallo nella stalla e gli diedi da mangiare, l'abbeveratoio l'avevo riempito prima di partire quindi non mi curai nemmeno di controllarlo.
Chiusi la porta della stalla ed entrai in casa. Superai lo sgabuzzino sulla destra, la mia stanza sulla sinistra ed arrivai in salotto, dove mio zio mi aspettava sulla poltrona.
-"Ragazzo, hai tagliato la legna per il camino? Ho freddo e per giunta tra poco pioverà."
Io con un tono svogliato risposi:"No, perché non lo fai tu, vecchio?" mio zio si alzò, mi venne incontro e mi tirò uno schiaffo.
-"Non ti permetto di rispondermi così. Tuo padre non sarebbe orgoglioso di te!"-
-"E di te? Lo sarebbe di te vedendo come ti comporti? Hai sempre trattato male sua sorella, tua moglie e ora tratti male anche il figlio? Le cose cambieranno, vecchio."- risposi.
Lui borbottò qualcosa e uscì di casa, probabilmente per andare a ubriacarsi.
Dopo qualche minuto tornò in casa con un bastone e mentre cercava di colpirmi urlava:"Non mi devi trattare così! Esigo rispetto!". Cercavo di sfuggirgli come meglio potevo, finché non finimmo in cucina, notai che la stufa era accesa e c'era una teiera sopra. La presi ignorando il dolore e la tirai in faccia al vecchio, due o tre volte credo. Lui cadde a terra urlando sia per la teiera in faccia che per l'acqua calda che gli cadde addosso. Raccolsi da terra il bastone e gli diedi una bastonata sulle gambe, poi mi avvicinai a lui e dissi:"Ricorda che io ti spacco il c***, vecchio!"


Continua

Spero che come inizio vi sia piaciuto, fatemi sapere la vostra sulla storia! ;)
 
Ultima modifica di un moderatore:

DeletedUser14392

Guest
Beh, con "Il Generale D'Armata" scrivevo con una cadenza di una o due puntate a settimana, quindi farò lo stesso qui :)
 

DeletedUser14392

Guest
Mio zio urlava dal dolore. Stavo ritornando in me quando sentii un forte dolore al palmo della mano destra.
Guardai la mia mano e vidi una forte ustione dovuta al manico della teiera rovente. Lasciai cadere il bastone e andai in salotto, mio zio nel frattempo urlava:"Ti ammazzo ragazzo, giuro che ti ammazzo!" tornai indietro e gli sfilai la cinturone e me lo misi. La pistola nella fondina era una Single Action Army.
Uscii di casa, mi diressi verso la stalla e sellai il mio cavallo, gli tolsi la sacca da cui stava mangiando e gli diedi tempo di bere un po' d'acqua poi partii verso la fattoria dei Miller.
La pioggia si faceva sempre più intensa, ma qui nel Texas è normale. La fattoria di mio zio era situata poco più a Nord di Fort Worth, circa a 20 miglia di distanza. Quella dei Miller, invece, era 11 miglia più a Nord della nostra.
Ci misi quasi un'ora e venti minuti ad arrivare a causa della pioggia, più volte ero sul punto di perdere l'orientamento a causa della scarsa visibilità: i miei occhi si erano adattati al buio, ma la pioggia era così forte che ostacolava veramente la vista, così dovetti più volte fermarmi e capire dove mi trovavo, per non parlare di quando si vedeva il lampo di un fulmine e successivamente si udiva il boato del tuono, che infastidiva me e spaventava il cavallo.
La famiglia Miller era composta da Edward Miller, lo sceriffo di Fort Worth, sua moglie Rose e la loro unica figlia Sarah, mia migliore amica fin da quando eravamo piccoli.
Sarah era una ragazza molto timida, ma negli anni con me aveva superato quella timidezza.
Legai il cavallo sotto al portico nel recinto delle mucche perché la scuderia era chiusa: Edward ha una passione per i cavalli.
Percorsi la strada che separa il recinto dalla casa, era a due piani, aveva un portico con delle panche e sul retro un altro portico molto più grande per ospitare un tavolo che la famiglia usava per giocare con gli amici.
Salii i due gradini che danno accesso al portico e bussai alla porta.
Vidi un viso famigliare, i capelli rossi che cadevano su una spalla.

-"John, cosa ti è successo?"- chiese lei con tono preoccupato.
-"Niente, tranquilla. Posso entrare?"-

Lei aprì completamente la porta e disse:"Ma certo, accomodati".
La sua casa era davvero accogliente, appena entrati si poteva ammirare il salotto, con un camino sulla destra e sulla sinistra alcuni trofei di caccia del padre.
Mi diede uno sgabello e mi fece sedere in parte al fuoco, si avvicinò con una coperta e mi disse:"Togliti gli abiti, o ti verrà una polmonite". Mi tolsi il giaccone, la giacca, la camicia e presi la coperta, stavo congelando.

-"Allora, cosa ti porta qui in questa fredda sera?"- mi chiese Sarah.
-"Il vecchio"- risposi.
-"Tuo zio James? Cosa ti ha fatto stavolta?"-

Le feci vedere la mano destra. "Ho dovuto afferrare una teiera rovente per fermarlo." lei prese la mia mano e disse:"Accidenti, è una brutta ustione, dobbiamo curarla!" chiamò sua madre, che mi medicò la mano come meglio poteva, poi mi guardò e mi disse:"Johnny, non tornare da tuo zio, puoi rimanere qui tutto il tempo che vuoi. Sarah ti sta preparando il letto nella camera degli ospiti, quando vuoi puoi andare a dormire." io la guardai e dissi:"Grazie signora Miller". Lei sorrise e disse:"Domani mio marito torna da Fort Worth, dovresti parlarne con lui di questa storia".
Ringraziai ancora una volta e rimasi a scaldarmi ancora un po' prima di andare a coricarmi.


Continua

lorenzino, spero di aver calmato la tua voglia di leggere per un po'! :P
 
Ultima modifica di un moderatore:

DeletedUser9605

Guest
yeah! :D.
Sono curioso per il seguito...aspetterò con impazienza
 

DeletedUser14392

Guest
Aprii gli occhi. Pioveva ancora, dovevano essere le nove del mattino circa.

-"John, scendi che è pronta la colazione!"- disse Sarah bussando alla porta.

Mi vestii e scesi in cucina, la madre di Sarah aveva preparato delle uova. Entrai in cucina e vidi un uomo sulla cinquantina, con folti baffi neri e la stella da sceriffo al petto. Edward.
Si avvicinò a me porgendomi la mano:"Johnny, mi fa piacere rivederti."
"Il piacere è tutto mio, Signor Sceriffo." risposi stringendogli la mano.
Mi fece cenno di sedermi a tavola, la colazione era quasi pronta.

-"Sarah mi ha detto tutto, cos'ha fatto stavolta James?"- chiese con sguardo serio Edward.
-"Ha cercato di picchiarmi con un bastone, Signor Sceriffo."-
-"Mi ha detto anche che tu ti sei difeso picchiandolo con una teiera."- disse Edward mentre Rose metteva i piatti in tavola.
-"Sì, Signor Sceriffo, è così."-
-"Bene, non preoccuparti di ciò, mangiamo."-

Finita la colazione stavo per aprire la porta d'ingresso quando questa si spalancò gettandomi a terra.
Alzai lo sguardo e vidi le canne di una doppietta puntate sulla mia fronte.

-"Chi è che spacca il c*** adesso?"-
-"James Wilson, abbassa l'arma!"- disse Edward.
-"Signor Sceriffo questo ragazzo mi ha aggredito."-
-"Come tu aggredisci sempre lui, i miei viglianti ogni tanto passano dalla tua fattoria, mi riferiscono tutto. James Wilson, abbassa l'arma!"- rispose Edward con un tono controllato.
-"Non farti mai più rivedere, ragazzo."- disse mio zio abbandonando la soglia.

Edward mi aiutò ad alzarmi, ero un po' scosso. Il vecchio non aveva mai reagito così e per di più nessuno mi aveva mai puntato contro un'arma.
"Hai voglia di aiutarmi a ispezionare la zona qui intorno? I Rogers dicono che quando piove dei ladri di bestiame assaltano il loro ranch." io mi diedi una sistemata agli abiti e risposi:"Ma certo, Signor Sceriffo."
"Chiamami Edward" mi disse mentre mi porgeva un paio di guanti.
Sellammo i cavalli, la pioggia era insistente ma si era calmata rispetto al giorno prima.
Cavalcammo verso Ovest, dopo circa cinque minuti arrivammo nei pressi del ranch dei Rogers.

-"Johnny, lasciamo qui i cavalli... Vediamo... Leghiamoli intorno a questo piccolo albero!"-

Così feci. Mentre scrutavo avanti per capire come avanzare, Edward mi diede un Winchester e mi disse:"Le nuvole sono ancora compatte, nascondono la nostra ombra: se ci muoviamo bene non ci vedranno."
"Edward, non siamo sicuri che ci siano effettivamente i ladri." mentre lui continuava a guardare avanti mi disse:"Ah sì? E allora cosa ci fanno tre cavalli legati dietro al fienile e due uomini nel recinto delle mucche con questa pioggia?" indicandomi il fienile.
Aveva ragione, c'erano tre cavalli legati, ma due uomini nel recinto... Dov'era il terzo? Edward iniziò ad avanzare, tirai la leva del mio Winchester e lo seguii. Dopo una breve corsetta riuscimmo ad arrivare alla recinzione del ranch.

Il ranch dei Rogers aveva una sola via d'accesso, che era situata in prossimità del fienile. Attaccato a quest'ultimo vi erano i pollai e i reciniti per il bestiame, di fronte ad essi le stalle e la scuderia. La casa dei Rogers era in parte alla scuderia, con la strada d'ingresso che divideva il ranch.

Scavalcammo la recinzione, continuando a tenere gli occhi aperti per riuscire a scovare il terzo. Arrivammo al muro del fienile, ci appiattimmo ad esso ed iniziammo ad avanzare verso i cavalli.
Arrivati all'angolo, io ed Edward ci sporgemmo, stando dietro ai cavalli. Da lì riuscivamo a vedere un pezzo di recinto e i due ladri che stavano cercando di riunire le mucche, quando uno di questi guardò verso il fienile, non verso di noi, ma verso il tetto.
Fece qualche gesto e poi alzò un pollice e si rimise al lavoro.

-"Johnny, credo di aver capito dove si trovi il terzo."- bisbigliò Edward.
-"Anche io. Cosa facciamo?"-
-"Entra nel fienile, sali di soppiatto e lo togli di mezzo, probabilmente è sulla passerella esterna rivolto verso i suoi compagni."-
-"Signore, io non ho mai sparato a nessuno..."-
-"Tuo zio ti aveva insegnato a sparare se non sbaglio, vedrai che non avrai difficoltà quando dovrà succedere."-

Edward aprì di poco il portone del fienile quanto bastò per farmi entrare. Scivolai dentro e il portone si chiuse. Il fienile era situato su tre piani: al terzo c'era la passerella esterna.
Mi guardai intorno, al pian terreno c'erano dei sacchi con del grano e nulla di più, sulla destra notai una scala.
Iniziai a salire, facendo molta attenzione ai cigolii. Era di legno. Arrivato al primo piano notai un sistema di carrucole, probabilmente per portare in alto i sacchi in caso di allagamenti. Accovacciandomi e facendo molta attenzione ai rumori arrivai alla scala che portava al secondo piano. Appena iniziai a salirvi il cuore mi esplodeva nel petto. Se sbagliavo anche solo a respirare troppo forte il gentiluomo lassù mi avrebbe sentito e...
Mi si gelò il sangue.
Arrivai in cima, c'era un apertura davanti a me con in parte dei sacchi di grano. Fuori, la passerella.
Appoggiai molto delicatamente il Winchester a terra, presi la S.A.A., armai il cane e mi diressi all'esterno, urtando però un sacco di grano.
Ne uscirono cinque o sei chicchi, ma il ladro se ne accorse comunque, mentre si girava mi ripetevo nella testa "Spara, spara, spara!", ma rimasi immobile.
Quando fu completamente rivolto verso di me disse:"Ma che ca***?!" e mise mano alla fondina.
"SPARA!" pensai e senza ripetermelo due volte premetti il grilletto.
Uno sparo sordo si diffuse nell'aria. La mia pistola fumava, l'uomo cadde all'indietro, di sotto.

Avevo ucciso un uomo. Ero molto confuso, magari aveva una famiglia, dei figli, di sicuro degli amici... Ed è morto rubando, ma magari rubare gli serviva a portare a casa il pane...

Uno sparo mi fece riprendere dalla momentanea confusione. Tornai dentro, ripresi il fucile, uscii di nuovo sulla passerella e sparai a uno dei due nel recinto, colpendolo al torace. Edward aveva ucciso l'altro. Scesi ed uscii dal fienile, Edward nel frattempo aveva raggiunto i Rogers che nel frattempo erano accorsi.
Dopo i ringraziamenti tornammo ai cavalli.

-"Hai visto, non è stato poi così difficile sparargli."- disse Edward.
-"Sì, ma adesso mi vien da vomitare."-
-"Tranquillo, è più che normale la prima volta... Appena c'è bel tempo ti insegno a dare aria al cane."- disse dandomi una pacca sulla spalla.
-"Dare aria al cane?"- domandai.
-"Quando con una mano armi il cane e subito spari con l'altra, in successione."-
-"Ho capito. Grazie Edward."-
-"Sto solo facendo quello che avrebbe fatto tuo padre."-

Montammo in sella e tornammo verso casa Miller.


Continua

Scusate se pubblico un episodio dopo l'altro, ma era da un po' che avevo in mente di tornare a scrivere e avevo già iniziato a cucire i primi punti della storia, poi mi vengono in mente nuove idee e quindi non posso non scrivere :P:P:P

Come sempre, fatemi sapere la vostra!
 

DeletedUser14392

Guest
Innanzi tutto vorrei scusarmi per non essere più andato avanti, ma mi si è rotto il PC portatile e stavo aspettando quello da gaming.
Beh, è arrivato. Buona lettura!

Tornati a casa ci scaldammo davanti al camino, Sarah e Rose stavano preparando il pranzo.

-"Allora, oggi hai sperimentato quant'è lungo il braccio della legge, eh?"-disse Edward con fare scherzoso.
-"Beh, di sicuro non vorrei mai trovarmi dall'altra parte!"-

L'espressione scherzosa di Edward si fece cupa.

-"Ho detto qualcosa di male?"- chiesi.
-"No, no... E' solo che anche tuo padre diceva sempre così..."-
-"Tu conoscevi mio padre? Cioè, conoscevi bene mio padre?"-
-"Eccome! Era il mio migliore amico..."- l'espressione di Edward divenne ancora più triste.
-"Cosa gli è successo? Lo zio mi ha sempre detto che se n'è andato in Messico con qualche prostituta trovata al Saloon"-
-"Non ascoltare quel vecchio. Tuo padre era un grand'uomo. Eravamo banditi, insieme... Ma poi ha conosciuto tua madre e quando ha avuto Max, tuo fratello, si è costituito. Lo feci anche io e per la "Clemenza degli Stati Uniti d'America" ci graziarono facendoci diventare entrambi uomini di legge.Tuo padre era davvero contento di essere diventato un uomo onesto"-
-"E' pronto!"- disse Rose dalla cucina.
-"Dai Johnny, andiamo."-

Rose aveva preparato una zuppa di carne, è un'ottima cuoca.
Mangiammo in silenzio, io mi stavo godendo l'esplosione di sapori nella mia bocca, Rose era davvero brava nel dosare gli ingredienti.
Finito il pranzo tornammo a sederci per discutere di mio padre, quando ad un tratto entrò James Rogers, il proprietario del ranch dov'eravamo stamattina.

-"Signor Sceriffo! La banda dei due malviventi di stamattina è tornata e ha rapito la mia Lizzy! Per favore mi aiuti!"- disse in lacrime.
-"Tranquillo James, la riporteremo sana e salva"-

Mi fece cenno di seguirlo. Cavalcammo verso Fort Worth e radunammo in piazza gli uomini di legge in servizio quel giorno. Avevamo una posse di dodici uomini di legge e due Sceriffi oltre ad Edward.

Eravamo tutti riuniti, eravamo già in sella perché pioveva e volevamo stringere i tempi il più possibile.
Tutti parlavano e le conversazioni si confondevano con la pioggia, si riuscivano a capire piccoli spezzoni, ad esempio:

-"Tu sai chi sono i rapitori?"- chiedeva uno.
-"No non lo so"- rispondeva l'altro.
-"Per me sono i Bradley!"- sbraitava ancora un altro.

-"Signori, ascoltatemi!"- urlò Edward.

Tutti lo guardarono in silenzio.

-"Sono stato al Municipio. Secondo un telegramma ricevuto dai pezzi grossi si tratta della banda dei Bradley, come diceva Jimmy poco fa.
Sono estremamente pericolosi, vi ricordo che sono abili ladri di bestiame e assassini a sangue freddo. Secondo gli informatori, la loro banda è composta da diciassette uomini più i capobanda, i fratelli Bradley, ma stamattina io e il Signor Mauser qui presente ne abbiamo eliminati tre, quindi ora in totale sono sedici. Il loro covo è situato a venti miglia a Nord-Est! Al galoppo!"- disse a voce alta Edward.

Quando gli altri sentirono il nome Mauser bisbigliarono tra di loro. Io riuscii a sentire solo: -"Mauser?", "Quel Mauser?!", "Tu pensi sia il figlio di Bill?"- e altre cose simili.


Continua

Come sempre, fatemi sapere la vostra sul racconto!
 

DeletedUser13389

Guest
Davvero una piacevole lettura, aspetto di leggere la prossima parte :)
 
Ultima modifica di un moderatore:

DeletedUser14392

Guest
Diedi una leggera spronata al cavallo con gli speroni e partimmo subito.
Durante il viaggio la gente non fece che farmi domande su mio padre, se lo conoscevo, se sapevo dov'era, se era morto... Ma Edward intervenne sempre troncando le discussioni.
Da quello che avevo capito il covo dei Bradley erano due case di legno situate tra alcune rocce che fornivano un riparo naturale. Nessuno sapeva cosa ci fosse oltre, perché le rocce formavano letteralmente un massiccio muro tutto intorno, la via d'entrata era una e di certo non accoglievano a braccia aperte chi la oltrepassava.
Uno di noi era un geniere. Ci era stato affidato dall'Esercito.

Venni a sapere durante la cavalcata che a Fort Worth vi si era stabilito all'insaputa della popolazione un Battaglione dell'Esercito Americano per contrastare il contrabbando di armi in Messico. Zio Sam aveva forse paura che i Messicani volessero rivendicare la sconfitta nella guerra tra Stati Uniti e Messico? I presenti mi chiesero un parere su questo argomento, ma io preferisco tirarmi fuori quando si parla di politica. In queste situazioni una sola parola sbagliata può infuriare le folle e accendere focolai di rivolta ovunque.

Almeno capii cosa ci facesse un geniere qui con noi. Ce l'avevano affidato per far saltare in aria il covo dei Bradley in quanto ritenuti responsabili di parecchie scorribande con trafficanti d'armi e qualcuno dice anche di schiavi, anche se la schiavitù venne abolita anni addietro. E la giustizia era davvero severa se ti trovavano con uno schiavo al seguito.

Arrivammo nei pressi del covo dei Bradley. Quel luogo era disseminato di rocce enormi tutto intorno al covo e alle rocce che lo proteggevano, così decidemmo di lasciare i cavalli dietro a uno di questi. Piantammo alcuni pali di fortuna per legarli, poi ci avvicinammo tutti per prendere ordini da Edward.

-"Allora Jimmy, tu prendi i tuoi uomini e ti avvicini dal fianco sinistro, Albert tu invece con i tuoi ti avvicini dal destro. Mi raccomando non sparate finché non avrete raggiunto le rocce intorno al covo. Io, John e Sebastian andremo in centro."- disse Edward.

Tutti annuimmo con la testa e iniziammo a muoverci, il rumore della pioggia nascondeva quello dei nostri passi, le nuvole la nostra ombra e le rocce ostacolavano la loro visuale. In pratica era impossibile che ci vedessero. Noi ci impiegammo un po' di più a partire perché Sebastian, il geniere, dovette mettere al riparo la dinamite dalla pioggia avvolgendola in un panno impregnato con cera d'api.
Iniziammo a muoverci andando a zig-zag tra una pietra e l'altra. Il covo si faceva sempre più vicino. Decidemmo che era meglio separarci, così se un'eventuale bandito che pattugliava l'esterno ci avesse avvistati gli altri lo avrebbero aggirato e fatto fuori.
Mi esposi dal riparo, non c'era nessuno. L'unico riparo che avevo davanti a me era un masso lungo e alto all'incirca mezza iarda, quindi corsi in avanti e mentre stavo per gettarmi a terra notai un masso più alto avanti ad esso, allora lo sorpassai e mi misi dietro a quest'ultimo.
Riuscii ad arrivare sul fianco destro, anche Edward e Sebastian dovettero fare così, in quanto la strada centrale era sgombra da massi e ostacoli naturali.
Edward cercava un modo per entrare senza dover passare dalla via centrale ed eliminare quindi l'effetto sorpresa. Sembrava rassegnato quando ad un certo punto, guardando in alto, mi disse:

-"John, guarda questa crepa nella roccia. E' larga circa quattro pollici e arriva fino in cima. Riusciresti a scalarla?"-
-"E' pericoloso, ma credo di sì."- risposi.

Non capii perché risposi così impavidamente, la roccia era alta almeno cinquanta iarde. Un passo falso ed ero morto.

-"Bene, una volta in cima butta giù qualche candelotto, ma non farlo cadere sulle case, magari in una di esse tengono la figlia dei Rogers. Intanto noi sfrutteremo il diversivo per attaccarli."- disse Edward.

Mi feci dare tre candelotti e i fiammiferi da Sebastian, lasciai il fucile a Edward per liberarmi da un po' di peso e iniziai a scalare la parete rocciosa. Incontrai subito qualche difficoltà in quanto non riuscivo a puntare bene i piedi, però andai avanti. Ad un certo punto arrivai in cima a uno spiazzo e da lì non dovetti più scalare perché vi era una piccola salita che portava fino in cima. Mi avvicinai il più possibile al bordo per osservare il covo, mi sdraiai per ridurre la mia visibilità. Erano solo due case e un pozzo. Come potevano contrabbandare armi? Le case non sembravano magazzini di stoccaggio e gli uomini erano solo cinque rispetto ai sedici rimasti.
Mi spostai, aprii il panno contenente la dinamite, e sotto di esso accesi un candelotto, mi portai velocemente verso la sporgenza interna e la lanciai vicino al pozzo. Quest'ultimo esplose allertando gli uomini che si nascosero dietro una catasta di legna. Erano molto svegli in quanto mi videro subito.
Presi la SAA e iniziai a sparare, mentre Edward e gli altri irruppero proprio dalla porta principale, come si suol dire.

Continua

Se avete suggerimenti personali su come vorreste che continui la storia esprimete pure il vostro parere! :)
 
Ultima modifica di un moderatore:

DeletedUser14392

Guest
I banditi in poco tempo erano circondati. Io davo copertura come meglio potevo, la pistola non era molto efficace a distanze così elevate.
Sentii un proiettile fischiarmi vicino all'orecchio destro, alzai immediatamente la testa. Uno dei cinque banditi era sbucato fuori dal nulla. Con rapidità mi alzai e correndo lateralmente riuscii a piazzargli due colpi nello stomaco. Ricaricai e con una leggera corsa superai il corpo del bandito. Solo quando fui al limite di una spaccatura capii come aveva fatto a salire: vi era una spaccatura larga circa due iarde e profonda almeno quattro. Vi era una scala a pioli molto robusta. Senza pensarci due volte la scesi, mi ritrovai all'interno del covo, poco più in parte, i banditi.
Non feci nemmeno in tempo ad estrarre la pistola che gli uomini di Jimmy li avevano già eliminati.
Mi rincontrai con Edward che mi diede il fucile e la nostra attenzione si concentrava sulle due case.

-"Jimmy, tu e i tuoi pensate alla casa più avanti, Albert, noi pensiamo a questa."- ordinò Edward.

Annuimmo ed Edward mi fece cenno di andare alla finestra.
Eseguii l'ordine e una volta trovatomi appresso sbirciai all'interno: vuota.

-"Qui non c'è niente!"- dissi ad Edward.

Lui mi guardò con sospetto e aprii la porta: non c'era traccia né di Lizzy né dei banditi restanti.

-"Edward, qui non c'è niente!"- urlò Jimmy uscendo dall'altra casa.
-"Accidenti! Non è possibile che siano spariti nel nulla! Setacciate ovunque! Trovate qualsiasi cosa!"- ordinò nervosamente Edward.

Iniziammo a cercare ovunque, saccheggiammo i cadaveri dei banditi per trovare un qualsiasi indizio ma tutto fu vano.

-"Ehi, signori! Ho trovato qualcosa!"- urlò Sebastian.

Tutti accorremmo e lui si mise da parte: nascosto dietro a delle cataste di legna e un carro, vi era un tunnel che portava chissà dove.

Continua
 
In cima