Il diario di Auriel

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Iniziano le avventure di Auriel nel Wild Wild West


Qui verran vergate le parole e le gesta di Auriel, che venne nel West colle sue sorelle a cercar fortuna, la prima Hannah approdò per prima dalla natia Inghilterra, sapeva scrivere alati versi e delicate poesie, soleva dedicarle agli amici che incontrava nel West, era amica di tutti quelli che incontrava, non credeva ne alla malvagità assoluta, ne al male, nelle sue lettere ci narrava che trovava questa terra magnifica, selvaggia e passionale ad un tempo, ci raccontava della città che aveva fondato dei suoi amici, delle sue avventure e dei suoi viaggi, naturalmente, scriveva ai miei genitori, che da stretti osservanti qual erano, nel leggercele le correggevano un bel po’, specialmente dove parlava dei suoi amici nel West, ma a me non la contavan per nulla, magari alla mia gemella sì, credulona come poche, ed imbevuta del loro stesso perbenismo, la davano a bere, ma io non riuscivo a credere conoscendola, che fosse solo così aulica e perbenista in fondo era stata la prima ad andarsene e non certo per gentile concessione dei nostri genitori, strettamente osservanti, anzi da quel che rammento di quei giorni, tirava un’aria cosi spessa da tagliarsi col coltello, in casa non si sentiva volare una mosca, del resto non è che ce ne fossero molte in giro, in quella casa, solo noi e la gente che secondo mio padre faceva parte della famiglia, secondo me, erano dei poveracci che non avevano trovato un buon lavoro e che erano abbastanza simili a domestici , ma erano della famiglia, una bella grande famiglia, padre, madre un sacco di figlie e nessun figlio, credo che a mio padre un pò dispiacesse, in ogni caso ci pensavo io a movimentare la casa, assieme ad Hannah prima che partisse per la nuova Terra, poi ci stavano le mie gemelle, e pensate che fantasia, ci hanno chiamate tutte e tre Auriel, per distinguerci aggiungevano Prima, Seconda e Terza, io ero la Seconda, una vera peste da appena nata a dir loro, a parere mio, non mi facevo mettere in testa i piedi da nessuno, ne dai miei genitori ne dalle mie sorelle, ma torniamo a noi.

Dicevo che non credevo alla versione delle lettere di Hannah propinateci dai miei, e col coltellino che mi aveva lasciato prima di partire per non so dove, ben presto sono riuscita ad aprire il cassetto dove conservavano quelle lettere e me le son letta tutte, una ad una, volevo sapere perché Hannah se ne era andata, e lo scopersi ben presto, come maggiore fra noi, avrebbe dovuto sposare, un tizio scelto da nostro padre, che a lei non piaceva per nulla, era un buon giovane di elevata famiglia come la nostra, religiosa come non mai, e di una noia mortale, insomma la vita che si preparava per il mio idolo Hannah equivaleva a far sì che divenisse l’orgoglio della casa, mentre per lei equivaleva al seppellirsi ancora viva in un mausoleo, simile a quello in cui vivevamo, ma con molti minor privilegi e tantissimi doveri, Hannah preferì imbarcarsi per il nuovo mondo, fuggendo prima che si compisse il suo destino, ma per spiegare questo aveva lasciato una lettera sullo scrittoio di mio padre prima di andarsene.

Lessi quelle lettere più e più volte, avevo sempre ammirato Hannah per il suo spirito libero e temerario e dopo il suo gesto ancora di più, lei si che sapeva mettersi in gioco, non come quelle sciocche ragazze della sua età, che svenivano per un nonnulla, anche per il volo di una zanzara, naturalmente ho sempre cercato di emularne le gesta, non c’era monello da strada con cui non facessi amicizia, con cui passare ore piene di avventure, bastava che vedessi un animale malconcio o ferito che lo portavo a casa per curarlo, colla disperazione dello stalliere che doveva nasconderli e dargli da mangiare, io lo curavo per come potevo, quando riuscivo a sgattaiolare via dalla sorveglianza di mia madre ed Auriel Prima, che ne divenne presto lo specchio.

Le volevo bene certo come ad Auriel Terza, ma era troppo diversa da me e cercavo di proteggere quest’ultima, dai castighi che regolarmente prendeva, alcuni, anzi molti, a causa mia, il metodo di punizione, consisteva nel leggere e commentare, brani scelti dal Libro dei Salmi, ovviamente brani che discettavano sulla sottomissione, l’obbedienza ed argomenti similari, per Auriel Prima, queste ore passate in meditazione e preghiera erano un balsamo per lo spirito, per me e per Auriel terza, una tortura infinita, e dimostravo il mio affetto per Auriel Prima, facendole dispetti vari con l’aiuto di Terza... una volta le abbiamo messo un topolino nel letto, era piccolo grigio e carino e molto amichevole per giunta, ma dalle urla di Prima, sembrava avesse visto un leone, che esagerata…..quella volta ci punirono per bene, chiuse in camera per tre giorni, ci venivano portati i pasti, che all’inizio non toccavamo, poi dopo un po’ la fame era tanta ed abbiamo iniziato a mangiare, poi debitamente pentite siamo state riaccolte, in seno alla famiglia, ovvio che Prima la pagò cogli interessi, ma ci eravamo fatte furbe e cercavano sempre di coprire i nostri dispetti con la casualità e scusandoci per prime dell’accaduto, ad esempio, per caso mi è capitato di macchiare il suo fazzoletto migliore, con dell’inchiostro, son corsa da mamma piangente autoaccusandomi del malfatto, adducendo come scusante, che si era versato mentre stavo scrivendo le Meditazioni Giornaliere e Mamma mi diceva di non preoccuparmi, perché era solo stato un incidente, assicurandomi che Prima non se la sarebbe certo presa per una cosa così materiale come un fazzoletto, dopo qualche giorno era il turno di Terza, e così via, non così spesso da apparire eclatante, ma abbastanza da far sorgere il dubbio a Prima, che tuttavia non esprimeva a Mamma i suoi sospetti per non farle pensare che fosse attaccata ai beni materiali.

Così la mia vita scorreva più o meno beatamente, quando riuscivo ad uscire per conto mio, beh mi ero fatta una certa fama fra i miei coetanei, non era il caso che qualcuno si azzardasse a fare dello spirito gratuito sul fatto che fossi una ragazza, ero diventata piuttosto rapida a lanciare il mio coltello, stavo ben attenta a non ferire nessuno sia chiaro, ma a nessuno fa piacere sentir sibilare un coltello vicinissimo, a poche spanne dalle…..orecchie, ma un giorno tornando a casa, per caso ho sentito una conversazione molto interessante provenire dallo studio di mio Padre, si parlava di un grande viaggio li a breve che ci avrebbe portati nella Nuova Terra e che dovevamo essere pronti quanto prima, ogni maggiorente, doveva provvedere a far sì che i familiari fossero pronti a partire per il sei settembre, ed eravamo oltre la metà di agosto, naturalmente lui s’era ben guardato dall’avvertirci, a me non piaceva proprio l’idea di dover andare e lasciare i miei amici, pensai bene di informare Prima e Terza, erano le persone a me più care, Padre e Madre erano due figure troppo distanti e sospettavo che fossero d’accordo, la reazione di Prima mi deluse molto, fu subito chiaro che la volontà dei Genitori era legge e noi dovevamo obbedienza e rispetto come degne loro figlie, terza era combattuta, meno volitiva di me si lasciava convincere troppo facilmente e poi, dopo ho saputo che Prima era stata promessa da mio Padre al medesimo uomo designato per Hannah, non importava che fosse più grande di lei, e quella sciocca aveva accettato per il dovere di obbedienza filiale, ma al momento non lo sapevo, e non volendo rischiare di mettere nell’ennesimo pasticcio Terza, finsi di accondiscendere, anche se con riluttanza, prima si rallegrò molto della mia supposta maturità e non sollevai più il discorso, feci solo i preparativi per la mia fuga, volevo emulare Hannah, scegliendo la mia vita, purtroppo per me, ero ancora troppo giovane ed inesperta, Prima riferì puntualmente tutto, non ero riuscita a convincerla, anzi la mia accettazione l’aveva resa ancora più sospettosa, al punto da mettere in guardia i nostri Genitori, che iniziarono a sorvegliarmi attentamente, non facendosene accorgere.

I miei goffi tentativi, anche se allora li ritenevo furbissimi, non passarono quindi inosservati, la mia fuga durò solo poche ore, fui riacciuffata ignominiosamente da parenti che mio padre aveva allertato e ricondotta a casa, da quel momento fino all’imbarco, il 6 settembre del 1660, rimasi chiusa in camera mia, ne strilli ne pianti servirono a nulla, nessuna mia protesta fu ascoltata e neppure il mio silenzio ed giunto il fatidico giorno, sotto scorta, dei cugini e degli zii, fui gentilmente accompagnata a bordo della Mayflower, a Plymouth, un imponente galeone a tre alberi, così appariva ai miei occhi, ma in realtà poi scoprii poco più di una bagnarola, alla cui guida erano i Padri Carver e Brewster, tentai di sfuggire loro, ma non vi era modo possibile a farsi, ci imbarcammo diretti alla Nuova Terra, se magari non fossi stata costretta a quel modo, sia il viaggio che la destinazione, avrei potuto accettarli, ma non così, il viaggio fu lungo e pericoloso, molti si ammalarono di stenti e di freddo, alcuni morirono, venti gelidi e tempeste spazzavano la tolda della nave, le notti erano lunghe ed interminabili, il gelo penetrava ovunque, per riscaldarci un poco, dovevamo stringersi assieme, non perdonerò mai i miei per averci fatto patire così per il loro egoismo, specialmente quando ho visto Terza tremare violentemente ardendo di febbre ed io la abbracciavo per impedirle di farsi male e tenerla al caldo, mentre Prima, anche lei insieme a me, biascicava preghiere, raccomandandosi a Colui che protegge, ma ecco che il viaggio dopo due mesi d’inferno ebbe termine, in una baia deserta e ventosa, la Baia di Cape Cod, in quella landa desolata che era il Massachussets…..ma non finisce qui….
 

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Come Auriel si ritrovò a viaggiare e vivere nel Wild Wild West

Il mio viaggio inizia da Plymouth, come già detto, dopo giorni e giorni e ...giorni di viaggio e di sofferenze immani, la nave arrivò a Cape Cod e appena sbarcata, dopo essermi assicurata che finalmente Terza stava migliorando rapidamente, malgrado il freddo e le privazioni, decisi di lasciare i miei compagni ...la decisione fu improvvisa ed imprevista, nessuno mai avrebbe creduto che una ragazza fosse tanto coraggiosa od incosciente, da affrontare sola quel mondo così ostile e sconosciuto, ma non conoscevano, ne la mia ostinazione e neppure la mia decisione nel non seguire una via già tracciata e col favor delle tenebre mi allontanai dopo aver.. preso in prestito un cavallo.

Era mia fermissima intenzione rimandarlo al suo legittimo proprietario...ma chissà perché mi si era affezionato... e non volle sentir ragione di tornar indietro, così fui costretta a tenerlo con me e divenimmo compagni di viaggio, a questo punto non potevo certo seguitare a chiamarlo cavallo e dovetti trovargli un nome...ci pensai su fitto fitto e ne scartai molti.. non gli si adattavano proprio...alla fine...eureka trovato…..lo chiamai Pegaso.. decisamente un bel nome..veloce lo era..... quasi come un cavallo alato, da quel momento siamo inseparabili e viaggiamo nel selvaggio West, col sole in faccia sospinti dal vento dell'avventura e senza che nessuno possa imporci ciò che non vogliamo.....

Un giorno ci fermammo in una ridente cittadina, accogliente, non molto grande, ma per noi era ok, avevo una sete dannata, e non c'era nulla di meglio di una fermata al saloon, lasciai Pegaso fuori, non mi han permesso di condurlo all'interno, così entrai, gia giravan occhiate che mi piacevan poco, ma la mia sete me le faceva poco notare, a testa alta arrivai al bancone e chiesi ....un bicchiere di latte, non vi dico le risate che sentii, anche il barista, il vecchio Henry, faticò a trattenere il riso, mi voltò le spalle per prendere un bicchiere pulito, ma le sue spalle sussultavano in modo sospetto, al che con voce angelica chiesi, "c'e qualche problema o non si trova in questa cittadina del latte fresco?".

Henry si gira e mi dice che non son molti i clienti che chiedon latte, per lo meno solo in casi eccezionali, ed io sempre angelica risposi che il caso eccezionale si era appena verificato, mi dà il mio bicchiere di latte, pago e mi guardo intorno, fra i presenti non ce n'era uno che riuscisse a far finta d'esser serio, cerco di fulminare collo sguardo i presenti, ma non mi riesce molto bene farlo, non mi aiuta il mio aspetto, caruccio ..quasi perbene ...delicato, non proprio da cowboy, allora inizio a giocherellar con un pugnale piccolo, un tizio al tavolo dice allegro al barista "Bene Henry dopo che ha finito il latte, togli alla piccola il coltellino, ci si può far male" gli lancio uno sguardo tutto per lui e....lancio...il pugnale che va a finir dritto dritto due dita sopra la sua testa, ...ah dimenticavo di dire che era appoggiato colla schiena ad una colonna di legno....un silenzio di tomba gela il saloon, bevo il mio latta, poggio il bicchiere sul bancone con delle monete, riprendo il pugnale ed esco subito, mai lasciar svanir l' effetto sorpresa, slego Pegaso e ce ne andiamo... peccato era un bella cittadina, ma altre avventure mi attendon nel West.

Decisamente le ridenti cittadine non fan per me, ma non riesco a capirne il perché, comunque il viaggio ha inizio per un po’ tutto a meraviglia, il sole in fronte, il vento fra i capelli, mentre Pegaso fila al galoppo, più o meno, nelle praterie selvagge e sconfinate del West...ma dopo un po’ può diventar oltremodo scomodo, anche l'odore di cavallo diventa un tantino penetrante; quando si viaggia, ad un certo punto,diviene impellente la necessità di trovare un rivo o un ruscello o se vogliamo esser proprio contenti un bel fiume con acqua corrente e magari una piccola pozza, del resto anche Pegaso... vuol fare il bagnetto.

Quindi ecco giunger a puntino un bel fiume, lo seguo per un poco, mi ricordavo dalle lettera di Hannah che è sempre bene seguire il corso di un fiume quando non si sappia dove ci si trovi, prima o poi di arriverà ad una forra, radura, non so come si chiami non sono una geografa, ma a parte le disquisizioni tecniche, un posto dove poter restare, finalmente ne trovo uno che mi pare adattissimo, non troppo grande ma corredato di tutto, una piccola pozza con relativa cascata.. può sempre esser utile, e sulla sponda dove decido di fermarmi, poco lontano una radura con grandi cespugli e qualche alberello.

A questo punto il problema è far un' accampamento decente, da dove comincio?...In fondo sono una ragazza di città e non me ne intendo molto...per prima cosa mi viene in mente un focherello da campo, l'idea mi par buona per diversi motivi, compagnia, magari un caffè, un po’ di calore e di luce per la notte e ulteriore vantaggio può servir a tener lontani animali selvaggi, non credo proprio vi sian leoni ma magari lupi e coyotes sì e sarebbe antipatico decider chi faccia da cena a chi, un invito s'accetta sempre volentieri, ma non se ...son io la portata principale.

Veloce riassunto sassi presenti, legna lo stesso, ops come l'accendo? Vado a frugar nelle tasche della sella di Pegaso et voilà compare un acciarino e il problema si risolve, per fortuna il tempo è bello e basta una coperta sotto il cielo stellato e la sella che fa da cuscino, ora il fuoco è acceso, le stelle e la luna brillan alte nel cielo, la giornata è stata lunga e faticosa, ora aspetto solo Morfeo che mi abbracci e mi conceda il dolce sonno dei giusti, cosa che presto avviene, un'ultima occhiata a Pegaso, il bricco dell'acqua borbotta accanto al fuoco.. e buonanotte a me!!!

La mattina,un raggio di sole mi accarezza il volto, gentile, fo per scansarlo, ma lui insiste, vuole che mi desti, Pegaso mi da il buongiorno con un nitrito energico, devo aprir gli occhi per forza, mi stiracchio un po’, devo ammettere però che mi facean male anche muscoli che non supponevo di avere, la notte sotto le stelle è molto romantica ,sì, ma la mattina dopo si senton tutte le pietre a cui sono spuntati milioni di angoli molto strani, per darmi la sveglia mi ci vuole un caffè, per fortuna l'acqua nel bricco è già calda, che ci posso fare, per me il caffè è uno dei pochi piaceri della vita...anche se, però pensandoci bene me ne vengono in mente anche altri.. . ma non è il momento questo, dunque… caffè per aprire gli occhioni, una puntata alla cascata, serviva proprio, i miei capelli eran diventati paglia secca dopo la cavalcata nella prateria, un saluto ed una carezza a Pegaso, una bevutina la merita pure lui, ed.. anche una strigliata come si deve… finite le faccenduole, compreso un po’ di bucato, mi siedo accanto al fuoco a pensar, colla calura che c’è basta un focherello piccolo piccolo, mi aiuta a riflettere su... cosa far della mia vita nel west.. the wild wild west...

Le possibilità posson esser tante per un rude cowboy, ma per una fanciulla la vita del west può esser dura, che possibilità ci sono? Quello che mi dicevan a casa"trovati un bel partito e sistemati" e che poi già mi avevano trovato per essere precisi, è da escluder a priori per ora, più in là non so, ma so con certezza una cosa, la carineria dura sol un mese o poco più, il lavoro tutto il resto del tempo, non importa quanto il tipo in questione abbia un piccolo ranch o una grande proprietà tipo una terra di sogno come Neverland, i problemi ci son sempre…un'altra carriera aperta può esser la ballerina di saloon, possibilità interessante da tener presente, ma si vedrà più in là, col tempo, cosa resta? La scelta è dura....ci sono, cercar oro, credo che il lavoro sia molto ed il risultato poco, ma ci voglio provare.....

...Cominciamo subito, il mattino è ancora giovane, il fiume è lì vicino, che ci vuole, prendo dalle tasche della sella di Pegaso una specie di padella, vado sulla riva del fiume ed inizio a...come si dice...spadellare, forse sarebbe più corretto dire cercar o setacciare oro, ma mi piaceva di più e rendeva meglio l'idea, in sulla riva... inizio a raccoglier rena, sassolini o quant'altro ci sia nel letto del fiume, fo uscir l'acqua dalla ciotola, dicono che in quel modo l'acqua porti via le scorie e rimanga sol l'oro sul fondo del recipiente, sarà ma le prime prove danno come risultato sol acqua e rena, il sole continua il suo cammino nel cielo ed il caldo s'inizia a sentir, ma non si diceva che la frescura delle acque del fiume porta refrigerio? Non ci credete… a lavorar si suda...

Sto quasi per rinunciare quando un brillio sul fondo del setaccio attira i miei occhioni, bello, ci son pietruzze luccicanti, oroooo... finalmente l'ho trovato e da lì inizio a vedere pietre luccicanti a non finire...ora si che comincia a piacermi setacciar oro,e ben presto sul mio fazzolettone da collo ce n'è un bel po’, a dir la verità trovavo anche altri sassetti, bruttini però, di un colore giallastro non bello come le pietre che luccicavano, faccio per gettarle via ma ci ripenso forse posson servire a qualcosa e li metto su un altro fazzolettone, sono più piccoli e pesano di più delle altre pietre che luccicano, così alla sera ho un bel mucchietto sia dell'uno che dell'altro,anzi a ben guardar quello dei sassetti giallini era molto più abbondante e più pesante di quelli luccicanti, ammiravo il risultato di un giorno di lavoro mentre la mia schiena e le mie ginocchia protestavano a gran voce... sol il tempo d'un caffettino serale, un salutino a Pegaso, mi avvolgo nella coperta, la sella mi fa da cuscino e ben presto Morfeo mi fa chiuder gentilmente gli occhioni...buonanotte a me...
 
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Oro o non oro?

La mattina piena d'entusiasmo penso di riprender il lavoro e fo per alzarmi, già ho detto che dormire a terra, non è il massimo del divertimento, ma... ops ogni muscolo che provo a muover protesta in maniera decisa, riesco a preparar il caffè mattutino e comincio a rifletter un po’ aiutata da un sacco di dolori sparsi, d'accordo il lavoro duro non ha mai fatto per me, debbo ammetterlo...ma punirmi così non lo trovo giusto...tutto quell' oro che mi aspetta sul greto del fiume e non mi posso muovere... destino ingiusto e rio… guardo con tristezza il fiume che scorre via rapido, un pensiero va col fiume....ed uno all'oro che porta con se chissà dove…. medito profondamente sulla caducità e debolezza umane e sul fatto che ogni cosa ha un suo prezzo...ma le strade da poter percorrer iniziano a diventar pochine.

Se questo è l'esempio tipico di cosa succede a cercar oro all'aperto...figuriamoci in miniera...polvere, sassi, picconar sempre e...le mie delicate manine che fine fanno?
Ruvide, screpolate, callose... sol a pensarci mi si riempiono di lagrime cocenti gli occhioni sgranati, dopo una mattinata intiera passata a pianger?? … Sulle mie sventure, i miei muscoletti paion far meno male, forse un raggio di sole spunta all'orizzonte, Pegaso mi viene vicino, oggi non ho potuto fargli fare la solita cavalcata e... si preoccupa per me, mi da una lieve spinta col muso come a dir...che ti succede?...Mi commuove veramente, si merita un po’ di zucchero e glielo do colla mano aperta, è proprio un amico, piano piano ...lo accompagno .. o lui accompagna me?...Al fiume, poi torniamo accanto al fuoco, il tramonto è al suo massimo splendore, la linea che si scorge all'orizzonte pare di fuoco e d'oro insieme e riflessi sulle nubi sfumano in verde poi violetto ed infine il sole volge il guardo oltre il levante, le stelle inizian a brillar alte nel cielo, la luna calante sta per sorgere, il fuoco sfavilla nell'oscurità, Morfeo mi accoglie fra le sue braccia e mi culla dolcemente...buonanotte a me....

Inizia il nuovo giorno, sono adesso in piena forma e voglio riprovarci, del resto… ho solo sbagliato a calcolar le forze, voglio dire sono ancora una neofita nel wild wild west, quindi posso come tutti fare errori di valutazione, ma la lezione è servita, ora so come fare a non ammazzarmi di fatica, un po’ si lavora, un po’ si riposa.. del resto anche...Velzna...non si è costruita in un giorno soltanto, mi sa che c'è voluto un bel po’, ma torniamo a noi.
Comincio a setacciar oro e riempio ancora i fazzolettoni da collo che ho con me, fra un po’ li finisco e vicino non c'e un emporio o un sarto dove far spesucce,ma adesso le pietre che luccicano son di meno i sassetti giallini son di più, tanto ormai ho deciso di prender su anche quelli.. qualcosa ci farò, ora però devo staccare un po’ e mi faccio un caffettino, l'acqua è a bollore, basta aggiungere la polvere di caffè, sento un galoppar veloce ed ecco arrivar di gran carriera un cavaliere, si ferma al fiume e fa bere il suo cavallo, io sono una personcina a modo e lo invito a prendere il caffè, accetta di buon grado e sediamo accanto al fuoco, iniziamo a raccontarci le avventure vissute, anche lui è venuto da poco nel West, è un biondino dagli occhi azzurri, non è proprio il mio tipo, preferisco occhi bruni capelli scuri e tipi più solidi, il mio ideale?.. un rude cowboy o un' avventuriero ad esempio un cercatore d'oro, ma son sempre disposta a far due chiacchiere, poi ad esser sinceri un po’ di solitudine la sentivo, si presenta lui per primo, si chiama andry ago strano nome, ma ognuno si può chiamar come vuole nel West, non sarò certo io a brontolare, mi presento anch'io e facciamo amicizia.

Chiacchiera tu.... che chiacchiero io... arrivo a spiattellare che ho trovato pietre che luccicano nel letto del fiume... cioè oro, cosi mi pare almeno, visto che per me l'oro è solo quello che brilla e luce come il sole, beh certo non è il massimo della furberia, ma il tipo ci sa far colle parole, e mi lascio incantare come una ... torda, magari ha giocato un po’ la solitudine....non sono per gli eremi...ne per la clausura..., comunque lui dice di saperlo riconoscere e gli faccio vedere le pietre, mi dice che sì è davvero oro e nel pomeriggio cominciamo a setacciare in due, il lavoro procede bene, il mio Pegaso fa amicizia con la sua Nebula tutto benissimo, quasi idilliaco...ah dimenticavo il biondo ha pure provviste fresche, cosa chieder di più, stasera a cena uova e pancetta, un banchetto, dice che cucinerà lui, comincia quasi ad acquisir punteggio nella mia personale classifica, forse cambierò idea sui biondini.

Dopo la cena il momento divien d'oro, il fuoco acceso, le stelle a brillar nel cielo, il biondo suona pure il banjo, e mi dedica canzoni d'amore....che dire sono al massimo della felicità, dopo le canzoni tante paroline dolci che mi fanno veder le stelline....ma torda sì, solo che... su certe cose non transigo....ognun la sua coperta, non gli sta molto bene, però si adegua, un ultimo dolcissimo sguardo dai miei occhioni grandi e lucenti e poi a nanna.... stasera non ho bisogno dell'abbraccio di Morfeo, i sogni son dolci come il miele, al mattino mi sveglio piena di dolce aspettativa, vado per salutar il mio nuovo e caro amico, ma.......sorpresa Nebula non c'è più, Pegaso mi guarda con un'aria come a dir te lo dicevo.... non c'è più traccia del biondo ....vo a guardar nelle tasche della sella, son sparite tutte le pietre che luccicano...son rimasti sol i sassetti giallini...in quel momento sembravo un tornado che avesse un ciclone in tempesta....non era certo consigliabile avermi vicino.....comunque ora ho capito perché mi piaccion poco i biondini cogli occhi azzurri...e non dimentico facile...io.

....Ricominciamo a lavorar al fiume, mi sa che comincio a lavorar troppo per i miei gusti, non credo d'aver mai lavorato per più di qualche giorno di fila, che ci posso far, pei miei era indecoroso che una dolce e gentil fanciulla par mio lavorasse, quindi mi faccio i complimenti per come sto resistendo alle traversie, qui nel west, mi preparo il caffè del resto è una delle poche cose che so far bene, per fortuna il biondo nella fretta di ripartir veloce ha lasciato le provviste che aveva con se, quindi ancora per un po sto a posto, porto Pegaso a far il bagnetto e ne approfitto anch'io, poi di nuovo al lavoro, pietre luccicanti ora son poche, sol tantissimi di quei sassetti gialli, bruttini, penso con nostalgia alle belle pietre luccicanti che han preso il volo e chissà dove sono ora. a questo punto il sole diventa troppo caldo e smetto, vo accanto al fuoco lo ravvivo, e mi siedo a guardar le fiamme..

Il sole del mezzogiorno di fuoco...è di fuoco sul serio, quasi quasi un riposino ci starebbe bene, ma decisamente la prateria è affollata.. un gran polverone si vede ed ecco arrivare un tizio, su un cavalluccio, mi sembra un po’ male in arnese, ma il mio tenero cuoricino mi fa’ esser ospitale come al solito e gli offro il caffè, lo accetta volentieri, chiacchiera tu che io rispondo ci si conosce un po’ meglio, ma non mi vuol dire il suo nome ed io non gli dico certo il mio, mi sta bene anche così non dobbiamo mica esser fratelli… dall'aspetto un cercatore d'oro mi pare, ma stavolta taccio, basta passar da ... torda una volta e per i miei gusti avanza pure, dopo il caffè il tizio va a rinfrescarsi un tantino, se debbo esser sincera … ne aveva bisogno fra polvere cavallo e lavoro... non mancava nulla… ah non mi aveva detto il suo nome ma quello del suo cavallo ...un nome strano che non avevo mai sentito prima...un attimo ..ah ecco si...Bucefalo.. chissà mai che vorrà dire, stavolta Pegaso avrà un amichetto da conoscer ...ma mi sa che non gli va molto bene.
Il tipo torna dopo un po’..capperi che cambiamento, una doccia fa sempre bene, ma non credevo facesse...miracoli beh è proprio un bel tipo... senza la maschera di polvere e l'odor di cavallo... bruno.. occhi castani.. sissì ...approvato, d'improvviso la voglia di lavorar mi passa, non è che prima ne avessi chissà quanta ...del resto, cosi iniziamo a contarci storie... certo che anche lui ha viaggiato molto e di racconti ne ha.. quasi più di me...ma l'imbrunire s'avvicina rapido e per sdebitarsi del caffè cucina lui...dalle tasche del suo Bucefalo prende le provviste e mi prepara una cena coi fiocchi.. .carne secca e gallette.. proprio degna del miglior ristorante francese... modestamente a casa dei miei ..il cuoco era francese e conosco la cucina di lì... comunque a caval donato non si guarda in bocca... ma or le stelle inizian a brillare nel cielo scuro, è ora di andar a nanna...fedele ai miei principi, ognun la sua coperta e per cuscino la propria sella.. e poco dopo ..buonanotte a tutti... cavalli compresi.

..Memore della precedente esperienza.. mi risveglio aspettandomi d'esser sola.... ma sorpresa.. si è svegliato prima di me ed ha già preparato il caffè mattutino... l'ho sempre detto ..debbo fidarmi di più della mia classifica personale sbaglia poche volte… nell'aria il profumo di caffè è divino a quest'ora... mi districo dalla coperta una puntatina al fiume... beh farmi carina è il minimo, prendiamo il caffè insieme... quattro chiacchiere e si fa il programma della giornata, mi dice serio che ha notato nel fiume delle pietre che potrebbero esser oro e mi propone di provare a setacciar il greto del fiume, io gli faccio -è perché no?-... se voglio so far bene la gnorri... fidarsi è bene ma...ci avviamo al fiume ed iniziamo a setacciare... è molto più fornito di me ed ha molta più tecnica ...si vede che ci sa fare, del resto il suo fisico asciutto ed atletico, dimostra che ci sa fare...sa come andar a cavallo... ah c'e anche una zazzera ricciuta che è un amore ...gli dà un'aria da selvaggio che mi piace proprio...va beh dai facciamo la personcina a modo e torniamo al lavoro.
 

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N.B.
I player nominati nel diario hanno accettato di esserlo, e li rigrazio per avermi dato l'occasione di scrivere delle storie, in cui dividevano le avventure con Auriel, in seguito potrei aggiungere citazioni o altro, ma le specificherò di volta in volta.
Ancora un grazie ragazzi, spero che vi divertiate a leggerle come io a scriverle.
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Auriel
 
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Comincio a dedicarmici un tantino… tiro su qualche pietra di quelle che mi piaccion cosi tanto, quelle che luccicano e gliela fo veder fiera, la guarda appena, fa spalluccia e mi dice di ributtarla pure a fiume che tanto non è oro è solo pirite, ossia l'oro degli sciocchi... di solito non mi piace che mi si dia della sciocca e stava per partire un baleno di fuoco dai miei occhioni, ma ecco che un'idea improvvisa mi fa scoppiar in una risata, mi guarda stupito, allora fra le lacrime delle risate gli racconto la storia del biondino che mi ha fregato la... pirite, si mette anche lui a ridere di cuore e mi fa veder quale sia l'oro vero, son quei sassetti bruttini e giallini di cui ho una buona raccolta, dopo tutto non sono così sfortunata, con una mattinata di lavoro ne raccogliamo un bel po’ cosi nel pomeriggio ci si puo’ riposare accanto al fuoco e con una tazza di caffè in mano, il tipo ne sa di storie mi dice il suo nome Tom Brownie ed io mi presento da buona damina, all'incirca, di certo conosce il West più di me, non si fa crescer l'erba sotto i piedi si vede lontano un miglio, parla che ti parla s'avvicina l'imbrunire, stasera cucino io per ricambiare, una cosa che ho visto cucinare a casa, spero solo che il risultato sia... mangiabile.

Polenta, bistecche ed un bel pezzo di formaggio, son le provviste che il biondo aveva lasciato, nulla a che dire fan comodo, dopo cena... le stelle brillano, i miei occhioni pure ed un po’ anche i suoi, nulla da dire le serate del west son magiche, man nella mano, occhi negli occhi, il dolce profumo della notte, il fuoco che arde, la dolce magia di una notte nella prateria, decisamente il tipo ci sa fare, basterebbe tanto così, ma... con forte rimpianto rimango della mia idea, fedele ai miei principi, ognun la sua copertuccia, con un sospiro ritiro la manina di tra le sue, un ultimo dolcissimo e struggente sguardo ed a nanna, mi sa che stanotte sarà dura dormire, ma ci si prova.

Come previsto notte agitata, chissà perché, ma ora il sole giunge a scacciar i fantasmi della notte ed un profumo di caffè si spande per l'aria, caldo e forte proprio come piace a me, mi risveglio con un sorriso negli occhi e nel cuore, mi districo dalle coperte ed approfitto di una distrazione del tipo, di cui non so ancora il nome, per fare una puntata al fiume, nella parte dove c'è la piccola cascata.
Il mio nuovo amico è caruccio anzichenò, ma anche del mio non mi porto male, s'è n'è gia accorto, però non fa certo male mostrarmi al mio meglio, libero i lunghi e riccioli capelli dalla polvere accumulata e devo dir che son morbidi e di seta, i miei occhioni brillan come stelle...e ho il color di Biancaneve, malgrado il sole, insomma la mia figurina la faccio discreta, al ritorno vicino al fuoco vedo che apprezza il risultato di tanto lavoro, non parla... ma gli occhi castani son eloquenti il giusto, naturalmente ne son felice... mi sa che oggi la mandiamo per vacanza e credo che neanche lui si opponga al progetto, per prima cosa il caffè, io lo so far molto bene, ed apprezzo enormemente chiunque lo sappia fare, del resto è un'arte.

Da perfetto gentiluomo mi porge la tazza, è di peltro, ma anche se son abituata a servizi d'argento, nella prateria... così al volo non saprei dove trovarne... per cui ben venga il peltro... le sue mani sfiorano le mie, il contatto decisamente è elettrico e ce ne rendiamo ben conto tutti e due, per non complicare le cose facciamo finta di darci un contegno… alors in ogni accampamento decente, per quanto mini ci dovrebbe star una tenda, magari è utile per la pioggia.
Chiaramente non so da dove iniziare e quindi si offre per tirar su la tenda... non son certo di quelle che si oppongono al lavoro volontario e neanche di quelle che si sentono a disagio nel veder lavorare, son sempre stata dell'idea che è molto rilassante guardar chi sa far bene un lavoro e mi sa... che se impiega energie per lavorare non sia affatto male, infatti vien su proprio carina, ci sa fare senza dubbio.

A lavoro finito me lo mostra di fuori ed anche all'interno, spaziosa non c'è che dire... fo per voltarmi ed uscire e ....mi ritrovo fra le sue braccia.... non che fosse sgradevole, per un momento... chissà... ma se questo era lo scopo della tenda, si sbaglia di grosso... son una fanciulla a modino, più o meno... ma tendo a prender io certe decisioni e mi pare che voglia accellerare un po’ tanto, cosi gli appoggio una manina sul petto e... son sincera ...mi è dispiaciuto farlo, con una spinta lo mando seduto a terra.... poi esco dalla tenda.... ma son di cuor tenero e lo aiuto ad alzarsi da terra.... da fuori... prova a tirarmi ancora verso se, ma gli vien male la mossa e mi libero facilmente... poi lo lascio seduto li che mi guarda, un po’ deluso... per parte mia do un sospirone... ma la tenda serve per le provviste.

Ormai l'imbrunire è vicino mi accosto al fuoco, lo guardo dolcemente e gli offro lo stufato che stava a bollire da un po’, si avvicina sorridendo e mangiamo... poi il caffè, la notte piena di stelle, il vento porta l'ululato di un lupo, mi stringe a se, certo per proteggermi, un attimo di abbandono...ed ognun la sua copertuccia e la propria sella per cuscino, anche oggi una giornata piena… un ultimo dolcissimo sguardo dai miei occhioni sgranati... un ultimo suo pieno di calore... e buonanotte... forse… non riuscirò a dormir ma sol di sogni si tratta.
Un'altro giorno inizia col profumo del caffè, se c'è una cosa che mi fa girar la testa è il profumo del caffe, specie se fatto bene e lo sa fare ...mi sa che son poche le cose che non gli riescono ed ancor rneno… quello che non sa fare.

Mi porge la tazza di caffè, mi accarezza la mano dolcemente nel farlo ma i suoi occhi son scuri, non c'e la solita luce, però non so cosa voglia dire, dai miei occhioni sol dolcezza traspare, son tenera di cuore e mi affeziono facilmente, dopo il caffè, mi si siede accanto, mi guarda come se volesse fissare il mio volto nella sua mente... mi sa che ho capito... che neanche oggi si lavora, mi abbraccia stretta... il suo volto fra i miei capelli, la sua voce bassa e profonda mi sussurra qualcosa, non lo sento distintamente, ma basta a farmi sentir uno straccetto.... auff... un sospirone mi sfugge, ora il parlar si fa più distinto e colgo le parole decisione e andare... rientro in me molto rapidamente, prendo il suo viso tra le mani, e lo guardo.

Credo che i miei occhi esprimano stupore e sconcerto, nei suoi leggo tristezza e fermezza, e mi ripete e ora lo sento perfettamente, che la sua strada lo porta lontano, non riesce a resister così al sentimento che prova e preferisce riprender la via, prima che tutto divenga difficile ed ancor più arduo... non c'e che dire una bella doccia gelata... non so cosa sperassi o volessi... lo guardo senza proferir verbo, non mi piacciono le scene madri... ora si alza e fa per andare... forse spera che lo fermi... che lo chiami... ma io seguito a guardarlo in silenzio... prepara il cavallo, un ultimo sguardo... io son di pietra... in effetti non saprei cosa dire, vorrei che restasse, ma dev' esser sua la decisione, non ho mai voluto ne pietà ne conforto ne tanto meno sentimento che non fosse offerto di volontà e di cuore, sale su Bucefalo e s'allontana... nel sole lo seguo con lo sguardo finchè lo vedo, ma presto si confonde la vista, mi porto una mano al volto per strofinar gli occhi e.... son lacrime quelle che scendon giù ora e mi impediscono di vedere.

Un gesto deciso, m'asciugo gli occhioni, poteva esser ma non è stato, una storia che resterà cara al cuor e nella mente e poi chissà il West non è poi immenso e...domani è un'altro giorno... come ho sentito dire da una certa Rossella, mi pare O'Hara... ma non son sicura.
Torniamo a me... a volte il lavoro duro può esser la miglior medicina, dicono... non mi par molto logico, ma provar costa poco.
Mi avvio al fiume e comincio a lavorare.. magari un po di solitudine aiuta a rifletter un tantino... oggi un sacco di pietre si trovano sia lucenti che non... memore degli insegnamenti raccolgo solo quelle meno appariscenti... perchè caricarsi di inutile peso? Il mezzodì di fuoco s'avvicina a grandi passi ed è ora di smettere, ritorno al mio fuoco solitario e non sto un granché bene... se trovo chi ha detto quella fesseria sul lavoro e sulla medicina gliela faccio ingoiar di forza... a pallettoni di sale... così ci pensa bene prima di affermar cose sciocche... guardo le fiamme danzar e mi vengono in mente cose strane... amore... amicizia... solitudine... fra un pò mi fuma il cervello, lo diceva sempre mia madre... lascia consumar il cervello agli uomini... tu lascialo per le cose importanti, senza dubbio aveva ragione ma sulle cose importanti per me e per lei ci sarebbe da discuter un po.

Il suono d'un veloce galoppo mi riscuote da pensieri che stavan diventando acque profonde, guardo con un minimo di curiosità, è una redskin. o nativa americana... politically correct, ma il concetto è lo stesso, per me non fa differenza, ma una cosa m'incuriosisce, da quel che sapevo una squaw non gira da sola...magari seguirà il suo uomo... vedremo, il suo cavallo si ferma al fiume per bere, ed io la invito per un caffè...con mia sorpresa accetta subito, credevo fosser più solitari, ma si vede che per esser una viaggiatrice ha altre abitudini, meglio così, accanto al fuoco e con una tazza di caffè bollente in mano cominciamo a parlar, mi presento e lo stesso fa lei, il suo nome oliviuli mi par bello e strano le chiedo il significato e mi dice che ha a che fare con pietre che vanno col vento, e anch'essa va dove la porta il vento, non è in cerca d'alcuno.. ben detto... approvo completamente.

Parliamo fitto fitto, mi narra le storie del suo popolo, dei suoi avi, le usanze ed i costumi, io le parlo delle mie usanze di viso pallido e ci scherziamo su, è davvero molto simpatica, mi piace la sua compagnia e credo le piaccia la mia, abbiamo molte cose in comune e so che potremo divenir buone amiche, ne son certa.
 
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La mia nuova amica

Mi racconta che nella sua tribù era compito loro scuoiare gli animali, affumicare la cane, conciare le pelli e confezionare gli indumenti e i mocassini, dovevano rendere le pelli morbidissime come un tessuto, raccogliere la frutta, preparare mais e miglio, cucinare, montare e smontare le tende, accudire ed allevare i figli, preparare il grasso di bisonte per difendersi dal freddo dell'inverno e procurare corteccia di salice e salvia per curare i malanni, rispattavano moltissimo Nonna Terra.

Infatti, la vita era basata sulla scelta tra due vie, una che corre da nord a sud e l’altra da est a ovest, l’oggetto sacro per eccellenza era la Pipa, donata al Popolo, da Wohpe, la donna bisonte bianco, la Pipa Sacra è divisa in due parti, cannello e fornello, l’uno ricavato da legno di acero e il secondo da una pietra rossa, le due parti vanno conservate separatamente in una custodia di pelle di cervo ornata da perline colorate e aculei di porcospino, per via del grande potere in essa racchiuso, l’unione di Cielo e Terra, il combustibile è rappresentato da corteccia di salice rosso, a cui in alcuni casi vengono aggiunti tabacco o erbe aromatiche, poi mi narrò la storia di Wophe e di come donò la Sacra Pipa.

Tanto tempo fa, due bei giovani erano stati scelti dalla loro tribù per scoprire dove erano i bisonti. Mentre gli uomini stavano attraversando il territorio dei bisonti, hanno visto qualcuno in lontananza che camminava verso di loro.
Poiché erano sempre cauti per paura dei nemici, si nascosero dietro alcuni cespugli ed attesero. Ormai la figura era giunta sul pendio. Con loro sorpresa, la figura che camminava verso loro era una donna. Infatti il Grande Spirito Wakan Tanka aveva mandato sulla Terra la dea Whope a donare agli uomini la pipa sacra.
Dopo essersi avvicinata, si fermò e li guardò. Avevano capito che poteva vederli, anche dove erano nascosti. Il suo braccio destro portava qualcosa che assomigliava ad un bastone in un mazzetto di erbe. Il suo viso era bello.
Uno degli uomini disse, «È la più bella che io abbia visto mai. Desidero che sia mia moglie.»
Ma l'altro uomo ha risposto: «Come puoi avere un tal pensiero? È straordinariamente bella e santa, molto più di una persona comune.»
Anche se lontana, la donna li sentì parlare. Così disse: «Venite. Che cosa desiderate?»
L' uomo che aveva parlato per primo andò fino a lei e pose le sue mani su di lei. Immediatamente, da qualche luogo lì sopra, venne una tromba d'aria. Allora si alzò una foschia, che coprì per un attimo l' uomo e la donna. Quando la foschia svanì, l'altro uomo vide ancora la donna con il fascio sul suo braccio. Ma il suo amico era un mucchio di ossa ai suoi piedi.
L' uomo si levò in piedi silenzioso per la paura di quel prodigio. Allora la bella donna disse a lui: «Io appartengo al popolo del bisonte. Sono stata mandata su questa Terra per parlare con il tuo popolo. Tu adesso dovrai compiere una missione molto importante. Devi andare dal tuo capo e dirgli di costruire una tenda la cui porta deve guardare a est. Sul posto d'onore dovrà cospargere della salvia e dietro la buca per il fuoco dovrà sistemare un teschio di bisonte. All'alba arriverò al villaggio.»
Tutto fu predisposto secondo quanto era stato richiesto dalla dea Whope che puntuale all'alba fece la sua apparizione al villaggio accolta da una grande folla. Portava un cannello nella mano destra ed un fornello rosso da pipa nella sinistra, i doni erano avvolti in fasci di salvia. Tolse il fascio di piante dal regalo che stava trasportando. Il regalo era una pipa fatta di pietra rossa. Su essa era intagliato il profilo molto piccolo di un vitello di Bisonte. Entrò nel tipì e sedutasi al posto d'onore disse che il Grande Spirito era molto contento dei Lakota, che li considerava fedeli e riverenti e che, pertanto, erano stati prescelti per ricevere la pipa che lei aveva portato per il bene di tutta l'umanità.
Dette la pipa a Toro Che Cammina In Piedi e gli insegnò le preghiere che doveva recitare. «Quando pregate il Grande Spirito, dovete utilizzare questa pipa durante la cerimonia. Quando siete affamati, togliete la pipa dal suo imballaggio e ponetela così all'aria. Allora i bisonti verranno dove gli uomini potranno cacciarli ed uccidere facilmente. Così i bambini, gli uomini e le donne mangeranno e saranno felici.»
La donna bella gli disse anche come la gente dovrebbe comportarsi per vivere pacificamente insieme. Gli insegnò le preghiere che dovevano dire quando si rivolgevano alla loro madre Terra. Gli spiegò inoltre come dovevano decorarsi per le cerimonie.
«La Terra,» aveva detto, «è vostra madre. Così, per le cerimonie speciali, vi decorerete come la vostra Terra: di nero e di rosso, di marrone e di bianco. Questi sono anche i colori del Bisonte. Soprattutto ricordatevi che questa è una pipa della pace. La fumerete prima di tutte le cerimonie. La fumerete prima di fare i trattati. Introdurrà pensieri pacifici nelle vostre menti. Se la userete per pregare il Grande Spirito e la madre Terra sarete sicuri di ricevere i doni che chiederete.»
Rimase al villaggio quattro giorni e prima di partire accese la pipa, la offrì al cielo, alla Terra, ai quattro venti, ne fumò una boccata e poi la passò al capo. Infine, uscì dalla tenda mentre tutto il villaggio era lì a guardarla; fuori dell' apertura del cerchio si fermò per un istante e toccò la Terra. In un istante si trasformò in un vitello di Bisonte nero. Toccò ancora la Terra ed allora prese la forma di un vitello di Bisonte rosso. Una terza volta toccò la Terra e diventò un vitello marrone. La quarta ed ultima volta si trasformò in un candido vitello di Bisonte, bianco, senza una macchia. Allora camminò verso il nord e sparì lontano, sopra una collina.
Toro Che Cammina In Piedi conservò la pipa della pace con attenzione. Chiamava a raccolta tutti i bambini del villaggio e sciolto il fascio che avvolgeva la pipa ripeteva le lezioni che a lui erano state insegnate dalla donna. E la usò nelle preghiere ed in altre cerimonie fino a che non ebbe più di cento anni.
Quando diventò debole, fece una grande festa. Durante questa festa dette la pipa e gli insegnamenti ad un uomo degno. Allo stesso modo la pipa è stata passata di generazione in generazione. «Finché la pipa sarà utilizzata,» la donna bella aveva detto, «la vostra gente vivrà e sarà felice. Non appena sarà dimenticata, la gente perirà.
(leggenda indiana)

Mi pareva una vita molto dura e sempre al servizio di qualcuno, ma lei sorride e mi dice che in realtà erano molto considerate sia dai mariti che dai capi della tribù, la mattina il marito pettinava i lunghi capelli della moglie e li intrecciava, poi le dipingeva il viso per proteggerne la carnagione bellissima dal sole e dal vento ed i bambini prendevano il nome del clan della madre, le chiesi curiosa se esistevano le violenze come ne avevo sentito parlare a Londra, naturalmente di nascosto una fanciulla non doveva saper nulla di certi argomenti, ma... son curiosa di natura, al che mi risponde che non capiva cosa volessi dire, io con un filo...tanto d'imbarazzo, l'educazione fa i suoi danni, l'ho sempre detto, le spiego che intendo i rapporti fra uomo e donna, non voluti da una delle parti ...di solito la donna, al che scoppia a ridere, e mi dice che un uomo che sol avesse pensato di poter fare una cosa del genere se ne sarebbe presto pentito... tutte le indiane sapevano usare benissimo il coltello ed anche dove ...usarlo, l'unica cosa da tener presente era che poi dovevano prendersi cura.. .dell'invalido…se sopravviveva... fino al termine naturale della sua vita....ma ne sopravvivevano pochini.

Ora il suo sguardo si fa sognante e mi dice che vuole narrarmi una leggenda del suo popolo, la ascolto con le orecchie e con il cuore ed inizia a raccontare la storia di Alba radiosa e di Lupo Solitario.

Lune orsono nella tribù del popolo degli uomini,
che voi bianchi battezzaste con il nome di Sioux,
visse una principessa così bella e radiosa
e che ogni mattina al suo risveglio ella trovava
una rosa nel suo teepee proprio accanto al suo
Ella era molto corteggiata ed i più giovani e forti guerrieri
della tribù facevano a gara per portare a suo padre Orso Saggio
i più bei cavalli e le armi più decorate come voleva l'uso
per chiedere la mano della principessa.
E da tutte le tribù vicine ella era conosciuta ed amata
e sarebbe stato fortunato colui che avesse avuto il suo cuore.
Alba Radiosa, questo era il nome che la tribù le aveva dato
per la sua solarità, viveva gaia e felice quindi nell'attesa
di scegliere il suo compagno come era in uso nella tribù.
Poco distante dall'accampamento, ai limiti della foresta,
viveva in una modesta capanna un guerriero di nome Lupo Solitario,
egli non era bello e nemmeno più giovane ma il suo cuore batteva
per Alba Radiosa e batteva così forte che, quando vedeva la principessa,
sembrava che i tamburi di guerra tuonassero all'unisono!
Ed era lui che ogni notte sfidava le ire di Orso Saggio
per posare la rosa accanto alla principessa.
Una notte però calda e afosa le principessa si svegliò proprio
mentre lui poneva la rosa accanto a lei.
Lei gridò... Orso Saggio si destò all'improvvivo
e colpì col suo coltello Lupo Solitario al cuore .
Ma la Madre Terra,dea dei Sioux, ebbe pietà di Lupo
e lo tramutò in una costellazione, la Costellazione del Lupo
Se guardi a destra dell'Orsa Minore la vedrai
e se ascolterai bene udrai anche un ululato lontano
nella foresta al limitare dell'accampamento della tribù degli uomini.
E' il lamento di Lupo Solitario per il suo amore mai realizzato.
(leggenda Indiana)
 

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Arriva l'ora di metterci al lavoro, per prima cosa andiamo nel boschetto vicino a cercar dei pini o dei pioppi ... troviamo dei pioppi ce ne servono almeno tre..lunghi dai 3 ai 4 metri...guarda caso ne troviamo tre caduti... ma adesso viene il bello bisogna scortecciarli... un bel lavoretto … non c'è che dire… bene al lavoro… fortuna che lei lo sa far bene ... se no mi sa che il tepee restava nel mondo dei sogni ...finita la scortecciatura si appuntivano ad una estremità per conficcarli nel terreno.

La struttura portante è tronco conica, per la copertura occorrevano almeno 10 pelli di bisonte conciate e cucite insieme che per fortuna aveva con se… altrimenti addio tepee… si lasciavano due aperture in cima per far uscire il fumo del fuoco e l’apertura d’entrata era sempre orientata verso il sole che nasce, le pelli venivano fissate al terreno con dei picchetti di legno… se questa è la vita che si deve far ogni volta che ci si muove divento stanziale… giuro… per questo lavoretto ci son voluti giorni e giorni, trascorsi però benissimo fra chiacchierate, risa e canti…or però la vedo irrequieta, le chiedo il perché e mi dice che inizia a sentire il richiamo del vento e sente di dover andare.. la guardo stupita e …tutto il lavoro?

Mi dice che la sua strada ora la porta verso una città dove si fermerà finchè il vento non la chiamerà ancora per raggiungere la tribù a cui appartiene ed il materiale per il tepee non le occorre più, perché deve viaggiar leggera e me lo lascia, io non so che dire sono solo un po’ triste perché penso che un’altra persona amica mi lascerà, allora lei, oliviuli, con un sorriso dolcissimo mi dice di aver un’altra cosa per me, una “regalia” cosi la chiama, va a prender dal suo cavallo qualcosa, un pacchetto bello grosso e mi fa –aprilo-…son curiosa lo so …è un mio difetto, lo apro e…resto a bocca aperta contiene un abito indiano da cerimonia, ricamato a perline e conchiglie di un color giallo pallido, finissimo e morbido, con uno scialle che non ho parole per descrivere.. degno di una principessa ricamato anche con penne d’aquila ed una acconciatura femminile sempre di penne e piume d’aquila, ed un paio di morbidi stivali dello stesso color dell’abito…un sospetto mi fa spalancar gli occhioni , che sia lei la principessa della leggenda?

Mi dice che era il suo abito di nozze che non indosserà più ormai, e vuole che lo abbia io, son confusa al massimo e fo per rifiutare, ma appena sto per parlare mi dice che ha deciso cosi e che non devo offenderla rifiutando il suo dono… ma lo dice con una luce birichina negli occhi color della terra ricca …che dire ora ..lo accetto. L’abbraccio forte non vorrei che andasse ma so che non sarebbe giusto e lei mi saluta con un canto navajo “Avanza sulla scia dell’arcobaleno, avanza sulla scia di una canzone.. e tutto sarà bello per te. C’e una strada fuori da ogni oscura foschia, oltre la traccia dell’arcobaleno” (canto indiano),
poi si volge e va via col vento, nel sole.
Ora son di nuovo sola ma con tanti ricordi di persone care al mio cuore e chiuse al sicuro nello scrigno della mia mente.

Una notte solitaria è passata, mi manca la mia amica redskin..che è una sciocchezza sonora è bianca quasi come me, bene ora dopo il caffè mattutino al lavoro, ora nel fiume ci son anche altre pietre, stavolta biancastre ma viste controluce sembrano brillare all'interno, mi piacciono un mucchio ... ho deciso raccolgo anche quelle, e gia che ci sono anche di colorate decido di prender anche quelle ..il mezzodì si avvicina rapidamente e decido di smettere.

Vado verso l'accampamento e lo trovo troppo grande..una tenda ...un tepee, sto seriamente pensando di smontare la tenda...molto meno faticoso.... quando una nuvoletta di polvere vedo avanzare, chissà stavolta chi sarà.. alla faccia della solitudine.. piccadilly circus ..è il deserto a paragone, basta aspettare un pochetto, la polvere si dirada, ed ecco un tipo uscir fuori, è talmente impolverato, che non si capisce neppure di che razza sia si vede solo un fazzolettone che gli copre il naso e la bocca e degli occhi scuri, non parla nemmeno non che pretendessi chissà che cosa ma un salutino sarebbe il minimo..
 
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Niente.. va col cavallo al fiume... mi chiedo se sia cieco... c'è l'accampamento grandino per di più, Pegaso ed io, sparisce dietro la boscaglia dopo un bel pezzo rieccolo... so che me ne pentirò... gli faccio un cenno col capo per invitarlo a bere una tazza di caffè... toh ora sorride ...il tipo...beh nulla da dire ..non male… alto, bruno, occhi scuri, un tantino taciturno... forse un po’ spigoloso... ma non si può aver tutto si siede accanto al fuoco e dice ciao... ohè ma chi si crede di essere.. il sindaco di New York...? va bene carina e gentile... ma mi picco subito... ed ancor più se si danno per scontate le cose... decido di stare per un po’ sulle mie... finché dura… rispondo – ciao - e gli porgo la tazza col caffè... la sua mano, dove la mia sparisce, indugia un po’ tanto....troppo? forse sì chissà che cosa pensa ... una ragazza da sola in giro per il west... mi sa che è il tipo meglio pentirsi che rimpiangere.

...Buona Auriel, lascia stare, magari è meglio, forse fa cosi e basta… è un suo modo di fare, va bene tempo al tempo, faccio finta di nulla ed inizio a chiacchierare, vedo che si incuriosisce sempre più... ma andiamo al rallentatore 100 parole io 10 lui, bel rapporto, bene si fa ora di cena le provviste che ha lasciato la mia amica oliviuli cascano a fagiolo, potrei fare un banchetto degno di un re ….ma non se lo merita… stasera carne essiccata e gallette… giusto il caffè dopo cena… sto per chiudere la serata con un secchissimo buonanotte … le stelle brillano nel cielo scuro di velluto ed ecco che la statua prende vita… ma no …forse era solo stanco… son io ad esser malignetta… ma ora che si è sciolto diventa un fiume in piena, mi dice che l’ho colpito appena mi ha vista, che i miei occhioni sgranati sono la cosa che lo ha fatto innamorare, che pone il suo cuore ai miei piedi, che farà di me la sua regina e che sono la sua dolcissima fanciulla del west…’apperi, che scilinguagnolo ed io che lo credevo cieco e muto… ancora un po’ e mi travolge, mi parla un po’ di se, è un cowboy, uscito dalla sua città per una missione per conto di un tale, al momento è senza fissa dimora ma appena rientra…. se vorrò esser la sua donna parlerà col sindaco che conosce bene e mi donerà il suo cuore….mi sa che corre un tantino troppo.

…Sarebbe la felicità di mammà ma ancora ho altri progetti in cantiere….son troppo giovane per un legame serio e per un ranch… e mi sa che il suo ranch è grandino… ma troppo lavoro… Ascoltarlo però è così dolce che un po’ mi lascio andare, i suoi occhi alla luce delle fiamme son caldo velluto bruno con cui mi avvolge in una carezza… guardando bene si notano anche scintille d’oro fuso… mi prende le mani fra le sue, son caldissime ….quasi bruciano di un calore febbrile, le mie son fredde quasi gelate … ma assorbono subito il calore, anche il viso sento caldo le gote s’infiammano, non so che mi succede… ma so una cosa di sicuro … che a questo punto l’ora è tarda ed ognun nella sua tenda, o se preferisce dormir sotto le stelle faccia pure, io nella mia tenda e chiudo bene l’entrata …non che abbia paura di lui anche se forse sperava altro… che dormir solo, ma non vorrei improvvisamente diventar sonnambula io… ed ora buonanotte anche se nella tenda fa davvero troppo caldo.

Un nuovo giorno inizia, il profumo di caffè mi sveglia… insieme a tanti rumori, che sta succedendo? Do un’occhiata fuori, il sole è sorto da poco… liberiamo l’uscita dalle masserizie che ci avevo messo davanti ed esco, mi sa che ho già detto che senza il caffè, ragiono poco o nulla, non è buono come il mio, ma per svegliarsi va bene… in compenso si è svegliata la mia curiosità, il rumore è aumentato …si sta dando da fare vicino ai cavalli…ma non riesco a capire cosa voglia fare… di solito andrei a vedere… ma decido di aspettare, prima o poi finirà di lavorare… presumo, intanto ne approfitto per fare un po’ di bucato ogni tot serve… non devo sfilare però mi piace indossar roba fresca e profumata… mi sento generosa e preparo pure il pranzo, in fondo è tutta la mattina che lavora a non so cosa… non do fondo alle mie prerogative da chef sopraffino… basta uno stufato ed un po’ di frutta per dopo.

Appena il profumo dello stufato si diffonde, smette di lavorare e si avvicina, le ciotole son pronte da esser usate, mi rivolge un sorriso e mi ringrazia per il pranzo che era oltre quel che si aspettava… esagera un tantino, a parer mio, se decido di cucinar sul serio che fa … mi apre un saloon-ristorante? ... Poi sempre caruccio mi dice di aver notato… bontà sua, che i cavalli non avevano un riparo e un recinto così aveva deciso di provvedere lui a costruirne uno, lo ringrazio, fra un po’ se non ci sto attenta da accampamento provvisorio diventa una città, dopo pranzo vado a vedere il lavoro fatto, mi pare il minimo ed è molto orgoglioso del suo lavoro ben eseguito, non c’è da dir nulla, è ben costruito per quello che ne posso capire, non è che sia molto però, sa fare il fatto suo, lo ringrazio con un sorriso dolcissimo ed i miei occhioni sgranati iniziano a brillar come stelle, non me lo aspettavo, rude sì , ma con classe.

Torniamo accanto al fuoco, si merita del riposo ha lavorato per un bel po’ di ore, cominciamo a parlare, mi racconta della sua vita solitaria dedita al lavoro, da quando ricorda ha conosciuto solo doveri, ha avuto solo un amore grande, ma non è riuscito a dirglielo e l’ha persa nel giro di un attimo, la fanciulla in questione non aveva saputo leggere nei suoi occhi bruni il sentimento profondo che li animava, quel sentimento silente e stupendo che non aveva parole ma fatti ed aveva preferito un tipo che sapeva parlar molto bene ed ora stava pagando con la sofferenza quella scelta sbagliata, lui era stato testimone del mutar dei sentimenti di lei, ma ormai era tardi, troppo per lui ed aveva deciso che avrebbe dichiarato subito il suo sentir alla fanciulla che gli avesse mosso il cuore ad un nuovo sentimento, per non ripeter l’errore compiuto.

Nell’udir quella storia toccante, mi si riempiono di un velo di lacrime gli occhi, mi commuovo facile lo so, ma so anche che la voce del mio cuore non mi ha mai ingannata, ora mi prende le mani fra le sue, mi dice che quella fanciulla che gli ha mosso il cuore son io, non rispondo nulla lo guardo soltanto, mi abbraccia poi stringendomi forte, è più grande di me e molto più forte, una vita di lavoro la reso cosi, e provo un senso di non so che cosa, non ho mai provato nulla così, il cielo blu notte, le stelle guardano da lassù, il fuoco danza le sue fiamme brillano alte, accendono di bagliori d’oro brunito i suoi occhi di velluto scuro, che mi accarezzano l’anima, dai miei un fuoco inizia a trasparire, un fuoco chiaro che può incendiare ancor più chi li guarda, il profumo della notte stordisce e spinge alla dolcezza di un abbandono, di un lasciarsi andare, ma ora … basta, la mia mano si appoggia al suo ampio torace, lo allontano da me, voglio riacquistar lucidità, lo guardo negli occhi, ora i suoi son d’oro fuso, distolgo lo sguardo non voglio che legga nei miei cosa provo, del resto neanch’io lo so, ma so che è ora che ritorni nella mia tenda, prima che passi il limite che mi son data, ora lo guardo e gli auguro una notte di sonno dolce ed un riposo gradevole, io so già che non dormirò, non vuol lasciarmi andare così, ma ora ho deciso, fo per alzarmi, mi abbraccia ancora una volta forte, poi mi lascia andare per tornar alla mia tenda, entro decisa senza voltarmi a guardarlo ..se lo guardassi ancora.. non so cosa farei…una lunghissima notte mi aspetta….

Come previsto, la nottata è stata un peso immane non son riuscita a chiuder occhio, ho visto passar le ore una ad una, i minuti li ho contati al battito del mio cuore, per i secondi li ho visti scorrer uno ad uno sulla clessidra del tempo, nei miei occhioni brillavano fuochi e stelle lontani, ho sentito tutti i rumori della notte nella prateria, ed ora che le rosee dita d’aurora dipingono il cielo dei rumori non consueti arrivano a me insieme al profumo di caffè, mi sa che non son stata l’unica a vegliar questa notte… coraggio Auriel prima o poi lo dovrai rivedere, esco dalla tenda, ma è già al lavoro ed a giudicar dalla foga ha un bel po’ di energie da smaltire, beh ne ho anch’io e guarda caso vo al fiume... è ora di ricominciar a cercare oro, specie se voglio farmi un gruzzoletto tutto per me, ma stamani ci son poche pietre gialline, in compenso ce ne son di colorate e biancastre.. oggi tiro su quelle e poi le metto nel tepee, la mia amica indiana mi ha fatto vedere come nasconderle bene e da li ho imparato… fidarsi è bene e poco o nulla è ancor meglio, credo di fidarmi di più delle donne, gli uomini tendono a sparire, a divenir quasi evanescenti, dopo dichiarazioni che ritengono impegnative... ma forse sarà un virus che attacca solo l’altra metà del cielo… oggi ho deciso di non andar per il sottile … poche parole e fatti… metto su lo stufato e mi dedico a piccole migliorie personali… che so cura dei capelli ed altre cosette del genere di cui non desidero elencarne i particolari… dico solo che ultimate le migliorie ero migliorata di parecchio… già son caruccia di mio …ma quando voglio splendere ci riesco molto bene.
 

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Con tutti questi lavori l’imbrunire s’avvicina ed è ora di smettere… per cena stufato poi uova e pancetta… meglio star sul leggero, acqua fresca a volontà e dopo il caffè ci vuole proprio… ah anche il rude cowboy si è ripulito… fra tutti e due siamo decisamente al meglio di noi… naturalmente tace …e che ti pareva …che usciva una gentilezza…ma gli occhi son eloquenti abbastanza… mi sa che ammira tutto l’ammirabile.. però che fatica interpretar tutto… sarebbe simpatico una volta tanto lasciarsi andar ad un fiume di parole che ti facciano sentire unica e speciale, regina d’un mondo di sogni e di nubi dove lasciar dietro di se.. preoccupazioni ed affanni… volteggiare fra le onde cortesi di un mare deve l’onda poetica ti trascina con se, ed il vento trasporta alate parole ad accarezzare gentilmente chi le ascolti, ma un sogno rimane… qui siamo nel Wild Wild West, terra di uomini duri che non devono chiedere mai… a parere loro.

Torniamo a noi il tramonto accende di fuoco l’orizzonte le nubi son orlate di trame dorate e balenii di fuoco verde che trascolora in viola e poi in blu notte, s’accendono le prime stelle, la danza delle fiamme si apre nel vento della sera e queste guizzano alte, il loro fuoco si specchia negli occhi di tutti e due, nei suoi il velluto bruno s’accende di bagliori dorati, nei miei s’accende un fuoco chiaro, che incendia, brucia e non lascia possibilità di scelta, non parliamo, sol le mani dell’una in quelle dell’altro, mi attira dolcemente a se, stasera sol dolce struggimento del cuore, è gentile, i suoi occhi nei miei si perdono in quel mare profondo e misterioso, che custodiscono ed in cui smarrirsi risulta facile e restarvi desiderabile, abbandonarsi alle correnti profonde e non costringerle, ascoltare la sua musica e vederne le luci nascoste troppo a lungo, mi stringe, un bacio dolcissimo …interminabile, …Auriel ..attenta di lì la discesa è veloce, puoi lasciarti andar sol per un attimo….ma un attimo può valer una vita? Forse si o forse no si può solo dir quando lo si è provato. Vorrei non finisse, vorrei fermar quest 'attimo, non sarò mai più bella di così, per te e la tua dolcezza finirà, lo so già. Ora con un profondo dolore nel cuore, ti respingo, un sospiro dolente mi sfugge.. fa male più a me che a te, ma è meglio cosi ed anche tu lo sai in fondo, anche se vorresti che così non fosse… magari con tutto te stesso, ma il sogno poi termina….ti guardo …il mio stesso dolor vedo nei tuoi occhi.. poi …vado alla mia tenda ….buona notte….per me non lo sarà.

L’oscurità pare non voler terminare più, la notte è infinita, i suoi minuti eterni, la nuova alba pare non venire, alle prime luci, esco e vado a preparare un caffè degno di questo nome, non vedo nessuno in giro... forse è riuscito a riposare almeno lui, dopo poco un rumore di acqua che scroscia, son curiosa... è già al lavoro, sta pulendo il recinto dei cavalli e cambia l’acqua dell’abbeveratoio… mi sa che Morfeo ultimamente si stia riposando da altre parti… il profumo del caffè lo richiama, mi viene incontro con un sorriso più radioso del sole ancora assonnato… complimenti all’energia, in compenso io son distrutta… il caffè compie il suo miracolo consueto ..mi risveglia e mi ridà un po’ di spirito, lui mi abbraccia stretto stretto.. ma che succede… ho perso una puntata di qualcosa che non so? E felice come una pasqua… ma di che? Sono di colpo sveglissima, non mi piace non capire.. e gli chiedo cosa abbia combinato per esser cosi corcontento alle prime luci dell’alba, naturalmente non dice un bel nulla.. e ti pareva… mi guarda e sorride.

Va beh.. come non detto… ma mi torna in mente una cosa che diceva mammà…naaaaa non può essere… non ci credo …sta a veder che mammà aveva ragione… gli uomini chiedono ma in realtà non vogliono che si dica di sì, anzi più ci si tira indietro più capiscono che sei la donna giusta ed io che mi son sentita in colpa per tutti questi giorni, ma è decisamente troppo felice… però se è questo a renderlo così felice… non mi conosce ancora… le prove mi piacciono quando sono io a farle... non quando vi sono sottoposta e a mia insaputa, bene il mio personale spiritello maligno si mette subito al lavoro, gli rivolgo un dolcissimo sorriso e gli chiedo se abbia riposato bene, stavolta risponde che all’inizio no non riusciva a dormire, ma poi ha dormito tranquillo e sereno e si è risvegliato ancor quando faceva buio e pieno di energia.

Su questo non ho dubbi…. gli chiedo se mi accompagna al fiume, ancora non riesco a veder bene gli ostacoli data la scarsa luce ed ho paura di cadere, naturalmente accetta è troppo gentiluomo per negare il suo aiuto ad una giovane fanciulla, richiede dove voglio andare ed io serafica e con dolcissima voce angelica gli dico che vorrei andar alla piccola pozza dove c’è la cascata per ….rinfrescar un pochino le idee…di colpo lo vedo mutar espressione, un piccolo demone fa capolino nei suoi occhi, una luce si accende negli occhi di velluto scuro e bagliori dorati iniziano a sfolgorar, ma il tapino non sa che la scelta del luogo è meditata a quest’ora del primo mattino lì e ancor buio fitto, appoggio la manina delicata ed affusolata sul suo forte braccio e mi affido al suo vigore, mi accompagna al luogo scelto, come sapevo quasi buio fitto, sol la pozza d’acqua ha una lieve luminosità, ma non è finita qui... gli chiedo di aspettarmi perché ho ancora paura di scivolar sulle pietre umide, ma pretendo la sua parola di gentiluomo che non approfitterà della situazione e non sbircerà nemmeno per un attimo, me la dà sul suo onore di cowboy ed io per fagli capir che mi fido gli stringo leggermente il bicipite…forte il tipo non c’è da dir nulla.

Vado fra i cespugli ed inizio a toglier gli abiti... ops qualche capo certo per errore vola dalla sua parte, poi scivolo nella pozza e vado sotto la cascata… son sicura che non guarderà, ha dato la sua parola, del resto anche se guardasse vedrebbe sol un’ombra vaga ed una silouette discreta sotto la cascata… naturalmente impiego tanto di quel tempo da metter a dura prova la pazienza di Giobbe, del resto i capelli son lunghi e riccioli ed hanno bisogno di cure per divenir una marea di soffice seta corvina, ogni tanto lancio una breve occhiata nella sua direzione…ah ho mentito spudoratamente… ho una vista d’aquila ed anche nell’oscurità basta un barlume per farmi distinguer i particolari, tien fede alla parola data, anzi lo vedo raccoglier i capi di vestiari e posarli vicino alla sponda per poi tornar a guardare l’orizzonte.. appena la luce diventa tale da permettere di veder qualcosa di più definito esco subito dalla pozza prendo i vestiti e sparisco fra i cespugli per ricompormi, poi riemergo di tra i cespugli con la mia migliore aria angelica e lo ringrazio della sua cavalleria di cui non avevo mai dubitato …del resto.

Torniamo al campo conversando molto piacevolmente, ci mettiamo al lavoro lui per finir il recinto ed io mi dedico alle mie pietruzze…ormai ne ho una discreta raccolta, il mezzodì s’avvicina e l‘odore di cucina si spande nell’aria, s’avvicina a me sorridendo, mi stringe forte, poi mangiamo ed un piccolo riposo accanto al fuoco ci vuole mi siedo a guardar le fiamme, lui si sdraia ed appoggia la testa sulla mia veste, par che voglia dormire, non lo disturbo è giusto che si riposi ma non dorme, le sue palpebre tremano un poco, la mia mano passa leggera fra i suoi capelli di seta, d’improvviso spalanca gli occhi che son d’oro fuso, si alza di scatto mi abbraccia… mi toglie il respiro, un bacio, un altro ancora poi mi lascia, mi guarda negli occhi e mi dice che deve partire, deve ultimare la missione che ha accettato di compiere e la sua parola è una soltanto ma mi vuol dare la mappa che conduce al suo ranch, mi attenderà lì, e preparerà il suo regno per me.

Lo guardo con la morte nel cuore, anche lui se ne va ed io so che non potrò raggiungerlo nel suo regno, che non sarà mai il mio, come dirglielo senza spegner quel fuoco che lo rende così vivo, così uomo, ora parlo con lui, voglio parlare, sia quel che sia, guardo i suoi occhi mentre parlo, cosa gli dico che la mia vita ancor deve iniziare e la sua pure, non deve restar fedele a chi non può prometter fedeltà perché l’ha gia promessa ad un ideale ed ancor non è giunto il momento di dire basta mi fermo, anche se lo vorrei con tutta me stessa, terrò la sua mappa con me ma non lo raggiungerò per ora, forse un giorno…chissà, temo d’averlo deluso profondamente, ma con sorpresa mi accorgo che non è cosi anzi apprezza l’onore e il mantener la parola data sopra ogni cosa, un abbraccio, un ultimo bacio struggente ed un sorriso, anche lui ha solo una parola ed attenderà tutto il tempo del mondo ove occorra, ma ora deve andare, prima che il sole tramonti anche se non vorrebbe….si volge al suo cavallo e va… sono ancora sola.

Ho deciso, non sarò più così ospitale, già ma lo so che lo dico e non lo faccio, poi non è da me, ma per un pò davvero vorrei star sola, troppe storie nella mente, troppe emozioni e troppi ricordi cari al mio cuore, son solo una donna piccola e debole... eddai Auriel, non ci credi neanche tu, stanotte non vado in tenda a dormire tanto siamo soli io ed il fuoco e di certo nessuno arriverà, sol le stelle ed il loro baluginare a farmi compagnia, la sella per cuscino, per coperta il cielo notturno e ...buonanotte a me.
 
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Nativo Americano

Le dita rosee e tiepide d’aurora mi accarezzano il volto e mi riportano alla realtà. Il solito caffè e via al lavoro, una strigliatina a Pegaso, in questi giorni ci han pensato altre mani, forse più esperte, ma ora è giusto che o faccia io e del resto mi mancava prendermi cura di lui, dopo una buona strigliata, lo sello, ci andiamo a fare una passeggiata e via col vento fra i capelli ed il sole davanti, ci divertiamo un mondo, arriviamo ad un boschetto, ci riposiamo un po’ e via al galoppo di nuovo all’accampamento, bello serviva a tutti e due, lo metto nel recinto gli do da magiare ed acqua fresca da bere, poi girello per l’accampamento, che fare? Lavorare neanche per idea... ho trovato… vado nel tepee, prendo l’abito e le altre cose che ha lasciato la mia amica oliviuli ed un’idea prende forma nella mia mente, perché non provarlo e vedere come mi sta? Detto fatto, l’abito mi sta a pennello, gli stivali calzano che è una meraviglia, cosa manca? Ah sì l’acconciatura, mi faccio una morbida treccia lenta, se no coi riccioli poi son guai… e vi inserisco l’acconciatura, mi mancano solo le pitture che le avevo visto sul volto ma non so come farle e soprassiedo, sono veramente comodi quegli abiti.

Ci sto talmente comoda che mi dimentico d’averli indosso poi mi siedo davanti al tepee a pensare un po’ al mio futuro. Ad un certo punto una nuvoletta di polvere inizia a divenir sempre più grande e vicina… oziosamente mi chiedo chi sarà stavolta?
Aspetto che si avvicini, ma sto troppo bene cosi, non muovo neanche un muscoletto… non si sa mai possa farmi male… guardo soltanto del resto son curiosissima… man mano che si avvicina riesco a vederlo è un indiano come si dice ora nativo americano, mi pare un po’ sciocco è come dire nativa europea… ma va beh… arriva vicino al fiume, smonta da cavallo, lo fa bere, il caffè borbotta sul fuoco, mi aspetto che s’avvicini per offrirgliene una tazza, ma non viene verso l’accampamento, prende una coperta dal bagaglio che ha sul cavallo, la stende sulla riva del fiume e vi si siede sopra, immobile, bellissimo, la sua pelle color bronzo... come una statua… ma arrivano tutti qui i tipi ciechi e muti del west?

Bene... mi piace, facciamo le belle statuine per un bel po’… io davanti al tepee, lui vicino al fiume, ok… ma ora basta mi serve dell’acqua e guarda caso il punto dove la vo a prendere è vicino alla …statua, che ci posso fare, ci devo passare davanti per forza, faccio l’indifferente e vado col contenitore per l’acqua… mentre gli passo davanti, mi tira dei sassolini contro la gonna, ma che gli piglia… mi fa la statua… e si rianima per tirar dei sassolini? Son piccoli è vero, ma che razza di modi, mi do un contegno fo finta di nulla e vo a riempir il contenitore coll’acqua… Ripasso di li, ed ecco una nuova pioggia di sassolini, vorrà dirmi qualcosa? Dai Auriel… fa la brava, mi fermo e gli fo un sorriso, non uno di quelli meglio riusciti lo ammetto, un sorrisetto quasi di circostanza… nulla… impassibile oh beh…ce ne son di fuori di testa al mondo… come non detto torno all’accampamento e preparo un pò di stufato, così passo il tempo, dopo aver cenato, il sole è ancora alto nel cielo ma son stanca, il tipo è ancora lì… a mo di bella statuina, sembra quasi come quelle nei giardini di Kensington.

Vado un attimo nel tepee a prender delle coperte da aggiustare per approfittare ancora di un po’ di luce… esco e….. la statua è ora davanti al tepee, seduto su una coperta, un’altra vicino ed un sorriso smagliante…. a questo punto son io la fuori di testa…ma che sta succedendo? Con un gesto pieno di rispetto mi fa cenno di sedere accanto a lui, prima o poi la mi curiosità mi farà passar guai grossi lo so… ma non resisto e mi siedo vicino a lui… a questo punto… ma che succede? ….apre l’altra coperta e l’appoggia sulle spalle di tutti e due e comincia a parlare fitto fitto con un accento melodico ed con un tono di voce basso e profondo …per intenderci di quelli che fan passare tanti brividi deliziosi sulla pelle….. solo che non ci capisco nulla… proprio un bellissimo nulla… parla indiano, cioè quello che io creda sia indiano, ma non so se è lo stesso per tutti o cambi da tribù a tribù, mi pare solo di riconoscere qualche parola che avevo sentito da oliviuli.

Lo guardo esterrefatta, forse ha capito che non lo comprendevo, mi accarezza la gota col dorso della mano teneramente e passa ad un inglese un po’ strano ma che stavolta riesco a capire, mi dice che lo ha colpito la mia timidezza di giovane cerbiatta…mi sa che non ha inquadrato bene chi io sia…non ricordo che mai nessuno mi abbia definita tale, la mia …modestia? chiaramente non sa quel che dice, la mia bellezza… e lì son d’accordissimo, poi mi chiede di che tribù faccia parte e dove sia il mio clan, di sicuro poco lontano, perché vuol dare a mio padre i suoi doni per me… AIUTO… stavolta come me la cavo?...mi ha preso per chi non sono, il vestito l’ha tratto in inganno e la mia stanchezza è passata per la compostezza tipica delle loro usanze.

Un sospirone mi esce, lui lo prende per un segnale d’assenso e fa per avvicinarsi un altro po’, la mia dolce manina lo frena ed inizio io a parlare, gli dico che non faccio parte di alcuna tribù e non sono indiana... a queste parole diventa di sasso… ancora…. si affretta a togliere la coperta con cui eravamo avvolti e mi guarda fisso… non ne so decifrar l’espressione, ferito, imbarazzato, in collera? …Forse un misto di tutte e tre, mi dice solo –scusami-solo proforma credo per modo di dire, si alza e ritorna al fiume, a rifar la bella statuina.
Bella giornata Auriel… ne hai combinata un’altra delle tue… complimenti, però adesso è ora di dormire e mi ritiro nel tepee… Ma ecco un canto dolcissimo, triste, struggente risuonare nella notte, quasi mi commuovo anche io, ma non esco, non so il perché di quel canto, forse lo sospetto, ma non voglio ferirlo ancora…. Buonanotte.

Di nuovo mattina , le prime luci dell’alba, ripongo a malincuore l’abito indiano, solo per delicatezza, non so come la pensi in merito, magari per lui può anche rappresentare un’offesa, sono assolutamente ignorante sulle usanze dei nativi americani, mi pare solo di ricordare dai pochi accenni di oliviuli che dovrebbero esserci molte tribù ed anche gli usi possono esser dissimili, mi rivesto come al solito e torno ad essere la fanciulla del west, esco dalla tenda… ed è ancora lì… o non s’è mosso per niente o si è rimesso dov’era preciso al millimetro, ok …coraggio serve l’acqua per il caffè, riandiamo al fiume, gli passo davanti… solita statua… stavolta niente sassolini, ripasso ancora e si alza, non me lo aspettavo… mi ha colto quasi di sorpresa, mi si avvicina e con un sorriso dolce mi toglie il contenitore dalle mani, non è che sia pesantissimo ma glielo cedo volentieri, cammina che ti cammina arriviamo all’accampamento, preparo il caffè e due tazze, una gliela porgo e l’accetta.. beh ha contribuito a portare l’acqua minimo un caffè ci vuole, la sua mano sfiora soltanto la mia…una corrente violenta ci fa sobbalzare tutti e due, come una scossa è passata fra noi, ora il sorriso non è sulle labbra ma si trasmette agli occhi scuri, e li accede di toni vellutati.

Mi faccio coraggio e gli dico che ho ascoltato il suo canto notturno e mi sono commossa fino quasi alle lacrime e se non gli spiace vorrei conoscer i canti della sua tribù ed il loro significato, mi guarda con un sorriso triste e bellissimo e mi dice che ne ha cantati più d’uno e me ne traduce qualcuno… non c’è che dire la sua dolcezza nel guardarmi è inconfondibile mi prende la mano, ha una stretta forte e decisa, ma come dire… tenera e rispettosa, i suoi occhi nei miei, il suo sguardo è profondo ed io mi ci sento cadere, ora non canta ma parla con la sua voce calda e profonda… (attenta Auriel…) e mi dice:

"Molti bei fiori, rossi, blu e gialli; diciamo alle ragazze,
-Andiamo e camminiamo nei fiori.-
Il vento viene e agita i fiori,
le ragazze sono come un fiore quando danzano;
alcuni sono aperti, grandi fiori,
altri leggeri fiorellini.
Gli uccelli amano il sole e il chiaror
delle stelle;
i fiori sorridono dolci.
Le ragazze sono più dolci dei fiori"


Questo era il mio primo canto e tu sei il fiore più bello che ho mai incontrato da che son qui ed il più dolce, ma anche quello proibito per me… ed io …torda gli chiedo anche il perché, decisamente dovrei prender lezioni di diplomazia… posson sempre servire.. poi va avanti a dire che nel secondo canto parlava della opposizione dei suoi antenati a legami che non fossero di tribù alleate:

"I miei parenti pensano di separarmi dalla ragazza che amo.
Abbiamo giurato d'amarci per tutta la vita.
I loro ordini sono vani: noi ci vedremo finche il mondo dura.
Si'. dicano e facciano ciò che vogliono; noi ci vedremo finchè le rocce restano."


Nel terzo canto parla della sua solitudine e del suo anelito di libertà e della sua ricerca:

"Giovane donna sul cavallo bianco,
dove sei andata?
Io ti ho cercato ovunque,
fino in New Mexico,
ma è come se tu non fossi mai esistita
Nel quarto la sua solitudine leva la sua voce nel cielo notturno
Ora che tu non mi vuoi più.
e dopo aver tanto da solo camminato,
mi siedo a riposare sotto un albero
in una terra che non è la mia,
lontano da casa.
Ora so
che dentro mi nasce
un canto triste
di solitudine.
Piango su di me,
sulla mia sorte."
 

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Nel quinto la sua rabbia e nel sesto la sua speranza

"La mia mano non è del colore della tua,
ma se mi pungo uscirà sangue e sentirò dolore.
Il sangue è dello stesso colore del tuo,
Dio mi ha fatto e sono un uomo."


Quando raggiungete un posto, cercate di capire se il vostro cuore lo sente.
Se questo non accade, cambiate direzione.
Continuate a seguire ciò che fa star bene il vostro cuore,
sinchè non troverete il posto giusto.
Vi accorgerete di essere arrivati al posto giusto
quando sentirete l'amore che avevate provato prima di partire.


Inutile dire che se ero commossa durante la notte, alle sue parole ero diventata una… gelatina tremolante…

Non c'è da dir nulla, ci sapeva far bene con sguardi e parole, ma non mi era ben chiaro il concetto che voleva far passare... che gli piacevo un mucchio o...c he non poteva dar retta ai suoi sentimenti perchè impedito dalle sue usanze e tradizioni... ma non sono Sherlock e non mi va d'indagare ulteriormente... mi lascio prender dalle emozioni... è la cosa che so far meglio... e che a volte fa più male, ma può esser il modo di vivere e non di aspettare che la vita passi, una volta un tale a Londra, mi pare si chiamasse Elton mi disse che l'importante ed il più grande dono che c'è è amare e lasciarsi amare, mi sa che son d'accordo, mi pare proprio una gran bella cosa, dispostissima a lasciarmi amare, sol un po' ci corre per l'amare, chissà perchè alla lunga si dà molto per scontato, come se più nulla valesse, il sentimento che all'inizio era forte poi si stempera nel quotidiano e si dà quasi per scontato, ma se si sceglie una persona, vuol dire che quella persona è speciale e come tale lo è sempre, non sol per una luna o poco più.
Torniamo a noi, non c' dubbio che usi e costumi di culture diverse da quella in cui sono cresciuta mi affascinano, la voglia di chi vuole conoscere e... non sono cieca...ci vedo benissimo ed il tipo non è niente male, un tantino contorto e preso dai suoi conflitti interiori, ma che prima o poi dovrà risolvere, purtroppo a volte il fuggir dai problemi li fa aumentare ed impedisce di veder chiaro dentro di sè.

Gli chiedo di narrarmi la sua storia se vuole e se può...ho qualche dubbio che me la racconti perchè se ricordo bene anche la mia amica oliviuli era ben disposta a narrare di usi e costumi del suo clan ma pochissimo di se e della sua storia.
Comincia a parlare...indovina un po di cosa.... della storia della sua tribù e dei suoi avi...mettiamoci comodi...magari è cosi che poi posson parlar di sè , tanto la sua voce m'incanta e davvero mi interessa quel che mi sta dicendo.
Viene dal Nord, ha fatto un bel po' di strada per arrivar fin qui, nei suoi occhi s'accende una luce profonda mentre parla, è immerso nei suoi ricordi par quasi non far più caso a me e parla io lo ascolto non perdo nemmeno una parola affascinata....forse come la preda dal cacciatore.... e non dimenticarlo Auriel.. è un cacciatore, non farti facile preda.

Mi dice che la sua tribù era solita migrare a seconda dei percorsi dei tatanka, lo guardo con aria interrogativa e mi dice che è il nome con cui designano i bisonti, poi erano diventati stanziali, perche la tribù si era troppo ingrandita per muoversi agevolmente e solo i migliori cacciatori potevano partecipare alle battute di caccia che partivano a seguir le piste dei tatanka, lui era uno dei migliori e riusciva a portare molte pelli da essere conciate, alle donne del suo clan e dopo ringraziava gi dei e gli antenati della sua tribù coi compagni, per aver concesso loro un cosi ricco bottino, mi descrive la vita di tutti i giorni dal levar del sole alla sua discesa e l'importanza che riveste la luna.
Un mondo pieno di magia e di sogni si apre ai miei occhi ed alla mia mente, non avevo ancora conosciuto chi potesse riempire cosi di significato anche i gesti comuni di tutti i giorni ed un modo diverso di vedere la vita e le sue opere, il rispetto per tutte le cose viventi ed il loro percorso di vita, il porre la bellezza come valore, la bellezza che si può trovar nelle piccole e grandi cose, nel viver quotidiano, nel volto del fratello ed in quello dello sconosciuto ancor più fratello, della persona che si sceglie per compagno di vita.
Gli chiedo ancor di parlare, non mi stanco di sentirlo, par che il tempo si sia fermato al suono della sua voce calda e profonda.... e che fa vibrar le corde della mia anima come il vento muove le corde di un arpa e ne fa uscir un dolcissimo suono.

Ora mi prende le mani fra le sue, guardandomi dolcemente e mi chiede se avrò il coraggio di ascoltarlo fino in fondo perche vuole parlarmi della Cerimonia de Sole, uno dei più importanti rituali della sua tribù attraverso cui, tramite il sacrificio, rendevano grazie di esistere, lo guardo e gli rispondo che se lui narra io lo ascolterò, qualsiasi cosa possa dire, non fanno male le parole se dette come le sa dire lui.
Mi guarda sorridendo e mi dice di non aver mai avuto dubbi sul valore del mio cuore..se lo dice lui...son d'accordo...ma del resto sono difficilmente contraria a chi dice cose carine sul mio conto.

Comincia a narrare e mi lascio trasportare dalla sua voce, in un posto ed in un tempo che non conosco, ma guidata da lui mi sento sicura e protetta....mi dice che si inizia preparando il terreno per il raduno, tutti partecipano ala preghiera, al digiuno ed alla sofferenza dei Danzatori del Sole e tutti ricevono la benedizione di Wakan Tanka.
Si svolge nei mesi estivi in concomitanza colla luna piena in una struttura di legno non coperta che forma un cerchio perfetto, che si chiama "cerchio del mistero" e dove i Danzatori del Sole soffrono e pregano per quattro giorni e quattro notti. Ad una certa distanza dal 'sacro cerchio' viene costruita una cucina per provvedere a tutti e si costruiscon ripari all'ombra, al centro del cerchio si scava una buca e lì si pianta un albero di pioppo di circa 15 metri, che è stato cercato dai nostri esploratori e giudicato adatto dal Wikasa Wacan -uomo sacro-, una fanciulla dal sangue puro, con un ascia colpisce per 4 volte il tronco verso ogni sacra direzione, poi l'albero viene abbattuto e ripulito dai rami lasciando solo la parte superiore intatta, la sua morte dopo 4 giorni rappresenta il tempo necessario per gettar via ignoranza e peccato e ritrovare l'inizio di una nuova speranza e conoscenza.

Vengono scelti i migliori guerrieri della tribù e questi possono scegliere se partecipare o meno e nessun disonore cade su chi rifiuta dall'inizio, ma una volta accettato si deve andare fino in fondo ed io ero il primo dei guerrieri e dei Danzatori. per prima cosa ci si purifica più volte tramite l' Inipi- bagno di vapore- rituale poi si entra nel cerchio sacro, per abito una gonna un fischietto di osso al collo e corone di salvia alla testa, ai polsi alle caviglie, al terzo giorno i prescelti, io per primo, ci praticammo due incisioni parallele sul petto, dove ci infilare un bastoncino di legno di ciliegio, lungo 10 cm, in questo momento il dolore e forte ma l’accetto col sorriso sulle labbra, è il mio omaggio al Sole, il bastoncino di ciliegio viene fissato alle due estremità con una corda fissata poi all’ albero sacro, ora inizia la danza, avanti vero l’albero ed ancora indietro, al ritmo dei tamburi, il sangue corre veloce nelle vene e fuori dalle ferite inizia lento e poi più rapido…il dolore… la passione… l‘ardore… il coraggio… la paura… tutto viene fuori ed offerto in sacrificio… in espiazione… i più giovani si lasciano andare presto e danzano più rapidamente per liberarsi, ma io resisto, il sacrificio è più gradito più a lungo duri , e dopo ore sono l’ultimo a lacerare il legame coll’albero ed a nascere ad una nuova vita e rinnovarne il patto, esco dal sacro cerchio e vado sulle mie gambe nella capanna inipi a ricever energia e forza.

…Lo ascolto rapita, sono con lui in quella dimensione, odo il suono dei tamburi, soffro con lui, vivo insieme a lui l’eccitazione generale e sono vicino nel momento in ci si compie il sacrificio e la nuova nascita, nei miei occhioni scintillano i fuochi dei bivacchi, e sto sognando, ma ecco la sua voce che mi accarezza ancora, e mi chiede… se posso fare una cosa per lui... gli rispondo che sì volentieri… mi dice ora se posso indossare di nuovo l’abito con cui mi ha visto la prima volta, la sua richiesta mi stupisce, avevo pensato che fosse una cosa da non fare, lo guardo stupefatta e mi dice che vuole parlare con me come in quel primo giorno… lo accontento volentieri anche a me piace molto quell’abito, entro nel tepee e mi cambio, ci metto un poco, voglio sistemarmi al meglio visto che è cosi importante per lui, appena fatto esco.

Nei suoi occhi leggo ammirazione e qualcosa che non riesco a definire un misto di emozioni difficile da decifrare ma di sicuro non gli sono indifferente, mi chiede di sedermi accanto a lui e se può acconciarmi i capelli come le donne della sua tribù, mi pare una richiesta un tantino curiosa… ma gli dico di si, prende una spazzola, fatta con aculei di riccio, e comincia e pettinare i miei riccioli ribelli, la sua mano è ferma e delicata ed io non mi muovo, di solito non mi piace che altri mi tocchino i capelli, ma il suo tocco è un’altra cosa, sembra quasi una carezza leggera, ma fermo, decisamente gradevole, mi pettina a lungo ed i capelli divengono onde di seta morbida e docile, ora inizia ad intrecciarne una parte, poi vi inserisce l’acconciatura di piume e di penne a scendere sul lato sinistro poi mi fa volgere verso di lui e mi ammira.
 
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Mi piace vedere nei suoi occhi il colore della terra farsi profondo e misterioso, pieno di promesse e di sogni, mi chiede ancora il permesso di dipingere il mio volto coi colori della sua gente, acconsento di buon grado, prende i colori e inizia la sua opera, e mi dice che in questo modo protegge la mia candida pelle dalla carezza violenta del vento e del sole, il suo tocco e leggero e deciso, la mano ferma stendono i colori sul mio viso, non conosco i disegni ed i simboli che traccia ma vedo nei suoi occhi la dolcezza mentre lo fa, quando ha finito si tira indietro e mi guarda…affetto, amore, ammirazione, leggo nei suoi occhi ma anche un fondo di tristezza che non comprendo, penso che sia il vedermi con abiti che non sono i miei a procurargli dolore, ma è stato lui a chiedermelo…non voglio turbarlo e taccio….non è di certo la mia qualità principale il tacere…ma ogni tanto ci riesco…a stare zitta!!!
Ora con la sua voce calda e profonda…..sì lo ammetto mi fa venire tante idee…e allora? Le idee non fanno male a nessuno se restano mie….inizia a narrare una storia, la sua:

"Vidi una ragazza che mi pareva tanto bella da farmi sentire male ogni volta che penso a lei.
Non posso abbordarla direttamente e dirle come stanno le cose e poi sposarla se accetta. Solo per poter parlare con lei, debbo servirmi di molti sotterfugi, e una volta che sono riuscito a parlare con lei, non è che l'inizio.
Probabilmente è già da un pezzo che mi sento male quando penso a una certa ragazza, perchè sono così innamorato di lei, ma lei nemmeno mi guarda, e i suoi genitori la sorvegliano bene. Ma io mi sento peggio ogni giorno; e così può darsi che io mi avvicini di nascosto alla sua tenda nel buio, ad aspettare che lei esca. Forse debbo aspettare tutta la notte e rimango senza dormire e lei non esce per niente.

Allora mi sento peggio di prima quando penso a lei. Forse mi nascondo tra i cespugli, vicino alla fonte dove lei va a volte a prender l'acqua, e quando lei arriva, se nessuno ci guarda, salto fuori, la tengo stretta e la costringo ad ascoltarmi. Se anche lei mi trova di suo gusto, me ne accorgo da come si comporta, perchè è molto vergognosa e forse la prima volta non mi risponde una parola o nemmeno mi guarda.
Così la lascio andare, e allora cerco un'occasione per parlare con suo padre, quando non c'è nessuno, e gli dico quanti cavalli posso dargli in cambio della bella ragazza, e ormai sono così innamorato di lei che gli darei tutti i cavalli del mondo se potessi.

Il mio nome è Cavallo Alto, e nel villaggio c'era una ragazza che a mi sembrava così bella che a forza di pensare a lei mi proprio male, e ogni giorno la cosa peggiorava. La ragazza era molto timida, e i suoi genitori ne pensavano un gran bene perchè ormai erano vecchi e non avevano altri figli. Perciò la sorvegliavano tutto il giorno, e avevano cura che non le capitasse nulla di notte, mentre loro dormivano. Tanto bene le volevano che le avevano fatto un letto di cuoio crudo per dormire, e quando si accorsero che Cavallo Alto le gironzolava intorno, presero delle cinghie di cuoio crudo e di notte la legavano al letto perchè nessuno potesse rubarla, mentre loro dormivano, anche perchè non erano molto sicuri che la ragazza in realtà non volesse che la rubassero.

Bene, dopo aver perso molto tempo a gironzolarle intorno e a nascondermi e ad aspettarla e a sentirmi sempre peggio finalmente riuscì a sorprenderla sola e la costrinsi a parlare con me. Allora scoprì che forse le piacevo un pochetto. Naturalmente questo non mi fece star meglio. Anzi adesso mi sentivo peggio di prima; ma allo stesso tempo, era diventato più coraggioso di un bisonte, e così andai direttamente a parlare col padre di lei e gli dissi che ero tanto innamorato della ragazza che avrei dato per lei due cavalli buoni: uno giovane e l'altro non tanto vecchio.

Ma il vecchio fece soltanto un segno negativo con la mano, come per dirmidi andarmene e di non dire sciocchezze. ma adesso mi sentivo peggio di prima; ma c'era un altro giovane, il quale gli disse che gli avrebbe dato due cavalli in prestito; poi, quando avrebbe avuto più cavalli, gli avrei ripagato il prestito. Allora andai di nuovo a trovare il vecchio e gli offrìi quattro cavalli per la ragazza: due erano giovani gli altri due non si potevano ancora dire vecchi.
Ma il vecchio fece un segno di rifiuto con la mano e non volle nemmeno parlare della cosa. rimasi a gironzolare intorno, finchè non riuscìi a parlare di nuovo con la ragazza, e allora la pregai di fuggire con me. Le dissi che certamente, se lei non accettava, mi sarebbe venuto un colpo e sarei caduto morto. Ma lei disse che non sarebbe fuggita con me; voleva essere comperata come una donna di valore. Vedete che anche lei aveva un'alta opinione di se stessa.

Allora mi sentì tanto male che ormai non riuscivo a mangiare nemmeno un boccone, e andavo in giro con la testa china, come se stessi per cadere e morire in qualsiasi momento. Daino Rosso era un altro giovane, e lui ed o eravamo molto amici, e sempre facevano tutto insieme. Daino Rosso, quando vide come mi comportavo , mi disse: "Cugino, che succede? Hai il mal di pancia? dall'aria che hai si direbbe che stai per morire". Allora raccontai a Daino Rosso come stavano le cose, e gli dissi che non sarei vissuto a lungo, se non sposavo presto la ragazza.

Daino Rosso ci pensò un poco e dopo disse:"Cugino, ho un piano, e se sei abbastanza uomo per fare come ti dico io, vedrai che tutto si aggiusta. Lei non vuole fuggire con te; suo padre non vuole accettare quattro cavalli; e più di quattro cavalli non puoi trovare. Allora devi rubarla e scappare con lei. Poi, passato un poco di tempo, puoi ritornare e il vecchio non può fare nulla perchè ormai sarà la tua donna. Probabilmente anche lei vuole che tu la rubi".
Così preparammo bene quello che dovevo fare, dissi di amare tanto la ragazza, che si mi uomo abbastanza da fare qualunque cosa Daino Rosso o chiunque altro potesse inventare. E questo è quel che facemmo.

A tarda notte ci avvicinammo senza far rumore alla tenda della ragazza e aspettammo, per essere sicuri che il vecchio e la vecchia e la ragazza dormissero profondamente. Allora, strisciando, mi infilai sotto la tenda con un coltello. Prima dovevo tagliare le cinghie di cuoio crudo, e poi Daino Rosso, allentati i paletti che tenevano chiuso quel lato della tenda, mi avrebbe aiutato a trascinare fuori la ragazza e a imbavagliarla. Dopo di che l'avrei messa di traverso sul suo cavallo e me la sarei portata via in fretta, e poi sarei vissuto felice per sempre.

Quando mi trovai dentro la tenda mi prese una tale agitazione che il cuore mi batteva come un tamburo, e faceva tanto rumore, mi pareva, da svegliare i due vecchi. Ma i vecchi non si svegliarono; così dopo un poco comincai a tagliare le cinghie. Ogni volta che ne tagliavo una, la cinghia faceva pop e mi sentiva morire dalla paura. Ma me la stava cavando abbastanza bene, ed ero riuscito a tagliare tutte le cinghie, giù fino alle cosce della ragazza, quando mi prese di nuovo l'agitazione e il coltello mi scivolò via e finìi col pungere la ragazza, che cacciò un urlo fortissimo.

Allora i vecchi si alzarono di scatto e urlarono anche loro. Ma ormai ero fuori e fuggivo con Daino Rosso, come due antilopi. Il vecchio e alcuni altri ci inseguirono ma ci dileguammo nel buio e nessuno seppe chi era stato.
Insomma, se avete mai desiderato una bella ragazza, capirete come dovevo sentirmi male. Infatti stavo malissimo e sembrava che sarei morto di fame, se prima non morivo di un colpo. Daino Rosso ci pensava sempre; qualche giorno dopo venne a trovarmi e mi disse:"Cugino, fatti coraggio! Ho un altro piano, e questa volta sono sicuro che, se sei uomo abbastanza, riusciremo a rapirla via".

E dissi:" Sono uomo abbastanza da fare qualunque cosa mi dicano di fare, pur di ottenere quella ragazza". E questo è quel che facemmo. Ci allontanammo tutti e due, soli, dal villaggio, e Daino Rosso mi disse di spogliarmi. Poi mi dipinse tutto il corpo di bianco, bene bene; Quindi sul bianco mi tracciò dappertutto delle strisce nere, e dei cerchi neri intorno agli occhi. avevo un aspetto spaventevole; così spaventevole che quando Daino Rosso finì il lavoro e mi diede uno sguardo d'insieme, per vedere come gli era riuscito, disse che perfino a lui faceva un poco di paura.

"Adesso se ti sorprendono di nuovo si spaventeranno tanto che penseranno che sei uno spirito maligno e avranno paura di inseguirti", disse Daino Rosso. Entrai strisciando col mio coltello, come la prima volta; Daino Rosso aspettava fuori, pronto a trascinare fuori la ragazza e imbavagliarla non appena Cavallo Alto avesse finito di tagliare tutte le cinghie. Strisciai fino al letto della ragazza e cominciai a tagliare tutte le cinghie.
Ma nel frattempo pensavo:"Se mi vedono mi uccideranno, perchè faccio tanta paura". La ragazza era irrequieta e continuava ad agitarsi molto nel letto; e ogni volta che tagliava una cinghia, la cinghia faceva pop. Per questo lavoravo molto lentamente e con grande cura.

Ma lo stesso avrò fatto rumore, perchè a un tratto la vecchia si svegliò e disse al vecchio:"Vecchio, sveglia!C'è qualcuno in questa tenda!" Ma il vecchio aveva molto sonno e non voleva che lo disturbassero. Disse:"Lo so bene che c'è qualcuno in questa tenda, dormi e non mi dare fastidio". E poi si mise a russare di nuovo.
Ma ormai ero così spaventato che non osavo muovermi nè sollevare la testa da terra. Ora, era successo che da molto tempo non avevo dormito quasi niente, per colpa della ragazza. E mentre stavo lì schiacciato a terra, aspettando che la vecchia cominciasse a russare anche lei, a un tratto mi dimenticai di tutto, perfino di quanto era bella la ragazza....
 

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non cela faccio a leggere così tanto :D:D:D
però ne ho letta qualcuna e sembrano belle
 

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Daino Rosso che era sdraiato fuori, pronto a fare la sua parte, si domandava una e cento volte che cosa stesse succedendo là dentro, ma non osava chiamarmi a voce alta. Dopo non molto cominciò ad albeggiare e Daino Rosso dovette andarsene, con i due cavalli che teneva lì legati pronti per il suo compagno e per la ragazza; altrimenti l'avrebbero visto. E così se ne andò.

Quando cominciò a fare giorno dentro la tenda, la ragazza si svegliò e la prima cosa che vide fu un animale spaventevole, tutto bianco con strisce nere, che dormiva sdraiato accanto al suo letto. Allora si mise a strillare, e anche la vecchia strillò, e il vecchio urlò. Cavallo Alto si alzò di scatto, con una paura da morire, e nella fretta di uscire quasi fece cadere la tenda.
Ormai la gente accorreva da tutti gli angoli del villaggio con fucili e archi e asce, e tutti urlavano. Ma mi misi a correre così svelto che quasi non toccavo la terra con i piedi, e il mio aspetto era così terribile che la gente scappava via e lo lasciava correre. I più bravi volevano sparargli addosso, ma gli altri dicevano che doveva essere una creatura sacra e che ucciderlo poteva portare chissà quale guai.

Mi diressi verso il fiume più vicino; tra la boscaglia trovai un albero con il tronco vuoto e mi infilai dentro. Poi arrivarono alcuni coraggiosi; li udivo dire che doveva essere uno spirito maligno, uscito dall'acqua, e che oramai era tornato nell'acqua. Quel mattino stesso i capi ordinarono a tutti gli abitanti del villaggio di levare le tende e di lasciare quel luogo.
Così se ne andarono, mentre ero nascosto nell'albero vuoto. Orbene, daino Rosso era rimasto a guardare tutto questo scompiglio, dalla sua tenda, fingendo di essere sorpreso e spaventato quanto gli altri. E così quando l'accampamento si trasferì altrove, egli corse di nascosto al fiume dove ero scomparso. Quando si trovò nella boscaglia, cominciò a chiamare e io risposi, perchè riconoscevo la voce del mio amico.

Daino Rosso mi aiutò a lavarmi il corpo, che era dipinto, e poi ci sedemmo in riva al fiume per parlare dei nostri guai. Dissi che non sarei ritornato al villaggio mai più in vita mia e che ormai non mi importava nulla di nulla.
Dissi che avevo deciso di mettermi sul sentiero di guerra da solo. Daino Rosso disse:< No, cugino, non ti metterai sul sentiero di guerra da solo, perchè io verrò con te.

Così Daino Rosso fece tutti i preparativi, e giunta la notte ci mettemmo sul sentiero di guerra da soli. Dopo qualche giorno di viaggio arrivammo ad un accampamento di Crow, verso il tramonto; quando si fece buio ci avvicinammo di nascosto al luogo dove pascolavano i cavalli dei Crow, uccidemmo l'uomo che sorvegliava i cavalli, il quale non si apsettava un attacco perchè credeva che tutti Navajo fossero molto lontano, e così ce ne andammo con un centinaio di cavalli. Avevamo dato loro un forte vantaggio, perchè tutti i cavalli dei Crow, si erano messi a correre come pazzi, e probabilmente i Crow dovettero aspettare fino al mattino per trovare altri cavalli, prima di poterli inseguire. Daino Rosso e io fuggimmo con il loro branco di cavalli, per ben tre giorni e tre notti, infine raggiungemmo il villaggio.

Allora costringemmo l'intero branco ad entrare nel villaggio e non ci fermammo finchè non fummo davanti alla tenda della ragazza. Il vecchio era nella tenda; lo chiamai e gli chiesi se forse adesso credeva che i cavalli bastassero per pagare la ragazza. Questa volta il vecchio non mi accolse con un gesto di rifiuto. Non erano i cavalli quello che lui voleva. Quello che voleva era un figlio che fosse un vero uomo e capace di fare qualcosa. E così Cavallo Alto ebbe finalmente la sua ragazza, e io credo che se la meritava
[leggenda indiana).

A questo punto mi ero persa tra le sue parole e nella sua voce, ma un piccolo campanellino aveva iniziato a suonare... le mani tra le mani... gli occhi negli occhi... io che vedo più o meno il cielo spalancarsi davanti a me ed una vita fra viaggi, caccia al bisonte... è il dopo che non mi piace..specie quel che oliviuli, m'ha detto che fan le donne, cioè conciare le pelli, mi sa un tantino sporchevole e puzzolente... ma in quel momento non ci penso proprio... però il campanello seguita a trillare... Auriel... dà retta... c'è una piccola precisazione da fare... ha parlato di piccolo fiore... non voglio ascoltare quella vocetta fastidiosa e fo finta di non sentirla... preferisco perdermi nei suoi occhi bruni del color della terra scuri... e lui del resto si perde nei miei...ma non fa un gesto nulla... mi guarda soltanto... uno sguardo dolce e triste allo stesso tempo poi parla con la sua voce calda e profonda... non voglio sentirlo... non voglio capir ciò che dice...

Vorrei alzare la mia mano e porre le mie dita sulle sue labbra per farlo tacere, perchè sento che quel che dirà mi farà male.. molto, ma non lo faccio, non posso e non riesco a fermarlo, mi dice che ha voluto che mi vestissi in quel modo perche voleva ricordarmi cosi come il giorno in cui mi aveva vista per la prima volta, ed in cui era stato disposto a dimenticare le sue promesse e la sua tribù per una nuova promessa che sentiva più importante perfino della sua stessa vita, ma quando aveva capito che non ero della sua gente, aveva anche compreso che non poteva chiedermi di abbandonare la mia vita per lui, non avrebbe mai potuto difendermi ne dai miei pregiudizi uniti a quelli della mia gente e neanche di quelli della sua gente, avrebbe solo potuto offrirmi una vita da reietta, una vita senza rapporti sociali, una non vita, e non voleva nella maniera piu assoluta costringermi a scegliere, per farmimeglio compendere ciò che intendeva mi disse il nome con cui era conosciuto tra i visi pallidi Marlboro Man e che avrebbe scelto lui anche per me, avrebbe fatto la scelta più difficile per entrambi... tornare dal suo fiore e tenermi nel cuore come la sua piccola orchidea bianca, un sogno che sarebbe restato tale e che l'avrebbe accompagnato per la vita.

Voglio protestare a gran voce che nessuno può dir nulla su ciò che vogliamo, su ciò che proviamo, su ciò che pensiamo... ma taccio e lo guardo soltanto perchè so che ha ragione, ed alla fine ci accuseremmo a vicenda e saremmo crudeli l'un verso l'altra ed in nome di un sentimento grande e bellissimo, che invece porteremo sempre con noi, preferisce andarsene senza voltarsi indietro...sale a cavallo e ....va verso ovest!

Un altro sogno va in frantumi, cristallo stupendo e fragile, un sogno che non ha fatto in tempo a nascere e che si è infranto… coraggio Auriel… respira quella polvere iridescente… raccogli quelle schegge lucenti… e custodiscile gelosamente… nel segreto del tuo cuore… sai che ti feriranno ancora ed ancora…ma sai anche che resteranno in te e ti faranno compagnia ….per molto tempo. Come tutti i sogni e le storie che porti con te nel cuore e che oramai fan parte di te, in ogni sogno c’è un po’ di te e della tua vita… e sai bene che i sogni posson finire… sì è una cosa che conosci già… ma ora un’altra pagina da scrivere... altri giorni da affrontare.

Ora mi alzo, rientro nel tepee e tolgo l’abito, anche se mi sta veramente molto bene, non è il mio, come non poteva essere mia quella vita sol per un attimo sognata, ripongo l’abito in una pelle e lo chiudo stretto, magari potessi far cosi coi ricordi, ma questi hanno l’abitudine di venire fuori come voglion loro non come vorrei io, una nuova notte è giunta e passata, insonne…
 

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Un soldato

Il sole fa capolino dalla linea dell’orizzonte, il giorno inizia, la vita va avanti ed il fiume scorre… pieno di pietruzze dai mille colori, torno al lavoro e ne raccolgo molte, ma mi pare un lavoro inutile cosi le ammucchio dove capita, si avvicina il mezzodì infuocato dal sole ardente, penso di smettere e ritorno vicino al fuoco… metto su il bollitore per il caffè… un suono di zoccoli al galoppo serrato mi incuriosisce… aspetto di vedere chi sia…. son curiosa.

Si ferma vicino al fiume e fa bere il suo cavallo… un soldato, però non ne avevo mai conosciuto uno, almeno avrà un suo codice d’onore da rispettare, non volevo ancora aver nulla a che fare con gli uomini, e mi sentivo in un certo senso tranquilla non ho mai ammirato molto gli uomini in blu, quindi sapevo che non c’era nulla di male ad offrire un caffè, nel west ci si aiuta, quando si può, può far la differenza fra la vita e la morte… cosi diceva il mio amico cowboy… appena ha finito di occuparsi del cavallo, gli faccio un cenno di saluto colla mano, ed un sorriso smagliante, di solito uso un tono di voce non alto per cui gli faccio cenno di avvicinarsi, appena arriva nelle vicinanze gli chiedo se gradisce un caffè, accetta volentieri ma mi chiede prima il permesso di rendersi presentabile dopo la lunga cavalcata.

...Bello …un gentiluomo …non me lo aspettavo e ne sono piacevolmente sorpresa... del resto le mie esperienze con guardie e soldati si riferivano a prima dell’imbarco sulla Mayflower… anzi secondo i miei, sarebbe stato il marito adatto per me, per tenere a freno la mia bella testolina matta… pia illusione… ci vuol ben altro che un militare… per fermarmi una volta che un’idea fa presa nel mio cervellino… qualcuno… cattivissimo l’ha definito da gallina…naturalmente non sono d’accordo e poi da qualche parte ho letto che le galline non son poi cosi sceme… anzi son loro ad intortare il gallo che poi se ne va tutto tronfio a far chicchirichi e sol lui ne sa il perché… torniamo al gentiluomo in blu.

Non male una volta ripulito a dovere, gli servo il caffè, in fondo sono una gentildama anche se non me lo ricordo spesso… gli chiedo cosa fa in giro per la prateria tutto solo... non ho nessun secondo fine… solo per chiacchierare un pochetto, mi dice che è in missione per i suoi superiori e non tira fuori altro…anzi il furbone per distrarmi da quest’argomento inizia a far apprezzamenti e lusinghe su di me e mi dice che si chiede come mai una bella fanciulla se ne sta da sola in un accampamento così grande... forse aspetto qualcuno?

...A casa mia questo si chiama farsi gli affari degli altri e resto sul vago…chissà che ideine si sarà fatto... ma per distoglierlo da qualsiasi ideina, gli dico che son li ed aspetto che arrivino i miei... sonora bugia, ma tant’è…proseguiamo a chiacchierare, mi narra che al suo forte c’è un gran via vai di messaggi e che non è lontano da li solo una decina di ore di galoppo, che devo stare attenta ci son loschi figuri in giro ed indiani che son sul piede di guerra, anzi poi curioso mi chiede come mai c’e un tepee… gli rispondo che lo ha costruito una mia amica indiana… mi guarda di sottecchi scommetto un dollaro bucato che nella sua mente, non pensa molto bene di me.

Io taglio corto e gli dico che se vogliamo cenare ho solo uova e pancetta, mi guarda e dice che non poteva desiderare di meglio… bugiardo che non è altro… di solito gli uomini in blu sono ottime forchette… fuori dal forte... lì son costretti a mangiare il solito rancio… ma si rifanno in abbondanza dopo… oh bene mi metto a spignattare un tantino e quando la pancetta soffrigge ci metto su le uova, finalmente mangiamo, c’è ancora luce e dopo cena si offre di lavare le stoviglie, acquisisce punti nella mia classifica personale, scende la sera iniziano ad apparir le stelle e la luna inizia il suo cammino, mi guarda fisso ed inizia a dir che i miei occhi son stelle rubate dal cielo e che non è giusto che lo guardi con occhi così intensi che l’han da subito affascinato e che depone la sua vita ai miei piedi perché ne faccia ciò che voglio, che son la sua luna irraggiungibile e se può osare di levare i suoi occhi su di me…alla faccia del soldato timido e dedito alla missione… mi sa che in mente ha un’altra missione, quella di vedere fino a che punto lo lascio andare…

Lo ascolto e candidamente gli dico che non son usa a discorrer così schiettamente, di certo ciò che dice è piacevole ma immeritato, son solo una fanciulla del west, come del resto tante, ribatte che non ne ha conosciute altre come me, che son unica e sola….-certo, li ci siamo solo io e lui-….in bellezza ed in modo di parlare e mi vuol donare il suo cuore e la sua anima, beh devo ammettere che ci sa fare colle parole ed i suoi occhi diventano oro colato man mano che la luna s’alza nel cielo, la sua voce diventa suadente e dolce e avvolgente, anche i miei occhioni iniziano a brillar di …luce di stella….

Auriel calma è ora di dar la buonanotte, mi prende la mano fra le sue e mi dice che vuol esser il mio sostegno e la mia guida, lo guardo dolcemente e gli dico che ora l’ora è tarda e sono molto stanca, nei suoi occhi d’oro castano leggo decisione e altro che non so definire….mi dice sol buonanotte e che lui dormirà sotto le stelle, perche cosi saprà che il mio sguardo non lo abbandonerà, molto a malincuore gli auguro la buonanotte e vado nella mia tenda.

Un nuovo giorno arriva ed il profumo di caffè si spande per l'aria, decisamente un ottimo risveglio, sa fare il caffe una cosa che apprezzo moltissimo, mi piace sempre di più il soldato in blu
Mi alzo, un minimo di toeletta,ed esco dalla tenda, con un sorriso mi porge la tazza ci sediamo accanto al fuoco, l'uno di fronte all'altra ed iniziamo a parlare, ...durante la notte ha dormito poco era preoccupato per me, aveva notato che l'accampamento era indifeso e facile preda di malintenzionati, voleva perciò aiutarmi, mentre parlava io giocherellavo con il mio coltellino, ad un certo punto mi dice di stare attenta perchè potrei tagliarmi inavvertitamente.

Lo so... non lo devo fare... ma ormai è un riflesso automatico, appena sento quella frase il coltellino parte, stavolta si va ad infilare vicino alla gamba sinistra di lui... vicino, dalla parte esterna, non sono poi così cattiva e poi mi sta simpatico... si preoccupa per me, complimenti al coraggio, non fa un frillo, ride divertito, e mi dice che anche se so usare bene il pungiglione, cosi lo chiama... auff...una pallottola arriva prima e va più lontano, eh devo ammettere che ha ragione e gli confesso la mia assoluta ignoranza in fatto di armi da fuoco... la mia educazione europea ha tralasciato questo lato... e del resto non era nelle previsioni di nessuno che arrivassi nel West.

Mi si propone come insegnante per integrare questa lacuna nei miei studi e comincia dalle cose facili... dice lui... per prima cosa mi fa vedere la sua pistola,un bell'affare... grossa pesante ed ingombrante per me, le mie delicate manine sono piccole ed affusolate, ma dice che è solo per mostrarmi mentre parla... mi spiega cosa sia il tamburo, il calcio, dove si trovino il cane e il grilletto, mi fa vedere come si smonta come si pulisce, è sempre bello sentire un esperto parlare, vedere mentre la maneggia con calma e delicatezza come fosse un'amante.

Mi guarda e mi dice che la colt è la sua fedele compagna e che non lo tradirebbe mai, mentre dice così un brillio sospetto negli occhi castani, naturalmente fo finta di nulla... poi passa a spiegarmi la posizione giusta per mirate e sparare, poi mi dice di provare e lui mi aiuterà, va depone una bottiglia vuota su un masso, torna da me, si volta rapido, estrae la pistola, che aveva rimesso nella fondina senza neanche prender la mira et voilà centro, quasi quasi presa dall'entusiasmo applaudo, decisamente mi piace...

Ora mi porge la sua pistola e mi dice di provare io, sono un po' nervosa, non mi piace molto l'idea, ma voglio farlo, mi spiega la posizione corretta, le braccia devono essere ben ferme e guardare sempre l'oggetto da colpire farlo divenire il centro dei tuoi pensieri e mirare appena un poco più in alto, non capisco il perché, ma ci provo, si mette dietro di me, mi circonda con le sue braccia e mi fa vedere come fare, se non sentissi il genuino interesse a darmi le informazioni giuste penserei qualcos’altro, ma io sono troppo nervosa e lui è molto serio quindi su, bando a pensieri che nulla c'entrano ora, appena reputa che a posizione sia giusta, mi lascia, fa un passo indietro, poi mi dice solo... "mira e spara".

Il bersaglio è un'altra bottiglia di vetro... auff... quanto è piccola... ma premo il grilletto e sparo... ops quanto rumore, non me lo aspetto e poi il contraccolpo, questo non me lo aveva detto, fo un passo indietro sbilanciandomi e mi ritrovo ancora fra le su braccia, stavolta non era la lezione infatti ha lo sguardo divertito di chi se lo aspettava e non vedeva l'ora di fare il sapientone a mie spese...va beh...passiamola in cavalleria...si diverte con poco, uno sguardo finto offeso da parte mia...ed una risata da parte sua....
 
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La giornata passa così, ci vuole più fatica e concentrazione, di quanto pensassi e... non ho mai beccato il bersaglio, solo una volta, quando ormai scoraggiata stavo per rinunciare, si mette ancora dietro di me, mi fa assumere la posizione corretta, col corpo e le braccia tenendole ferme e mi fa "spara adesso...", ed ecco centro perfetto... che dire mi sembra un sogno, e presa dall'entusiasmo adesso mi accorgo che è un po troppo vicino e la sua voce ha un tono meno professionale quando mi dice all'orecchio... “vedi è molto piu facile di quel che credevi...” sarà il tono di voce, sarà l'entusiasmo, sarà la vicinanza, sarà che non sono di ferro, ma qualcosetta di diverso inizio a sentire...

Auriel datti un calmata è il tuo insegnante...ma gli insegnanti hanno un certo non so che... a volte, specie quando hanno occhi castano chiaro avvolgenti come seta ed un tono di voce così caldo.
Sta iniziando a diventar troppo buio per mirare correttamente e non sento più le braccia, nessuno mi aveva mai detto che è cosi faticoso sparare e mi risponde che è normale sono stata troppo rigida e non mi sono lasciata andare, è così per tutti i novellini....novellina io... con chi si crede di parlare... però un pò di ragione ce l'ha, comincio a massaggiarmi le braccia, mi fanno un male boia, probabilmente mi sfugge una piccola smorfia... però che osservatore... se ne accorge subito... e si offre di massaggiarmi le braccia... dice di essere molto bravo.. fidiamoci... del resto mi fanno un male che non vi dico... ha un tocco gentile e delicato.

Mi sto rilassando parecchio, mi piace e mi ci trovo a mio agio, mi ha fatto appoggiare al suo torace e passa le sue mani sulle mie braccia, un massaggio lento e piacevole,passano i secondi, i minuti, il tempo si dilata, e lo spazio si comprime attorno a noi.
Ad un tratto la sua voce inizia a sussurrarmi frasi delicate all'orecchio sinistro, è protettivo e man mano diventa sempre piu dolce e tenero, scivolo pian piano in un sogno irreale, le sue braccia, la sua voce, le stelle alte nel cielo ci guardano, le fiamme del fuoco danzano alte e forti, il profumo dell'erba della prateria si spandenell'aria, un piccolo tenero bacio, che lentamente diventa dolce e possessivo, e l'abbraccio più deciso e più forte..
Auriel è ora di andare...

Altra nottata insonne e solitaria… ormai dovrei esserci abituata… invece no, decisamente duro dire ancora no… quando tutto dentro te urla sì… ma una promessa a me stessa devo mantenere, colui che avrà il mio cuore sarà chi tutto dimenticherà per me ed io lo farò per lui… solo che quella serata avrei voluto non finisse più, il nuovo giorno avanza a grandi passi, non vedo l’ora di reinziare gli allenamenti …uno perché voglio imparare sul serio a sparare …un po’ perché tra le sue braccia mi ci trovo proprio bene… oh e poi son cose mie…, colazione... il solito caffè che mi riconcilia col mondo specie il suo… di caffè, che si è capito!!!

...Poi al lavoro, imparare a conoscere la colt come le mie tasche… arduo però… per smontarla non ho problemi... e nel rimontaggio che avanza sempre qualche pezzettino chissà perché, alcune cose che mi ripeteva di continuo erano… "usa la calma… non fare esibizioni stupide… non perdere tempo... se devi sparare fallo… poi ci pensi, deve divenire automatico… ogni istante che lasci all’avversario è un’eternità in meno per te, la colt non ha padroni, ne giudizi morali, ubbidisce a chi la impugna se questi la ama e la rispetta, se si è fedeli ed attenti, lei, la colt, lo sarà con te" manco fosse un matrimonio,ma questo è solo un mio pensiero, peregrino un bel pò.

Mi paiono indicazioni un tantino drastiche… ma pensandoci un attimo su, diventano subito molto sensate, ricominciamo... punta, mira, spara, ancora ed ancora, il bersaglio era sempre diverso, e sempre in posizioni differenti, più in alto, più in basso, presta attenzione, non distrarti, mamma mia se era esigente… come insegnante… però negli occhi un sorriso quasi divertito... mi sorge un dubbio...non è che si sta divertendo un po’ troppo? …non esser maligna Auriel… è solo che prende a cuore il suo compito e vuol fare sì che mi sappia difender all’occorrenza… ha ragione, del resto esser soli nel west non è affar da poco.

Continuiamo ancora un po’, ma ora devo smettere non riesco più a tener ferma la pistola, risediamo accanto al fuoco e mi dice che non devo sottovalutare la stanchezza, potrebbe costarmi la vita e non devo fare attacchi suicidi, non ne vale la pena, la vita è una ed è preziosa, completamente d’accordo su questo, poi il discorso si fa più leggero, più intimo, più sommesso, mi fa accoccolare vicino a lui e mi tiene stretta, quasi a proteggermi da tutto, la dolcezza nella sua voce, il suo volermi tener al sicuro, mi fa star bene, mi accarezza i capelli …ha un tocco dolcissimo, le sue braccia mi stringono forte, con una mano mi fa una carezza sul viso, si ferma sotto il mento e lo solleva verso di lui, un bacio a fior di labbra… tenero, un altro più deciso, nei suoi occhi il fuoco dorato delle fiamme che iniziano a ruggire, nei miei un’ incendio che consuma chi ha l’ardire di fissarli, i miei occhi nei tuoi, le tue labbra calde sulle mie, le tue mani farfalle che lasciano scie ardenti dove si posano, il respiro che si fa uno, la magia della notte imminente è intorno a noi, nel silenzio della notte sento la musica del tuo cuore battere per me, all’unisono col mio, un dolce sogno sta aprendo le sue porte per noi, io son qui per te, tu lo sei per me, ora mi affido a te, alla tua dolcezza, alla tua forza,

….Ma un pensiero improvviso…Auriel, cosa stai facendo, …sta attenta… fermati… Non voglio sentire….non voglio andare….lasciami stare…tu non sai cosa sia la solitudine, anzi no lo sai fin troppo bene, …non puoi volere questo per me… Si che lo voglio, …non puoi lasciarti andare cosi… Solo una notte …E le altre notti dove sarai?...chi sarà con te…..sai che se ne andrà …ha la sua missione da compiere …la sua vita da vivere ...la sua strada da percorrer ….e per te ce n’è un’altra che non sai dove ti condurrà… non sai cosa ti porterà… Voglio una notte per me, solo una notte, cos’è una notte per chi non vede il domani? ...Ce lo avrai un domani ….basta solo che tu lo voglia… ora fermati…altrimenti non potrai più farlo… fermati subito…

Dagli occhi socchiusi, piccole gocce di diamante si formano, aspre e appuntite che bruciano e feriscono, se ne accorge e mi stringe ancor più forte, raccoglie ogni lacrima con un piccolo bacio, ha capito senza parole, i suoi baci diventano più teneri quasi dolci, i miei occhi si aprono, completamente, stelle lucenti da un liquido velo coperte e che le fa divenir ancor più cristalline fisse nei suoi pieni di affetto e dolcezza, ancora la passione si vede, ma c’è qualcosa di più… non so dir cosa, si alza mi porge la sua mano per farmi alzare a mia volta, mi circonda la vita con le sue braccia e mi accompagna alla tenda, mi dice solo “buonanotte anima mia”….se ne va....mi butto sul letto e …piango fino allo sfinimento….

Mi sveglio ancora con le lacrime agli occhi, un solo desiderio, vederlo, sapere come ha passato la notte, scusarmi per aver risvegliato sentimenti che poi è difficile controllare, sensazioni che travolgono nel giro di un attimo, complice la notte e la sua dolcezza, sentita ancora più forte,quando meno te lo aspetti, del resto anch'io sono presa da quel vortice... e la paura di non trovarlo mi gela il sangue... che se ne sia andato durante la notte... magari deluso, magari arrabbiato, non so cosa vorrei... coraggio Auriel affronta i leoni...

Mi preparo , se è rimasto voglio esser bella per lui, per lasciargli un ricordo stupendo, per restare nel suo cuore... esco tremando, c'è, è lì accanto al fuoco acceso, mi sorride dolcemente...ha preparato il caffè, me lo porge.. .la mia mano nella sua, una carezza prolungata, mi guarda... tace... un sorriso triste negli occhi, aspetta che parli... che dica qualcosa... riesco a dire solo... “scusami...” mi risponde che deve andare, ha una missione da compiere... un dovere ed un ideale a cui obbedire… lui non deve scusare nulla, anzi mi capisce, sa che ho anch'io i miei principi e mi apprezza per quello... ancor più di quanto io creda, non può promettermi nulla, deve rispettare il suo codice d'onore.

Ma vuol lasciarmi un suo dono… la sua colt per allenarsi, quella chemai loha tradito, sa che sarà in buone mani ed anche che sarà il suo mododi restarmi accanto non vuole che sia indifesa e sola, è un pò più piccola di quella che mi ha fatto usare, più adatta alle mie mani, la prendo e la stringo forte... oltre ai ricordi… solo questo mi rimarrà di lui... ci rivedremo? Chissà e mi dice che se mai un giorno mi servisse e mi riaccostassi alla civile residenza, a quel forte ed a quella città che son la sua vita, di cercarlo, lui sarà li, fedele alla sua parola ed al suo dovere, Aglio il suo nome e sarà famoso nel West, ovunque sarà non dimenticherà mai Auriel.

Gli credo, lo so, so leggere negli occhi di chi parla con me, se le parole son queste, i suoi occhi dicono anche altro, c'è dolore ed amore, sento e rispetto ciò che dice anche se so che non lo pensa realmente, forse così soffriremo di meno tutti e due?...Non lo so... un ultimo lungo dolcissimo bacio e se ne va… lontano da me.
 
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Agguato

I giorni passano lenti, uno dopo l’altro, lavoro e sparare, sparare e lavoro, voglio diventare una tiratrice esperta, anche per non sentire la solitudine che inizia a pesare di più, ogni giorno che passa, nessuno si vede e nessuno mi aspetto, per le provviste non ci sono problemi, ne ho a sufficienza , acqua potabile ce n’è a iosa, ho solo la compagnia di Pegaso e faccio corse interminabili al galoppo, la sera per sentire almeno una voce nel silenzio che mi circonda, mi racconto delle storie, altrimenti solo i rumori della prateria si sentirebbero. Comincio a pensare che sia ora di tornare alla vita cittadina ed inizio a preparare per sistemare ciò che voglio portare con me e ciò che lascerò alle mie spalle, non faccio altro che spostare delle cose da una parte all’atra, questo lo porto, quest’altro lo lascio, poi cambio idea, sembra quasi un passo di valzer, ma ecco giungere un rumor di galoppo a spron battuto, chi sarà mai con tuta questa fretta?

Vado a vedere, un gran polverone all’orizzonte da cui emerge un cavaliere solitario che di gran carriera si avvicina, arriva al recinto per i cavalli lega il suo cavallo, poi si avvicina al fuoco dove sto aspettando e mi chiede se può avere un caffè, naturalmente rispondo che sì, del resto un caffè non si rifiuta a nessuno, ma il tizio non mi piace per nulla, ha un’aria sospetta viscida ed untuosa, mi da quasi un senso di repulsione, mi dico forza magari ha un motivo preciso per essere cosi e poi ha solo chiesto un caffè. Glielo porgo, anche la sua mano è sudaticcia e sgradevole, ci sediamo e comincia a parlare, mi dice di chiamarsi Murdridge e di avere una gran fretta, è inseguito da una banda di banditi, i Dayton, che lo vogliono far fuori per uno sgarro ma lui non è colpevole di nulla.

Magari è vero, gli credo e lo invito a fermarsi un po’ per riposare e vado a preparare un giaciglio per lui nella tenda io dormirò nel tepee. Ritorno accanto al fuoco e finisco il mio caffè, ma comincio a sbadigliare quasi subito, è vero sono stanca ma di solito riesco a fare un minimo di conversazione, lo guardo con un cenno di scusa, lo vedo che sorride, un sorriso strano, inquietante, non faccio a tempo a finire il pensiero, che….non ricordo più nulla…mi risveglio dopo, credo, molte ore, con un saporaccio in bocca, fuori c’è la luce del giorno, ma io ricordo che era il tramonto.. e da fuori si sentono delle voci maschili….scuoto il capo un attimo per far defluire l’appannamento che lo ricopre e fo per alzarmi.. mi sentivo un po’ stretta, fo per muovermi …e mi scopro legata come una vitellina …, le mani dietro la schiena, le caviglie insieme e la stessa corda che unisce entrambe, non c’è che dire…stavolta son proprio nei guai e seri per giunta…che fare?...al momento poco…c’è solo da aspettare e con calma, anche se di paura ce n’è un mucchio, ma so che non devo accentuarla.

Dopo un bel po’ e comincio ad agitarmi, non riesco più a stare in quel modo, all’improvviso si apre la porta della tenda ed entra un tipo ….non è Murdridge, non lo conosco e un tipo bruno con gli occhi scuri e lo sguardo truce, mi guarda con l’aria di chi sa di avere tutti i diritti di comandare, normalmente risponderei per le rime …ma credo sia meglio stare zitta… mi sento un po’…legata al momento e a dirla tutta non sono proprio tranquilla… mi guarda e dice di vedere un bel bocconcino, chissà che vorrà dire, ma il suo sorriso non mi piace un granché, anzi per nulla, entra e si siede accanto a me, mi faccio ancora più piccola e cerco di stargli lontana, non è facile, si avvicina sempre di più e fa per baciarmi, non se ne parla neanche, giro il volto di scatto e si ritrova col suo viso fra i miei capelli, lo sento ridere e dire che gli piacciono di più quelle con il caratterino, lo…stimolano, il sangue mi si gela dentro e stringo forte gli occhi per non far vedere che ho paura, vorrei morderlo, ma forse è meglio stare buona e non dargli la scusa che cerca, per fortuna lo chiamano da fuori …devono aver trovato le pietre che ho nascosto qua e la, per ora scampato pericolo, ma i suoi occhi promettono ..tornerò… stavolta non so davvero che pesci pigliare …pensa qualcosa… Auriel in fretta…ma nulla…mi sento impotente e. …. non mi piace.

Un’altra attesa lunga, il vociare fuori continua, sempre più allegro ed entusiasta, sono almeno cinque voci diverse, ma io ho visto solo Murdridge ed il mio carceriere …finora, ma credo che ricorderò perfettamente il suo volto, ormai è stampato nella mia mente, la sua voce ed il ribrezzo che ho provato quando si è avvicinato…Dopo un bel po’ si riapre la tenda che fa da porta e rientra il tipo, e mi dice”Buona sera, mia dolce, so che andremo molto d’accordo noi due, gia o visto delle cose che mi hanno rallegrato molto… un sacco di pietre molto belle, ma i tuoi occhi, mia cara lo sono di più”, nella sua voce un timbro gelido che ghiaccia il sangue, seguita a parlare”ma la buona creanza richiede che mi presenti; sono Hal Dayton, e quelli fuori sono i miei fratelli, ma non importa che tu li conosca, a te penserò io …se non mi farai arrabbiare, ma anche se tu avessi la malaugurata idea di farlo saprei come rimetterti al tuo posto, devi sapere che la mia specialità e rimettere a posto, chi si ribella al mio volere, ma so che sarai molto carina con me , ne sono sicuro”. Solo a sentirlo capisco che stavolta non so come cavarmela, ma non gli do la soddisfazione di rispondergli, sarebbero parole vuote di sfida inutili e lo sappiamo bene tutti e due ora tace …mi guarda …forse aspetta una replica da parte mia….

Una replica che non avrà, distolgo lo sguardo da lui, non voglio che veda la mia paura, gia son sicura che l’avverte, ha l’istinto del serpente che ha avvisato la sua preda e sente che non può sfuggire in alcun modo, non avendo risposta si avvicina, distolgo lo sguardo da lui e lo rivolgo verso il muro di legno della baracca, la grana del legno è una vista molto più gradevole, ma sento che si avvicina, all’improvviso un forte strappo ai capelli che mi tira indietro la testa e la sua voce che sibila feroce…”quando parlo con qualcuno…specie con una donna” quasi la sputa quella parola, “non gradisco non essere considerato, ma così mi diverto di più, sappilo” a questo punto non mi resta che guardarlo ..se potessi lo incenerirei, ma ottengo solo di farlo ridere di gusto e sentirgli dire”…mi piace il fuoco, specie se sono io a spegnerlo poi, e ti assicuro che lo farò quanto prima, nessuna mi resiste a lungo, ed ho una fama da mantenere…”.

Di fuori un vociare confuso lo distrae e mi dice “ora devo andare…ma tornerò molto presto, mia colombella…abbiamo un appuntamento noi due, non dimenticarlo e sii puntuale, non mancare…”e ride, ha una risata sgradevole e stridula ma forse si crede spiritoso, molto facile avere ragione di chi non si può muovere ed è la metà di te, poi esce e va a controllare che sta succedendo. Aguzzo le orecchie e provo ad ascoltare attentamente quel parlarsi sopra, man mano che presto attenzione riesco a distinguere le parole, sono inseguiti da presso dai cacciatori di taglie e non possono attardarsi ancora di più se non vogliono rischiare grosso, per spaventarli così ci devono essere molti sulle loro tracce, ma non so se questo sarà un bene od un male per me…posso solo sperare… Ora rientra, e mi dice “Bambola, l’appuntamento è solo rimandato, affari urgenti mi chiamano altrove, devo andare, ma….”

Mi coglie di sorpresa ….è più veloce di un cobra…mi viene vicino e mi bacia, di forza e non riesco a voltarmi in tempo, perché mi ha preso il capo fra le mani per impedire qualsiasi movimento, mi guarda dopo e ride ancora….” Solo un piccolo assaggio per farti ricordare di me, per farti capire quello che fa un uomo e perché tu capisca che sei solo per me, a presto dolcezza” esce di fretta e ..mi lascia lì legata come un salame, sento che salgono sui cavalli e se ne vanno, io sto ancora ferma, piangerei dalla rabbia e dalla paura… solo questo posso fare, ma aspetto che il rumore del galoppo dei cavalli si allontana per poi scomparire, adesso son sicura d’essere sola, che fare? Mi divincolo un poco…la corda si stringe di più, allora mi fermo un attimo a riflettere…
 

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Grande! 2 cose mi vengono in mente "guardando" (perchè per leggere tutto questo devi essere matto) quello che hai scritto:
A: devi avere una fantasia da scrittrice...complimenti!
B: non c'hai proprio un cazz.o da fa!!
Cordiali saluti
Ricciotto
 
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secondo me tra poco arriva colombatio che e il fratello scemo di ricciotto
io parlavo della lazio lui si pensava, parole di forte , al hazio
a malinconia cosa hai fatto che mad non è mai sazio

quandìè che Auriel viene a romm???

su su che a felsina non avete il nostro brunello
e manco qlc bello
pane e tavernello
in piu abbiamo il budello della ww vestita da pompiere
sorride e fa i lavori senza ridere
 
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