Evento letterario della primavera 2012

Stato
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Billy-AR

Cowboy
Incipit comune a tutte le creazioni da regolamento:

E' ormai tarda sera. Nessuno sano di mente si avventurerebbe fuori dall'hotel o dalle proprie abitazioni o tende a quest'ora: i cavalli non vedono di notte e si rischierebbe di perdersi, inoltre sia che ci si trovi in qualche Stato del Nord o del Sud mille pericoli sono sempre in agguato.
Lo Sceriffo Fitzburn è seduto in una sedia a dondolo nella veranda della sua caserma. Fa ruotare con l'indice della sua mano sinistra un paio di manette mentre nella destra tiene un buono e meritato sigaro. Gli stivali appoggiati alla ringhiera in legno, nella testa i fatti del giorno.
Ad un tratto, proprio mentre le campane della chiesa battono 11 rintocchi, il fiuto dello Sceriffo gli fa girare gli occhi verso il deserto: <<Impossibile! Sento rumore di cavalli!>>.
Fitzburn in fretta e furia prende il suo Winchestern e si apposta in silenzio dietro ad una finestra della caserma.
Pochi istanti dopo una carrozza con 2 cavalli ormai stanchi e bisognosi di bere si ferma vicino al mercato cittadino.
Un uomo elegante con un cilindro nero splendente e dei fogli in mano inizia a parlare ad alta voce: <<Signore e Signori di questa bella cittadina! Oggi un gruppo di artisti è arrivato in città! Venite, radunatevi e ascoltate la nostra arte letteraria!>>.
Fitzburn esce allo scoperto e mentre si aggiunge agli altri cittadini che stanno formando un cerchio attorno alla carrozza pensa tra se e se: <<Pff, solo gli scrittori mancavano da queste parti; come faccio a non diventare matto? Tra Maria che non fa altro che confondere i miei vice, quell'indiano che è sempre a parlare di natura e di spiriti e il barista che mi spilla sempre più dollari!>>
Maria: <<Dai su "Fitz"! Sono così attraenti questi uomini di cultura! Solo a giocare con quelle pistole voi!>>
 

Billy-AR

Cowboy
toccatemi tutto...ma non lei

quando il fiocco si svegliò la luna tentava di illuminare la notte già da diverse ore...
quella poca luce bastò per accorgersi che la sua amata non era più al suo fianco....l'incubo che aveva avuto era nulla in confronto alla sconvolgente realtà ,non si erano mai lasciati lui e la sua bella, mai traditi e non era passato un giorno senza che i loro corpi fossero stati a contatto..
mentre indossava quei abiti usurati da giorni sempre meno pacifici...senti un rumore proveniente dall'esterno della bettola in cui aveva inutilmente sperato di trovare un po di serenità...avrebbe riconosciuto quella voce anche solo sentendola bisbigliare..
si precipitò fuori senza curarsi di cosa il destino gli avrebbe riservato..
la vide in braccio ad un tizio barcollante la cui quantità d'alcol presente sui vestiti era inferiore solo a quella che aveva in corpo....dopo una breve colluttazione il rapinatore giaceva immobile a terra salvato solo dal fatto che la sua vita fosse già una punizione sufficente.
mentre il sole si accingeva a ricevere il testimone dalla luna..il fiocco guardò la sua bella mentre la rimetteva all'interno della fondina assicurandosi che il primo colpo fosse a salve..
salirono insieme sul cavallo , che aveva assistito immobile a tutta la scena , come se fosse abituato a vedere cose ben più movimentate..
scomparirono dietro una leggera nebbia mattutina...lui con una mano stretta sulle redini..e l'altra ad accarezzare dolcemente la sua bella tornata finalmente al suo fianco..
formavano proprio una bella coppia
 

Billy-AR

Cowboy
Era un pomeriggio afoso nella città di Newton, il sole picchiava sulle teste dei lavoratori nei campi come mai aveva fatto. Billy sbuffò infastidito dal caldo e dalla polvere che gli grattava la gola mentre piantava la pala nella terra cercando di fare un buco in essa. Si fermò, rimettendosi con la schiena dritta, quando sentì una fitta al fianco sinistro che lo costrinse ad appoggiarsi alla pala e a stringere i denti per non imprecare. Sbatté, irato, un piede a terra mentre portava la mano destra a premere sul punto dolorante. Chiuse gli occhi e inspirò preferendo concentrarsi su altro.

Era un piovoso giorno d'autunno quando Billy arrivò a Newton e si fermò davanti al saloon in cerca di ristoro. Velocemente legò il suo cavallo alla staccionata per poi camminare fino alla veranda, dove si fermò per scrollare il cappello zuppo d'acqua, e infine entrare nel luogo. L'odore di alcool e fumo subito gli arrivò al naso mentre si dirigeva al bancone, evitando vecchi cowboy ubriachi che litigavano. E fu li, mentre sorseggiava del whisky, che la vide. Era appena iniziato un balletto di cam cam e tutti i presenti si erano fermati per gridare versi di approvazione verso la prima ballerina, Maria, ma lui quasi non si accorse di lei quando vide la ragazza che le era vicino. “Lei è Elizabeth” sogghignò da dietro il bancone Henry mentre finiva di pulire i bicchieri con uno straccio logoro.

Ismael toccò la spalla di Billy risvegliandolo da quei pensieri. “Sono ore che lavori senza sosta, prenditi una pausa”. Il giovane annuì e si diresse verso il pozzo volendo dissetarsi. Mentre camminava i suoi occhi si posarono sull'emporio del vecchio Rochester. D'impulso andò a toccarsi la mascella per poi scrollare la testa ridendo.

Era ormai tarda notte ma Billy non riusciva a dormire dolorante com'era dopo una giornata passata a lavorare alla ferrovia. Decise quindi di fare due passi lungo le strade dell'ormai assopita Newton. Delle urla interruppero il suo cammino e subito corse in direzione di quelle. Elizabeth era li ed era più che evidente che stava litigando con un uomo, che la teneva per un braccio. “Lasciami, ti ho detto”. Le disse lei cercando di tirargli uno schiaffo ricevendo in compenso uno spintone che la fece cadere a terra. Billy cercò subito la pistola nella fondina ma si accorse di averla lasciata nella stanza e allora fece l'unica cosa che li venne in mente, corse in contro all'uomo, lanciandosi sopra a lui. Ci fu una breve colluttazione dalla quale Billy ne usci con il petto dolorante per via di un calcio e la mascella viola a causa di un pugno. “Di al tuo amico di starne fuori”. Disse l'uomo prima di allontanarsi con il naso sanguinante. La ballerina si inginocchiò vicino a Billy posandogli la mano tremante sul mento. “Guarda come ti ha conciato” riuscì soltanto a dire e il giovane con aria fiera le rispose “Dovresti vedere che ha fatto la mia faccia al suo pugno”. E in quel momento cominciò tutto.

Billy si appoggiò al pozzo dopo aver bevuto. Ma ancora la fitta si fece sentire. Con le mani estrasse la camicia dai pantaloni, sollevandola quanto bastava per vedere la cicatrice rossa sul fianco.

Era passato un anno dall'arrivo di Billy nella città e piano piano fu accettato da tutti tanto che Fitzburn lo nominò suo vice. Si stava dirigendo al saloon quando vide davanti a questo Elizabeth che si dimenava tra le braccia di quell'uomo che mesi prima l'aveva aggredita. Snake si chiamava, un bandito con cui Billy aveva avuto a che fare più volte a causa delle sue rapine ma che durante una sparatoria era riuscito a ferire ad una gamba rendendolo zoppo. “Resa dei conti amico”. Disse Snake pronto a premere il grilletto della pistola che teneva puntata alla tempia di Elizabeth. Billy fece per estrarre la sua colt ma gli si parò davanti un altro uomo che in una frazione di secondo lo pugnalò al fianco. Prima di cadere a terra e svenire il giovane sentì la voce dello sceriffo urlare “Snake” e poi uno sparo ferirgli le orecchie.

Il giovane di colpo abbassò lo sguardo e vide attaccato alla sua gamba un bambino di poco più di due anni. “Ehi piccolo dov'è la tua mamma?”Chiese prendendolo in braccio. Subito il bambino indicò una direzione e seguendo il suo dito vide Elizabeth parlare con suo padre, Fitzburn. La vide voltarsi verso di lui e donargli un dolce sorriso che gli fece subito dimenticare il dolore. “Sai Johnny, dopo tutto ne è valsa la pena”. Disse sistemando meglio il figlio sul fianco e dirigersi verso la moglie che lo stava aspettando.
 

Billy-AR

Cowboy
Duello

all'albeggiare dietro la sterile collina
comignoli di mattoni sbuffano nella fredda mattina

la gente è impaziente qualcosa si aspetta
ansiosa e operosa fa tutto di fretta

appuntamento nefasto sulla strada sabbiosa
due sagome nere si mettono in posa

Un boato si sente , un colpo , un fendente
il corpo rimosso e buttato in un fosso

Tutto rivive , indifferenza di molti
risate al saloon dei soliti stolti

ricomincia la vita nella via principale
un cittadino di meno qui è cosa normale !


Memo tre dita
 

Billy-AR

Cowboy
Era una calda e afosa giornata estiva, l’alta temperatura della zona provocava increspature nell’aria che spontaneamente rifuggeva il contatto con il suolo ardente. La bocca di Dark era impastata, le labbra screpolate dall’alta temperatura e dalla polvere che si sollevava dal suolo riarso. Le riserve d’acque erano finite il giorno prima e non vi era alcun modo di trovare sollievo in quella landa desolata e dimenticata da Dio. L’unica possibilità di sopravvivere era raggiungere la sua meta: la città fantasma.

Da quello che aveva scoperto parlando con dei coloni, alla città fantasma si nascondeva il passaggio per eldorado, la leggendaria città fatta d’oro. Secondo le voci doveva essere un luogo tranquillo e ormai disabitato. Ampie risorse d’oro e d’acqua erano solo in attesa dell’assetato viaggiatore di passaggio non fosse per la maledizione: gli spettri vendicativi dei morti tornavano a cacciare i nuovi cercatori di tesori per ricambiare quanto successo a loro e trascinarli negli inferi.

Dark era stremato dal viaggio ma, proprio quando stava per crollare a terra privo di sensi, vide in lontananza le sagome di una città. Un miraggio – pensò, ma si avvicinava rapidamente man mano che il cavallo procedeva nel suo incessante movimento.

La città era in rovina; era intega la sola fontana dove ancora un piccolo getto d’acqua tintinnava allegramente. Saziata la sete il cercatore d’oro iniziò la vana esplorazione della zona. Polvere e ragnatele erano l’unica cosa che si trovava in quel luogo sperduto; nessun edificio presentava alcun elemento che potesse ricondurre alla presenza di un tesoro.
L’unico edificio da controllare era il saloon. L’interno era desolato e malconcio come il resto del paese. Bottiglie di vetro giacevano infrante sul terreno, il contenuto ormai evaporato da tempo lasciando solo delle macchie ingiallite sulle assi del pavimento.

Il sole stava tramontando e anche il saloon pareva non avere niente di anomalo… solo il caso e un raggio di sole attraverso una parete rotta rivelarono una piccola porta parzialmente celata dietro a un pesante scaffale. Fu un attimo; dopo avere puntato saldamente i piedi Dark spinse con forza lo scaffale liberando il passaggio. “E’ fatta!” disse mentre entrava.
La distanza tra la speranza e la realtà a volte è molto ampia. Entrato nella stanza potè constatare con i propri occhi la realtà della maledizione. Un gruppo di apparizioni spettrali, bianche come moti si stagliava intorno alla stanza fissandolo. Uomini e donne dai tratti tanto marcati quanto funerei lo fissavano con insistenza mentre la porta si chiudeva sbattendo alle sue spalle.

“Chi sei e cosa vuoi?” Esclamò la figura centrale, un indiano all’apparenza (a parte il fatto di essere competamente bianco).
Dark era frastornato e spaventato, aveva lasciato il suo fido winchester sul suo cavallo ed era ora alla mercè dei fantasmi che aveva davanti. “Io..io..” balbettò incerto “Sono Dark.. e sono alla ricerca dell’eldorado.. “
“Vattene! Qui non c’è nessun eldorado solo le tombe dei miei avi, polvere ossa e morte. Non sei il benvenuto.”
“Non ho intenzione di trattenermi ne di profanare alcuna tomba..” disse mentre con la mano afferrava la sciabola che portava alla cintura e la puntava alla gola dell’uomo che aveva davanti “ma non ho intenzione di farmi spaventare dai dei finti spettri.”
“Calmo amico!” disse Waupee scrollandosi di dosso una gran quantità di farina e cenere. – “sto solo proteggendo le tombe dei miei avi che sono sotto questa città ormai abbandonata perché decimata da un’epidemia anni orsono. Non troverai davvero nulla.”
“E la messinscena? A cosa devo l’onore?”
“Secondo te è più facile far andare via un cacciatore di tesori determinato a ficcare il naso dove non dovrebbe parlandogli amichevolmente o spaventandolo a morte?” concluse il pellerossa sorridendo
“Mi arrendo.. usciamo da qui e andiamo a mangiare qualcosa. Ho dei fagioli nella borsa della sella.”
“Ho di meglio, c’è una piccola città di nome Midian poco lontano si mangia bene ed è un posto tranquillo.”
“Aggiudicato.” concluse uscendo seguito immediatamente da Waupee ”I tuoi amici non vengono? E sta storia dell’eldorado?”
“Leggende solo leggende.. e no.. loro preferiscono di no.” concluse l’indiano gettando qualcosa nella stanza mentre chiudeva la porta dietro di sé. La moneta picchiò sul terreno con un suono metallico per poi fermarsi in una pila di molte altre. Le altre figure nella stanza erano sparite nel nulla dell’aria fresca e secca della sera ne deserto.
 

Billy-AR

Cowboy
Nuovo giorno

All'alba di un mattino triste e piovoso
verso la fine di un turno assai noioso,

porgo lo sguardo molto lontano,
una nube dal terreno sale piano.

Centinaia di persone, è un'armata,
sta marciando, la battaglia è dichiarata.

Certo che questo è un forte grande
che alla contea da il nome, è importante

Urlo allora a perdifiato
"Allarmi, il nemico si è schierato!"

"Chiamate amici ed alleati,
a difender stasera siam chiamati!"


Mad Done
 

Billy-AR

Cowboy
-Tu, hai paura del buio?-
Con questa frase mi svegliai di soprassalto nella mia baracca, tutto sudato. Avevo gli occhi fissi sul muro e il pensiero sull’ultima cosa che ricordo di quell’incubo: solo un uomo, barba rossa e occhio nero, che mi sussurrava: - Tu, hai paura del buio? -
Sperando di aver preso solo una bella sbronza con il whisky di Henry, mi alzai dal freddo pavimento di legno e mi asciugai con il vecchio asciugamano di mio nonno, lui dava sempre un senso ai sogni: - Ah, quanto mi manca - esclamai.
Era giovedì 12 maggio, ci sarebbe stato il famoso duello fra famiglie, i McCartey e i Walker, io tifavo per i Walker, la famiglia di Henry, il barista. I Duellanti sarebbero stati Duke McCartey e Joe Walker, lo zio di Henry. Si sarebbe tenuto alle dodici in punto, dopo il dodicesimo rintocco alla dodicesima strada si sarebbe sparato il primo colpo, il più veloce, il più rapido colpo di tutta la contea.
Ma le cose andarono diversamente, o almeno, il colpo venne sparato, ma non in un duello.

Tornando alla mia giornata, ero alla collina, a far pascolare i buoi, quando un branco di bracconieri di animali e cercatori di fortuna sbucarono dal dorso ricurvo della collina; non li riconobbi in faccia, il sole era troppo accecante, senti un fragoroso “yeeeeaaah” e un rumore di galoppo che si avvicinava sempre più al mio pascolo, finché uno di loro mi raggiunse e disse: - Tu, Patrick Texano, ora o ci dai dodici dei tuoi buoi o ti facciamo saltare le cervella. –
Non potei farci nulla, cedetti dodici dei miei buoi e uno di loro, con un sorriso in mezzo a quella folta ed ispida barba grigia, se ne andò, gridando di nuovo.
Mi erano rimasti solamente tre buoi, tra cui uno dei quali morì il giorno successivo.
Tornando a casa vidi in lontananza Mary, mia sorella, che aveva in mano un foglio, era una taglia con scritto: Wanted, The Revenge
Ricompensa di 1200 dollari; ma purtroppo io non sono un duellante e lo stracciai per poi rintanarmi in casa.

Guardai l’orologio, erano le undici e un quarto, il luogo del duello era poco lontano, ma se volevo prendere posto dovevo affrettarmi.
Giunto sul luogo vidi molta gente accalcata, ero arrivato tardi? Era già cominciato? O peggio, finito?
Si, era finito senza mai iniziare, vidi Joe, lo zio di Henry a terra, con un buco nella spalla destra, ormai senza vita, era stato ucciso di nascosto. Vidi anche Henry, feci subito le condoglianze, ma non reagì.

Il giorno dopo preparai una piccola foto che ritraeva me, Henry e suo zio Joe, vicino alla banca con in mano dodici dollaroni ciascuno.
Mi incamminai verso il suo saloon, giunto lì mi diressi verso il bancone, chiesi ad Henry una birra, un whisky non lo avrei mai più toccato in vita mia, e appena l’ebbi bevuta diedi la foto ad Henry, che mi ripagò offrendomi la birra. Seduto accanto a me c’era un tipo di spalle, che guardava Maria mentre ballava, gli chiesi se aveva sete, lui, si girò lentamente verso di me, lo riconobbi subito, era il bracconiere che mi aveva rubato i buoi il giorno precedente, anche lui mi riconobbe e si alzò facendo cadere lo sgabello, io feci lo stesso, ero disarmato, potevo contare solo sulle mi possenti nocche tutte graffiate dal duro lavoro; anche lui aveva dei graffi sulle nocche, ma componevano una scritta: “Duke Mc” su una mano, “Revenge” sull’altra.
Cercò di colpirmi ma mi mancò, avevo dei riflessi fulminei, me li aveva fatti imparare mio nonno, non solo era un filosofo, ma anche un combattente; cercò ancora di colpirmi ma io fermai il colpo e gli sferrai un pugno sulla bocca e poi uno in un occhio, cadde a terra.
Poco dopo si rialzò; aveva la barba, che prima era grigia, ora rossa di sangue e un occhio completamente nero, chiuso dal dolore; mi prese per la collana e mi sussurrò con un rumore di caricatore in sottofondo: -Tu, hai paura del buio? –
Dodici rintocchi, poi uno sparo.

Fine
 

Billy-AR

Cowboy
Wild Bill Hickok


Come un randagio vagavo per vicoli silenti in cerca d'una via di congiunzione
tra i pensieri e la vita che bramano l'illusione di un'emozione

tu ti ponesti dinanzi al mio cammino tra i miei passi
gli occhi miei guardarono i tuoi riflettere i miei come un'antica danza,
pochi attimi in un tempo senza fine

lo stomaco borbotta , il cuore impazzisce
adesso l'aria non trema di parole e di pietà di cui assettato cerchi la fonte
e mentre sfioro la colt...il volto tuo impallidisce

Trattengo il fiato e un fremito mi pervade
anch'oggi ho sfidato la sorte
e tra ricordi di amori battaglie e amici anche un sorriso beffardo a sfidare la morte
E quando quell'attimo fu passato il suo nome divenne leggenda.
 

Billy-AR

Cowboy
Un nuovo giorno guidava ancora Nax verso un forte, aveva ormai perso il conto degli appelli a cui aveva risposto. Erano visibili le cicatrici che il suo corpo mostrava, il fucile ben calibrato e decorato con pagliuzze d’oro, recava un’iscrizione latina “sapiens fingit fortunam sibi”.

Erano passati molti anni dalla prima battaglia in difesa del primo forte, poco più che ragazzino aveva lottato strenuamente fin quasi alla morte ma era riuscito a proteggerlo. Quel giorno Nax comprese che quello era il suo destino, lottare affinchè la sua gente, i suoi compagni, potessero trovare riparo e protezione nei forti che negli anni erano stati conquistati. Era orgoglioso delle sue imprese, era la cosa giusta da fare, non si risparmiava in nessuna occasione.

Quel giorno, ebbe una sensazione diversa. Si sentì solo, come se stesse per respingere un attacco col fucile come unico compagno, sensazione che si protrasse per tutto il viaggio, non scomparì nemmeno quando gli si aprirono davanti le porte del Fort Tullino. Davanti a se erano piazzati centinaia di compagni d’avventura, facce nuove e tanti veterani, gente che aveva condiviso con lui il freddo, gli assedi, il caldo infuocato del deserto d’Arizona. Quell’audacia che gli si poneva davanti avrebbe dovuto interrompere quel senso di inadeguatezza che gli bloccava il respiro, non fu così. Le ore passavano e l’attacco era sempre più vicino, Nax scrutava l’orizzonte dalla sua torre preferita, spalla contro spalla con i suoi amici fidati.

Era un veterano anche lui ma ambiva ai vertici del comando, la sua irrequietezza l’aveva sempre condotto a cambiare città, luoghi e per questo non era ancora riuscito a trovare una collocazione adeguata alla sua esperienza. I suoi pensieri vagavano tra migliaia di battaglie affrontate, all’improvviso una coltre di polvere si intravide all’orizzonte, il nemico sopraggiungeva col suo carico di mercenari pronti a giocarsi la vita in cambio di pochi dollari.

Il forte attese in silenzio il loro arrivo, lo scalpitare dei cavalli si fece più intenso, in un attimo quella quiete si trasformò in un inferno di fuoco. Nax si spostava velocemente, i colpi erano mirati e precisi. Uno dopo l’altro i nemici caddero ma il loro elevato numero consentì un rapido avvicinamento alle mura del forte. I movimenti di Nax si fecero sempre più veloci, la sequenza dei colpi ascese velocemente e intorno a se fu il silenzio. Tutto si rallentò, vedeva in maniera distinta i proiettili che fischiavano silenti in direzione della torre, i colpi avversari si avvicinarono e per quanto la sua reattività fosse straordinaria, sentì una prima fitta alla spalla sinistra, non era riuscito a schivare quel colpo.

Il tempo riprese a scorrere, urla, ordini dei superiori e sequenze di spari invasero la sua mente fino a pochi istanti prima impegnata nei suoi più vividi ricordi. Si guardò attorno, la torre era assediata, un congruo numero di balordi sparava all’impazzata verso lui e il suo gruppo di compagni. Ne vide diversi a terra, rivolse quindi lo sguardo verso la torre ovest, era relativamente tranquilla e c’era buona visibilità per continuare a sparare. Si rese conto che dovevano necessariamente attraversare il muro sud e raggiungerla, avrebbero guadagnato tempo per ricollocare le forze e respingere l’ennesimo attacco di quella nuova primavera.

Giusto il tempo di finire il pensiero e giunse l’ordine di ritirarsi lungo il muro sud e raggiungere la torre ovest, simpaticamente denominata Torre Soldato perché alla base c’era un piccolo spaccio con tutto quello che poteva desiderare un buon combattente, ogni sorta di oggetto utile che non era inserito nella dotazione d’ordinanza. Nax ritirò la canna del fucile dalla feritoia, vide i compagni avviarsi lungo il muro, claudicanti, c’erano parecchi feriti, la sua spalla era sanguinante ma non sentiva alcun dolore, l’unica sua preoccupazione era vedere i compagni al sicuro. Si trattenne ancora sparando per proteggere lo spostamento.

Quando l’ultimo dei superstiti attraversò la porta d’accesso al muro sud, con la coda dell’occhio si accorse che il numero degli assedianti in basso era diminuito, d’improvviso se ne trovò tre davanti, avevano fatto breccia nel muro est ed erano riusciti a salire in torre, tre colpi rapidi li lasciarono sul posto, non era ancora finita.

La torre si riempì, Nax indietreggiò, corse lungo il muro guardandosi le spalle, una fitta lo raggiunse alla gamba, poi un’altra e un’altra ancora. Cadde ma senza mollare la presa del suo fucile, guardò i suoi amici raggiungere la torre soldato e si lasciò andare a un fievole sorriso. Si girò pancia a terra rivolgendo lo sguardo verso la torre invasa, puntò il suo fucile e ricominciò a sparare, dalla torre soldato i suoi compagni urlavano il suo nome, Nax sapeva che quelli erano gli ultimi colpi del suo glorioso cammino fatto di solitaria compagnia, manteneva però la sua promessa, difendere la lealtà e l’onore, nulla poteva più fermare la sua ideologia di vittoria, nemmeno quel colpo che gli sottrasse l’ultimo respiro, lo sguardo fiero guardò per l’ultima volta la scritta sul calcio del fucile, il sorriso rimase impresso nel suo volto…

Il forte fu rinominato, le gesta di quel giorno racchiuse in un nome: Fort Nax.
 

Billy-AR

Cowboy
Nel Deserto Sabbioso

Eravamo in due
io e Jhon il Bue
Questo era il suo soprannome
anche se buffo imparai il suo nome

Nel Deserto Sabbioso
Col sole Giallo-Rosso
Che pungeva e bruciava
Sulla pelle che Arrossava

Da lontano Sbalordito
Un'oasi notai, Indicandola col dito
Fu allora che capì
Che la nostra vita non era finita lì.​
 

Billy-AR

Cowboy
Pelle di Giglio e Orso che Corre
Lo diceva sempre il mio vecchio, mai cominciare una storia con aggettivi su tempi e luoghi...
Non sapeva scrivere lui, ma sapeva come raccontarla una storia, che parlasse o scrivesse, era sempre uno spettacolo, mio padre, il più grande cacciatore di taglie di Big Horn...
Alcune storie non si esauriscono mai, mutano a seconda della tua emozione quando le racconti, e di quella di chi ti ascolta. Avevo seguito quell'uomo strano e terribile per settimane, attraversando le insidie del Deserto di Capura, sino a quella roccia antica, dove per la prima volta, il mio fucile avrebbe potuto sorprenderlo alle spalle, ma non si uccide un uomo così a tradimento, gli dei non lo perdonerebbero mai.
Quando lo raggiunsi era fermo davanti a un fuoco, immobile.
Lasciato il mio Quarter a breve distanza, caricai la colt di mio padre e mi avvicinai a passi leggeri.
Respira, mi dicevo, è soltanto un uomo...
Sapevo tutto di quell'indiano dal volto d'acciaio, mi accorsi subito della spada che faceva capolino dalle sue spalle massicce, la famosa Hernando, la spada maledetta.
Respira, prima che il sole si nasconda, sarà tutto finito.
Quando fui a pochi piedi da lui, mosse lentamente il collo cedendo ai miei occhi il suo profilo, mi aveva sentita arrivare! O forse lo sapeva dall'inizio, per un istante, sentii il mio cuore fermarsi.
“La luna oggi sembra una donna morta...”
Rimasi di ghiaccio.
“Hai fatto tanta strada per trovarmi, devi rendere il tuo cuore saldo prima di uccidermi, o quando sparerai lo farai al vento, e sappi, che non mi limiterò a prendermi la tua vita se fallirai il colpo.”
La testa mi girava vorticosamente...
Avevo speso una vita intera per arrivare a quel momento, ero una pistolera straordinaria, eppure così come la prima volta che lo vidi, mi sentii una bambina terrorizzata.
Lui ricominciò.
“Io sono Orso che Corre, il Tuono è mio padre e il Cielo è mia madre. Ora che il mio tempo volge alla zeta dei giorni prescritti, ho abbandonato le mie terre e i miei figli per arrivare qui, nel nostro luogo sacro. Attenderò che il Grande Spirito mi chiami a sé, come fu per i miei antenati, per i guerrieri Irochesi, nel mio sangue non scorre più la guerra, voi bianchi avete portato la fine e con me, morirà il tempo della guerra. E se è per mano di una ragazzina che debba consumarsi il mio ultimo respiro, così sia! Ma prima dovrai dirmi perché vuoi la mia testa, se è per il denaro e non lo confesserai o mentirai sul perché, io lo saprò, e per te, ci sarà solo dolore e morte. ”
La sua voce era un cannone, il petto mi faceva male da morire, i suoi occhi inchiodavano i miei al suolo, provai a parlare ma non non ci riuscii, mi accasciai al suolo mentre lui mi fissava, l'uomo per cui avevo vissuto, l'uomo che odiavo più di ogni altra cosa al mondo, mi aveva in suo potere, sentii l'ira crescere in me in un attimo ero in piedi e finalmente la voce uscì.
“Tu hai ucciso mio padre!”
Lo gridai con tutta la forza che avevo, ma sembrò un bisbiglio in confronto alla sua voce.
E lui replicò chiaro e duro come una montagna.
“Non 10 non 100 ma 1000 e più uomini ho ucciso, in ogni modo senza mai, mai provarne pena, io sono il tuo grande demone, ma tu non sei nulla per me. Quanti padri avete ucciso, madri e figli voi bianchi? Sai dirmelo? Queste terre ora sono vostre ma non per natura, non per merito, le avete profanate con le vostre idee, mai saranno patria per voi, uccidete come vivete, senza rispetto, senza ringraziamento; sparate ai bufali dai treni in corsa per puro divertimento, mai un animale fu ucciso da noi senza la promessa che il sacrificio della sua vita, non spettasse in egual misura un giorno a noi; avete portato il vostro Dio fra queste terre, ma noi non lo abbiamo mai visto, vi siete presi i nostri tramonti , i nostri campi piantando bandierine, gridando “mio”! Avete ucciso con inganni e tradimenti portando il vostro veleno, l'alcol, a riempire il vuoto che nei più deboli di noi, avevate creato con le vostre azioni.
Io ho ucciso tuo padre dici, e vieni qui a farti giustizia? Quante cose non sai, quante non ne saprai mai! Ma ecco la fine, in questo tempo maledetto che anche la mia morte lo sia! Spara dritto in mezzo ai miei occhi ragazzina, perché solo così si uccide un orso!”
In un attimo mi era addosso senza pensare sparai, dritto in mezzo agli occhi...
Sono passati 2 anni da quel giorno, oggi vivo in mezzo a una riserva Irochese, il mio nome indiano è Pelle di Giglio, e sono per tutti, la figlia del grande Orso che Corre.
 

Billy-AR

Cowboy
-Dai nonno!, sono ormai settimane che rimandi, oggi non smetterò di tormentarti se non me la racconti!
-Ah... va bene, ma devi promettermi di non raccontare a nessuno le mie parole... ci stai?
-Si!!!

-Era un giorno come tutti gli altri, in caserma devo dire che in comfort non mancavano, ma solo sei ore di sonno si facevano sentire! sapevo che mi attendeva un'altra giornata di durissimo lavoro, ero molto preoccupato, da poco ero entrato in una città e sapevo che le mie abilità non mi permettevano una solida difesa nei duelli, non mi rammaricavo, perché sapevo, che essere nella prima pagina del giornale del "west" portava fama e gloria. Come in tutte le città, avevamo un'alleanza, ma non m'interessavo molto alla diplomazia, visto che il mio soggiorno sarebbe durato poche ore: il tempo di fare qualche acquisto e di andare in municipio ad esporre il mio congedo. indossai i miei bellissimi abiti, che calcavano il mio essere da "gentil uomo".
Mi diressi verso un cantiere, dove pochi giorni fa avevo appreso la notizia che stavano costruendo una villa. Nel cammino incontrai diversi esponenti di carattere, con i quali, parlai del più e del meno, sempre con la pistola pronta all'evenienza spronai il mio bel pony ad aumentare la velocità, avevo scorso all'orizzonte gente di cattiva reputazione, decisi però di tirar dritto e non di allungare la strada evitandoli, questo fu un grande errore.
Mi avevano visto! e adesso? cosa facevo? si la mia classe era quella di un duellante, ma l'apparenza ingannava! non ero neanche vestito in modo adeguato per uno scontro. Il mio avversario però non ebbe pietà, si fece avanti e notò il mio alto livello nel rango sociale. Sapeva che battendomi avrebbe guadagnato un'enorme somma di denaro, cercai disperatamente di indossare la mia arma più forte, la famosissima spada di hernando. Ricordo quei momenti come se fosse ieri, quello sguardo penetrante che mi trafiggeva, non riuscivo proprio a distoglierlo. Quando partii il primo colpo, percepivo la polvere sollevata dal suo velocissimo cavallo, mi beccò la spalla sinistra, cercai di rispondere con un dritto sulla testa, ma lo mancai. Con enorme destria riuscii a
evitare un suo colpo indirizzato alla mia mano, con la quale tenevo la spada. Non passarono molti istanti, quando lui mi colpìì la nuca, non mi diede il tempo di reagire, e mi diede il colpo letale alla spalla destra.
Ricordo ancora quei momenti di dolore, quel dullo perso, che non fu l'unico, mi rimase impresso la sua codardia, nel duellarmi sapendo di essere parecchi livelli superiori al mio. Ma non me la presi, sapevo le regole del west. Stai tranquillo nipote caro, che settimane dopo mi rivendicai, e ottenni una taglia che non aveva solo un valore in denaro.
-Wow, e come hai detto che si chiamava il tuo avversario?
-Raigod return
 

Billy-AR

Cowboy
Consapevole del gioco
Lo andai a cercare
Puzza di sterco e di sudore
Galoppo al tramonto
Rivolto al Sole
Gli zoccoli battono
Il ritmo del cuore
Sole e stelle
Ecco l’imbrunire
Secco lo sparo
Ed è giunta la fine​
 

Billy-AR

Cowboy
Questo è il west

Vento, polvere, whiskey e un uomo appeso ad una corda. Questo è il west.
Ordini impartiti in battaglia, duelli all’ultimo svenimento tra uomini che si rincorrono per vendetta. Questo è il west.
Quattro chiacchiere prima di spegnere i fuochi, per poi ritrovarsi di nuovo la mattina davanti ad un piatto di fagioli e un sigaro acceso a ricordare.
Nessun uomo, nessuna donna che ti possa consolare, nessun cane che possa far passare il dolore. Questo è il west.
Alza la mira, non farti cogliere impreparato, il sole picchia e rischi di accecarti prima di sparare. Un movimento sbagliato e sei morto. Questo è il west.
Eppure una luce di amicizia forse si accende ogni tanto, quando meno te lo aspetti.
Cittadini che vengono in tuo soccorso, loschi figuri che pensavi non potessero avere un briciolo di emozioni.
E allora ricominci, da zero, pensando che in fondo, quello che veramente conta è solo cavalcare insieme, qualunque sia la destinazione, qualunque sia il ronzino che ti porta, qualunque arma tu abbia a disposizione. Questo è il West.
Tu sei il west. Non dimenticarlo mai.
 

Billy-AR

Cowboy
IL SALOON DI HARRY

Ecco ora ti racconto:
In una sperduta cittadina del vecchio west vivevano poche persone
perché la cittadina era costantemente saccheggiata dai banditi e
ogni diligenza che passava veniva assaltata e depredata del suo carico.
Gli abitanti pertanto erano indignati e fecero richiesta di
uno sceriffo. Guarda caso da quelle parti passava un tipo alcolizzato
dall' aria sospetta. Tuttavia i cittadini com'erano soliti lo accolsero e lo
portarono nel saloon della città. Il barista si chiamava Henry Walker
cinquant'anni suonati, una faccia amichevole una voce pacata. Henry
offrì a quel tipo un bicchierino, che nonostante puzzasse di whisky
sembrava ancora sobrio. Egli si presentò, sfoggiò dalla giacca una stella
luminosa e la attaccò al petto. Disse :" Sono lo sceriffo John Fitzburn,
o meglio lo ero. Mi hanno cacciato da Old Town perché avevo avuto un
battibecco con il sindaco e ora non trovo lavoro. A quelle parole il
sindaco e tutti i cittadini in coro gli proposero di restare. John non ci
pensò due volte ed accettò l'incarico, poi cadde in un sonno profondo
sul tavolo. Al barista incominciava già a stargli simpatico. Dopo
neanche qualche giorno dal suo arrivo lo sceriffo incominciò a
riempire le celle e già la gente si sentiva più sicura . Un giorno
giunse nella cittadina una diligenza che era guidata da un indiano.
Da quelle parti gli indiani non erano molto benvisti infatti erano
loro quelli che portavano scompiglio. Lo sceriffo quindi si era
allarmato e aveva messo in allerta a tutti i suoi uomini credendo
che gli indiani volessero vendicarsi e che avessero preparato un'
imboscata. Quando il carro arrivò, tutti gli uomini dello sceriffo
lo assalirono e ben presto si accorsero di aver preso un granchio.
L'indiano innervosito e adirato diede dell'incompetente allo sceriffo
il quale per farsi perdonare lo portò nel saloon. All'entrata dell’
indiano, Henry il barista gridò :" Waupee Amico mio! ". " Chi è
questo stolto? ". disse l’ indiano" Il nostro nuovo sceriffo, è appena
entrato in città". Disse Henry. Lo sceriffo si sedette una sedia qualunque
e prima che potesse poggiarsi, Waupee disse ad Henry :" Ed ora occupa
anche la mia sedia? ". " Da quando in qua la sedia è diventata sua? " rispose lo
sceriffo. " Suvvia John " s' intromise Henry " Non ti avevo parlato
del mio amico indiano Waupee ?” “Quanto ti fermi stavolta?” continuò
il barista. “Penso di trasferirmi perché questo mi sembra un ottimo posto
per le mie piantagioni di tabacco” rispose Waupee. “Che bella notizia!”
Esclamò Henry . Lo sceriffo però non sembrava dello stesso parere.
La vita al villaggio sembrava trascorre lieta infatti molta gente che si era
trasferita per via delle scorribande aveva fatto ritorno ed il saloon non era mai
stato così affollato . “Ehi!” disse John al barista “Non credi che dovresti assumere
altra gente al bar? Come credi di cavartela da solo? La vedi quella ragazza laggiù?
Anche lei era di Old Town, si chiama Maria Roalstad, è una bravissima ballerina
Ma se la cava anche come cameriera.”
Hai capito straniero, è questa la storia di quei quatto nel saloon :)
 

Billy-AR

Cowboy
Calamity Jane


Il mio nome è un'avventura che porto come un'armatura.
La mia vita è stata una scommessa senza mai essere principessa.

Il mio comportamento è da censura a qualcuno faccio ancora paura.
Dal west ho imparato che devi esser sempre armato.

Ai gentiluomini ho preferito tutto quello che mi era proibito.
Al bancone con un boccale brindai anche con un caporale.

Coi cavalli ero brava e nessuno mi calunniava.
Per non essere dimenticata sono stata anche fotografata.

Nella polvere ormai riposo ma il mio nome è assai famoso!
In alto portate un bicchiere per brindar alle avventuriere!


__cassandra77__
 

Billy-AR

Cowboy
In Nome del Sommo Senno dell'Ovest


Viandante nel Giaciglio dei Secoli Sommi
Il Sommo Senno indulge alle fumose pistolettate della Terra dell’Ovest;
quivi la canicola del core di Apollo pulsante, nell’etere
saetta trionfante, rifulge possente

giova all’anima e alla mente dei mandriani,
bruni della vespertina aura delle ore buie.
Chi essi siano lo cantano i loci in solido legno,
residenze dei pochi, ostelli dei più; ivi le brame dei più frivoli giuochi

s’accompagnano ai torrenti ebbri dei liquidi più psichedelici.
In nome del Sommo Senno dell’Ovest,
trovate rincuoro o savi lettori in questo Luogo Non Luogo
chiaro come loco, oscuro come età, Olimpo del Piacere Assoluto: West il suo nome.


(Componimento in tre quartine di 12 versi sciolti)
 

Billy-AR

Cowboy

Alla battaglia !

Noi, figliuolo, decidiamo della vita o della morte,
come se il libero arbitrio potesse piegare la sorte.

Imbraccia il fucile e osserva il complesso,
ascolta e sta attento, non c'è compromesso.

Il nemico è nascosto, dall'alto ci osserva,
punta alla torre, abbandona la selva!

Corri veloce, galoppa il deserto,
ma occhio ai cancelli, sei troppo scoperto!

E se la vittoria rimane una chimera,
prendi un soldato e buttati in bandiera!

Ma rammenta che un uomo val più di un fortino
e a casa hai tua moglie che aspetta un bambino.

Riemann
 

Billy-AR

Cowboy
IL GIOVANE E LA GUERRA

E giace a terra
il nostro duellante
capendo che avrebbe perso la guerra
dopo una sconfitta bruciante

il giovane ragazzo
colpito alla testa
si chiamava Azzo
e non mostrerà più la sua folta cresta

aveva una famiglia a cui badare
moglie, figlio e anche un cane
i quali non potrà mai più abbracciare
poichè la guerra non lo farà tornare


TheStefix22

PS: Azzo è un nome, se non ci credete GUARDATE QUI
 

Billy-AR

Cowboy
L'uomo Senza Volto

Era una calda mattinata di agosto, io e fitzburn eravamo seduti al bancone mentre Maria ci portava due bicchierini di whisky,l'alcolico preferito di jhon.L'aria era secca, i clienti seduti ai tavoli scommettevano dollari a poker mentre gocciolavano di sudore.
Fitzburn mi fece cenno col braccio e mi indicò un uomo all'angolo del saloon,sorseggiava un bicchierino di rum.Era un tipo strano,nonostante il caldo era coperto da un panciotto grigio ed una sciarpa verde che gli arrivava giù per il naso,ma la cosa più strana era che sorseggiava il suo bicchierino facendolo passare sotto la sciarpa cosi da non compromettere la sua visibilità.
Fitzburn si alzò dallo sgabello e si avvicinò all'uomo,si piegò di fronte al tavolo dell'uomo misterioso appoggiandosi sui gomiti, e con aria non molta amichevole disse:- "Ho sempre detestato i forestieri nella mia città,essendo qui lo sceriffo ho bisogno che tu mi mostri il tuo volto cosi da potermi ricordare di te".
Il silenzio caddè nel saloon,l'uomo senza volto si chiuse nel silenzio.
Allora Fitzburn fece scivolare il braccio destro sul tavolo facendo cadere a terra il bicchierino e il posacenere rendendo l'aria del locale davvero irrespirabile.
Passarono un paio di secondi e l'uomo dal volto coperto si avvinghiò sul suo pugnale arrugginito,tirò a se con la mano sinistra fitzburn dalla cravatta e con la destra fece scivolare il pugnale sulla gola, alla destra del pomo d'adamo trafiggendo l'aorta.
i clienti rimasero immobili senza fiato mentre fitzburn cadeva esanime sul pavimento avvolto in una pozza di sangue;Non sapevo cosa fare,quando ad un certo punto l'istinto prese forza sulla ragione,impugnai la pistola dorata appartenuta a mio nonno Granmont,e mi feci strada di corsa verso le porte movibili del saloon,uscii fuori e continuai a correre con tutta la mia forza mentre le lacrime mi sgorgavano da sole,arrivai di fronte l'edificio dello sceriffo,l'edificio di john e decisi di nascondermi dietro le colonne che reggevano il balcone della banca,rimasi fermo circa 10 minuti quando lo vidi sbucare velocissimo su un cavallo inseguito da Waupee che lo bestemmiava.
La mia prima reazione fu quella di inseguirlo,e corsi per circa 30 metri,ma lui era troppo veloce,cosi afferrai la pistola e sparai ben 4 colpi.
Sentii un tonfo lontano e vidi cadere una sagoma per terra,allora decisi di Ricominciare a correre,e arrivai all'entrata dell'emporio dove assistetti alla visione di un cavallo morto,un mustang per l'esattezza, e vidi anche
waupee inginocchiato sull'uomo misterioso e lo malmenava,afferrai nuovamente la pistola e sparai 3 colpi in aria :"Ora Basta!,Indiano lascialo stare e levati subito da lui Adesso!". Vidi Waupee allontanarsi correndo senza meta.
"Tu! Prendi! ", lanciai un deringer all'uomo coperto che afferrò al volo nella mano destra.
"Ascolta!Mancano esattamente 2 minuti allo scoccare del mezzogiorno,una volta Scoccata la campana della chiesa,solamente uno di noi due resterà in vita questa mattina!".
Mentre parlai, uscirono dalle case uomini e donne,anziani e anziane,in attesa dello scoccare della campana.
I secondi sembrarono anni,e l'aria calda rendeva il tutto molto più infernale,vidi negli occhi l'uomo, mentre feci scorrere tutte le dita sull'impugnatura della mia pistola dorata.
Mi spostai lentamente a sinistra e a destra in cerca di disorientarlo,ma lui rimase impassibile e continuava a guardare le mie mani.
sentii il sudore gocciolare nel collo della camicia,e mi provocava un prurito insopportabile quindi cercai di grattarmi quando all'improvviso:"*GONG*" il tempo si rallentò,con l'anulare tirai dal grilletto la pistola fuori dalla fondina,facendola saltare in aria,poi l'afferrai con la mano sinistra e sparai 2 colpi precisi in direzione del petto.
Lo centrai,un colpo nel polmone sinistro e l'altro al cuore,l'uomo senza volto non ebbe il tempo neanche di uscire il deringer fuori dalla fondina,ciò mi fece pensare, e arrivai alla conclusione che fosse un ottimo duellante con le armi bianche,ma un pessimo pistolero.
Sono passati vent'anni,dal giorno della sua scomparsa sono diventato io lo sceriffo della città.
Tra poche ore devo difendere il mio forte dall'attacco di un gruppo di pellegrini,e molto probabilmente ci metteremo le penne,ma sono pronto a morire difendendo la mia città,sono pronto a donare la vita,perchè a mio parere non c'è morte più bella di quella di morire difendendo le persone che si amano.
 
Stato
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