DIARIO DI UN VOLATILE ETNOLOGO

DeletedUser14976

Guest
E mi ritrovo a rilassarmi questa oretta, caro diario per scrivere e annegare la mente nei ricordi, i ricordi di viaggi, avventure, esperienze sempre nuove e che sempre hanno ampliato gli spazzi per far volare la mia mente verso mete ora a me ignote, verso emozioni che riempiono il cuore. Viaggiando il continente dalle estreme punte ghiacciate, desolate della parte più meridionale, attraversando le Ande, fino ad arrivare alle verdi, vergini, inaccessibili foreste tropicali.
Fu li che osservando in meditazione una nuvola lucente di raggi riflessi, trovai l'ispirazione e riuscii a capire antichi insegnamenti sciamanici e mi sentii appartenente al tutto, imparai a considerare ogni individuo parte di me stesso, meglio, capii che l'altro non è che il riflesso di quello che il mio io elogia o in casi estremi non approva. Imparai così a sopportare le maldicenze, e gli atteggiamenti pieni di boria che questi uomini arrivati dal di la dei lontani mari portarono nelle nostre terre natie. Fu a casa, nelle verdi estese praterie di quel territorio chiamato ora Indiana, che venni a contatto con le occidentali culture. Fu li che spinto dalla brama di conoscenza delle abitudini delle più disperate genti incontrai una comunità fiorente e generosa, guidata da una Viola che di tolleranza e generosità ne fece la virtù più apprezzata. La mia storia continua vagabondando tra le natie praterie dove i miei sensi trovano ristoro nella movimentata città di Osteria e la pace del villaggio indiano. per poi muovermi verso la costa più orientale dove lavoro alla produzione del convertiplano. Tra i numerosi viaggi lascio alle prossime pagine le esperienze con gli incontri dei personaggi (Tander/Fabrizio/Djion etc.) più tracotanti di questi numerosi mondi.
 
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Viola del Pensiero

Membro del "Giornalino"
Bellissime ispirazioni Corvo. Non vedo l'ora che ci racconti gli incontri con i vari personaggi che trovi su questi mondi Laugh io mi ricordo di risse furiose i primi tempi che Corvo è arrivato nella città di Osteria. Chissà che avventure son capitate :DLaugh e quali nuove vicende capiteranno ora che sei tornato.
 

DeletedUser15061

Guest
Attendo il seguito di queste avventure e rileggo le immagini di questi mondi, li vedo, mi sembra di sentirne i profumi. Percepisco l'aria che contorna i confini delle Ande, fino alle praterie ed i villaggi indiani....
Aspettando....
 

DeletedUser14973

Guest
The Crow is back :)
Vai Corvo raccontaci dei tuoi incontri non vediamo l'ora :)
 

DeletedUser14976

Guest
Ed eccomi, dopo circa quattro mesi e mezzo, tornare alle tue pagine caro diario, il lavoro in fabbrica è pesante e mi lascia poco tempo per interagire qui, ma per il resto le cose, sembrano girare abbastanza bene. L'inizio di questo ventesimo secolo ha portato molte, troppe novità, ero nato in una delle tante, numerose comunità algonchine, analfabeta e cacciatore raccoglitore, ho visto in pochissimi anni sparire ogni traccia di vita tradizionale, ormai vivo come questi coloni europei, lavoro nelle loro fabbriche più avanzate e ho il loro completo stile di vita.
Oggi il mio intento è rendere onore a chi mi ha preceduto, come me un nativo, anche se non algonchino., Circa un secolo fa, inizi 1800, un giovane e geniale fabbro della comunità cherockee , di nome Sequoyah riuscì dal nulla, ad inventare un alfabeto (il primo caso documentato della storia dell' adozione di un sistema di scrittura da parte di una comunità analfabeta). Questo geniale fabbro per evitare di dimenticare chi gli dovesse dei beni all' interno della sua comunità (noi indiani usavamo il bratto, solo ora stiamo iniziando a prendere confidenza con i dollari ), frutto del suo lavoro, era solito disegnare un pittogramma per rappresentare il suo debitore e dei cerchi concentrici, più era alto il numero dei cerchi intorno al pittogramma che rappresentava la persona che con lui aveva il debito, più erano i beni che il soggetto rappresentato nel pittogramma gli doveva. Venuto a contatto con gli europei, iniziò a rendersi conto che questi, per scambiarsi velocemente informazioni e mantenerle, interpretavano dei segni stampati su carta. Non conoscendo la scrittura Sequoyah passò il resto della sua vita a capire come poter tenere traccia di ciò che veniva detto, le prove furono molte, resosi conto che era impossibile rappresentare con un segno ogni cosa esistente, emozione e pensiero, (milioni di simboli ) finalmente capì che i suoni che un uomo poteva emettere per parlare erano limitati riuscì alla fine, dopo decenni di studi a comporre un sillabario con qualche centinaio di simboli fonetici, per ridurlo in fine a meno di 100. Ancora oggi il suo sillabario è la lingua ufficiale della comunità Cherockee, e con il suo alfabeto vengono stampati libri e giornali.
Questa è la dimostrazione lampante che le teorie razziste secondo cui gli europei devono portare la civiltà al mondo intero è completamente sballata. anche comunità di cacciatori raccoglitori avevano le stesse possibilità di arrivare alle stesse conclusioni ed invenzioni, il motivo per cui non l'hanno fatto , è solamente perché non ne avvertivano le necessità.
Purtroppo ancora oggi, rimasti una sparuta minoranza, su questo continente in cui abbiamo vissuto in armonia con la natura per migliaia di anni, dobbiamo sentirci disprezzati per essere i veri indigeni di queste sterminate e splendide terre. è vero che la loro tecnologia e civiltà ha portato i frutti dell' abbondanza anche se mal distribuita ma noi continuiamo ad essere orgogliosi delle nostre tradizioni, senza chiuderci alle tante novità da poco portateci, e dopo in lavoro nella più avanzata fabbrica che abbiamo qui, quella del convertiplano, chissà se prima o poi realizzerò anche il sogno del volo! Alla prossima caro diario, spero di tornare a scrivere le tue pagine presto!
 

CorvoBlu

Forestiero
Addi 07/05/2021

IL CORVO E' TORNATO IN CITTA'

NOTA :Abbandonato il mondo di gioco a fine 2018, ho mantenuto il diario in vita fino al 2019, Quando ora ritrovatomi deletato dal forum ho dovuto fare nuova registrazione.


Questo corvo, anche se ha sempre meno da dire
è tornato per continuare a mantenere queste pagine vive.
Ci eravamo lasciati con l'entrata in fabbrica nella costa orientale nella azienda del Signor Sikorsy :)
Il progetto del convertiplano in questi inizi del 1900 non sembra avere un buon esito.
Il progetto di un oggetto che vola sollevandosi in verticale è bello
ma molto più complicato di quello che chiamano aereoplano.
Lasciata la fabbrica, recatomi nel villaggio indiano,
dove anni addietro con Sorriso Di Luna amoreggiavo
rincontrai il mio amico sciamano, che riempitomi un calumet di roba buona
e con musica per il trance appropriata
mi catapultò in un lucido sogno
d'un futuro che forse vedremo realizzarsi tra qualche decennio.
Ho visto fabbriche dove schiere di uomini, un tempo a migliaia in ogni azienda
ed ora rimaste a volte neanche centinaia
non armeggiavano più in alienanti catene di montaggio.
ma tutto era svolto da un "braccio meccanico"
poche decine di uomini a controllare qualcosa di inanimato
che instancabile, lavorava per loro
producendo senza posa quello che prima l'operaio faceva in numero incalcolato.
Questo presto allevierà le fatiche dell' uomo
ma la società di molto non cambierà
il nuovo terrore di queste nostre generazioni future
se questo sogno allucinogeno avrà ragione
si chiamerà disoccupazione
e presto o tardi di luddisti si riempiranno
degli uomini le schiere.
Parlando del mio ramo lavorativo
ho veduto un futuro
nel quale l'elicottero
è punto focale nel lavoro
per l'uomo più impegnativo.
In campo militare, nel soccorso, in zone impervie e remote
rimarrà l'unico mezzo con cui si potrà operare.
Destatomi dal sogno, l'anziano indigeno ringrazio
e cercando di recuperare le origini di ciò che sono come personaggio
verso l ovest più vecchio e selvaggio cavalco.
Tornerò a raccontarti di amici che incontrerò lungo il mio vagare
Sempre in cerca
di avventura, o di semplice amicizia sincera
se questo pennuto
avrà da raccontare un sentimento, un sogno
o solamente il vissuto di un istante
le tue pagine saranno lo sfogo consolante.
 
Ultima modifica:

CorvoBlu

Forestiero
Addi 08/05/2021

Buon giorno Caro diario, e di prima mattina rieccomi nuovamente a riempire le tue pagine.
Ho dormito al villaggio indiano questa notte.
Riempie il cuore osservare
intorno ai falò le mie genti danzare,
e mentre scintille color rubino
s' accendono nella notte contro il cielo scuro
riesco finalmente l'anima a ristorare
di questo arcaico ritmo di vita ancestrale.
I lunghi anni trascorsi sulle rive orientali
tra gli affollati, tumultuosi agglomerati urbani
rendono stridente il contrasto tra:
della prateria questo verde sconfinato oceano
che scorre al ritmo della natura lento
e le caotiche rive Di Nova York sul tempestoso movimentato Atlantico.
Da dove ogni giorno nel suo immenso porto
s'apprestano alle rive
di imponenti imbarcazioni europee
le tante colorate vele
di bastimenti carichi di suppellettili, di ori e incalcolabili tesori
pronti ad essere nei grandi mercati orientali riversati
e dei mercanti fare sogni di ricchezze per al Dio denaro la vita consacrare.
Vissuto anni in questo ambiente
ho imparato che per quanto di scrittura e un codice di legge
su nei libri stampato il viso pallido è dotato
spesso rimane solo scrittura morta
poichè chi ha denaro, potere, conoscenze
cambia a suo piacimento le regole,
e l'unica ragione che in questo mondo deve prevalere
è l'utile del più forte che si deve sempre concretizzare.
Assuefatto a tutto, ma non alla prosopopea
con cui spesso l'uomo bianco tronfio trasuda
questo indiano e deciso che finchè avrà cuore ed avrà fiato
rimarrà qua, a tutti a ricordare
che l'unico sentimento che ci separa dal bestiame
si chiama pietà e compassione,
e contro le ingiustizie sarà sempre pronto a lottare!
 
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