DIARIO DI UN VOLATILE ETNOLOGO

DeletedUser14987

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VILLAGGIO INDIANO

Ho intravisto Sorriso di Luna, bel colpo Corvo!
Ed ecco che Jack e Corvo terminano l'età dell'innocenza ed iniziano quella dell'esploranza :)
Inizio a parlare con Aquila Eterna, che mi offre un peyote. Accetto, con la scusa di apprendere i primi rudimenti dell'arte medica. E ce la parliamo, parliamo, parliamo… "Che cosa sono quelli?" Gli domando a bruciapelo, con voce sempre più impastata e sguardo lungo, indicando strani oggetti luminosi solcare un cielo verde. "Dischi Volanti" mi risponde serio Aquila, la pelle come il cuoio e l'espressione intagliata nella pietra. Eppure le sue labbra tumide rimangono serrate, mentre seguo quella voce ipnotica scavarmi nelle viscere "...e aquiloni.." aggiungo con tono vago e sognante, annuendo seriamente. Non so poi che cosa sia successo, ma mi son ritrovato nei pressi dell'Osteria a scavare tombe! :P
 
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DeletedUser14977

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Per fugar ei dubbi della signora Guinan, di rosso e tutti gli altri che lo chiedono :
Alla cara Eli, questo corvo
ha chiesto se volesse con lui condividerne il talamo,
ma dopo il rifiuto, questo corvo si ritrova nuovamente a viaggiare scapolo
cercando avventure, conoscenza e liberà
nel frattempo attenderà colei che deciderà di condividerne l'alcova rendendogli la vita finalmente lieta e piena! :)
ma corvo santo cielo non puoi chiedere ad una ragazza di... CONDIVIDERE IL TALAMO..... prima ci vuole un po' di corteggiamento ... ma che barbaro!!!!!
 

DeletedUser14987

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AQUILANTE

Eh niente, Aquila Eterna mi ha mandato in confusione con i suoi cibi un po' troppo speziati, e mi son dimenticato un paio di cosette al villaggio indiano. A malincuore devo abbandonare il calore dell'Osteria e tornare laggiù. Lascio Noname in stalla a riposare e, per affrontare questo lungo viaggio, cerco un cavallo un po' più veloce. Eccolo è lui, proprio il quarter horse che cercavo! Lo chiamerò Aquilante, a proposito di aquile eterne o piccole e nascoste. Vai Aquilante, galoppa fino al villaggio per completare l'opera. Magari faccio in tempo a salutare anche Sorriso di Luna, o qualche sua amica particolarmente invitante, unendo il dilettevole all'utile… Ammesso e non concesso che Aquila Eterna non mi tiri dentro le sue storie... ;)

Come non detto: il cielo è verdastro e il fiume scorre lento disegnando una meravigliosa ansa rossa. I bocconcini di zio Aquila han colpito ancora...
 
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DeletedUser14978

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ma Aquilante non è la "malabestia" di Brancaleone da Norcia? Donkey_side Laugh
 

DeletedUser14978

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non poteva mancare una storia di Halloween :eek:


Sto salendo le scale dell'albergo verso la mia stanza.
Il corridoio e fiocamente illuminato dalle lampade a olio accese alternate, come è uso tenerle la notte.
Ho passato la serata al saloon, c'era più allegria del solito visto che anche quest'anno siamo arrivati a fine ottobre....Halloween, la festa per celebrare il ritorno dei morti tra i vivi.
Non so cosa ci sia da festeggiare nel ritrovarsi davanti uno che è morto e magari gli devi dei soldi, oppure la suocera di cui eri riuscito a liberarti l'anno prima, suo malgrado.
Mettere zucche vuote intagliate con dentro candele ovunque...dicono che sia per spaventare le presenze indesiderate, anche se la leggenda racconta ben altro.
Tutte stupidaggini per superstiziosi!

Apro la porta della stanza e mi libero del soprabito che getto sulla sedia accanto al letto.
Nella stanza buia, tagliata dai raggi della luna piena che filtrano dalle imposte, raggiungo il tavolo e accendo la lampada della mia stanza. Lì accanto la luce illumina la piccola cassetta di legno sporca di terra che ho trovato questo pomeriggio.
Stavo aiutando a scavare nuove tombe, ormai siamo arrivati oltre il vecchio cimitero, fuori dalla terra consacrata.
Domani il reverendo provvederà a benedirla per ospitare altri sventurati.

Non ho ancora voglia di dormire e mi siedo davanti al tavolo, mi avvicino la luce e la cassa.
Con un coltello cerco di schiodare le piccole assi che ormai oppongono poca resistenza dopo non so quanti anni rimaste sotterrate.
E' più la curiosità che la speranza di trovare qualcosa di valore che mi spinge a farlo. La curiosità aumenta quando dentro trovo un altro piccolo scrigno avvolto in quella che poteva essere una pergamena.
Il manoscritto è talmente malmesso che provando a stenderlo mi si rompe tra le mani e non si legge più niente. Avvicino la lampada ai brandelli di foglio rimasti. Riesco a decifrare solo una data, risale a circa cento anni fa.
Riporto l'attenzione al cofanetto di legno scuro, non più grande di una scatola per sigari, chiuso da un lucchetto e quella che sembra ceralacca con un sigillo sopra su tutti e quattro i lati.
La cura con cui è stato chiuso mi fa sperare in piccolo tesoro e mi affretto nell'operazione.
Faccio leva con il coltello per togliere i sigilli che saltano facilmente, il piccolo lucchetto è un osso più duro, ma riesco a scardinarlo.
Sollevo il coperchio e non vedo niente.
Poi controllo meglio e vedo quello che sembra un orologio da taschino in un angolo e della polvere marroncina sul fondo.

É uno scherzo? Chi chiuderebbe così bene solo per un orologio del genere?
Lo prendo con due dita per la catenella e lo sollevo nella luce della lampada per guardarlo meglio.
È un orologio da donna a conchiglia, di quelli che si mettono intorno al collo, di forma tonda, cassa in acciaio con qualche arabesco inciso sulla parte frontale, niente di straordinario.

Ci ricaverò a malapena dieci dollari se solo funzionasse, chissà cosa mi aspettavo di trovare!
Premendo sul piccolo bottone si apre e dentro il coperchio c'è un'immagine, cosa abbastanza comune portare con sé l'immagine di un caro dentro certi oggetti, li fanno anche per questo.
È un disegno fatto a inchiostro, ma rimango stupito dalla perfezione dei dettagli rappresentati in uno spazio così piccolo e dalla conservazione perfetta nonostante tutto il tempo passato chiuso sotto terra.
Il ritratto, in bianco e nero, rappresenta il volto di un giovane ragazza con capelli scuri che le scendono dietro le spalle, una frangia sulla fronte che le arriva fino alle sopracciglia leggermente corrucciate, gli occhi chiari che ti guardano fissi, il naso ben proporzionato e un po' all'insù, la bocca piccola con labbra carnose.... non sorride.
Guardo per qualche secondo quel volto e mi sale una sensazione di angoscia, è espressione di tristezza e paura.
Vecchie storie, è passato un secolo, e poi domani lo venderò all'emporio, non voglio pensarci più.
Giro la corona per dargli la carica e vedere se funzioni ancora. Si sente la molla che tira, il ticchettio riparte e la lancetta piccola si muove.
Almeno è funzionante. Prendo il mio orologio dal taschino e rimetto il piccolo pendente all'orario giusto, lo poso sul tavolo e mi preparo a dormire. Il nuovo ticchettio mi fa da sonnifero e mi addormento.

Sento dei passi nel corridoio, ad occhi aperti ascolto meglio. Non è insolito che qualcuno rientri tardi in albergo, ma questi fanno avanti e indietro come se cercassero qualcosa e non si curano neanche di fare poco rumore. Dai passi capisco che sono in due, si muovono lentamente e uno è sicuramente zoppo, da sotto lo spiraglio della porta vedo delle ombre che gli passano davanti. Meglio stare all'erta. Lentamente prendo la pistola che tengo a portata di mano sul comodino, non si sa mai. I passi si allontanano verso le scale e le scendono.
Si dice che la curiosità uccise il gatto.... ma io non sono un gatto. Mi alzo e mi vesto in fretta, neanche finisco di abbottonarmi la camicia, prendo il cinturone con la pistola e il pugnale. Cerco di aprire la serratura senza fare rumore e sbircio dalla porta, non vedo nessuno e mi avvio verso le scale scendendole silenziosamente. Ci sono delle assi scricchiolanti ma ormai so dove mettere i piedi, sono sgattaiolato via alcune volte per evitare incontri "casuali" di alcuni vicini di stanza, sempre impazienti di riavere i loro soldi .... spilorci!

Mi affaccio all'uscita e mi guardo intorno, la luna rischiara la strada con la sua luce senza colore, le due figure si dirigono verso la chiesa in fondo alla strada principale della città, si muovono senza fretta , uno ha un andamento claudicante. I due sono magri e malvestiti: senza nessun copricapo con delle camicie cadenti e dai pantaloni strappati, il chiarore della luna non mi permette di vedere altro.
Mi fa caso che nessuno li abbia notati e mi accorgo che c'è un silenzio totale. È strano che fino a poche ora fa c'era festa e adesso è tutto silenzioso. Non mi interrogo oltre sulla cosa, devo seguire i due straccioni.
Non voglio che si accorgano di me e li seguo a distanza fino alla chiesa dove li vedo andare sul retro.
Che vogliano entrare in chiesa a rubare? Meglio andare in fondo a questa storia, se così fosse chiederò aiuto allo sceriffo.
Faccio capolino dietro l'angolo e non vedo più niente, l'ombra della chiesa proietta una zona di buio fitto dove non riesco a scorgere nessun movimento. Mi faccio coraggio del fatto che non sento rumori e mi immergo nell'ombra per raggiungere l'accesso alla sacrestia. Nell'aria ferma sento un odore strano, forse in chiesa hanno lasciato un corpo in attesa del suo posto nel cimitero.
Ricordo dove si trova la porta e con la mano cerco la maniglia.

Mi sento afferrare per le braccia e sdraiare a terra sulla schiena.
Che botta! Non vedo niente, sento solo che mi stanno trascinando da qualche parte. Cerco di scalciare per liberarmi dalla presa, ma le mani sono salde intorno alle mie braccia. Non credevo che due tipi smunti fosserò così forti!
Dove mi stanno portando?
Mi fermo per riflettere sulla mia sventurata situazione e mi accorgo che mi stanno portando verso il cimitero e appena fuori dal buio cerco di vederli in volto.
Ma chi diavolo sono? O meglio...cosa sono?
I loro volti sono quelli di un cadavere: grigi sotto la luce lunare, allo zoppo che mi tiene a destra manca tutta la pelle della faccia, si vedono i denti e il naso è mancante,le orbite degli occhi sono vuote; l'altro alla mia sinistra ha la pelle secca aderente sul volto, ma ha il cranio sfondato dal colpo che probabilmente lo ha ucciso.
Cosa vogliono farne di me?
Inutile agitarsi, sono più forti di me , non li smuovo dalle loro intenzioni.

Il tratto che separa la chiesa dal cimitero è breve e presto vedo passarmi accanto i muretti in pietra che lo delimitano.
Fatta poca strada mi lasciano a terra. Con quanta velocità mi concede la paura mi rialzo in piedi e mi preparo a fronteggiarli, ma loro non si muovono più.
Mi guardo intorno per vedere se ci sono altri orrori e mi accorgo che il paesaggio intorno a me non è lo stesso che conosco.
Il nostro piccolo cimitero è ben ordinato, le lapidi messe in perfetta fila su un prato sempre rasato e le croci in legno per le sepolture più nuove, al centro ci fu piantato un salice a significare che anche dopo la tristezza del trapasso c'è ancora vita, oggi è una bella pianta che domina sulle basse lapidi come fossero arbusti di pietra, come per dire che lui è vivo. Durante le giornate di sole tiene all'ombra i fortunati che vi sono seppelliti sotto.
L'immagine che ho intorno non è più questa, è completamente diversa.
Le lapidi sembrano abbandonate da anni, piene di sporco, rotte e alcune divelte, l'erba cresciuta troppo è secca, alcune tombe sono scavate o, come ho capito dopo, sono state aperte da sotto, tanto che in giro ci sono ancora tavole e coperchi delle bare.
Il rigoglioso salice non lo è più, adesso è un albero secco, senza più le sue verdi fronde cadenti, non trasmette più la sensazione di vita, ma di morte.
Un'aura di morte che contagia tutto il camposanto e mi entra nello spirito.

No so cosa fare.
Cosa vogliono questi da me? Ho paura. Sono certo che le mie armi sono inutili contro quello che mi sta accadendo intorno.
A pochi metri dal salice secco si materializzano tre individui che risaltano nel buio.
Sono bianchi, quasi trasparenti, riesco a vedere oltre la loro figura e emanano un bagliore tenue e freddo.
Così sono fatti i fantasmi che ho sentito in tante storie?
Scappare è inutile, dietro di me sono arrivati altri cadaveri ambulanti a dare man forte ai due che mi hanno trascinato qui, adesso saranno una dozzina, cosa posso fare contro questi abomini innaturali?
Ora i tre fantasmi hanno una forma definita e posso immaginare dai loro abiti con chi ho a che fare.
Hanno l'aspetto che avevano in vita e posso identificare almeno che lavoro facessero da vivi.
A destra c'è un uomo magro e alto vestito con abiti di una persona rispettabile del secolo passato, ma sono abbastanza semplici, in testa porta un copricapo triangolare e dal collare che porta capisco che fu un sacerdote.
A sinistra un uomo robusto in abiti meno formali, un cappello a falda larga, due baffoni folti sotto un naso a patata, una giacca da viaggio con sopra un distintivo, calzoni larghi e stivali, ma quello che lo contraddistingue sono le pistole ad avancarica alla cintura, sicuramente ebbe il compito di far rispettare la legge.
Al centro un uomo più basso degli altri e grasso, con l'abbigliamento inconfondibile di un giudice con tanto di parruccone in testa e una lunga toga che fa risaltare la sua pancia rotonda!
Lo sceriffo fantasma sbotta con una voce grossa:
  • Sei stato tu? Sei stato tu a liberare la strega?

  • Non so di cosa tu stia parlando, io non conosco nessuna strega.
Rispondo.
Il giudice alza una mano e parla con aria superba:
  • Sei accusato di aver liberato dalla sua prigione la strega che con tanta fatica eravamo riusciti a eliminare dalla nostra città. Abbiamo percepito la sua presenza liberarsi dalla tua stanza e siamo venuti per fare giustizia.

  • Io non ho visto nessuna strega, non ci sono mai state streghe nella nostra città.
Rispondo in maniera decisa anche se nella mia testa inizia a formarsi un'idea di quello a cui si riferiscono i due. Se mi avessero raccontato una storia del genere non ci avrei mai creduto e tutt'ora stento a crederci se non fosse che sono nel mezzo del cimitero e sto parlando con degli spettri.
Il prete con ancora in mano il suo breviario apre leggermente le braccia e inizia a parlare con la voce più accomodante e pacata dei due, credo che lo faccia più per abitudine che per tranquillizzarmi:

  • Vedi figliolo, un secolo fa dall'oggi , noi tre ci battemmo per fermare una strega malefica servitrice del demonio che terrorizzava questa città. Con i suoi malefici faceva patire questa brava gente: faceva ammalare i bambini, lanciava pestilenze sulle greggi e faceva seccare i raccolti. Non riuscivamo a catturarla e consegnarla nelle mani della giustizia divina. Siamo dovuti ricorrere alla conoscenza millenaria della Santa Chiesa per capire come fare. C'era un unico modo per fermare il suo cuore: legarlo ad un oggetto di sua proprietà fino a che questo non fosse distrutto dal tempo stesso. Noi siamo riusciti a fare di più per accelerare la sua dipartita, siamo riusciti a legarlo allo scandire del tempo dell'orologio della strega. Una volta catturata abbiamo eseguito il rituale che ci era stato insegnato dagli alti prelati, abbiamo estratto il suo cuore e lo abbiamo sigillato insieme al suo orologio in un piccolo scrigno in modo che una volta finita la carica dell'orologio anche il suo cuore si fermasse. Questa notte tu hai rotto i sigilli e fatto ripartire l'orologio. Forse il corpo della strega non potrà più esistere ma il suo spirito adesso vaga libero per le nostre terre.
Ascoltate le parole del prete non so più cosa pensare. Cosa avrei dovuto dire o fare di fronte a quella storia e per le accuse che mi erano state mosse? È vero, avevo aperto il cofanetto e fatto ripartire l'orologio, ma che ne sapevo io! Forse c'era scritto qualcosa nella pergamena, ma era illeggibile...anzi, praticamente distrutta.
Tento un'ultima mossa, dettata più dalla disperazione che dalla speranza di scappare. Estraggo la pistola e inizio a sparare contro i morti dietro di me per tentare una fuga verso l'uscita del cimitero.
Loro iniziano ad avvicinarsi incuranti delle pallottole: un sobbalzo, un pezzo di carne secca che salta, un osso che si spezza, ma sono incuranti di certe piccolezze... ormai sono morti, non sentono dolore né possono morire. Prendo il pugnale con la sinistra e inizio a colpire quelli più vicini che intanto si erano stretti in cerchio intorno a me e iniziano ad allungare i loro bracci scheletrici per afferrarmi.
È una resistenza inutile, sono troppi e i miei colpi non gli fanno niente, mi saltano addosso e mi bloccano con la faccia schiacciata sull'erba secca.
Il terrore che tutto sia finito mi assale.
Vedo solo il terreno e sento dei movimenti dietro di me, sento la voce del giudice che inizia a parlare con voce piatta, avvezza alle centinaia di sentenze che emise quando era in vita:

  • Io, giudice Miller, ti condanno a morte per soffocamento da impiccagione per il crimine di aver aiutato una strega a fuggire dalla sua pena. La pena verrà eseguita seduta stante.

  • Figliolo, pentiti dei tuoi peccati fino a che sei in tempo, ché la tua anima salga tra le braccia di Nostro Signore!
Avevo già sentito quelle parole altre volte in passato rivolte ai condannati per i reati più efferati, ma mai avrei creduto che un giorno fossero rivolte a me. Non sono mai stato un credente, ma dette in quel momento, quelle parole mi insinuano il dubbio che forse c'è qualcuno che ti ha dato la possibilità di scegliere la strada del bene o del male a cui, alla fine, devi rendere conto.
Sento dei rumori di tavole e vedo le ombre dei cadaveri muoversi, intanto che tre o quattro di quei corpi putrescenti mi tengono immobilizzato a terra. Non posso muovermi, lo sanno fare bene il loro lavoro!
Dopo poco mi tirano su e mi girano verso il salice e la corte fantasma.
Avevano allestito un piccolo palco usando il legno delle croci e delle bare, si distinguono le maniglie e le rifiniture in metallo delle casse, sul ramo più grosso del salice è sistemata una corda con un cappio. Non pensavo che facesse così paura quella corda quando è per te. I polmoni e il cuore accelerano il loro lavoro, non avevo mai sentito così bene il mio battito e mai avevo contato i miei respiri, ma adesso lo sto facendo, sono gli ultimi che farò.
I due corpi che mi tengono stretto per le braccia mi spingono verso il macabro palcoscenico, si muovono con scricchiolio di ossa e i volti irriconoscibili dalla putrefazione e puzzano.
Perché devo finire la mia vita in questo modo? Chi mi ritroverà penzolante ad una corda l'indomani mattina e cosa penserà?
Non posso oppormi alla mia scorta e salgo sul patibolo. Davanti a me i tre spettri assistono all'esecuzione: lo sceriffo con aria seria dietro i suoi baffoni e le braccia incrociate, il prete mormora parole a occhi chiusi, il giudice impassibile con lo sguardo fisso nei miei occhi.
Urlare è inutile, ormai sono rassegnato alla morte, non posso fare niente contro quei mostri contro natura, cercherò di morire con dignità.
La corda è già intorno al mio collo, stretta sulla mia pelle è fredda e pizzica.
Il giudice fa un cenno e il pavimento sotto i miei piedi scompare, la corda stringe velocemente il mio collo sotto il mio peso, ma non è fatta per rompermi il collo, solo per soffocarmi e darmi una morte lenta.
Ora capisco quando dicono che in punto di morte ti passano i ricordi della tua vita davanti, sta accadendo intanto che l'aria nei polmoni inizia bruciare.
Mentre rivedo scene felici della mia vita mi appare un volto di donna, la riconosco, è quella dell'orologio.
Mi guarda, mi sorride, è bella e sembra felice.
Ottimisticamente penso e spero che sia un angelo che sia venuto per accompagnarmi in paradiso.
  • Grazie di avermi liberato dalla maledizione.
Nella mia coscienza che mi sta lasciando penso che non è stato un buon affare per me.
  • Ti hanno mentito. Quei tre ti hanno mentito. Io non sono una strega. Sono la vittima della loro maledizione demoniaca, loro sono anime maledette che mi hanno uccisa e condannata a essere chiusa in una scatola solo perché avevo scoperto le loro malefatte. Erano loro che abusavano delle loro posizioni per vessare la gente di questa città. Io li ho denunciati alle autorità superiori e loro per vendetta mi hanno ucciso e usato arti oscure per impedirmi di raggiungere il paradiso che mi spettava. Loro sono stati condannati e giustiziati dai giudici e le loro anime ancora mi impedivano di raggiungere il mio eterno riposo. Tu hai rotto la maledizione e mi hai permesso di salire in cielo. Non avendo più uno scopo, loro saranno costretti a tornare al loro castigo infernale. Grazie in eterno per avermi reso giustizia.
I sensi mi abbandonano, non sento più niente. Spero solo che le parole della fanciulla salgano al giudice divino e che mi conceda la pace del paradiso.


Spalanco gli occhi e faccio un salto nel letto, ho il cuore che batte all'impazzata, il fiato spezzato e frenetico, la mente sconvolta. Vedo ancora il cappio davanti ai miei occhi. Cribbio come era reale!
Mi calmo un attimo, era solo un incubo, non era vero, sono ancora nella mia stanza, seduto sul mio letto con il fiatone.
Le prima luci dell'alba iniziano ad entrare da dove la notte entravano i raggi della luna. Allungo la mano sotto il letto e prendo la bottiglia di whisky che tengo di riserva, ne bevo un sorso, non fa bene a stomaco vuoto. Perché? Un cappio intorno al collo è più salutare? Mi ci vuole un sorso per riportarmi alla realtà , ancora non ne sono del tutto sicuro che sia un sogno anche questo tanto era reale l'altro.
Mi alzo dal letto e vado verso il tavolo dove vedo l'orologio che ancora ticchetta. Lo prendo in mano e lo apro, l'ora mi sembra giusta a giudicare dall'alba. Guardo la foto della ragazza, mi avvicino per confermare quello che mi è sembrato di vedere. Era ancora lì, ma adesso aveva un bel sorriso e un'espressione tranquilla.
Non voglio farmi altre domande, la curiosità può uccidere. Va bene così. Sono vivo e ho un altro giorno davanti.
Non venderò mai quest'orologio e mi impegnerò a tenerlo sempre con me e carico, sento che è la cosa giusta da fare.

Ormai la notte è passata e non ho più sonno, in strada ci sono i rumori di chi la mattina si alza presto per lavorare.
Mentre mi vesto penso che per il prossimo Halloween mi comprerò la zucca più grossa che riuscirò a trovare e ci metterò il cero più grosso che il prete possa fornirmi.

Scendo al saloon per mangiare qualcosa. Mi avvicino al bancone ed Henry esclama:

  • Bella festa ieri sera eh!

  • Mavaffanc...!
 
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DeletedUser14973

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Red sei uno scrittore nato!!!!
Bravissimo non vedo l'ora di leggere la tua prossima storia :)
 

DeletedUser14987

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Wow complimentoni Red, davvero un bel racconto! Continua a picchiare duro con le fantasie a briglia sciolta e le parole!Thumbsup

"Where life had no value, death, sometimes had its price."
liberamente tratto dal codice segreto del bounty killer...
 
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DeletedUser14976

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Addì 06/11(18

Caro diario, i nostri sciamani la chiamano, volontà di Manitù, attraverso gli spiriti che gli sciamani invocano, per questi europei si chiama magia, ma fatto sta che Re Delle Lucertole ha indovinato, svolgendo dei lavori che mi sono stati assegnati, dagli stessi malati, la pericolosa epidemia è, piano piano sparita, ora la vita nella città di Osteria è ritornata ai livelli normali. Dovrò tornare in quel paradisiaco villaggio, anche perché devo un caloroso ringraziamento al loro capo, Aquila Eterna, e poi ho una meravigliosa donzella che credo ancora m'attenda!
Questa notte ho preso parte per la prima volta a una cruenta battaglia, abbiamo perso il nostro forte. Il forte è un avamposto fondamentale, per mettere in sicurezza le rotte di rifornimento, per dare una sistemazione a chi parte in esplorazione e per la difesa del territorio cittadino.
Inutile descriverti l'orrore che durante la battaglia mi ha assalito, sono svenuto, e mi sono risvegliato questa mattina senza più il denaro che possedevo, nell' albergo della città, Qualche compagno, durante la nostra ritirata s'è preso la briga di salvarmi la vita trascinandomi via.
Ricordo con freddo terrore le cariche di cavalleria, anche i cavalli disperati, temevano la sera, spezzata dal rombo sordo del fuoco del cannone e dalla terra che s'illuminava, quando la granata a terra deflagrava, temevano i cavalli per la propria vita e per quella del cavaliere che serviva, ma nonostante la paura, impastando nel fango le criniere, indomiti animali, avanti nonostante la paura si sono spinti fino al sacrificio più estremo.
Per la prima volta in vita mia ho combattuto con le armi da fuoco, e m' è rimasto impresso tutto il terrore di una morte causata una pallottola di piombo conficcata nel cuore, abbiamo subito una dolorosa sconfitta, ma serreremo le fila, altre battaglie ci attendono, ci saranno momenti costellati di gloriose vittorie, altre di più cruenti sconfitte, ma nonostante tutto ormai la mia vita è dedicata a servire la mia nuova dimora, chiamata Osteria., Nonostante i 1000 conflitti interni tra diverse fazioni costellati da scontri sanguinari ormai tutti noi, che fossimo schiavi africani, popolazioni indigene, coloni europei delle nazioni più disparate ci consideriamo tutti figli di questa nuova nazione che si fa chiamare Stai Uniti Americani, e siamo pronti per avere un ruolo fondamentale nella storia di questo nuovo secolo, Ben venuti nel secolo americano. Alle mie prossime sconfitte e clamorose vittorie da registrarti amico diario.
 

DeletedUser14976

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Addì 08/11/18

Eccomi caro diario, a raccontarti del mio viaggio di ringraziamento verso i nostri amici e ormai alleati di questo, a noi vicino, indiano villaggio.
La nostra città di Osteria è in questi ultimi giorni cresciuta, nuovi cittadini vi hanno preso la residenza ed ho come la sensazione, che da piccolo centro di periferia, prima o poi, la nostra graziosa cittadina, diventerà una grande polis, magari in un futuro lontano, sarà la più grande polis dello Stato dell' Indiana, e chissà se potrà mai cambiare nome in Indianapolis :) .
Ma, tornando al mio viaggio, la spaventosa epidemia che ha colpito Osteria, è finalmente sparita, stanno guarendo anche tutti gli ultimi casi di contagio, e non rappresenta più un problema. Come ben sai io il merito di questo non posso che attribuirlo al grande sciamano Re Delle Lucertole, per questo mi sto avviando al villaggio, carico di doni in segno di massima gratitudine e riconoscenza.
Arrivato al villaggio, mi faccio accompagnare verso la tenda del grande capo Aquila Eterna, il, vecchio vedendomi mi sorride e m'abbraccia forte, tiro fuori dal borsello appeso al collo la più elegante scatola in legno, di sigari cubani, che Aquila Eterna credo abbia mai visto, e gli dico, questi sono i sigari cubani preparati con i tabacchi più pregiati che Rosso s'è fatto inviare direttamente dai suoi amici marinai. Gli occhi del vecchio capo, s'illuminano come quelli d'una ragazzino, che di un gustoso dolce ha appena goduto, mi esprimono la massima gratitudine. Chiacchieriamo, gli racconto della nostra sconfitta di pochi giorni fa al forte, e del fatto che ne sono uscito vivo per miracolo, Gli spiego che Osteria ha perso un punto d'appoggio strategico, fondamentale per la sicurezza della città e del suo territorio, mi promette che in caso di bisogno avremo anche le poche decine di soldati della sua tribù su cui contare. Ritenendolo un buon successo diplomatico, fiero di me, mi accingo a salutare il grande capo, che nonostante sia così anziano, ha gli occhi vivi e, di curiosità sempre riempiti, come se ne vedono raramente in tutti gli altri uomini, sarà anche per questo che per la sua gente è considerato una sorta di saggio, sempre prodigo di consigli e suggerimenti, di cui la tribù non può più fare a meno per la gestione del loro campo.
Raggiunto nella sua tenda lo sciamano Re Delle Lucertole, ci scambiamo un fraterno abbraccio e gli racconto di come l'epidemia che ha tanto impensierito la città, sia ormai quasi del tutto svanita, e ringraziandolo del suo fondamentale aiuto per questo, gli consegno in dono una grande quantità di quelle strane piante che Rosso si fa portare da terre a me sconosciute e lontane, poste nella parte del mondo più orientale. So che quelle pinte hanno il potere di avvicinarlo agli spiriti guidati da Manitù, come null'altro abbia mai avuto modo di provare. Re Delle Lucertole mi ringrazia e, come se m'avesse scrutato anima e mente , mi dice, " va che c'è colei che da tanto attendeva e, a cuore allegro ti desidera e ti aspetta.
Raggiungo veloce la tenda di Sorriso Di Luna, la prendo per mano, e dopo una breve corsa a perdifiato, arriviamo dove ho legato il mio stallone nero, così imponente e fiero. Per lei il cavallo ho caricato del mio carico più pregiato. Scendo un sacco pieno di prodotti, i doni, per colei che m'ha rapito il cuore, e con il calore del suo amore, scioglie in me il sangue nelle vene.
Apro lentamente il sacco di lino e mostro i monili più scintillanti e colorati, vedo lei felice con gli occhi pieni di commozione, e dopo un bacio appassionato, inizia ad indossare tutti i bracciali, gli anelli e le collane che sono riuscito a caricare. ma nulla in confronto al secondo strato del telo, tiro fuori i più costosi abiti in stile europeo, un carico di sete e di brocccati che a detta di Rosso sono i più pregiati del mondo intero, arrivati a lui direttamente dalle lontane terre Veneziane.
S'è fatta ormai sera, e mentre il sole dietro le colline s'appresta ormai a morire, io abbracciato a Sorriso Di Luna mi godo del tramonto le mille sfumature, i cangianti colori, di rosso, argento, oro e arancio, mentre passa il tempo e i colori iniziano a prendere un colore sempre più livido, ci avviamo lentamente al villaggio. Una gustosa cena a base di carne, con la tribù riunita intorno a un grande falò che arde, scalda e ci rischiara, ci offre la più familiare gioia e armonia. Terminato il pasto m'appresto a passare la notte nella tenda di Sorriso Di Luna, per la gioia mia e della mia amata, che questa notte la sua schiusa e delicata rosa, profumata di rugiada mi regala.
 
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DeletedUser14987

Guest
Daje Corvo! A breve forse, vedremo svolazzare qualche corvino!
 

DeletedUser14976

Guest
Si, in una calda serata estiva al chiarore di una brillante e sorridente Luna piena :)
 

DeletedUser14978

Guest
EDIT BY STAFF: Cerchiamo di mantenere dei contenuti accettabili per evitare che possa urtare la sensibilità di qualcuno o comunque immagini più consone ad un forum pubblico. Si ricorda anche che la riscrittura di post\frasi editate da un mod viola il regolamento. Per spiegazioni è possibile contattare un membro dello staff via PM


Questa non l'ho capita! :(
 
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DeletedUser14987

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sto romanticismo sdolcinato mi fa alzà la glicemia...Whistle
 

DeletedUser14990

Guest
Che bella storia! Un bel modo di raccontare e di tenere sulle spine! Bravo corvo!
Homer
 

DeletedUser14976

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Addi 11/11/18

Eccomi a raccontarti nuovamente dei miei viaggi caro diario. Tornata un po' di serenità nella città di Osteria, ho deciso nuovamente di viaggiare, verso nord, questa volta.
Mi è giunta voce che questo nuovo stato, di cui ora mi sento pienamente cittadino, Gli Stati Uniti Americani, hanno non molti anni fa acquistato, quella che l'opinione pubblica chiama Ghiacciaia di Seward, il nome del funzionario statale che acquistò pochi anni or sono il territorio di cui parlo.
Attraversati gli infiniti e gelidi territori della colonia inglese, conosciuti come Canada, dove nonostante la pace, ancora forti e presenti sono gli scontri e le tensioni tra la comunità Inglese e Francese, (l'unica cosa che li unisce è nel marginalizzare la comunità locale di Inuit, gli abitanti autoctoni, una delle tribù fiere e ormai destinate a sparire, come la mia), giungo finalmente alla frontiera del nuovo territorio Statunitense, il più settentrionale in assoluto chiamato Alaska. Godendomi, nonostante, il freddo la spettacolare aurore boreale, con il cielo che si illumina costantemente dei colori di un permanente e cangiante arcobaleno, incontro e mi fermo con un gruppo di occidentali russi, rimango qualche giorno nella loro comunità, mi raccontano che presto dovranno andarsene e ritornare in Europa, e non riescono a capire come l'amministrazione del loro impero, (che apprendo è il più vasto del mondo intero) abbia lasciato si, un continente inospitale per i suoi lunghi, rigidi e bui inverni,(mi spiegano che in queste terre così a nord, il sole non sorge per sei lunghi mesi invernali, mentre per i restanti sei un sole sempre basso all'orizzonte illumina 24 ore permanenti senza mai scaldare, non arrivando mai allo zenit) ma anche ricchissimo di risorse, tra miniere d'oro e animali da grasso e pelliccia, importantissimi per l'esportazione. Capendo la frustrazione di chi, tanto ha speso per crearsi l'opportunità economica, in questo gelido deserto bianco, ringrazio per l'ospitalità gli amici russi e mi preparo per riprendere il viaggio verso lidi dai climi decisamente più miti.
Riflettendo sul fatto dell' ottimo acquisto a un prezzo puramente simbolico con il quale il mio Paese ha sottratto a questo immenso impero Russo, un territorio che si, è una immensa lastra ghiacciata, ma ricchissimo di materie prime, e che sarà un pezzo fondamentale della economia del paese in un futuro non troppo lontano, mi accingo a ritornare nella mia città di Osteria, dove forte mi prende la nostalgia di riabbracciare i miei concittadini, che ormai considero la mia famiglia. Ultimamente si sono uniti a noi valorosi cittadini, abbiamo un europeo allevato per decenni d auna tribù della mia gente, credo abbia passato la gran parte della sua vita con una tribù di Moichani, il suo nome è Aquila Della Notte, da ciò che ho capito anche lui s'è trovato molto bene nella nostra tribù dalle case di pietra (la nostra città). inoltre anche Jenny, una bella ragazza europea credo di nazionalità Francese si sta dimostrando molto bene integrata in Osteria, e credo sarà per la nostra comunità un validissimo aiuto.
Continuando il lungo viaggio verso casa, inseguendo lupi da cacciare, in fuga dalle interminabili umane guerre, traversando confini di nazioni che preparano future guerre, mi appresto ad osservare l'immenso spazio gelido e osservando l'orizzonte mi perdo e penso.
Penso che da quando ho lasciato la tribù, molto è cambiata la mia vita, molte le esperienze cui in non molto tempo sono stato sottoposto, e nonostante il mio vecchio sistema mondo sia ormai quasi totalmente scomparso, ora sono pronto, ho un bagaglio di conoscenze tali da poter sopravvivere e farmi valere in ogni caso, dovessi essere in qualche modo allontanato dalla comunità di osteria ho la capacità di costruire da 0 una nuova tribù di case di pietra, ho imparato l'arte del commercio, so costruire e cacciare molto meglio, mi difendo, dalle numerose bande di criminali che per portarti via dollari faticosamente e onestamente guadagnati sono capaci di toglierti la vita senza alcun rimorso di coscienza alcuna
D'un tratto una splendente nuvola rischiarata al colore della Luna mi fa tornare in mente una splendida Viola, sindaco della città di osteria, e pensandola, esprimo dal profondo il mio sincero apprezzamento, ringraziando colei che come una sorella gentile e premurosa m'ha cercato e accolto in questa città, ormai considerata come tribù natia. Penso ai grossi insegnamenti di Rosso sul commercio, grazie a lui non vengo più imbrogliato quando devo sostentarmi vendendo il prodotto del lavoro tanto faticato. L'amico Biondo, che sempre di consigli per me si fa prodigo, e i tanti altri nuovi cittadini, da Homer, a jack, con cui ora ho rapporto speciale e mi accompagna in molte delle mie avventurose spedizioni ad esplorare mondi lontani, Homer, altro nuovo arrivato dalle terre Londinesi, che ben s'adatta a sua detta, da metropoli piena di servizi a cittadina come la nostra di periferia.
La città sta crescendo, e presto nell' indiana sarà per tutti punto di riferimento.
Casa è vicina, non vedo l'ora di riabbracciare i miei compagni, ormai fraterni. e riposarmi al gusto di 2 o 3 birre del saloon, gestito dall' amico Henry. Inoltre il pensiero è in special modo per una tribù alla nostra città vicina e alla mia Sorriso Di Luna, nella foga di stringerla e nuovamente di assaporare il gusto delle sue labbra spingo a un galoppo forsennato questo mio imponente stallone nero.
In attesa di sviluppi tornerò presto ad aggiornarti, diario, mio fedele compagno di vita!
 
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