Arrivo nel West

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Mentre si allontanavno nella notte,sentirono alcuni colpi di fucile.......Amy si ricordò dei due banditi ancora fuori la locanda,Orlando la tranquillizzò:non c'è da preoccuparsi,Tessy li avrà già fatti scappare a gambe levate.
Orlando continuò: chissà perchè era così inviperita......ne sai qualcosa?
Amy fece finta di non sentire e i due si diressero risoluti verso il paese più vicino............
 

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Era l'alba, la carovana di pionieri si fermò.
Io dormivo nel carro, JB mi scosse: "Scarlet! Scarlet! Siamo nel WEST! Che vuoi fare???? Continui con noi o ti fermi????"
Mi svegliai di soprassalto....... Dinanzi a me il WEST!
finalmente il mio viaggio era terminato......." Mi fermo JB, Io mi fermo qui!" Scesi dal carro.....presi con me il mio piccolo bagaglio e mi avviai, non sapevo ancora dove solo andavo incontro alla mia nuova alba.
:rolleyes:
 

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Mentre si allontanavno nella notte,sentirono alcuni colpi di fucile.......Amy si ricordò dei due banditi ancora fuori la locanda,Orlando la tranquillizzò:non c'è da preoccuparsi,Tessy li avrà già fatti scappare a gambe levate.
Orlando continuò: chissà perchè era così inviperita......ne sai qualcosa?
Amy fece finta di non sentire e i due si diressero risoluti verso il paese più vicino............

Galoppava sul suo cavallo grigio. Ne percepiva il sudore caldo sui polpacci, il profumo (eau de cheval) le penetrava nelle narici mescolandosi alla fragranza del fieno dei campi, il vento tra i capelli le dava una sensazione di libertà, che da tempo non provava. Davanti a lei Orlando spronava il suo destriero. Le redini, nella mano sinistra, erano sciolte sul suo collo.
Amy sapeva che la meta era Sand Creek.
Trattenne con dolcezza il suo cavallo, leggera col morso, rallentò... si fermò. Guardò l'uomo allontanarsi... pensò a quanto fosse stato gentile e premuroso con lei, ma ritenne fosse il momento di lasciarlo andare.
 

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"Orlando si accorse che lei aveva rallentato l'andatura; per un attimo pensò che avrebbe voluto fermarsi, voltarsi e guardarla, forse, per l'ultima vola... tese lievemente le redini ma le rilasciò quasi subito. Sapeva che non sarebbe servito a nulla. Lei aveva già deciso così. Non poteva neppure guardarla un'ultima volta. L'attrazione che sentiva per quella donna coraggiosa e fragile allo stesso tempo lo disorientava e indeboliva la sua determinazione. Dovevano prendere due strade diverse, per ora. Forse un giorno avrebbero nuovamente dormito sotto le stesse stelle e lasciato i cavalli al tramonto allo stesso pascolo. Forse. Un giorno.
 

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La leggera pressione delle redini sul lato sinistro del collo del cavallo ne indusse lo spostamento. Non aveva meditato, fu un gesto casuale... percorsero al passo lunghi chilometri nella radura. Il caldo sole del giorno stava lasciando posto alla gelida notte. Decise di fermarsi, allestì un bivacco improvvisato e, accanto ad un timido fuoco, provò a scaldarsi... si stava dirigendo ad est, la terra degli Indiani...
 

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Orlando,pur dispiacendosi per la perdita di una compagna di viaggio,prosegui a galoppare........si diresse verso ovest;aveva sentito parlare di una grande città.
Pensò fra sè che una grande città = grandi opportunità
Chissà se mi accoglieranno bene o sarò un ospite indesiderato?
Il pensiero lo tormentò lungo tutto il viaggio
 

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Ancora un'alba nel west... la vita era così imprevedibile... avrebbe potuto essere l'ultima come la prima di una nuova vita. Montò nuovamente a cavallo, lo spronò delicatamente e l'animale partì al galoppo, un galoppo tranquillo, senza fretta, che non affaticava.
S'inoltrò nella boscaglia, rallentò l'andatura. A terra vide dei cumuli di pietre che le parvero innaturali. Sembravano messi apposta da mani esperte, con una logica quasi matematica. Fermò l'animale e scese, tenendone le redini. S'inginocchiò vicino ad una di quelle piccole costruzioni di sassi accarezzandola e cercando di comprendere...
 

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"Non toccare!" - comandò l'uomo, come uscito dal nulla. Era spuntato all'improvviso da dietro una grossa quercia. "Non toccare... per favore" ripetè ancora resosi conto di aver spaventato la ragazza che, con un balzo all'indietro aveva già messo mano al calcio del fucile nella fodera attaccata alla sella. Non era armato, notò l'occhio allenato di Lula, così esitò ad estrarre l'arma. "Che diavolo ti prende?" - disse seccamente - "Scusa, non volevo spaventarti ma sei entrata in casa mia senza bussare e non mi è piaciuto..." "Casa tua? Mi stai prendendo in giro? Ho forse l'aria di una fessa di città o forse sei fuori di cervello? - mentre diceva questo la donna osservò l'uomo: sulla trentina, alto e robusto, capelli lunghi, sciolti sulle spalle, pizzetto e baffi ben curati e leggermente striati dai primi capelli grigi; un bell'uomo, pensò. Distolse lo sguardo quando si accorse che era fatto insistente e si guardò intorno ad osservare quegli strani cumuli di pietre. "Questa sarebbe casa tua? - disse divertita - "Questa - sarà - casa mia! - disse lui - "Lì dove sei ora ci sarà la cucina, anzi ti trovi proprio nel camino in questo momento! - sorrise in modo affabile e Lula rispose al sorriso...
 

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... ed istintivamente si spostò, quasi scusandosi (o percepì inconsciamente il calore del camino?... acc... se brucia!!!)...
L'idea che un uomo maturo nel west potesse progettare una casa la divertì... quelli che conosceva erano tutti deceduti prima di realizzare progetti... gli sorrise... le pareva innocuo.
Allontanò la mano dall'arma che teneva accanto alla sella.
- Pensavo fossero tombe indiane - gli disse, seccamente. Aveva imparato che nel west c'erano tanti amici ed altrettanti nemici... mai fidarsi. Era sempre meglio mantenere la calma e valutare la situazione. Non si sentiva ancora in grado di capire velocemente l'indole di chi le si parava di fronte, perciò attese e
cercò di valutare la gestualità dell'uomo... di valutare la situazione... e di predisporre un'eventuale rapida fuga.
 

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"No, non sono tombe..." - rispose pensieroso l'uomo - le tribù di questa zona preparano i luoghi di sepoltura in zone più alte, verso le montagne a nord - per essere più vicini al cielo - così credono - e non seppelliscono i loro morti ma li innalzano su lettighe di legno dopo averli imbalsamati e avvolti in pelli per proteggerli dai corvi e dai predatori - la terra che calpesti ora l'ho comprata anni fa ed ora, finalmente, sono tornato per viverci; voglio costruire la mia casa e poi, chissà, una città. Gli alberi che ci stanno intorno saranno pareti, tavoli, porte e finestre e quei cumuli delimitano le stanze... una specie di progetto, insomma... ma tu chi sei e dove sei diretta? Ormai è quasi il tramonto, se vuoi accendiamo un fuoco e mangiamo un boccone insieme, puoi dormire vicino al "camino" se vuoi!" - rise e cominciò a raccogliere legna secca
 

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Lei si guardò attorno... le rimbombava nel cervello quella domanda "come ti chiami?"... l'avevano soprannomiata Amy, ora Lula... purtroppo non ricordava... dopo il trauma dell'uccisione della famiglia aveva rimosso tutto, compreso il suo nome. Le andava bene qualunque cosa... non le importava più tanto...
Certo che pensare ad una città guardando quel cumulo di macerie ammonticchiate ci voleva fantasia. Quel pensiero le fece apprezzare l'uomo che aveva davanti.
La notte stava calando, la fame l'assaliva (la pizzeria era chiusa) e decise di fidarsi.
- Come ti chiami? - gli chiese, standogli alle spalle mentre ravvivava il fuoco.
 

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"George Dickinson" - rispose lui - "ma gli amici di un tempo mi chiamavano Dick" - un velo di tristezza oscurò il volto già abbronzato dell'uomo quasi volesse nascondere qualcosa di antico e doloroso nascosto in fondo al cuore.
Si ridestò quasi immediatamente come scrollandosi di dosso la polvere della prateria - "Cosa ti va di mangiare?" - le chiese allegro - "Lo chef propone fagioli e pancetta da far saltare in padella oppure dell'ottima carne di bufalo essiccata dai miei amici Cherokee, purtroppo non ho molto da offrirti a questo momento, neppure una sedia per farti accomodare! Dovrai accontentarti di uno dei miei cumuli di sassi e di un tetto di stelle per questa sera; chissà, se ripasserai da qua tra qualche mese potrei anche offrirti un pranzo con i fiocchi ma, per ora, è tutto quello che ho!"
Senza aspettare ra risposta della ragazza tirò fuori da un sacco dei fagioli secchi e della pancetta affumicata e cominciò a trafficare vicino al fuoco ormai vivo - la sera aveva acceso per loro uno spettacolo di suoni e luci e profumi che solo l'ovest poteva dare - sentivano il cuore leggero e sentivano, entrambi, che quella terra era la loro terra che in quella terra sarebbero vissuti e che vi sarebbero morti - ognuno con la sua storia, con le loro sconfitte e le loro vittorie ma tutto era già scritto e a loro il compito di realizzarlo. Avrebbero percorso strade diverse o forse, chissà, il destino che li aveva fatti incontrare in quel bosco, quel giorno, lo stesso destino li avrebbe accompagnati fino alla fine. Tutto, probabilmente, si sarebbe deciso in quella stessa sera.
 

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Pancetta e fagioli... apprezzò il tetto di stelle.
Osservando l'uomo intento a preparare la cena si chiese se poi quel west non fosse tanto male... certo... la casa al momento lasciava desiderare tuttavia, in potenza...
Cercò di distrarsi da quei pensieri. Il profumo dello sfrigolio della pancetta la raggiunse e si accorse di aver fame.
Quando Dick le porse il piatto gli rivolse uno sguardo profondo. - Sei gentile - gli disse - questo mondo è popolato di anime nobili quanto di lestofanti.
Si mise a mangiare in silenzio, pensando al passato, a ciò che aveva lasciato ed a ciò che avrebbe potuto incontrare, ancora, nel futuro.
 

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Restarono in silenzio per il resto della sera. Non c'era molto da dire, invero. Chi erano? Da dove venivano, dove sarebbero andati o cosa avrebbero fatto il giorno dopo? Lì, in quelle terre selvagge nulla si poteva programmare. Molti ci avevano provato ma altrettanti avevano fallito miseramente ed erano tornati da dove erano venuti a mani vuote e animo distrutto. Loro no. Loro erano diversi. La loro tenacia era evidente, il loro carattere forte e avventuroso. Essi erano quel tipo di persone fatte apposta per quei luoghi costruiti sul coraggio e sulla determinazione. Non si sarebbero arresi facilmente e se lo leggevano negli occhi a vicenda.
"Mi fermo qui stanotte ma domani proseguo il mio viaggio... o forse no..." - disse la ragazza rompendo finalmente il silenzio - "Io mi fermo qui. Come ti ho detto voglio costruire la mia casa e il mio mondo da queste parti. Domani mi cercherò un lavoro. Mi hanno detto che ci sono dei balordi che si divertono a rompere i recinti per indurre le bestie a fuggire per poi rivendicarle. Sono abile con le armi e penso di offrire i miei servigi ai proprietari terrieri della zona per proteggerli da simili scorrerie. Tu non mi sembri ancora molto decisa. Dove sei diretta e cosa intendi fare?"
 

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Rimase ancora in silenzio, alcuni istanti. Poi decise di confidarsi.
- C'è un uomo che devo trovare. Un pistolero. Ha distrutto la mia famiglia. - sospirò, le parole le uscivano a fatica, come fossero strozzate in gola.
- Sò di non essere pronta, ma devo trovarlo. Se non lo facessi la mia vita non avrebbe senso. - rimase in silenzio per lunghi interminabili istanti, il capo basso, la pancetta in mano, senza riuscire a deglutire.
Dick la osservava in silenzio. I capelli sciolti e arruffati sulle spalle, il volto sporco di fango, il viso pallido e stanco. Si volse per accudire il fuoco.
 

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"...una vendetta..." - disse lui sottovoce - "... ora capisco cos'era quell'ombra sul tuo viso... dolore, tristezza... odio..." I laplli della brace si sollevavano verso il cielo nero della notte spegnendosi quasi subito.
"La vendetta spegnerà la tua vita come si spegnerà questo fuoco tra qualche ora... ne sò qualcosa... io stò fuggendo dalla vendetta da molto tempo e solo il calore e i colori di questa terra mi stanno ridando la vita. Posso fare qualcosa per dissuaderti? Ogni giorno la tua vita può ricominciare!"

Disse le ultime parole con enfasi, quasi come se volesse convincere più se stesso che la ragazza. Si girò. Lei aveva il volto tra le mani e i singhiozzi le facevano tremare il petto.
"Non tenere tutto dentro, butta fuori ogni cosa, liberatene e torna a vivere libera!" Avrebbe voluto stringerla tra le braccia ma non osava farlo, non sapeva come avrebbe interpretato quel gesto sincero e senza alcun secondo fine. Avrebbe voluto farle sentire che capiva quello che provava... molto più di quanto lei pensasse. Rimase lì immobile lo sguado fisso sul fuoco che, ormai, si stava spegnendo.
 

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Lalamy si alzò di scatto. Non era permessa alcuna debolezza nel west. Occorreva sempre stare allerta da ogni cosa e da ogni incontro... ad ogni costo. Quando il fruscio che proveniva dal bosco si fece più sonoro lei era già pronta, fucile spianato verso il buio della notte.
 

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Lulamy (mix di nomi assegnatole) si alzò di scatto. Non era permessa alcuna debolezza nel west. Occorreva sempre stare allerta da ogni cosa e da ogni incontro... ad ogni costo. Quando il fruscio che proveniva dal bosco si fece più sonoro lei era già pronta, fucile spianato verso il buio della notte.
 

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Dick non fu da meno. Si voltò di scatto e infilò deciso la mano nel sacco dal quale solo poco prima aveva estratto solo fagioli e ne tirò fuori una colt col manico d'avorio carica e pronta all'uso. Gli occhi semichiusi scintillavano attenti. Non respirava. Non si muoveva. Ogni muscolo era teso. Il cane già armato e pronto a mandare il suo messaggio di morte alla prima lieve pressione del suo indice. Il silenzio era pesante come un macigno. La lieve brezza della notte raffreddava il sudore che imperlava la fronte dei due. Ancora quel fruscìo. Si gettarono a terra. Per loro fortuna il fuoco era spento da tempo e il buio li copriva come una coperta nera. Aspettarono e il tempo parve fermarsi quando all'mprovviso...
 

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Percepivano reciprocamente il loro respiro.
Il fruscio aumentava di intensità e mirava dritto verso loro, accucciati... muscoli tesi, dita sul grilletto... pronti, entrambi a sparare.
Nel buio della notte vedere l'avversario era impossibile.
Forse il loro pensiero comune, in quel momento, fu scegliere la reazione...

Benchè, istintivamente, volesse sparare verso il fruscio... Lulamy si alzò di scatto in piedi e puntando l'arma verso la boscaglia, con tono basso e asciutto disse:
- Fatti vedere. Siamo armati. Non avrai scampo. Alzati (.. e cammina... lazzarone... - altro pensiero fuori campo....).
Dalla boscaglia il fruscio si arrestò.
 
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