Appunti di Via

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Prologo

Salve a tutti, mi presento, sono Auriel…, Auriel I, non so se avete sentito già parlare di me, sono la prima di tre gemelle tutte con lo stesso nome, una decisione presa ancora quando no si sapeva che fossimo in tre, mi son decisa a scrivere perchè sento che una mia sorella Auriel II sta soffrendo molto, non so dove sia ed in che mondo viva, ma so che ha passato prove difficili, credo sappiate tutti che i gemelli sono molto legati, anche se lontani, a dire il vero esiste anche una Auriel III, ma so, avverto, che in questo momento sembra che la sua vita scorra serena, quella che mi preoccupa e mi ha sempre preoccupato, è Auriel II, è molto dolce e so che a volte la sua dolcezza e sensibilità la porta a fare scelte sbagliate o perlomeno avventate, spero solo che scrivendo qui qualcuno le possa portare la notizia che non è sola in questo selvaggio mondo del West, ma ora non sono più nel West, ora vivo in Arizona, ma come vi sono arrivata è una lunga storia se avrete la pazienza di leggerla.

Venimmo, nel West, tanto tempo fa, con la Mayflower, una nave magnifica che costò molto sacrificio e lacrime e sangue, un viaggio terribile, ma prima di descrivervelo, vorrei dirvi come trascorreva la nostra vita nella grande Londra, abitavamo in una grande casa, luminosa ed ampia, adatta ad ospitare molte persone, difatti di molte persone era composta la mia grande famiglia, Padre, Madre , noi tre sorelle ed altri che vi venivano accolti ed in cambio davano una mano con il lavoro, ognuno godeva di rispetto e di considerazione, nello svolgimento del suo compito giornaliero, unica piccola spina, mia sorella Auriel II che da ora in poi chiamerò Seconda, quante volte, le ho coperto le scappatelle che faceva, giustificandola di fronte a nostra Madre e prendendomi la responsabilità, le volevo e voglio un gran bene, ma era davvero imprudente, anche se buonissima, spesso si arrabbiava con me dicendomi che ero troppo succube dei nostri genitori, ma non capiva che in quel modo riuscivo a proteggerla meglio, è vero superficialmente potrei parire la copia di nostra madre, ma sono ben diversa da lei, non mi piaceva molto star ferma quando avrei voluto giocare e correre, ma se lo facevo, le mie sorelle Seconda e Terza erano più libere o così mi pareva.

In famiglia ci stava anche Hannah una sorella molto più grande che era andata a cercar la fortuna nel West selvaggio, e di lei conoscevo bene le lettere ed i racconti che inviava su quella terra meravigliosa che aveva imparato a conoscere e dei suoi abitanti, da lei definiti veri ed autentici, non come le persone che aveva conosciuto fino a prima di partire e che definiva sepolcri imbiancati, infatti la sua brusca partenza fu causata dalla sua ribellione a quello che i nostri genitori avevano giudicato un buon partito per lei, un giovane di buona ed onorata famiglia con cui divedevamo interessi e credo, questo avvenimento fu causa di molto dolore ed affanno ai nostri Genitori, ogni lettera di Hannah che arrivava era una gioia ed un dolore per loro, una lettura da fare in famiglia anche se non leggevano a tutte la versione completa di quelle lettere, solo molto dopo, vi potei accostarmi, temevano che fosse di cattivo esempio.

La mia vita era davvero complessa e varia, dovevo occuparmi, dell’organizzazione del lavoro di tutti noi, mentre i nostri genitori si occupavano della vita di gruppo e delle esigenze della comunità e dato che ero la più grande dovevo seguire le mie sorelle, un lavoro davvero a tempo pieno, specie Seconda che una ne faceva e cento ne pensava costringendomi a lambiccare il cervello per trovare adeguate motivazioni all’agire suo, trovandole giustificazioni a iosa e facendo così mi dicevo che in realtà le donavo la cosa a cui tenevo di più, la sua libertà e non mi pesava davvero fare quello che lei non avrebbe mai fatto, ma ci stavano volte che nostra Madre perdeva davvero la pazienza e ci ritrovavamo tutte in punizione a studiare i salmi ed a ripeterli finchè non ne avessimo la conoscenza perfetta e potessimo adattarli alla nostra vita.

Erano quelle ore eterne di ripetizione dei Salmi che salvavano le mie sorelle da punizioni ben più dure quali la segregazione in camera o punizioni più aspre, ma di queste soffrivano molto, ricordo la volta in cui, mi misero un topolino nel letto, naturalmente era opera di Seconda, non poteva trovare un animale malconcio senza che lo portasse a casa, ma ciò che mi fece urlare fu la sorpresa, non è molto gradevole trovarsi nel letto una cosa che si muove senza sapere cosa sia e quella volta malgrado le mie difese furono punite seriamente, poi, sempre secondo loro me la fecero pagare con dispetti vari, ma erano bambinate, intanto ci stavano i preparativi per il viaggio che si stava preparando per trasferissi nella Nuova Terra, il sei settembre, mentre quelli per il mio matrimonio subivano un notevole rallentamento dacchè si era deciso di rimandarlo a dopo il viaggio, che avrebbe preso molte delle nostre risorse e delle nostre forze, non è che ne fossi scontenta del tutto, mi sentivo troppo giovane per il matrimonio, in più era lo stesso che avrebbe dovuto sposare mia sorella Hannah, capivo la necessità e avevo accettato, ma non ne ero felice del tutto.

Le mie sorelle scoprirono il viaggio quasi all’ultimo minuto, del resto non era fatto per esser nascosto, ma erano troppo interessate ai loro fatti, singoli, per interessarsi a questioni più generali, Seconda pensò bene di affermare la sua indipendenza, cercando di fuggire per non partire, ma i suoi tentativi erano così goffi da risultare evidenti anche ad un cieco e perdipiù sordo, fu ripresa ed ignominiosamente, per lei tenuta sotto stretta sorveglianza fino al momento della partenza, ed accompagnata a bordo da un nugolo di zii e cugini, che sarebbero partiti con noi ed il viaggio ebbe inizio, ma da poco dopo la partenza iniziarono i guai, tempeste, freddo, i viveri finirono troppo presto e Terza si ammalò di una febbre sconosciuta, anche molti altri morirono in quel viaggio e mi sentii struggere dal dolore, ma le mie energie erano tese a salvare Terza tenendola il più possibile al caldo, abbracciandola stretta assieme a Seconda di modo che nei suoi accessi di febbre, non patisse il freddo diaccio scoprendosi troppo, mentre la abbracciavo rivolgevo le mie preghiere a chi sa ascoltare chiuque vi si rivolga con sufficiente fervore, e non so se furono le preghiere o altro ma Terza si salvò.

Sopravvisse a quella prova a cui molti altri cedettero, ma non dimenticherò mai quelle lunghe ore passate in quella piccola cabina che mio padre era riuscito ad ottenere per noi, lasciando fuori molti altri, volentieri sarei stata fuori sulla tolda spazzata dai venti gelidi e dalle acque turbinanti se mia sorella fosse stata bene, ma il mio primo dovere era verso di lei, verso la sua sopravvivenza e la sua sicurezza, a volte Seconda reagiva con una furia cieca a quella che sosteneva essere leggerezza da parte dei nostri Genitori ad aver affrontato quel viaggio in una stagione che non ne era adatta, ma ella non sapeva che non era stata una scelta, ma una necessità, era stata salvaguardata dal conoscere cose che l’avrebbero potuta far condannare ed incarcerare, le prigioni di Londra non sono famose per la loro accoglienza, erano appena di pochi gradi più calde di quella nave che malgrado le prove a cui ci sottoponeva era l’unica via che ci restava per la libertà, una libertà di vivere e di scegliere che perseguivamo ad ogni costo, ma di questo non sapeva nulla, sapeva solo che Terza stava male e Seconda stava male per lei.

Due mesi durò quel viaggio infame e ci tolse tutto, ci spogliò di ogni dignità, patimmo freddo e fame, ricordo un giorno in cui ci dettero una galletta ed un sorso d’acqua da bere, anche quella dovemmo razionare, acqua tanta e nulla da bere, la fame mi faceva torcere lo stomaco, e i crampi della sete mi bloccavano i muscoli, mentre lagrime salate solcavano il mio viso, detti la mia galletta a Seconda ed il sorso d’acqua a Terza, fingendo di non provare ne fame ne sete, non so se quella goccia bastò a far andare avanti un altro giorno Terza, so solo che finalmente, avvistammo la terra, una terra che malgrado fosse spoglia e spazzata dai venti gelidi come quelli che avevano morso finora la nave, finalmente sbarcammo a Cape Cod, in quella baia deserta sulle coste del Massacchussets… da lì una nuova storia da narrare accanto al fuoco acceso…
 
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